Terni, 8 agosto 2019
Il disastro di
Marcinelle avvenne la mattina dell'8 agosto 1956, di sessantatré anni fa, nella
miniera di carbone Bois du Cazier di
Marcinelle, in Belgio. Si trattò d'un incendio, causato dalla combustione
d'olio ad alta pressione innescata da una scintilla elettrica.
L'incendio, sviluppatosi inizialmente nel
condotto d'entrata d'aria principale, riempì di fumo tutto l'impianto
sotterraneo, provocando la morte di 262 persone delle 275 presenti, di cui 136
immigrati italiani.
Tale tragedia rappresenta una delle più drammatiche pagine della storia del
lavoro nel nostro Paese, opportunamente eletta giornata nazionale del
sacrificio del lavoro italiano nel mondo. L’occasione è servita al Capo dello
Stato, Sergio Mattarella per ribadire che la Sicurezza sul lavoro è
irrinunciabile.
“…La tragedia di Marcinelle, in particolare, è
parte della memoria collettiva dell’Italia e dei Paesi che ne furono colpiti.
Il sacrificio di duecentosessantadue lavoratori, di cui centotrentasei connazionali,
ci esorta a promuovere, oggi come in passato, migliori opportunità di lavoro e
massime garanzie di sicurezza per tutti i lavoratori, in Italia, in Europa e
nel mondo.
La tutela di tutti i lavoratori e la incessante
promozione dei loro diritti costituiscono principi di civiltà irrinunciabili
per ogni Paese e sono un obiettivo fondamentale nel processo di consolidamento
della comune casa europea e dell’intera comunità internazionale”.
Un dovere morale per
tutti difendere il lavoro e la sua dignità, ad adoperarsi perché l’istruzione
sia alla base della prevenzione. La consapevolezza del valore del lavoro e
dell’importanza della sicurezza deve diventare l’elemento fondativo di una
nuova coscienza nazionale.
A tal proposito ricordo
le parole dell’ex presidente della Camera on. Fausto Bertinotti- “…ho ancora impresse nella memoria le parole
di un ex minatore sopravvissuto alla strage di Marcinelle. Mi disse Presidente,
vuole sapere perché 50 anni fa tanti miei compagni rimasero sepolti in
galleria? Non si trattò di un corto circuito o di un semplice incidente
tecnico, ma perché allora il carbone valeva più della vita umana. Se non vuoi
che le persone muoiano, allora la vita deve valere più del carbone…”.
Un invito a tutte le
forze istituzionali, politiche e sociali a puntare sulla cultura della
Sicurezza intesa come prevenzione, come lotta al lavoro nero, come informazione
e formazione continua, come adeguamento alle nuove tecnologie, come lavorare in
sinergia per gli opportuni controlli, come educazione permanente e rispetto
della vita umana…
Giocondo Talamonti
Presidente dell’Associazione
Politico-Culturale “Enrico Berlinguer”