Scala Architetto Ridolfi 1964 presso l'Hotel Valentino di Terni
“Architettura per la qualità a Terni”

Con il patrocinio del Comune di Terni, la Troiani Srl ha organizzato, presso l’hotel Valentino, un convegno sul tema“Architettura per la qualità a Terni”. Nell’ambito del convegno sono stati premiati i progettisti vincitori del concorso di idee bandito per migliorare esteticamente la scala antincendio dell’Hotel Valentino.
Il convegno, coordinato dal Presidente della Commissione del Concorso, Giocondo Talamonti, ha registrato gli interventi qualificanti dell’Assessore all’Edilizia e Urbanistica, Marco Malatesta, del Dirigente del Comune di Terni, Aldo Tarquini,dell’ing. Meucci Mario e degli architetti Barsotti Paola e Napoli Antonio. Dopo l’illustrazione dell’intervento di restauro e risanamento conservativo sull’hotel Valentino, si è sviluppato un ricco dibattito sulle idee progettuali che hanno ispirato il concorso.

L’ing. Talamonti Giocondo ha specificato che il ricorso al “Concorso di Idee” offre, ai giovani laureati, l’opportunità di esprimersi su un’architettura pubblica capace di legare forma e tecnologia e, alla città, di riappropriarsi della cultura architettonica quando, esempi virtuosi del costruito, legano, in maniera armoniosa, il nuovo alle strutture esistenti.

Sono stati dichiarati vincitori del concorso di idee:
1^ Rosati Luca/ Tombesi Silvia;
2^ Andreoli Roberta;
3^ Boccacci Gianluca

Presidente della Commissione
Ing. Giocondo Talamonti



In attuazione a quanto sottoscritto nel Protocollo d’intesa del 10 ottobre 2009 dalle Istituzioni locali, l’Icsim e il I.I.S. Tecnico Professionale “Allievi-Pertini, circa la valorizzazione del patrimonio tecnologico-industriale ternano, ieri mattina, 30 ottobre, presso la sede scolastica di via C. Battisti 131, si è tenuto un incontro per verificare la possibilità di localizzare il costituendo museo di archeologia industriale presso l’ampia struttura riservata alle officine ed ai reparti di lavorazione della scuola.

Primi esemplari importanti: la fonderia dell’Itis , pezzi storici delle industrie locali e delle Ferrovie dello Stato (un vagone sarà posizionato nel cortile della scuola) e l’archivio “Bosco” che sarà oggetto di una mostra permanente.

Si è ipotizzato un percorso fruibile da tutti visitatori della storia industriale della città.Si è prospettata, poi, un’idea che prevede, all’ingresso del percorso, la collocazione della meridiana, antico strumento di misurazione del tempo basato sul rilevamento della posizione del Sole, testimone di tante altre dotazioni conservate dalla scuola.

L’Assessore alla Scuola Avv. Stefania Cherubini ha assicurato il suo interessamento per portare a compimento tale progetto.

Presenti all’incontro:
V.Presidente della Provincia
Assessore alla Scuola della Provincia, Stefania Cherubini
Assessore alla Scuola del Comune di Terni, Simone Guerra
Assessore Regionale, Giuseppe Mascio
Presidente della Camera di Commercio, Enrico Cipiccia
Direttore della Confindustria, Mauro Meucci
Amministratore Delegato della Sdf della TK-AST , Ing. Massimo Calderini
Direttore Risorse Umane e Relazioni Esterne Thyssenkrupp Acciai Speciali Terni, Ulf Koller
Presidente dell’ICSIM, On. Franco Giustinelli
Dirigente dell’Icsim, Alberto Pileri
Commissario Straordinario dell’IIS Tecnico Professionale “Allievi-Pertini”, Giulio Viscione
Direttore Amministrativo ATC, Proietti Mauro
Direttore Tecnico ATC, Crocelli Sergio
Dirigente dell’ I.I.S tecnico professionale Allievi- Pertini, Giocondo Talamonti.

L’impegno di tutti è stato quello di lavorare per concretizzare le possibilità di creazione del museo archeologico e della mostra permanente.

“Guardare al futuro ripensando alla storia della città, che da borgo è diventata una città industriale, alla sua cultura, alla scuola tecnico professionale che ha forgiato i nostri cittadini. La memoria costituisce un patrimonio che non deve essere mai cancellata se si vuole affrontare il nuovo con determinazione e coraggio” Giocondo Talamonti.


Bullismo, Summit in prefettura
Forze dell’ordine e dirigenti scolastici al lavoro sul fenomeno
Fonte: Corriere dell’Umbria - Articolo di Massimo Colonna

Terni – Un vertice tra rappresentanti delle forze dell’ordine e dirigenti scolastici delle scuole superiori. Obiettivo: fare il punto della situazione sul fenomeno di bullismo nelle scuole della provincia ternana. Il summit si è svolto nei giorni scorsi proprio nelle sale del Palazzo del Governo, dove il padrone di casa, il prefetto Augusto Salustri ha voluto aprire un tavolo di discussione proprio con una delle parti più chiamate in causa sul fenomeno vandalistico giovanile. Da una parte quindi la prefettura in rappresentanza dell’intero corpo delle forze dell’ordine in città – presente anche il comandante provinciale dei carabinieri, il tenente Rocco Amoruso. Dall’altra i direttori scolastici del Ternano, i quali hanno parlato delle proprie esperienze dirette. Sul tavolo uno dei temi più scottanti d i questi ultimi anni, quello cioè della violenza giovanile tra le mura scolastiche. Anche nelle scuole cittadine – o in ambienti immediatamente ricollegabili ad esse – di tanto in tanto si verificano episodi di bullismo o di violenza adolescenziale.

Ultimi, i più clamorosi, l’episodio della scuola di Campomaggiore, letteralmente devastata da bande giovanili entrate nell’edificio di notte. Oppure l’analogo caso che ha colpito la scuola materna di via Fratelli Rosselli, con una baby gang composta da ragazzini di diversa etnia entrata in azione.

Al di là dei singoli episodi sono due in particolare le indicazioni emerse dal summit.

La prima, la piena e completa disponibilità che le parti anno offerto per cercare di risolvere il problema.

La seconda, la denunciata mancanza di fondi a disposizione delle scuole. A toccare questo tasto è il dirigente scolastico dell’istituto Casagrande Giuseppe Metastasio. “Il problema principale – spiega – è la mancanza di fondi. È inutile che si parli tanto di come poter affrontare un determinato fattore e poi nessuno ha le capacità strumentali per poter tentare di lavorare in questo senso. Credo che mancanza di risorse sia la più grande mancanza a cui bisogna lavorare, se si vuole davvero mettere un freno al fenomeno del bullismo, che io comunque non vedo in forme così gravi nelle nostre scuole. Non credo che si possa parlare di vero e proprio bullismo, o vandalismo che dir si voglia, ma più che altro di disagio giovanile. Moltissimi ragazzi vivono situazioni problematiche, spesso tra le mura domestiche. E questi aspetti si riversano proprio a scuola, quando vengono a contatto con gli altri. Ecco quindi come si creano situazioni di conflitto”.

“Summit come questi – attacca Giocondo Talamonti – dirigente scolastico dell’Ipsia – sono molto importanti perché aiutano entrambe le parti ad avere una concezione più completa della situazione attuale. È anche importante che tutti, come dimostrato dal summit, viaggino nella stessa direzione di crescita e sviluppo. Per quanto riguarda la nostra scuola, non vedo particolari casi di disagio e di vandalismo giovanile. Pur essendo una scuola con un numero altissimo di studenti, anche stranieri, i nostri docenti stanno portando avanti un percorso molto attento da questo punto di vista.”



Avendo constatato che nel bando regionale aperto per l’attività di apprendistato è stato inserito un vincolo che esclude di fatto la partecipazione di entità diverse (come ad esempio la scuola) dai soggetti datoriali e sociali;


tenuto conto che si richiede la pre-esistenza di due protocolli firmati (a livello regionale) con quest’ultimi che, strutturati con proprie agenzie formative, non hanno nessun interesse a sottoscriverli,


preso atto che rimangono esclusi anche quelli che hanno esperienza nel campo dell’ apprendistato e della formazione;


si chiede al Sindaco e agli Assessori competenti:


quali iniziative intendono intraprendere per rimuovere tale ostacolo in considerazione che il bando regionale sull’apprendistato:


o non è compatibile con lo spirito del libero confronto fra i soggetti accreditati a fornire formazione;


o è articolato su condizioni ostative come ad esempio il presupposto che nei protocolli regionali sia inserito il vocabolo “apprendistato” distinguendolo da quello più ampio di “formazione” comprendente anche l’attività di tirocinio, di pratica etc.



Presidente del Gruppo RC/CI

Giocondo Talamonti

Luzio Luzzi

Mauro Nannini

Continuano le celebrazioni del centenario dalla fondazione dell’Istituto Pertini, iniziate il 3 aprile e riprese il 10 ottobre con la possibilità di visionare la mostra allestita all’interno dei locali comprendente documenti, registri, attrezzature dell’epoca, disegni tecnici e “capolavori” dei primi studenti della “vecchia” Scuola di Arti e Mestieri, nonché quaderni diari, appunti dei ragazzi del 1909, tesserini per studenti che consentivano l’ingresso all’interno dell’allora Soc. Terni per approfondire le tematiche affrontate sui banchi di scuola. La mostra rimarrà aperta al pubblico per tutto il mese di ottobre e di novembre.

I Cento anni della vecchia scuola professionale rappresentano un riferimento irrinunciabile per l’intera cittadinanza di Terni. Essa è stata la fucina formativa per schiere interminabili di studenti, divenuti operai, tecnici, professionisti, specialisti della metallurgia, dell’elettricità e attualmente delle nuove tecnologie.

L’Istituto Pertini costituisce un patrimonio culturale e professionale della città, integrato nella società operaia ternana, che non si può e non si deve disperdere a vantaggio di pretese nuove concezioni del sistema formativo locale.

“Con il materiale storico a disposizione-si avvierà immediatamente il processo di costruzione di testimonianze che saranno riportate su una pubblicazione.”


Il Dirigente Scolastico
Ing. Giocondo Talamonti
Marchio Toyota Technical Education Program

Il Centro Toyota di Terni, funzionante nel plesso di viale Brin, n. 32 dell’IIS Tecnico e Professionale, è stato prescelto anche quest’anno come sede della gara nazionale durante la quale si confronteranno le abilità professionali dei giovani di tutti i centri Toyota. L’evento costituirà anche l’occasione per scambiare, fra i 19 Istituti costituenti la rete T-Tep (Toyota Technical Education Program) le esperienze maturate sotto il profilo tecnico e didattico.

Il Dirigente Scolastico, Ing. Giocondo Talamonti, ha appreso la notizia nel corso della riunione nazionale dei Dirigenti dei centri T-Tep, convocata, il 16 ottobre u.s a Roma, per verificare lo stato del programma T-Tep e per tracciare le linee guida del suo sviluppo. I punti qualificanti dell’offerta formativa 2009, faranno leva sulla formazione dei docenti, sull’aggiornamento sulle nuove tecnologie, la gestione dei rifiuti comuni e pericolosi, le normative ambientali e il risparmio energetico. Particolare interesse è stato riservato al Portfolio delle competenze operative T-Tep che gli studenti potranno ottenere a seguito di procedure di uniformità e certificazione dei programmi operativi. La certificazione rilasciata al termine del corso di studi sarà spendibile sul mercato del Lavoro.

La conferma dell’Istituto Pertini come sede dello Skill-contest nazionale è frutto del consenso di tutti i Centri e della soddisfazione della Toyota Motor Italia per l’ottima organizzazione delle gare precedenti. La gara nazionale si svolgerà nella seconda metà di aprile 2010.



“Non posso che esprimere grande soddisfazione perché la scelta di riconfermare Terni quale sede dello Skill-contest nazionale premia l’organizzazione, la squadra e la qualità dei servizi offerti dalla scuola, ma quello che più conta è il consenso di tutti i Centri T-TEP((Toyota Technical Education Program) nella scelta della scuola di Via B. Brin. Un grazie sincero alla Toyota per l’attenzione che pone nei confronti della scuola.”


Il Dirigente Scolastico

Ing. Giocondo Talamonti

Opera pittorica di Antonino Zenoni



Il 4 Novembre 2009 si ritrovano a cena Quelli di Via Romagna ’93


CONSIGLI PER CHI PARTECIPA:

1) Vestiti come ti pare
2) Portati chi ti pare
3) È festa….DIVERTIAMOCI!!!!


“Ritrovarsi con i giovani che nel 48’ entrarono a far parte della comunità di Via Romagna n.93, rappresenta un momento importante per rinnovare i vincoli di amicizia ,di rispetto e i valori che allora ci legavano. Lo spirito che animava le nostre famiglie sia un modello per tutti coloro che nell’odierna società trovano difficoltà a rapportarsi con gli altri.”


Terni, 4.11.2009

Giocondo Talamonti




LU CASEGGIATU DE VIA ROMAGNA



Stasera ci sta
n’avvenimentu
assai spiciale
n’a cena conviviale
de tutti quilli
che in Via Romagna
ppe tant’anni
co simpricità e armunia
se so fatti cumpagnia.

In quillu caseggiatu
tante famijie allora
llu sognu de n’a casa
honno realizzato
lli mejo anni
de lla vita
c’honno passatu.

De quilli abitanti
tanti stasera
mancano...
ma so qui presenti
assieme a tutti
quilli ricordi
bbelli o brutti
de un tempu
ormai luntano
che ‘gnuno
simpaticamente
stasera rivive
co lla mente.

Lli fiji de allora
de giochi
ce n’eano pochi
e quilli bardascitti
se divertivano
nun sempre
in bon accordu
co simpricità alligria
e tanta tanta fantacia
su llu pratu
attornu a quillu
caseggiatu...

Ormai lli tuttu
è cambiatu
llu pratu
do tantu
honno giocatu
nu ci sta ppiù...
Inturnu so crisciuti
plazzi e negozi
d’ogni qualità
e quaci g’niciunu
da allora abita
ppiù llà.

Ma quanno passano
su ppe quella via
guardano co nostargia
llu caseggiatu
se dicono
llì era casa mia!!...

Pasquina Dominici Talamonti
Fonte Foto: http://images-srv.leonardo.it/progettiweb/stefanocarina/blog/lippi2_400.jpg

“L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”, recita l’articolo 1 della Costituzione. Quindi, dire ad altri: “a lavorare, andate a lavorare…”, non viola alcuna legge di buona creanza, anzi, è perfettamente costituzionale. Tuttavia, occorre fare delle distinzioni: analizzare bene a chi è diretta la frase e chi è che la pronuncia.
Se si tratta di un coro che parte dagli spalti di uno stadio di calcio, all’indirizzo di giocatori svogliati, può essere un invito a provare quanto sia duro il lavoro in fabbrica per portare a casa un millesimo dello stipendio che, di solito, i calciatori prendono per giocare, nonché uno sprone ad avere più rispetto per i soldi del biglietto tirati fuori da chi assiste alle loro mediocrità.


Se, al contrario, a pronunciare la stessa frase è un allenatore, rivolto al pubblico allora l’esortazione diventa offesa; offesa a chi sulle gradinate il lavoro ce l’ha, ma teme di perderlo, al precario che lo vede a sprazzi, all’ostinato che lo cerca senza trovarlo, al giovane che studia con tante paure per il suo futuro. Ma tant’è; ognuno ragiona con la pancia che ha.


In Africa, presso i bantù, chi nasce con difetti fisici viene additato come portatore di disgrazie sull’intero villaggio: se piove troppo è colpa sua, se piove poco si deve a lui, se manca il cibo se ne deve far carico subendo una serie di violenze verbali, disprezzo, riprovazione e isolamento dal gruppo. Però, a ben guardare, il poverino, che s’immola senza fiatare, svolge l’importante funzione sociale di scaricare le tensioni della comunità. E lo fa per di più gratis.


Nella civiltà occidentale, ma per essere più esatti in quella italica, la poco invidiabile funzione di parafulmine è tradizionalmente svolta da arbitri e allenatori di calcio, i quali nascono anch’essi con evidenti vizi genetici.


Si dice che i primi siano partoriti già con le corna, sgambettino in modo compulsivo e che siano amorevolmente allevati a decidere in fretta ogni cosa, senza guardar troppo se in maniera esatta o sbagliata; i secondi, pure segnati da un destino ineluttabile, vengono alla luce già provvisti di collanina da cui pendono corni rossi, gobbetti, zampette di lepre, numeri scaramantici, acquasantiere in miniatura, calzini spagliati, ecc.


Da quel momento, vengono addestrati alla sopportazione, alla precarietà professionale, all’attacco mediatico di opinionisti, giornalisti e giornalai.


La differenza fra i bantù africani e i predestinati nostrani è che, a parità di insulti, quelli di casa nostra prendono milioni di euro.

E in virtù di questa magnanima elargizione, la nostra cosiddetta civiltà pretende che i beneficiati del calcio accettino le critiche di chi paga e non si mostrino arroganti, presuntuosi o stizzosi. Anche perché, per quanto un allenatore si dia da fare nel distribuire verità e assiomi, moduli e schieramenti, tattiche e strategie, la scienza che sottende alla pratica calcistica non è affatto matematica, anzi consente ad ogni cretino di dire la sua senza rischio di essere smentito da un riscontro obbiettivo.


E’ il bello del calcio e la ragione del suo successo planetario. E’ un po’ come una certa pelle che si adatta elasticamente ai cambiamenti di volume e alle sollecitazioni.



Si vocifera che per vincere occorre preparare un terreno simile a quello che precedette gli ultimi mondiali vittoriosi dell’Italia, affrontati sull’onda dello screditamento internazionale per “calciopoli”.Se fosse veramente così, aspettiamo. Ma se l’impresa non dovesse accadere, qualcuno dovrebbe chiedere ospitalità in un villaggio bantù.


Ing. Giocondo Talamonti

Premesso che :

· le prospettive di una ripresa occupazionale non lasciano tranquilla la città ;


· il mercato autunnale del lavoro è essenzialmente debole e le ipotesi di ripresa sostenute a livello nazionale, regionale e locale sono fuorvianti, dal momento che trattasi di dati solo apparentemente in recupero perchè rapportati ad una fase di riferimento negativa;


· non tranquillizzano le dichiarazioni del presidente di Confindustria di Perugia, che parla di fine della crisi, utilizzando lo stesso metodo del governo, prima negandone l’esistenza, poi dichiarandone il superamento con teorie propagandistiche.


· la crisi grava, fino ad ora, quasi esclusivamente sulle spalle dei lavoratori e, fra essi, i precari sono coloro che ne subiscono il danno maggiore.


· Gli strumenti di ammortizzazione sociale hanno inciso solo in parte nella riduzione degli effetti tragici del sistema occupazionale senza considerare chi già si trovava a lavorare senza alcuna sicurezza di continuità;


Considerato che :

· l’effetto del contenimento del mercato, si è riversato, in particolare, su alcuni settori produttivi come il chimico, la meccanica, ma anche il commercio e l’artigianato ;


· non si può restare con le mani in mano ad aspettare che la crisi passi perché troppe sarebbero le vittime;



· occorre ripensare il lavoro nelle sue componenti economiche e sociali, organizzative e programmatiche. In una parola, al lavoro come ‘sistema ’ per assicurare non solo la continuità agli occupati, ma garantire l’apporto qualificato agli imprenditori e il sostegno all’intera economia territoriale.


Ritenuto indispensabile partire dai seguenti elementi di fatto che danno un quadro della reale situazione in cui l’economia si dibatte:

a . solo il 4.4% dei laureati viene assorbito dal mondo del lavoro nell’industria e nel terziario.



b . la filiera ‘ scuola-università-ricerca-impresa ’ ha interruzioni paurose che non ci si è preoccupati di riparare. E’ un po’ un acquedotto con migliaia di perdite e con l’effetto di far costare troppo il prodotto trasportato. In tale filiera l’ innovazione non riesce a trovare posto, la distanza fra una postazione e l’altra è enormemente maggiore di quanto sarebbe lecito attendersi. Quando questo assumerà un peso insostenibile ci si accorgerà dell’errore del mancato intervento.



c. il mercato nato dalla globalizzazione ha totalmente bocciato percorsi produttivi fra aziende di settore che non sappiano dialogare e programmare fra loro la trafila realizzativa . Ciò significa che nella produzione di un oggetto frutto del supporto di più industrie di componentistica, tutte le aziende coinvolte rischiano di soffrire l’eventuale crisi di una di esse, con grave, consequenziale danno occupazionale.

E’ auspicabile perciò che le imprese si organizzino in rete , che abbiano coscienza e conoscenza innovativa, che scambino informazioni tese al miglioramento, che sviluppino la ricerca, che si affidino ai centri universitari vicini per il supporto tecnologico, che ricorrano più spesso alla collaborazione di laureati , che tengano costante attenzione alle variazioni di mercato e dispongano di personale in grado di valutare gli effetti dei cambiamenti in atto. L’alternativa è la precarietà non solo occupazionale che assilla i nostri giovani, ma di idee e di progetti a lungo termine da parte degli imprenditori, con effetti tragici sugli investimenti o sulle capacità di adattamento delle aziende a nuove esigenze di mercato .

A questo proposito, uno degli aspetti che si legano al dramma della perdita di lavoro è la necessità di riconversione delle conoscenze dell’ex-dipendente, o semplicemente l’aggiornamento o l’ampliamento dei saperi professionali, affidato a strutture extra-scolastiche, meno inclini per necessità e vocazione a dotare il disoccupato delle nuove armi conoscitive di cui necessita per accedere a nuove occupazioni. In tale contesto si assiste, fra l’altro, all’asfissia dei Centri Territoriali , poco onerosi e più qualificati a vantaggio di decine e decine di agenzie formative private, senza trascorsi e senza bagagli culturali. Il mercato del lavoro penalizza , oggi, i giovani, non riconoscendo loro la stabilità, obbligandoli al cambiamento continuo dell’occupazione, finendo così per non approfondire le opportune conoscenze in un unico settore. Peggio ancora è il lavoro femminile a soffrirne, tutelato solo parzialmente dalle leggi sulla maternità e dagli abusi delle norme a protezione della donna in ambito famigliare. L’obiettivo comune è quello di mettere il lavoratore al centro dell’universo-lavoro e concepirlo non come un beneficiato del sistema economico, ma come suo artefice. La visione di armonizzare le risorse disponibili e rivolgerle a soddisfacimento dei bisogni del lavoratore deve essere alla base di scelte e programmi politico-istituzionali. Fin quando “occupare” qualcuno costituirà un problema, fin quando assicurargli la continuità del lavoro sarà considerata un’impresa immane, fin quando si dovrà ricorrere a scorciatoie per vedere esercitato un diritto, significa che molto resta ancora da fare non solo al politico e all’educatore, ma al cittadino comune che vede calpestata la dignità che gli spetta.

Viste le misure anticrisi, il pacchetto competitività, il programma annuale della legge per le politiche industriali, provvedimenti che agiscono su più fronti, da quello di carattere prettamente sociale a quello strutturale ed anticongiunturale.


Visti i dati di Excelsior 2009 rilevabili dall’allegata ricerca finalizzata a rilevare la previsione del fabbisogno occupazionale della domanda di lavoro.




Si impegna il Consiglio Comunale e il Sindaco a:



dare seguito a iniziative tese a sostenere le famiglie che non arrivano alla fine del mese ;
mettere in atto strategie per dare la possibilità di riconvertire le proprie conoscenze e abilità attraverso ammortizzatori formativi qualel’Educazione Permanente degli adulti presso i Centri Territoriali (su questa linea si stanno muovendo gli assessorati di varie città italiane fra cui il Comune di Roma);

prevenire gli effetti della crisi attivando gli strumenti della conoscenza, del perfezionamento e dell’ampliamento dei saperi, quale strategie per offrire alla cittadinanza in disagio socio-economico un’adeguata misura di contrasto ;

favorire il sistema fra le imprese mettendo insieme le risorse per la ricerca di marketing, di innovazione tecnologica e di impiego di personale sempre più qualificato, superando gli effetti negativi di una filiera; puntare su un sistema che esprima solidità e alto contenuto qualitativo delle imprese e disponga di professionalità, competenze, conoscenze e valori; cercando la forza di cogliere nelle sfide del mercato globale le opportunità per esportare i prodotti locali, insieme alla creatività e capacità di intraprendere soluzioni innovative con il supporto di opportune scelte politiche;

valorizzare il lavoro femminile sempre più compromesso nei diritti e nella qualità del servizio prestato, così come il lavoro giovanile con l’attivazione di percorsi in cui si valorizzi il lavoro d’impresa e l’avvio al lavoro autonomo dei giovani in cooperazione;

valorizzare le professionalità dei giovani attraverso concorsi di idee per progetti tesi a migliorare le condizioni sociali ed economiche del territorio, riservando, nei progetti in assegnazione dall’Amministrazione, spazi ai giovani laureati.

costruire una sana e duratura ripresa del sistema economico, con il sostegno al credito, strada da perseguire con maggiore determinazione, anche tramite convenzioni tra Comune, associazioni datoriali e banche;

stabilire per i lavori appaltati dalle pubbliche amministrazioni alle piccole imprese un tempo massimo di pagamento .



Dati di Excelsior 2009


Nel 2009 le assunzioni programmate dalle imprese della provincia nei settori dell’industria, delle costruzioni e dei servizi, sono complessivamente 2.090 mentre il numero delle uscite previste dal mercato del lavoro è di 2.630. Il saldo occupazionale che ne consegue pari a -540 unità, risulta ancor più negativo se confrontato con quello degli ultimi tre anni in cui lo stesso valore era di + 350 unità nel 2008, +170 unità del 2007 e +450 unità del 2006.

Un’impresa su cinque della provincia di Terni dichiara che nel 2009 prevede di effettuare almeno un’assunzione di personale mentre nel 2008 un’impresa su quattro prevedeva di effettuare almeno un’assunzione nel corso dell’anno. In valore assoluto, le imprese maggiormente orientate ad assumere nuovi dipendenti sono quelle che operano nei settori dei servizi (1.460) e dell’industria (640). All’interno di questi due macro settori, i comparti che mostrano maggiore vivacità sono il commercio e i trasporti in cui si prevedono 460 nuove assunzioni, le costruzioni con 320 assunzioni e gli alberghi, ristoranti e servizi turistici con 300 assunzioni previste nel coso dell’anno.Per quanto riguarda il saldo occupazionale (entrate-uscite) l’unico settore con valori positivi (+40) è quello degli altri servizi alle persone e alle imprese per il quale sono previste 240 entrate a fronte di 200 uscite. In terreno negativo tutti gli altri settori con particolare riferimento a: all’industria dei metalli, chimica e altre industrie (-250 unità), l’industria del tessile- abbigliamento (-130 unità). Relativamente alla classe dimensionale, quella con un numero di addetti da 1 a 9 è l’unica in cui si prevede un incremento percentuale dell’occupazione con un +0,2%. Nella classe 10-49 addetti è previsto un decremento dell’1,7%, mentre in quella con 50 dipendenti e oltre lo sesso valore è di -2,4%.


Le caratteristiche peculiari della struttura occupazionale del sistema produttivo locale, dove molte delle professionalità richieste sono fondate sulle competenze operative, si riflette sui titoli di studio richiesti.Fatte queste premesse, c’è speranza per chi cerca lavoro in provincia? Qual è il curriculum più richiesto, se c’è richiesta? “In questo momento le aziende sono in “surplace”. Sono caute nei loro movimenti. Se devono prendere nuovi lavoratori, si guardano intorno ricorrendo in maniera crescente ai contratti part-time e a persone con meno di trent’anni (questo dato è cresciuto del7% rispetto al 2008 superando ampiamente la media nazionale ). Ma si rivolgono anche a gente già esperta: in un momento in cui sono sotto pressione, sono alla ricerca anche di personale “già pronto” nel caso in cui il mercato riparta. Meno operai generici e più personale specializzato, meno immigrati e più italiani. E si alza il livello di scolarizzazione. Alle difficoltà economiche degli ultimi mesi, gli imprenditori della nostra provincia dichiarano di voler reagire investendo ancora una volta sulle risorse umane. Dai dati forniti dalle nostre imprese, infatti, emerge anche un elemento di grande interesse: è in crescita il livello di formazione scolastica occorrente ai nuovi assunti. Quest’anno un titolo di studio di livello universitario è necessario nel 7,3% dei casi (nel 2008 la percentuale era del 6,4%) e il diploma nel 41,7% delle nuove assunzioni (35,2% lo scorso anno). In aumento anche le richieste per i livelli di istruzione professionale sia statale che regionale (del 17,4% nel 2009, del 13,9% nel 2008)”.


La percentuale di personale laureato richiesto per le nuove assunzioni continua a crescere: nel 2008 era del 6,4%, nel 2007 del 4,5%. Tuttavia il dato risulta inferiore alla media regionale (8,4%) e nazionale 11,9%. Continua ad essere piuttosto consistente, anche se in calo, la quota di assunzioni dei lavoratori immigrati sul totale dei nuovi posti di lavoro non stagionali, ma la percentuale del 2009 pari al 16,7% risulta significativamente diminuita rispetto ai valori degli ultimi anni: 25,2% nel 2008 e 31,0% nel 2007.


Il 25,8% delle assunzioni non stagionali programmate dalle aziende sono considerate di difficile reperimento. Lo stesso dato a livello nazionale è piuttosto inferiore e pari al 20,5%.



Terni, 12 ottobre 2009



Il Capo-Gruppo RC/CI

Giocondo Talamonti

Firmata da
Luzio Luzzi
Mauro Nannini
Il Capo-Gruppo IDV
Campili Claudio

“E’ stato firmato il 10 ottobre 2009 il Protocollo di Intesa tra Società delle Fucine (Controllata TK AST), ICSIM, e Istituto Itis Allievi – Ipsia Pertini per favorire l’accesso dei giovani nel mondo del lavoro. L’intesa guarda al futuro con nuove regole che guardano la mondo del lavoro, rendendo i titoli di studio rilasciati spendibili in maniera concreta e veloce. Verranno organizzati in estate, all’interno di SDF, stage retribuiti, con tanto di contratto a termine, per gli studenti del quarto e quinto anno. Il senso del protocollo è quello di collegare scuola e lavoro e rafforzare negli studenti le motivazioni del proprio percorso scolastico. L’azienda dal canto suo potrà selezionare gli studenti in vista di una futura assunzione.I docenti potranno essere così costantemente informati sulle tecniche e sulle metodologie del lavoro industriale, collegate ai saperi disciplinari del proprio ambito di insegnamento. Si dovrebbe quindi colmare il divario che si crea tra scuola e mondo del lavoro.”





Traguardo storico per l’IPSIA “Sandro Pertini” di Terni che il 10 Ottobre festeggerà i suoi primi cento anni di vita. Per l’occasione il Dirigente Scolastico Giocondo Talamonti ha voluto fare le cose in grande organizzando una giornata ricca di eventi, con ospiti importanti.



“L’istruzione professionale ha svolto negli anni una meritoria funzione sociale, di accoglienza e di attrazione verso la formazione dei giovani attraverso la pratica laboratoriale, gli stage, l’alternanza scuola-lavoro, i tirocini.

Essa è orientata verso il futuro perché pone al centro la preparazione dell’individuo in qualsiasi contesto che dialoga con le esigenze del territorio.

Per qualificare da un punto di vista professionale i nostri studenti e renderli competitivi sul mercato globale, occorre formarli in senso critico e in grado di saper leggere il cambiamento della società.”

La Figura di Virgilio Alterocca




La scuola professionale d’Arti e Mestieri è stata fondata nel 1909 (la prima pietra fu posta il 10 ottobre 1909) su iniziativa di Virgilio Alterocca, d’accordo con il Municipio e sostenuta finanziariamente dalle industrie locali e dalla Cassa di Risparmio di Terni.



A Virgilio Alterocca (Terni, 1853 – 1910) fu negata la soddisfazione di vedere la conclusione del primo anno scolastico e quello di sapere il felice esito che la scuola avrebbe fatto segnare negli anni a venire, nonché la Regificazione della “sua” scuola. Morì, un mese prima, di un mare incurabile nella sua casa di Arrone all’età di 57 anni. La malattia, lenta e inesorabile gli dette modo di prepararsi alla morte, avendo sempre nel cuore e nella mente la preoccupazione che la sua creatura crescesse con basi solide. Esattamente come farebbe ogni padre che sa di dover lasciare un figlio in fasce:

“…. Rigorosamente confido al vostro onore, che mi risparmierete la praticazione di ogni specie di onoranze, dimostrazioni e pompe. Se qualcuno volesse comunque onorare la mia memoria, faccia in qualunque tempo una qualunque offerta a quella scuola professionale cui avevo votato il resto della mia vita…”



A partire dalla seconda metà del XIX secolo la città di Terni ed il suo comprensorio hanno cominciato a veder mutare il proprio tessuto sociale, la propria urbanistica e le proprie risorse economiche a causa del nascente sviluppo legato direttamente o indirettamente alla così detta Rivoluzione Industriale.

In effetti sul territorio della conca ternana sono sorti nei decenni diversi nuclei industriali, artigianali o aziendali. Alcuni di essi ancora oggi rappresentano un punto di eccellenza nel panorama economico non solo cittadino, come ad esempio il polo siderurgico delle Acciaierie. In altri casi dopo alcuni anni o decenni si è vista tramontare la loro attività per diverse cause, lasciando dietro di se il ricordo, a volte evocato da nomi di vie o da esempi di archeologia industriale. Si pensi a questo proposito alla S.I.R.I., allo stabilimento elettrochimico di Papigno, allo iutificio Centurini, al lanificio Gruber, alla tipografia Alterocca e così via.

Ad ogni modo è evidente che un simile sviluppo industriale garantiva da un lato nuove possibilità di sviluppo socio-economico, ma dall’altro necessitava, e necessita a tutt’oggi, di personale qualificato, a tutti i livelli, in grado di poter permettere la massima capacità di produzione in termini sia quantitativi che qualitativi.



In questo complesso quadro di riferimento, come naturale conseguenza dello sviluppo industriale suddetto, nacquero a Terni istituti scolastici capaci di formare nuove generazioni, specificatamente indirizzate verso la realtà tecnico-industriale.



Esempio di eccellenza a tal riguardo è senza dubbio l’Istituto oggi denominato IPSIA (Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato) “Sandro Pertini”, che quest’anno raggiunge lo storico traguardo del centenario dalla sua fondazione.

L’edificio ove ha sede l’Istituto sorge in Viale Benedetto Brin e nacque come Scuola di Arte e Mestieri, o Professionale, appunto nel 1909. nel 1910 la scuola fu regificata ed in seguito assunse la denominazione di Regia Scuola Industriale di Terni.



A volere fortemente la nascita di questo Istituto fu un comitato cittadino composto da imprenditori, politici e professionisti della città. Esso era presieduto da Virgilio Alterocca e tra i membri vi erano Luigi Corradi, Luigi Lanzi, Raniero Pontecorvi, Salvatore Salvatori ed Amilcare Spadoni.
Proprio quest’ultimo componente dimostra come le acciaierie appoggiarono e sostenerono l’intera iniziativa. In effetti Spadoni al tempo era il Direttore delle acciaierie le quali, tra l’altro, ospitarono i primi corsi nei loro locali prima che le strutture scolastiche fossero completamente terminate. Oltretutto l’edificio fu realizzato proprio su un’area di seimila metri quadrati che era di proprietà delle Acciaierie stesse e che fu concessa gratuitamente.

Quando la scuola iniziò le sue attività, le finalità vennero così indicate: ”l’istruzione materiale e morale di minorenni, per modo da creare abili e onesti operai” .

Oltre alle Acciaierie, comunque, a promuovere l’iniziativa furono anche il Comune di Terni e numerose industrie locali, tra cui la Società Italiana per il Carburo di Calcio la quale concesse per diversi anni sussidi e aiuti economici per gli studenti e per le loro famiglie.



A riguardo dell’istituto si legge nel testo “L’Umbria – Manuali per il Territorio, Terni”; Vol II pag 626: ”…il 10 ottobre 1909 fu posta la prima pietra dell’edificio e circa due mesi dopo, il 15 dicembre , la scuola cominciò a svolgere la sua attività utilizzando le prime strutture realizzate (un padiglione), che furono completate verso la fine degl’anni Venti (di questa sistemazione l’edificio attuale conserva quasi inalterata la fisionomia). Il fabbricato, in base ad una descrizione del 1930, risultava articolato in un corpo principale (quello posto su viale Brin) strutturato su tre piani ed uno scantinato ed in due padiglioni adibiti ad officine. Sempre nello stesso periodo l’edificio ospitava una scuola secondaria di avviamento al lavoro industriale di durata triennale e una scuola di tirocinio industriale di secondo grado articolata in due sezioni (meccanici-elettricisti, quadriennale; falegnami-ebanisti, triennale). Nella scuola venivano inoltre svolti i corsi serali di arte edile, premilitare radiotelegrafisti, serale per Maestranza del dopo lavoro provinciale. Nell’anno scolastico 12929-1930 gli allievi erano complessivamente 338…”



Oggi Istituto conta complessivamente più di 500 iscritti ed è dedicato, dal 1995, ad uno dei Presidenti della Repubblica più amati e più attivi del nostro paese: Sandro Pertini. Al corpo originale è stato aggiunto nei decenni scorsi un ampliamento dotato di laboratori, sale riunioni, aule ed una palestra di grande pregio ottimamente mantenuta con pavimentazione in parquet, spesso utilizzata anche per allenamenti di basket (tra le palestre scolastiche è forse la migliore presente a Terni). L’ offerta didattica è strutturata in due blocchi: un triennio iniziale, dopo il quale gli studenti ricevono la qualifica professionale di Stato di “Operatore Tecnico”, ed un successivo biennio finale al superamento del quale si ottiene il Diploma di Maturità e la qualifica di stato di “Tecnico”. I corsi attualmente a disposizione sono: Moda, Meccanico (Meccanico e Sistemi Energetici) ed Elettrico-Elettronico. Il preside dell’ IPSIA, o per essere più rigorosi Dirigente Scolastico, è dal 1990 l’Ing. Giocondo Talamonti e fu proprio lui a volere il nuovo corso di Moda che in quell’anno iniziò.



Le attività dell’IPSA non si limitano alla sola didattica “canonica”. Gli studenti hanno infatti l’opportunità di eseguire stage in aziende, oltre che ore di pratica in officina e la struttura è attiva anche per le attività collaterali. Infatti l’istituto è un Centro Territoriale Permanente, ciò significa che svolge iniziative finalizzate alla formazione e istruzione degli adulti. Dal pomeriggio alla sera la sede di viale Brin diviene centro nevralgico per una infinità di corsi aperti a tutti a cifre estremamente modiche (solo tasse di iscrizione, spesso finanziabili con bonus formativi). Si spazia dall’Italiano per stranieri ad una grande quantità di lingue straniere, compreso l’Arabo. Sono inoltre attivi corsi di informatica, disegno, etc. Tutti questi corsi sono realizzati per diversi gradi di approfondimento e preparazione, generalmente tre: basso, medio e alto, il tutto sempre con rilascio finale di attestato. Spesso tali corsi sono realizzati anche per forze dell’ordine ed enti.



Altro aspetto fondamentale riguarda le attività fuori sede. L’IPSIA infatti cura la formazione culturale sia presso la “Comunità Incontro”, nelle sedi di Amelia e Laconi, che presso il carcere di terni. Nella “Comunità Incontro” si tengono corsi di moda, elettronica ed elettrotecnica ed economia e commercio; presso il carcere di Terni invece sono tenuti corsi di elettronica-elettrotecnica, italiano per stranieri e corsi di scuola media. Una realtà realtà radicata sul territorio quindi, che non manca tra l’altro di promuovere iniziative come convegni, pubblicazioni, tavole rotonde e così via. Molte ad esempio le pubblicazioni sul tema della sicurezza, particolarmente volute dal preside Talamonti. Tra le pubblicazioni più recenti si ricordano: “la cultura della sicurezza”, “la cultura della sicurezza in Umbria…il giorno dopo” e gli atti dei convegni 8due volumi) “cultura della legalità e sinergie per la sicurezza sui luoghi di lavoro” e 2sicurezza, qualità e competitività: Quale equilibrio?” organizzati con il contributo del Comune di Terni. Altro fiore all’occhiello dell’Istituto sono appunto i rapporti preferenziali con molte aziende di eccellenza, in me fra tutte la multinazionale Toyota.



L’IPSIA di Terni è uno dei principali centri di formazione Toyota in Italia con iniziative e rapporti determinanti, spesso tenuti direttamente con la dirigenza giapponese. È evidente come questi rapporti si traducano in opportunità di formazione e lavoro per i ragazzi, nonché in prestigio per la città e per la sua economia in genere. Il contatto diretto della scuola con la società è reso evidente anche da due intitolazioni che sono state effettuate. La sala riunioni del collegio dei docenti è stata intitolata nel 1993 a Sergio Secci, tragicamente scomparso nella strage di Bologna dell’agosto 1980, mentre la sala del consiglio d’Istituto è stata dedicata nel 2003 a Torquato Secci, padre di Sergio e primo presidente dell’Associazione vittime della Strage di Bologna.



Da sottolineare è poi la grande quantità di iniziative tese a consolidare i rapporti con attività professionali ed Ordini Professionali. Ad esempio il preside Talamonti ha gentilmente concesso al nostro Ordine degli Ingegneri l’uso della “sala Secci” per ospitare il corso di aggiornamento sul Testo Unico sulla Sicurezza (D. Lgs81/08) organizzato dall’Ordine stesso, donando ai partecipanti anche le pubblicazioni sulla sicurezza sopra citate.



Da non dimenticare infine è la convenzione, attiva da tempo con l’Ordine stesso, per la consultazione di Norme tecniche. In effetti l’IPSIA possiede la raccolta delle Norme Tecniche UNI che gli iscritti all’Ordine possono consultare gratuitamente previa prenotazione. Traguardo importante il centenario di questo Istituto di cui si è parlato durante la trasmissione “Ulisse” in onda sull’emittente nazionale Rai 3. In tale occasione si è sottolineata l’importante opera di formazione culturale operata dall’ IPSIA nel carcere di Terni.



Il centenario è stato anche oggetto di un convegno tenuto recentemente nella sala Secci cui hanno partecipato vari ospiti tra cui il ministro Giovanardi, il fondatore della Comunità Incontro Don Gelmini, la cantante Rita Forte, il professor Merluzzi e con la presenza anche del presidente dell’Ordine Franceschini.
Dopo la descrizione di tanti successi per la scuola e per la città intera nonché per i giovani, è interessante chiudere con una nota di colore. L’ IPSIA è attiva anche nel tessuto socio-folcloristico cittadino, basti pensare al riguardo che quello dei giovani studenti di viale Brin è uno dei gruppi maggiaioli più affezionati, fedeli e attivi ed ogni anno il loro carro sfila tra la folla la notte del 30 aprile.



Fonte: Rivista INGENIUM (Periodico di informazione dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Terni. Articolo di Simone Monotti

INTERVISTA AD INGENIUM



In occasione del centenario dell’Istituto di Stato per l’Industria e l’Artigianato (IPSIA) “Sandro Pertini” di Terni, la rivista INGENIUM (Periodico di Informazione dell’ordine degli Ingegneri della Provincia di Terni) ha incontrato il
Dirigente Scolastico dell’Istituto Dott. Ing. Giocondo Talamonti che ormai da 19 anni ne è alla guida. Ci accoglie gentilmente nella sala Secci.



Ingegnere, o forse in questo caso Sig. Preside, la centesima candelina sulla torta non è certo un risultato comune nel panorama scolastico, come vive questo anno di festeggiamenti?



“In effetti siamo orgogliosi di aver raggiunto questo risultato che dimostra la validità e l’importanza dell’Istituto per il territorio ternano e non solo. Prima di tutto voglio ricordare con grande stima la figura iniziatrice di questo processo e cioè Virgilio Alterocca”



Fu uno dei promotori della fondazione dell’istituto…



“Si certo ma non solo, fu lui l’anima dell’intera operazione, fu lui a volere fortemente la nascita di questa scuola e non a caso era il presidente del comitato cittadino che diede vita all’iniziativa di fondazione. Una figura determinante la sua, per l’intera città. La sua tipografia fu la prima a realizzare cartoline a colori, che erano vendute a tutta Italia. Bada bene però non erano stampate a colori: venivano colorate successivamente con un’opera certosina. La sua azienda diede lavoro e sostegno a molte famiglie. Purtroppo, nonostante pose la prima pietra del nostro Istituto, a causa di una grave malattia non riuscì a vedere ultimata l’opera.”



Avete in mente di celebrarne la figura in qualche modo?



“Esatto. Abbiamo intitolato l’Istituto ad uno dei Presidenti più cari nel cuore degli Italiani, Sandro Pertini appunto, e due sale riunioni a Sergio Secci e Torquato Secci. Il primo vittima della strage di Bologna del 1980 ed il secondo, che del primo fu padre, occupò il ruolo di primo presidente dell’Associazione Vittime della Strage di Bologna. Ora in occasione del centenario intitoleremo l’officina Toyota a Virgilio Alterocca e la data della cerimonia non sarà casuale: il 10 ottobre 2009, cento anni esatti dopo che Alterocca pose la prima pietra.”



Oltre ad Alterocca anche alcune aziende promossero le iniziative legate alla realizzazione di questa scuola, segnale di forte legame col territorio di queste ultime, che ne pensa?



“Non vi sono dubbi in tale senso. Il comitato promotore aveva al suo interno figure di spicco del panorama industriale locale. In particolare le Acciaierie donarono l’area su cui edificare ed ospitarono i primi corsi. C’è da dire che da sempre il polo siderurgico è presente nel tessuto sociale della città. In definitiva la motivazione è anche pratica. Molti operai venivano dalla vita dei campi abituati a giornate passate all’aria aperta. Passare di colpo a venire in una città, magari in un condominio, lavorando in una fabbrica, non era cambiamento da poco. Ecco allora che l’azienda si rese conto che per ragioni filantropiche ma anche di redditività degli operai doveva in qualche modo rendere agevole la loro vita extra lavorativa. Sono un esempio in tal senso i vari circoli dopo lavoro, la piscina, il centro canottieri di Piediluco, le varie iniziative ludico-culturali e così via. Anche l’edilizia fu influenzata da questo processo con la realizzazione di edifici adibiti all’alloggio degli operai.”



Passando al presente, come è la sua esperienza di Preside dell’ IPSIA e come è cambiato l’istituto negli ultimi anni?



“Sono diventato Dirigente Scolastico di questo Istituto nel 1990. al mio arrivo la popolazione scolastica era esclusivamente maschile. In effetti l’offerta didattica prevedeva attività difficilmente interessanti per le ragazze. Mi sono subito attivato per rimuovere questa situazione. Il nostro è un Istituto Professionale, finalizzato cioè all’inserimento nel mondo del lavoro. Per questo motivo occorreva aprirlo senza escludere le donne. Ritengo infatti che il binomio donna-lavoro sia cruciale nella nostra società ed in ogni paese civile.
Ho perciò istituito il corso Moda che ha immediatamente riscosso grande successo in termini di iscrizioni femminili e non solo.”



Beh, in effetti, è innegabile che per molti anni le ragazze sono state poco interessate a frequentare scuole professionali o industriali. Non vi è dubbio che l’istituzione del corso Moda abbia modificato questa realtà un tempo limitante. Oltre a ciò quali altri cambiamenti ha apportato, ovviamente oltre le intitolazioni di cui abbiamo già parlato?



“L’impostazione didattica è stata mutata, non stravolta ma concettualmente e praticamente adeguata alla società moderna. Prima i ragazzi venivano educati ad un preciso settore professionale, dal meccanico all’elettronico e così via. In tali contesti essi divenivano molto preparati ma restando però “chiusi mentalmente” sotto il profilo di una preparazione tecnico-culturale di più ampio respiro. Cosa accadrebbe nel caso in cui quel determinato settore non fosse più richiesto dal mondo del lavoro o comunque cadesse in crisi o magari subisse cambiamenti ed evoluzioni tecnologiche notevoli?”



Ci sarebbe il rischio di vedere in pericolo il proprio posto di lavoro, la propria professionalità….



“Proprio così. Per ovviare a tale problema ho impostato la didattica in modo diverso. Nel primo triennio ho diminuito le ore pratiche di laboratorio aumentando notevolmente l’insegnamento delle materie di base, sia umanistiche che tecniche. L’obiettivo è di creare figure professionali polivalenti in grado di sapersi muovere dinamicamente nel mondo del lavoro. Ovviamente poi nel biennio finale queste ore di pratica tornano prepotentemente ma non solo come esperienze di officina o laboratorio: quattro ore ogni settimana i ragazzi incontrano esperti provenienti da note aziende e spesso si eseguono stage e tirocini in fabbrica.”



Un forte legame scuola-lavoro quindi.



“Senza dubbio. A mio giudizio è fondamentale che vi sia un legame indissolubile tra scuola, università, ricerca scientifica e lavoro. Queste realtà troppo spesso esistono come compartimenti stagni separato dal resto. Bisogna rivalorizzare il ruolo della formazione di base che appunto rappresenta l’anello iniziale della catena. Allo stesso tempo è necessario che i vari settori interagiscono tra loro arricchendosi di esperienze reciproche. Noi qui cerchiamo in tutti i modi di rafforzare queste interazioni attraverso rapporti con aziende e con il mondo dell’università.”



Non a caso siete in contatto con una azienda leader come la Toyota.



“Questa collaborazione è per noi motivo di grande soddisfazione e credo che debba esserlo per l’intera città. Stiamo parlando di una grande multinazionale, e le possibilità di crescita per i nostri ragazzi e per la città sono notevoli. Ad oggi siamo uno dei principali centri di formazione Toyota.”



Altro tema molto sentito è la sicurezza sul lavoro. Molte sono state le iniziative in tal senso che avete promosso o direttamente organizzato…



“il tema della sicurezza è cruciale. I nostri ragazzi sono formati perché devono essere perfettamente consapevoli di come ci si approccia ad una macchina in fase operativa, in fase di manutenzione e di guasto. Devono sapere come ci si muove e come si vive in un ambiente ricco di potenziali rischi come è l’officina, la fabbrica, il cantiere.

La sicurezza deve nascere dai banchi di scuola, serve una cultura della sicurezza. Noi qui ci impegnamo tanto in tal senso. Certo organizziamo iniziative, convegni, facciamo pubblicazioni sul tema, ma tutto deve partire dai concetti di base: il rispetto per una cartellonistica di emergenza, la capacità di leggere un piano di evacuazione, il sapere quali atteggiamenti assumere in caso di pericolo e di emergenza. Io chiedo sempre ai docenti di questo istituto se sono a posto con la propria coscienza , se prima di addormentarsi sono tranquilli perché hanno fatto tutto il possibile per la tutela della sicurezza dei loro ragazzi e per la loro educazione in tal senso.”



Una considerazione o meglio un proposito finale sul futuro?



“Sviluppare al massimo le potenzialità che può offrire il nostro Istituto per la città anche in virtù dei rapporti che esso intrattiene con le aziende. Spesso in questi anni mi sono adoperato in tal senso, ma non sempre ho trovato la disponibilità da alcuni settori aziendali, forse troppo chiusi nelle loro specifiche atività. È bene comprendere che da sinergie e collaborazioni possono derivare possibilità e crescita per tutti.”



La ringraziamo per il tempo dedicatoci e la salutiamo cordialmente.



Intervista a cura di Simone Monotti


Fonte Foto: http://www.terninrete.it/headlines_articoli/HL_PRD_156596/immagini/ast.jpg
Fonte: Corriere dell’umbria dell’ 08/10/2009
Articolo di Eleonora Stentella

L’istituto superiore tecnico-professionale “Allievi-Pertini”, reduce dal protocollo di intesa stipulato con la Confai agli inizi di settembre, è pronto ad intraprendere una nuova sfida che coinvolgerà la società delle Fucine della Tyssen Krupp e l’Istituto per la Cultura e la Storia d’Impresa “Franco Somigliano” (ICSIM) di Terni. Dopodomani, nel corso dell’incontro indetto presso la sede di viale Brin, sarà firmato un protocollo che consentirà ai discenti dell’istituto di effettuare tirocini di alternanza scuola-lavoro all’interno dell’azienda. L’iniziativa, inserita nel centenario dei festeggiamenti dell’IPSIA, è patrocinata dal Consiglio dei Ministri e dal Ministro dello Sviluppo Economico.

TERNI – Mettersi in rete per creare nuovi scenari occupazionali nel territorio. Questo l’obiettivo condiviso alla base del protocollo d’Intesa che, sabato, verrà firmato tra l’istituto di istruzione superiore tecnico industriale e professionale “Allievi-Pertini”, l’Icsim e la Società Fucine della TyssenKrupp. Diversi soggetti che, alla luce del nuovo piano formativo promosso dalla Regione dell’Umbria, hanno deciso di scendere in campo per offrire agli studenti dello storico plesso ternano una possibilità in più per formarsi e accedere alla professione.

“L’iniziativa – ha ricordato l’assessore Mascio nel corso di una conferenza indetta ieri mattina presso la sede di viale Brin – si concretizza intorno ad una delle poche aziende che lega passato e presente in un percorso proiettato verso il futuro. La società Fucine Srl, infatti, oltre a rappresentare un tassello importante nella storia ternana (la fabbrica esiste da 125 anni e oggi offre un posto di lavoro a 250 dipendenti) è anche una delle poche realtà imprenditoriali che chiude il bilancio in utile”.

Dato questo che opportunamente confrontato con il quadro generale delineato dalla crisi, ribadisce la fattività dell’accordo che parte dalla formazione per consentire una progressiva introduzione di giovani figure professionali nel mondo del lavoro.

“Alla base del protocollo – hanno commentato i rappresentanti dell’ICSIM, per altro interessati all’apertura di nuovi scenari di confronto con realtà imprenditoriali europee – vi sono due obiettivi di notevole spessore quali il rilancio dell’istruzione tecnico-professionale, strettamente rispondente alla vocazione del territorio, e la creazione di reti imprenditoriali capaci di assorbire le professionalità formative della scuola. Inoltre – hanno aggiunto i referenti – sempre grazie al’attuazione del protocollo pilota si potrà sperimentare una valida formula per arginare la crisi puntando sul coinvolgimento multidisciplinare, sull’innovazione e la valorizzazione delle eccellenze.

”Rispondendo ad una sana logica del merito, infatti, i firmatari dell’accordo hanno deciso di affiancare alla stipula del protocollo d’intesa anche un percorso parallelo di valorizzazione dei talenti.“Nel corso dell’incontro che si terrà sabato prossimo alle 9, presso la sede dell’IPSIA – ha spiegato il dirigente scolastico Giocondo Talamonti – verranno anche premiate, con la borsa di studio Sergio Secci, due ragazze che nel corso del quinquennio scolastico hanno raccolto i migliori risultati. Tale iniziativa, parallela alla stipula del protocollo , servirà ad aprire un dibattito sull’importanza della valorizzazione delle eccellenze all’interno delle realtà scolastiche e lavorative”
Fonte: http://terni.unipg.it/uploads/dati/documenti/images/Universita%20-%20studenti.jpg

2 ottobre 2009
Convegno organizzato dall’AGE Associazione dei genitori e dal Liceo Scientifico “Donatelli”

Nell’intervento effettuato, in qualità di relatore si sono affrontati, in sintesi, i macro fenomeni che si osservano nei comportamenti dei giovani quando si esaminano in rapporto all’istituzione scolastica con particolare riferimento alle problematiche che sorgono sotto il profilo educativo.

La prima e sicuramente la più grave riguarda la tendenza a sottovalutare l’impronta formativa che, insieme alla famiglia, la scuola si sforza di lasciare in chi la frequenta. Fra i moltissimi giovani convinti che l’elevazione culturale giova a progettare il loro futuro tanti , purtroppo, sono coloro che pensano di poterne fare a meno. Da qui il triste fenomeno della dispersione scolastica che registra ragioni di ordine intrinseco come la sfiducia verso l’organizzazione sociale, maturata in condizioni valoriali e culturali avverse, insieme ad altre di natura estrinseca attribuibili alle difficoltà che si generano nell’ambiente di vita o nel nucleo familiare; cito ad esempio la disoccupazione, i bassi redditi, la bassa qualificazione al lavoro, il clima affettivo ostile ecc.

Un disagio che compromette gravemente l’equilibrio psico-fisico dei giovani e che si riflette sulle relazioni interpersonali esponendoli al rischio educativo.

Quali le possibili soluzioni?
Innanzitutto l’ascolto, che è il mezzo più idoneo per venire a conoscenza dei problemi che li turbano a cui deve seguire l’instaurarsi di aperture di dialogo con cui ricreare speranze e aspettative verso il processo formativo in atto.
Un metodo sperimentato per consolidare i legami con la scuola, quando ci si accorge del rischio di abbandono, è l’introduzione di strategie basate sull’attività laboratoriale mediante la quale i ragazzi vengono chiamati ad affrontare e a confrontarsi nella realizzazione di compiti reali.La fase progettuale e costruttiva, frutto di un lavoro di squadra, ben congegnato e condiviso fra docenti, personale scolastico e famiglie, è la panacea più indicata per far riconquistare l’autostima ai ragazzi e per riportarli verso l’obiettivo di conquistare il proprio successo scolastico
Fonte http://media.panorama.it/media/foto/2008/10/22/48ff0ecbbfbc3_zoom.JPG

PREMESSO
che i provvedimenti e i tagli del Ministro Gelmini rappresentano un attacco grave ed inaccettabile al sistema pubblico dell’istruzione e all’occupazione;

che lo smantellamento del sistema pubblico dell’istruzione nazionale perseguito scientemente dal governo va a ledere uno dei principi fondamentali della nostra costituzione, favorendo i privati e il ritorno ad una scuola classica;

RILEVATO
che il ministro Gelmini è riuscito in piena estate a determinare il più grande licenziamento di massa nella storia del nostro Paese che in tre anni riguarderà 150.000 precari;

che in Umbria 571 insegnanti e 221 lavoratori amministrativi e tecnico ausiliari perderanno il posto di lavoro a causa dei tagli previsti dal governo, con pesantissime ricadute sul fronte della riduzione del numero di classi, sulla cancellazione di alcuni indirizzi di studio, sulle attività di integrazione dei bambini con handicap, sul tempo pieno fortemente ridimensionato, il tutto mentre nella nostra regione è previsto per l’anno 2009/2010 un incremento della popolazione scolastica di circa 2.000 unità;

CONSIDERATO
che i risultati concreti dei tagli voluti dal Ministro sono dunque i licenziamenti, la fine di un sistema nazionale di istruzione, la messa in discussione del diritto all’apprendimento di qualità per tutti;

RITENUTO
che le istituzioni locali debbano difendere l’occupazione, il sistema d’istruzione pubblico e i valori fondamentali della nostra carta costituzionale

SI IMPEGNA IL SNDACO

- a sollecitare la Regione dell’Umbria affinché questa questione diventi centrale nell’agenda politica del Presidente della Giunta Regionale.
- ad invertire presso il Governo e il Parlamento chiedendo la riconferma di tutti gli insegnanti precari che nel 2008 hanno avuto una cattedra assegnata in via temporale annuale e la stabilizzazione per decreto di tutti i precari del mondo della scuola.


I consiglieri RC/CI
Giocondo Talamonti
Luzio Luzzi
Mauro Nannini


In riferimento alla nota diffusa dall’Assessore regionale, Maria Prodi, si ritiene opportuno richiamare l’attenzione sulla complessità del neonato IIS tecnico professionale “Allievi-Pertini” ed, in particolare, sul plesso del tecnico “Allievi” al quale, lo scrivente, sta dedicando un periodo di conoscenza delle problematiche sia strutturali che organizzative prima di ricercare le soluzioni più idonee a dare certezze ad una scuola pubblica che si pone come obiettivi di sistema:


• il miglioramento continuo della qualità dell’offerta formativa;

• l’assicurare continuità ad un sistema formativo diffuso nel territorio in grado di rispondere alle vocazioni e alle scelte di sviluppo dello stesso;

• il collaborare nella progettazione di un serio programma di orientamento per indirizzare gli studenti verso la formazione di figure veramente utili agli obiettivi di crescita della comunità;

• il confrontarsi con le ripercussioni sociali che si determinano, in quelle strutture, tradizionalmente impegnate nelle offerte formative rivolte alle fasce di popolazione scolastica debole e in condizioni di difficoltà, generate da surplus numerici ( istituti di istruzione superiori con più di mille alunni) e della gravosità di sistemi organizzativi che si occupano anche di problematiche inerenti l’integrazione degli immigrati e dei reclusi.




Concretamente, per conoscere e affrontare la complessità, sta procedendo con:


1. ricognizioni dell’ampio plesso di Via Battisti per verificare i locali e gli spazi ove si svolgono le lezioni e di quelli poco utilizzati o quasi del tutto inutilizzati;

2. incontri con tutte le componenti scolastiche;

3. presa visione del complesso di regole comunemente seguite;

4. emanazioni di circolari per diffondere gli argomenti affrontati nelle varie riunioni comprese le disposizioni iniziali (peraltro soggette a variazione in base all’organizzazione complessiva), perché fossero chiare a tutti. Il personale è stato invitato a verificare le difficoltà che avrebbero incontrate nello svolgimento del proprio servizio dopo le indicazioni di quelle norme di comportamento dettate a tutti per i più opportuni riferimenti e per necessaria uniformità;

5. predisposizione di un calendario per incontrare i Dipartimenti e i singoli che hanno operato in settori strategici come la sicurezza e la qualità; tutto ciò per venire a conoscenza dei problemi che li riguardano e avere modo di inquadrarli nel contesto generale;

6. un ragguaglio informativo sui permessi della 104 ( cioè l’assistenza del famigliare portatore di handicap etc.) che coinvolge diversi soggetti del personale docente e non docente.

7. le indicazioni relative alle modalità d’uso dei laboratori, e alla manutenzione delle macchine in dotazione ai laboratori e alle officine (di concerto con l’ufficio tecnico);

8. la regolamentazione per l’ingresso di quelle figure, estranee all’amministrazione scolastica, incaricate di effettuare interventi di riparazione e manutenzione;

9. la predisposizione di tesserini di riconoscimento per tutto il personale che opera nella scuola.


E’ importante, inoltre, sottolineare che, nella gestione del nuovo IIS, si riflettono anche le situazioni pregresse che sconsigliavano la frettolosa (fretta non riconosciuta dalle regioni: Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Marche etc. che non hanno dato seguito a nessun accorpamento) decisione di unificare le autonomie, come:


il giudizio di complessità dell’Ipsia espresso dalla Direzione Scolastica regionale e dai sindacati regionali, (l’articolo del Giornale dell’Umbria del 24.08.2009 dal titolo “Ecco le scuole umbre più problematiche” riferisce che l’Ipsia occupa il primo posto della graduatoria delle complessità a livello regionale);


il fatto che la Regione Umbria ha deliberato di adottare il progetto di accorpamento presentato dalla Provincia di Terni, su cui si sono concentrate le reiterate manifestazioni di non condivisione delle Scuole interessate, favorevoli invece a modelli alternativi che non avrebbero scardinato il sistema formativo preesistente;


la decisione del Tar dell’Umbria di respingere il ricorso contro l’accorpamento che ha reso vane le speranze e le attese di coloro che nelle attività formative espletate dall’ITIS e dall’IPSIA vedevano la possibilità di sostenere la città nel processo di recupero e di potenziamento del tessuto sociale ed economico che la caratterizza;


il dimensionamento, ottenuto sostanzialmente sulla base della lettura del numero di alunni, non ha tenuto conto della complessità, non è stato omogeneo perché in Provincia di Perugia ben 18 Istituti sono sottodimensionati e irrazionale è stato quanto si è fatto (per esempio l’accorpamento papocchio della scuola di Amelia, la scuola media di Fornole + la scuola media di Amelia+ l’Istituto Tecnico Industriale di Amelia+ L’Ipsia località laconi Moda+ L’Ipsia località Molino Silla Indirizzo Commerciale+ indirizzo elettrico+ commerciale di Narni . (La FLC Cgil regionale lo ha definito un pessimo lavoro)




Ebbene in tale stato di cose l’approccio iniziale non può essere che quello della conoscenza delle situazioni che si sono venute a creare, degli ambienti e dei reparti dell’istituto congiuntosi all’Ipsia e di tutto ciò che lo riguarda sia di tipo strutturale che organizzativo. Nella consapevolezza che alla conclamata complessità dell’IPSIA si è aggiunta quella dell’ITIS, si è nella fase di ricercare l’ottimizzazione delle strutture, il miglior utilizzo del Personale e la razionalizzazione delle risorse.


Nel quadro sopra descritto, e in considerazione delle mutate dotazioni organiche sintetizzate nel prospetto che segue,


Organico di fatto 2008/’09 IPSIA

Assistenti Amministrativi 5
Collaboratori Scolastici 11
Assistenti Tecnici 12
DSGA 1
Dirigente Scolastico 1



Organico di fatto 2008/’09 ITIS
Assistenti Amministrativi 7
Collaboratori Scolastici 14
Assistenti Tecnici 13
DSGA 1
Dirigente Scolastico 1


Totale IPSIA-ITIS a.s.2008/’09 Organico di fatto

Assistenti Amministrativi 12
Collaboratori Scolastici 25
Assistenti Tecnici 25
DSGA 2
Dirigente Scolastico 2


IPSIA-ITIS a.s.2009/’10 Organico di diritto

Assistenti Amministrativi 10
Collaboratori Scolastici 18
Assistenti Tecnici 24
DSGA 1
Dirigente Scolastico 1


Differenza

Assistenti Amministrativi -2
Collaboratori Scolastici -7
Assistenti Tecnici -1
DSGA -1
Dirigente Scolastico -1




si sono assunte le iniziative che, al momento, si sono ritenute più utili a tamponare lo stato di cose da gestire.


1. interventi strutturali


Il Dirigente e il Commissario straordinario ( figura che sostituisce entrambi i consigli d’Istituto) si sono incontrati con l’Assessore Mocio della Provincia e l’Arch. Donatella Venti per pianificare gli interventi utili a ridare decoro ad un Istituto prestigioso e storico della città. Il sopralluogo è avvenuto il 1.10.2009. C’è stata disponibilità della Provincia e grande apertura dell’Assessore.




2. corso serale


E’ stato disposto, momentaneamente sottolineandone la temporaneità, di appoggiare il corso serale SIRIO nei locali di Viale B. Brin , ove è attivo il sistema organizzativo del Centro territoriale di educazione degli adulti, per una razionalizzazione dell’ esercizio sia in termini di costi sia in termini di impiego del personale (si è ritenuto infatti irrazionale tenere aperto l’ intero edificio di via C. Battisti per una sola classe fino a quando non saranno definite le attività del Piano di offerta formativa POF, previsto dagli organi collegiali di competenza).


L’allarmismo sollevato da alcune unità di personale dell’ex ITIS, circa la preoccupazione di chiusura pomeridiana dell’Istituto e il trasferimento definitivo del corso serale, è del tutto immotivato e sorprende che l’Assessore regionale alla formazione, Maria Prodi, si attivi per manifestare la sua condivisione alle loro preoccupazioni e per sollecitare opportuni interventi dell’Ufficio Scolastico Regionale, senza informarsi sull’effettivo stato delle cose e senza dar modo, a chi sta cercando di dare un volto didattico-progettuale al nuovo istituto, di entrare nelle ragioni che hanno determinato provvedimenti di gestione che non hanno nulla a che fare con la determinazione di rafforzare i compiti e le funzioni svolte dagli istituti di provenienza.


Terni, 2 ottobre 2009

Talamonti Giocondo

Fonte: “Il Messaggero” del 02/10/2009Articolo di L.Pi.Spostati dall’ Itis all’ Ipsia per mancanza di personale, l’assesore Prodi solidarizza con gli insegnanti che protestavanoCORSI SERALI,


PRESIDE CONTRO LA REGIONE


E’ guerra. Tra la Regione e la dirigenza dell’istituto superiore di formazione tecnico-professionale Allievi-Pertini. L’assessore alla formazione Maria Prodi ha inviato una lettera ai docenti dell’itis in cui, nero su bianco, dice di condividere “le preoccupazioni e di garantire il proprio coinvolgimento per porre fine a questo stato di disagio.”



Risponde con parole di fuoco Giocondo Talamonti dirigente della nuova scuola che è nata dall’accorpamento dell’istituto tecnico Allievi ed il professionale Pertini. I docenti dell’istituto tecnico hanno protestato per la chiusura alle 14 della loro scuola e per il fatto che il corso serale sia stato spostato all’ Ipsia, in viale Brin.


“Il serale è cosa nostra perché farlo funzionare in un'altra sede” ribadiscono gli insegnanti. In realtà c’è la paura di vedere compromessa la propria autonomia a scapito dell’ Ipsia. “Scuola che per il fatto di avere pochi allievi è stata la causa dell’accorpamento” sottolineano i docenti dell’Itis. La lettera della Prodi parla della necessità di un’adeguata gestione delle due scuole e della propria decisione di sollecitare l’ufficio scolastico regionale perché faccia rispettare l’equità.


“La regione ha condiviso con l’uf ficio scolastico onerose responsabilità e condividerà anche l’impegno per la salvaguardia, la valorizzazione ed il rafforzamento del progetto educativo delle scuole che , pur accorpate, rimangono sempre didatticamente diversificate.” Si legge nella lettera dell’assessore alla formazione.Due istituti divisi è l’idea di fondo che manda su tutte le furie Talamonti, il nuovo preside che fino all’anno scorso dirigeva il professionale Pertini. Per lui non ha senso parlare di due entità distinte dal momento che ora si tratta di unico istituto. Come testimonia lo stesso nome. “L’accorpamento tanto caldeggiato dalla Provincia ha portato alla perdita di 7 bidelli, 1 assistente tecnico, 2 assistenti amministrativi, 1 dirigente scolastico. Come faccio a tenere aperta la scuola se non c’è il personale? Perché non ha pensato a questo l’assessore quando noi presidi combattevamo con tutte le forze per scongiurare l’accorpamento? E perché Terni ha avuto un trattamento tanto diverso da Perugia dove, su 18 istituti che erano sottodimensionati, non se ne &egrav e; accorpato nessuno? Si stà avverando quello che temevamo.”


Tuona Talamonti. E ribadisce la provvisorietà di tutte le decisioni. “ Lo spostamento del corso serale, la chiusura alle 14 dell’ Itis sono provvedimenti temporanei, l’ ho detto e ridetto ma nessuno mi ascolta. Devo avere il tempo di capire come organizzare la scuola, che , sottolineo ancora una volta è una e non sono più due come dice la Prodi. Lei deve saperlo perché è una delle responsabili di questo”.Intanto anche in mezzo alla tempesta si prova ancora a far tornare l’itis Allievi e il professionale Pertini due scuole autonome, ciascuna con un proprio preside ed una propria segreteria. Martedì prossimo se ne discuterà in Giunta. Talamonti tenta la via politica dopo la bocciatura della proposta di far tornare autonomi i due istituti da parte del TAR.




Al Sindaco del Comune di Terni

Premesso che una democrazia può dirsi compiuta quando le attenzioni, all’interno della sua comunità, sono equamente distribuite fra i componenti, ma in particolare quando il senso di solidarietà verso la parte più esposta e debole è pratica sincera e spontanea da parte di quella più fortunata;

considerato che gli ipovedenti nostri concittadini sono costretti giornalmente ad affrontare enormi difficoltà nel gestire i loro spostamenti urbani, se privi di qualcuno che li guidi;

tenuto conto che significativi progressi sono stati compiuti dalla tecnica per favorire la mobilità di questa categoria e lenire i disagi di cui sono costante oggetto;

visto che molto occorre ancora fare per creare una coscienza comune del problema e sensibilizzare la popolazione ad assumere atteggiamenti responsabili nei confronti di quanti colpiti dalla menomazione;

costatato che le Istituzioni debbono farsi carico di raccogliere il comune sentimento di rispetto e attuare misure di intervento per rendere a costoro più agevole la deambulazione in città;

ricordato che progettare la leggibilità tattile di aree urbane non rappresenta un onere insostenibile per una comunità responsabile;

precisato che l’abbattimento delle barriere architettoniche ha avuto meritevoli attenzioni a vantaggio dei disabili fisici e che la medesima cura può e deve essere riservata a chi non dispone a sufficienza del dono della vista;

accertato che costruire percorsi tattilo-plantari in prossimità di marciapiedi antecedenti un luogo pubblico e segnalare con sensori ad infrarossi la tipologia di servizio pubblico cui si sta accedendo non costituisce onere troppo gravoso;

preso atto che installare insegne con caratteri ingranditi per gli ipovedenti o creare sistemi di informazione vocale all’interno di uffici aperti al pubblico, o segnalare l’ubicazione di servizi igienici, di ascensori o di scale con supporti di sensori è pratica normale in paesi evoluti;

acclarato che molto è possibile fare, ricorrendo al rispetto civico dei cittadini, senza alcun onere per la municipalità, come, ad esempio, evitare di invadere i marciapiedi con moto, biciclette e peggio ancora con auto, ma anche con tavoli, sedie, fioriere ecc, avendo cura di lasciare libero il percorso che corre lungo un muro o una parete, percettibili con il bastone in modo continuativo;

appurato che dare voce alle loro esigenze non deve significare solo un monito per la coscienza collettiva;

CHIEDE AL SINDACO E AGLI ASSESSORI COMPETENTI

- Quali interventi intendano intraprendere per modificare la percorribilità di aree urbane a vantaggio degli ipovedenti;
- quali misure abbiano in animo di attuare per garantire la deambulazione sicura di questi nostri concittadini nel centro storico di Terni;
- quanto sia stato fino ad oggi fatto per migliorare la loro condizione di fruitori urbani e quali somme siano state stanziate, o si preveda di stanziare, per venire incontro alle loro ineccepibili necessità.


Terni, 28 settembre 2009
Il Capo-Gruppo RC/CI
Giocondo Talamonti
Luzio Luzzi
Mauro Nannini


Fonte: Giornale dell’Umbria del 01/10/2009
Articolo di Federica Liberotti

Terni – La tecnologia tanto amata dai giovani questa volta, proprio per loro, potrebbe trasformarsi in un’arma a doppio taglio. Perché se il fenomeno delle assenze “incontrollate”, nelle scuole superiori, sta assumendo forme sempre più rilevanti, cellulari e internet possono diventare validi “alleati” di insegnanti e famiglia.
E così alcuni degli istituti superiori della Conca hanno adottato un metodo veloce ed efficace per comunicare con i genitori: un sms che ogni fine settimana viene spedito ai telefonini dei genitori che ne fanno richiesta per verificare le presenze a scuola del proprio figlio. Un progetto, questo, già partito al professionale “Casagrande” – dove quasi la totalità delle famiglie ne usufruiscono-, ma che verrà esteso a breve anche all’stituto commerciale “Cesi” e all’istituto tecnico-professionale “Pertini-Allievi”.

Un provvedimento questo che piace anche al preside dell’ Allievi-Pertini, Giocondo Talamonti: “Già al “Pertini” abbiamo deciso di informare sempre le famiglie dopo dieci giorni di assenza dello studente – spiega -, ora con l’accorpamento degli istituti stiamo valutando di introdurre in entrambe le scuole il servizio di sms. Ne discuteremo con le famiglie, valutando anche il rapporto costo-benefici, ma credo che potrebbe avere risultati positivi.”



La seconda commissione consiliare, convocata dal presidente Sandro Piccinini, si riunirà martedì prossimo 6 ottobre alle 9.15 nella sala della maggioranza di Palazzo Spada. All’ordine del giorno la discussione della mozione presentata da Giocondo Talamonti (Rif. Com. Italiani) sugli effetti a Terni del “dimensionamento” scolastico. La questione era stata affrontata nelle scorse settimane dal consiglio comunale che l’aveva rinviata in commissione per approfondimenti.