L’igiene è fondamentale…sempre


La cosa più efficace che ciascuno può fare per contenere il contagio dal coronavirus è mettere in atto semplici, ma fondamentali regole d’igiene fra cui quella di lavarsi frequentemente le mani.
A prescindere dal fatto che ciò fa parte dell’educazione dei singoli, quello che non si capisce, per esempio, è l’impedimento di poter mettere in atto tale pratica nel bagno del parco di viale Trieste, dal momento che viene permanentemente tenuto chiuso da un lucchetto. È facile constatare che le persone che lo frequentano e che hanno necessità fisiologiche si appoggiano dietro una pianta per poter continuare a restare nel parco. Tale fatto, più volte segnalato, non interessa a chi dovrebbe avere a cuore la salute pubblica.




Rigenerazione: una parola e un’idea per il futuro


La ricetta per crescere può essere riassunta in tre regole: durare, condividere e rigenerare.
L’Economia Circolare esprime un’idea di economia che possa “auto-rigenerarsi”, ovvero un sistema economico in cui lo sviluppo è legato ai principi dell’utilizzo di risorse rinnovabili e al limitato consumo di risorse finite con conseguente riduzione dei rifiuti. L’applicazione di tale lettura è demandata alle aziende, in una logica di rinnovamento generale dei processi produttivi e organizzativi.
 La Rigenerazione Aziendale è il percorso, in cui l’impresa dà il via al tutto, non affidandosi solo all’idea di produrre profitto. Rigenerare significa intervenire sulla propria essenza, mettendo a frutto quelle idee di passione, innovazione, qualità, che sono alla base del progetto.

Il termine “rigenerazione” è entrato da alcuni anni nel linguaggio delle discipline che si occupano di ambiente aggiungendosi a termini tradizionali di uso urbano come “riqualificazione, ristrutturazione, recupero, restauro”.
Una modifica lessicale?
No, un concetto nuovo perché rigenerare vuol dire modificare il pre-esistente, per utilizzarlo in modo diverso.
 Ma per quale ragione parliamo di rigenerazione?

Negli ultimi trecento anni si è verificato il più grande incremento di popolazione nella storia dell’umanità (da circa 800 milioni di persone nel 1750 contiamo attualmente 7.6 miliardi circa).
La principale conseguenza è la formazione di immense periferie urbane, nelle quali domina il degrado edilizio e sociale ed è assente qualsiasi traccia di qualità della vita.

 La questione ambientale, ha portato a dover riflettere sul rapporto tra uomo e ambiente, cosa che durante la rivoluzione industriale non era stata presa in alcuna considerazione. I tre fattori principali dell’ambiente naturale: acqua, aria, suolo sono stati usati, consumati e alterati senza alcuna attenzione, considerando il tutto come un fatto normale e privo di conseguenze.
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I primi grandi disastri ecologici risalgono agli anni sessanta e sono stati il campanello d’allarme di ciò che avrebbe potuto accadere in futuro.
 All’inquinamento delle acque e dell’atmosfera e alla distruzione di interi ecosistemi locali, altri macro fenomeni si sono aggiunti per effetto del mancato rispetto dell’ambiente.

L’emissione di CO2, il buco dell’Ozono, i cambiamenti climatici, la desertificazione e l’accumulo di rifiuti hanno fatto nascere la consapevolezza di dover intervenire per interrompere il ciclo perverso del deterioramento dell’ambiente - aria, acqua, suolo – e ricostituire il ragionevole equilibrio tra Uomo e Ambiente.

 Nelle grandi concentrazioni urbane, l’incremento della popolazione ha causato nuovi effetti di inurbamento e consumo ambientale, quali ad esempio:
·       L’inquinamento
·       La congestione del traffico
·       Lo smaltimento dei rifiuti

Fenomeni di degrado che a ben vedere sono riconducibili all’abusivismo, alla speculazione edilizia e alle scelte sbagliate di natura urbanistica e architettonica.
Il concetto della rigenerazione urbana strategica per raggiungere uno sviluppo urbano è stato introdotto, nel 2010, con la “Dichiarazione di Toledo” che individua nei seguenti punti le sue caratteristiche:

a) più intelligente, con la promozione di un’economia basata sulla conoscenza, l’innovazione e la cultura;
b) più sostenibile, grazie ad un uso più oculato ed efficiente delle risorse;
c) più inclusivo, con la promozione di un alto tasso di occupazione e la ricerca di coesione sociale e territoriale.
Una particolare applicazione dei principi, dei metodi e delle tecniche della rigenerazione urbana e ambientale è già stata messa in atto nei casi di aree industriali dismesse.
 Si tratta di un fenomeno ormai molto diffuso e anche a Terni, città di tradizione industriale, si possono registrare interessanti esperienze (area Bosco, area Siri, area stabilimento di Papigno etc.).

La rigenerazione, parola d’ordine del futuro, va oltre il concetto di sostenibilità perché non riguarda solo il non produrre danni, ma anche il far sì che danni precedenti vengano riparati. 

Giocondo Talamonti