Interrogazione al Sindaco del Comune di Terni

Premesso che la politica di attenzione verso le categorie più deboli rappresenta il più autentico segno di solidarietà che una comunità può esprimere;

Considerato, che numerosi sono i nostri concittadini ipovedenti che necessitano di una risposta al problema dell’ attraversamento in sicurezza delle strade della città;

Preso atto delle possibilità offerte dalla tecnologia in ordine a semafori provvisti di avvisatori acustici e dotati di telecomandi di attivazione;

Constatato che detti semafori rendono più facile l’attraversamento delle strade consentendo così ai disabili di fruire di una città più vivibile;

si interroga il Sindaco per conoscere:

a)Il numero dei semafori collocati in città e se esiste una stima degli interventi necessari a dotarli della tecnologia in questione;

b) se risponde al vero che finanziamenti europei si sono persi perché il Comune non ha partecipato con proprie risorse integrative al progetto “semafori intelligenti”.

Terni, 26 novembre 2009
Il Capogruppo RC/CI
Ing. Giocondo Talamonti

Niente regali alle mafie, i beni confiscati sono cosa nostra


Premesso che tredici anni fa, a seguito di una petizione firmata da un milione di cittadini il Parlamento, all'unanimità, approvò la legge 109/96 per l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie,coronando così, il sogno di chi, a cominciare da Pio La Torre, aveva pagato con la propria vita l'impegno per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate illegalmente.


Considerato che, oggi, quell'impegno rischia di essere tradito, dal momento che un emendamento, introdotto in Senato, alla legge finanziaria prevede la vendita di quei beni confiscati che non si riescono a destinare entro tre o sei mesi.


Tenuto conto delle preoccupazioni, largamente condivisibili, espresse dal presidente di Libera e Gruppo Abele, don Luigi Ciotti, circa l’alta probabilità che, dietro gli acquirenti di ville, case e terreni appartenuti ai boss, si mascherino nuovamente le organizzazioni mafiose.


Considerato che la vendita di quei beni (emblemi di un potere, costruito con la violenza, il sangue e i soprusi) assumerà, per lo Stato, il significato di una resa di fronte alle difficoltà, come prevede la legge, del loro pieno ed effettivo riutilizzo sociale.

Tenuto conto che il ritorno del confiscato nelle disponibilità dei clan, sottratto loro grazie al lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura, avrà un effetto dirompente sulla stessa credibilità delle istituzioni.



Si chiede al Sindaco di manifestare al Governo e al Parlamento il pensiero del Consiglio comunale di Terni circa l’incongruità dell'emendamento, unitamente all’invito ad un ripensamento e a rafforzare, piuttosto, l'azione di chi indaga per individuare le ricchezze dei clan. Si introducano dettami che facilitano il riutilizzo sociale dei beni e venga data concreta attuazione alla norma che stabilisce la confisca di beni ai corrotti. Si assumino iniziative perché le risorse finanziarie sottratte alle mafie, vengano destinate innanzitutto ai familiari delle vittime di mafia e ai testimoni di giustizia, dal momento che quei beni confiscati rappresentano il segno del riscatto di un'Italia civile, onesta e coraggiosa; beni che, parafrasando, sono davvero "cosa nostra".


Terni, 28.11.2009

Il Capogruppo RC/CI

Giocondo Talamonti


La chiamano “mano de Dios”, il gol segnato con la mano e decisivo per vincere un incontro con l’inganno. L’ipocrisia di scomodare l’Onnipotente per casi così banali (fra l’altro s’ignora se Lui sappia giocare al calcio, anche se gira voce che se la cavi in ogni disciplina), è invece tipicamente umana, in linea con la sua natura vigliacca e con i tentativi goffi di nascondere la vergogna.


A Maradona, una pari impresa riuscì perfettamente in un incontro mondiale contro l’Inghilterra, eliminandola, senza troppi travagli di coscienza. Anzi, se ne fece un vanto, sbandierando il gesto come sostenuto da una volontà superiore di ripristinare con l’equità sportiva, le diseguaglianze economiche, sociali, militari e nazionali (l’Argentina aveva appena perso la battaglia delle Falklands).


Motivi molto meno ‘nobili’ deve aver trovato Henry per giustificare il tocco di mano che ha concesso alla Francia di eliminare l’Irlanda di Trapattoni, ma i giornali francesi hanno parlato di “main de Dieu”, alimentando il sospetto che l’Altissimo confonda oramai il football con il volley.


L’imbarazzo degli sportivi d’oltralpe è comunque enorme. Loro, i figli di De Coubertin, i cantori delle sofferenze epiche del Tour, i sostenitori della filosofia del rugby, i cultori del rispetto nello sport e nella vita, loro che si sono sbranati in casa per difendere nel mondo i principi di uguaglianza, di libertà e di fraternità, si ritrovano addosso un’infamia di tale bassezza etica che farebbe salire il rossore perfino alle guance dei peggiori dissacratori dell’umanità.


L’esempio è devastante per i giovani, in specie per quelli cresciuti all’ombra di mille raccomandazioni, allevati con l’assillo continuo di perseguire i valori della vita, impartiti da generazioni di padri e di docenti bacchettoni, che appaiono, alla luce dei fatti attuali, dei poveri illusi, degli ingenui, capaci di farsi fregare, come Pinocchio dalle schiere di gatti e di volpi che animano la società moderna.


Se accettiamo di sdoganare il raggiro, le scorciatoie, i mezzucci per soddisfare il tornaconto personale, allora non meravigliamoci se poi il passaggio all’illegalità totale si realizza nell’assunzione di sostanze proibite, nelle combine di ogni tipo, dalla corruzione alla frode.


Noi italiani, che quanto a paternità possiamo far conto su strateghi del calibro di Machiavelli, non possiamo per onestà intellettuale chiamarci fuori dalle logiche applicate all’utilitarismo.


E’ vero che la cronaca sportiva può far conto su slanci lodevoli (Di Canio che in Inghilterra, accortosi di un avversario caduto in area, rifiuta di spingere in rete la palla, o De Rossi che confessa all’arbitro di aver segnato con una mano, o Gilardino che chiede l’annullamento del gol concesso dall’arbitro per irregolarità), ma non facciamo gli ipocriti: quelle non si potevano considerare “mani di Dio”. E dal momento che non ci facciamo mancar niente in materia di furbizie, pare giusto ricordare la caduta rovinosa in area agli ultimi mondiali di Grosso. Ci valse un rigore che Totti segnò, facendoci proseguire sulla strada della finale.


Bisogna riconoscere che se far affidamento sulla lealtà sportiva può suonare anacronistico in una società allo sfascio, è bene ricorrere agli strumenti più opportuni per contrastare il dilagare di sceneggiate e finzioni sui campi di calcio. La tecnologia ha trovato ampio spazio nel football moderno; arbitro, guardalinee e quarto uomo possono scambiarsi opinioni in tempo reale circa la validità di un’azione comunicando via radio, gli strumenti per valutare un fuorigioco consentono di misurare in millimetri una posizione irregolare; le scorrettezze fra avversari possono essere punite grazie a decine di telecamere che consentono di non aver dubbi neanche a proposito di eventuali frasi offensive rilevate attraverso il labiale.


Allora, perché ostinarsi a tener fuori la ‘moviola’ per accertare la regolarità di un’azione se il ricorso consente di applicare criteri di giustizia sportiva? Gli interessi economici, che abbracciano, a certi livelli, manifestazioni calcistiche di rilievo, sono enormi, al punto da decidere, nel bene o nel male, il futuro di molte nazionali e club privati. Non convince la spiegazione secondo la quale si toglierebbe alla disciplina molto del fascino derivante dalla imprevedibilità o dall’imponderabilità oggettiva del giudizio, così come scaturisce dalla velocità dell’azione di gioco, la posizione del giudice di gara, la capacità percettiva del momento.


Se poi esistono altri interessi contrari alla trasparenza, alla lealtà e alla correttezza, cerchiamo di recuperare almeno un po’ di dignità e onestà sportiva: la mano che s’allunga per segnare un gol fasullo chiamiamola “mano di mariuolo”.


Giocondo Talamonti

Tra ricordi e tante emozioni, si sono nuovamente incontrati quegli ex giovani studenti che, nell’anno scolastico 1964/’65, si diplomarono all’ITIS “L. Allievi”.
I ragazzi della VG Elettronici: Archimi Giancarlo, Argentini Ivano, Buono Roberto, Bufalari Bruno, Fraboni Leonello, Francioli Mariano, Freguglia Francesco, Grechi Paolo, Labellarte Franco, Lilli Franco, Marchegiani Sandro, Maurini Giorgio, Santi Alfredo, Talamonti Giocondo, Vittori Luciano, Zangheri Giuseppe, Zirini Carlo, si sono dati appuntamento presso la scuola per rivivere insieme ai loro insegnanti, l’ing. Fausto Felicioni e l’ing. Piero Amerini, quei giorni. Sono entrati nell’aula e nei laboratori da loro frequentati poi, tutti, in sala “Tripepi” per ripercorrere le emozioni degli anni giovanili, per rinverdire i legami di amicizia, per non dimenticare e per indicare alle nuove generazioni che l’impegno, il sacrificio, la determinazione e il senso del dovere che, allora, li animarono, rappresentano ancora oggi il viatico per avere successo e per precedere i cambiamenti. Si sono diplomati nel 1965, poi le strade si sono divise: il lavoro, la famiglia, la vita li ha portati fuori città, ma ognuno di loro oggi ha un ruolo importante nella società.
A completare il tutto ci ha pensato Luciano Vittori che ha avuto la bellissima idea di organizzare, dopo un brindisi a casa sua, una cena a “Il Roccolo”. Non è mancato nulla: la foto di gruppo sulle scale d’ingresso dell’Itis per la quale, ciascuno, ha assunto la stessa posizione di allora, magari, con al collo il fiocchetto al posto della cravatta; la musica e la compagnia molto gradita delle proprie mogli. Una giornata da incorniciare che ha preannunciato i festeggiamenti del cinquantennale. Nel 2010, infatti, saranno trascorsi 50 anni da quella prima campanella che nel 1960 li ha visti studenti del primo anno del corso di elettronica.

CREA L'IDEA



La giornata celebrativa “Crea l’idea” tenutasi il 18 novembre 2009 nel contesto della “settimana globale dell’imprenditorialità 2009” presso la sala Tripepi dell’ I.I.S. Tecnico professionale Allievi –Pertini ha rappresentato l’occasione per dibattere sull’importanza della creatività e della capacità di innovazione, in un “mercato globale”- che oggi, molto più che in passato, sembra risentire della forte necessità di rapportarsi con altre prospettive di sviluppo nei confronti delle diverse realtà esterne e dei diversi sistemi imprenditoriali. L’innovazione tecnologica, la voglia di intraprendere, la passione del fare, l’orgoglio di essere portatore di idee realizzabili, la consapevolezza del ruolo creativo, la ricerca, la formazione continua sono gli elementi della crescita e dello sviluppo.

Con queste parole ha aperto l’incontro il Dirigente Scolastico dell’IIS “Allievi-Pertini”, ing. Giocondo Talamonti, dando l’avvio agli interventi dei convenuti. Dal Sindaco, dalle autorità locali, dai rappresentanti delle Associazioni datoriali e di categoria, si sono avuti interessanti spunti e riflessioni sui modelli di sviluppo, sulle idee e sulle prospettive per il rilancio dei percorsi di crescita del territorio ternano. Dal gruppo di lavoro, sostenuto dalla Meta Group che ha seguito i quattro ragazzi vincitori del concorso, è emersa la determinazione che ha caratterizzato le linee gli stimoli e gli incoraggiamenti che hanno animato i giovani nella ricerca delle loro esperienze ed attività.


Sono risultati vincitori del Concorso “Crea l’idea”:


1^ classificato Roberto De Santis classe 2D con il Progetto “Go-Kart”;

2^ classificato Mattia Tenuzzo classe 4ATT con il Progetto Skate-park;

3^ classificato Gianmarco Irienti diplomato Itis a.s.2008/’09 con il Progetto raccolta Rifiuti.

3^ classificato (a pari merito) Daniele Ballo classe 5AINF con il Progetto Connessione PC


Al Presidente del Consiglio Comunale di Terni


ORDINE DEL GIORNO

di iniziativa dei Consiglieri Nannini, Luzzi, Talamonti


avente per oggetto: “Disposizioni urgenti del Consiglio Comunale in sostegno alla Proposta di Legge Regionale recante: Istituzione del reddito sociale - Sostegno al reddito in favore dei disoccupati, inoccupati o precariamente occupati”


Premesso


che il sistema del lavoro negli ultimi decenni ha subito profonde modificazioni e trasformazioni, che ne hanno cambiato radicalmente caratteristiche ed aspetto;

che il lavoro a tempo pieno e per tutta la vita è stato fortemente messo in discussione da una radicale trasformazione delle forme della produzione e di regolazione dei rapporti tra impresa e lavoro, dalla decentralizzazione della produzione e dalla flessibilità della prestazione;

che il lavoro fisso è oggi sempre meno una possibilità reale, anzi la condizione più diffusa è quella dell'incertezza e della precarietà del lavoro e della vita

che il nuovo sistema del lavoro basato sulla flessibilità ha esteso e poi generalizzato le forme di lavoro a termine, stagionale o d'inserimento che in precedenza erano circostanziate nel tempo e relative solamente ad alcune tipologie di produzione;

che dette forme di lavoro si presentavano come fase transitoria della vita lavorativa, una sorta di periodo di apprendistato circoscritto nel tempo prima di entrare nel mondo del lavoro a tempo indeterminato;
che oggi, al contrario, la temporaneità della prestazione è stata esportata da settori specifici a tutta la produzione industriale e dei servizi;

che la flessibilità si è imposta come modello di riferimento generale per tutto il mondo del lavoro e, con essa, la precarietà si è progressivamente generalizzata, coinvolgendo vasti segmenti produttivi e strati sempre più larghi di lavoratori;

che secondo ricerche condotto dal CNEL e dall'ISFOL nel periodo 1991/97 la possibilità di un giovane di trovare lavoro a tempo indeterminato era attorno al 40%, tra il 1988 e il 2003 è scesa al 25 %, oggi addirittura al 18%;

che il lavoratore flessibile ha visto aumentare l'incertezza per il futuro, vivendo una condizione di precarietà di vita perchè si è trovato privo di qualsiasi protezione sociale, in quanto all'introduzione della flessibilità del lavoro e alla liberalizzazione del rapporto tra impresa e lavoratori, non ha corrisposto un analogo adeguamento del sistema delle tutele e delle garanzie che sono invece rimaste centrate sul vecchio modello di rapporto di lavoro a tempo indeterminato;

che il lavoro flessibile assume sempre più le caratteristiche di un lavoro individualizzato, dove il lavoratore è solo nel suo rapporto con l'impresa e con un sistema di tutele e di garanzie sempre più ristretto;

che il lavoratore flessibile non solo si trova in una condizione di minori tutele e garanzie, ma la precarietà del rapporto di lavoro, il continuo passaggio da periodi di occupazione a periodi di disoccupazione, lo porta ad essere un soggetto fortemente esposto al rischio povertà;

che lo stesso sistema di ammortizzatori sociali è sostanzialmente centrato sulla Cassa Integrazione, che riguarda una quota molto bassa del totale degli occupati al cospetto di crisi aziendali e dal quale sono esclusi i lavoratori delle piccole imprese e della maggior parte delle aziende di servizi;

che ancora peggiore si presenta la situazione per i giovani fino a 25 anni, che in Italia solo in misura dello 0,65% sono interessati da azioni di sostegno al reddito, rispetto al 57,5% dell'Inghilterra, al 53% della Danimarca, al 51% del Belgio, solo per dirne alcune;

che al tempo stesso, il protrarsi della crisi acuirà quelli che sono i nodi strutturali che da tempo interessano il mercato del lavoro regionale, primo fra tutti i forti livelli di precarizzazione dell'occupazione, che ogni anno interessano almeno 50.000 occupati;

che dall'inizio di quest'anno anche l'Umbria è chiamata a fare i conti con la crisi le cui ripercussioni sono pesanti, anche perchè la crisi coglie l'Umbria in una fase delicata di cambio di marcia, in cui si stanno esaurendo le spinte propulsive che hanno caratterizzato il recente passato - la fine del ciclo di ricostruzione post-sisma e una diversa ripartizione dei fondi comunitari- e si avvicina una fase di riallineamento economico-finanziario imposto dall'imminente avvento del federalismo fiscale;

che i dati sulla cassa integrazione, in modo particolare, ci parlano di un mondo del lavoro in sofferenza con la concreta attualità di un aumento del numero delle famiglie che si collocano nell'area della povertà o nelle immediate vicinanze della soglia di povertà;

che tra gli effetti più devastanti della crisi c'è anche un dato difficilmente quantificabile, ma più che mai reale e preoccupante, relativo all'impatto che produce sul mondo del lavoro atipico e precario, quello che interessa le giovani generazioni, gran parte della manodopera femminile e molto del primo impiego. Sono moltissimi infatti i contratti a termine che non vengono rinnovati per il calo della produzione e del fatturato delle imprese, così come sono molti i lavoratori interinali che restano a casa. Tutti lavoratori che restano esclusi da qualsiasi garanzia e dagli ammortizzatori sociali;

che la crisi non fa dunque che accelerare, anzi radicalizzare, il disagio economico di centinaia di persone anche nel nostro comune e rimanda alla necessità di interventi massicci di politiche pubbliche, di interventi sociali e di redistribuzione delle risorse economiche verso quella parte del mondo del lavoro, e non solo, maggiormente esposta ai contraccolpi di questa;

che l'attuale crisi impone di intervenire con urgenza, a maggior ragione nel nostro Paese che, assieme alla Grecia è l'unico Paese dell'UE privo di forme generalizzate, ordinarie o straordinarie, di sostegno al reddito;



Premesso altresì:


che con il presente disegno di legge si avanza una proposta di istituzione di una misura di reddito sociale, inteso come strumento per assicurare a tutti coloro che sono in cerca di lavoro o hanno perso il lavoro un reddito minimo garantito da erogarsi in forma diretta (monetaria) ma anche indiretta (beni e servizi);

che la principale caratteristica dell'intervento proposto è quella di intervenire non solo sulle emergenze sociali e sulla povertà, ma proprio in forza del mix di strumenti proposti, di incidere affinché non si giunga alla gestione dell'emergenza e del disagio nel momento più difficile per una persona: un intervento, cioè, che si caratterizza non come misura di ultima istanza, ma intervenga, fin dall'avvio delle problematiche, quando il rischio si paventa;



Considerato


che il disegno di legge proposto prevede che per ottenere i benefici individuati è necessaria: la residenza nella regione da almeno 24 mesi al momento della presentazione della domanda; l'iscrizione nelle liste di collocamento dei Centri per l'impiego; un reddito personale imponibile non superiore a 8.000 euro nell'anno precedente; il non aver maturato i requisiti per il trattamento pensionistico;

che per le finalità previste dalla proposta di Legge deve essere istituito un apposito "Fondo regionale per il reddito sociale" con uno stanziamento annuo pari a 4 milioni di euro, i cui oneri saranno coperti mediante una riduzione di pari importo del Fondo Unico regionale per le attività produttive industriali;

che oltre all'erogazione di una somma di denaro non superiore ai 7.000 euro l'anno, la proposta di legge prevede di attribuire ai Comuni e alle Province la facoltà di erogare una serie di prestazioni indirette volte a garantire la circolazione a tariffa ridotta dei mezzi pubblici locali e la gratuità dei libri di testo scolastici, a favorire la fruizione di attività e di servizi a carattere culturale, ricreativo o sportivo e a contribuire al pagamento delle forniture di servizi pubblici, così come sempre gli enti locali, nell'ambito delle risorse disponibili, potranno prevedere l'erogazione di contributi per ridurre il canone di locazione;



Considerato altresì


che è in discussione presso la III Commissione del Consiglio Regionale dell'Umbria la sopra esposta proposta di Legge Regionale volta alla Istituzione del reddito sociale quale forma di sostegno al reddito per disoccupati, inoccupati o precariamente occupati;

che la stessa Commissione ha previsto una audizione pubblica sul tema per il 9 ottobre, presso la Sala partecipazione del Consiglio Regionale, aperta al contributo di tutti gli Enti, pubblici e privati, e di tutti i cittadini, singoli o associati;



Vista


la necessità anche per questo Comune di intervenire in fase di sostegno e/o partecipazione considerate le facoltà per esso previste dalla Proposta di Legge di intervenire ulteriormente ad integrazione delle misure per il reddito sociale;



Il Consiglio Comunale di



sostiene con decisione la Proposta di Legge recante "Istituzione del reddito sociale - Sostegno al reddito in favore dei disoccupati, inoccupati e precariamente occupati" attualmente in discussione presso la III Commissione consiliare permanente della Regione dell'Umbria;

impegna il Sindaco e la Giunta comunale a sostenere presso tutte le sedi deputate detta Proposta di Legge, proponendo anche, se del caso, proposte migliorative in fase di partecipazione;

impegna il Sindaco o suo delegato alle Politiche sociali a partecipare a tutti gli incontri che saranno previsti e posti nel calendario regionale delle iniziative di partecipazione;

impegna , altresì, il Sindaco o suo delegato alle Politiche sociali a partecipare la suddetta eventuale volontà in sede di Conferenza degli Assessori del Piano di Zona;

nvita , infine, a trasmettere copia di questo Ordine del Giorno, qualora venga accolto da questo Consiglio comunale, al Presidente del Consiglio Regionale dell'Umbria, al Presidente della Giunta Regionale, al Presidente della III Commissione consiliare permanente della Regione Umbria.


Terni, 16 novembre 2009

I Consiglieri

Luzzi Luzio

Nannini Mauro

Talamonti Giocondo


Al Sindaco del Comune di Terni

Interrogazione Urgente: Rogo di Vascigliano - Controlli contrastanti fra il perito della procura e l’Arpa;


Visti i recenti articoli pubblicati, il 15 novembre, dalla stampa locale secondo cui, su 50 agnelli della zona coinvolta dal rogo, destinati alla macellazione, è stata trovata dall’ASL diossina e n.6 allevamenti sono stati messi sotto sequestro;


tenuto conto delle valutazioni contrastanti sulla pericolosità o meno del materiale da smaltire per la bonifica dell’area emerse a seguito dei controlli effettuati dal Perito della Procura e dall’Arpa;


si chiede al Sindaco di riferire al Consiglio Comunale, quanto a lui consta e specificatamente:


1. se risponde al vero che 50 agnelli sono stati trovati con diossina;

2. se n.6 allevamenti sono stati sequestrati;

3. se il materiale che doveva essere smaltito è o no pericoloso;

4. se in altri prodotti della terra (verdure, frutta etc.) è stata ritrovata diossina così pure in altri tipi di carni ( polli, conigli etc.) e nei prodotti di derivazione (latte, formaggi etc.)


Si chiede inoltre di conoscere se Terni è interessata dal fenomeno, e quali strategie si stanno adottando per la tranquillità dei cittadini, anche sotto il profilo di immissione sul mercato dei suddetti prodotti.


Terni, 16 novembre 2009

Il Capogruppo RC/CI

Giocondo Talamonti

Mauro Nannini

Luzzi Luzio


Al Sindaco del Comune di Terni



Considerato che in Via Mincio le fogne non funzionano adeguatamente sembrerebbe per via di un collegamento inadatto con la rete principale o per via di condutture non appropriate alla bisogna;


visto che nei momenti in cui piove abbondantemente si creano problemi di smaltimento delle acque con gravi difficoltà per gli abitanti del quartiere;


tenuto conto che anche il manto stradale risente di tale stato di cose; risulta infatti disconnesso e presenta potenziali pericoli per gli abitanti e per quanti si trovano a percorrere Via Mincio;


considerato che da anni, senza esito alcuno, il problema è stato segnalato alla circoscrizione prima e all’amministrazione comunale poi;


ritenuto doveroso dare risposte concrete a chi chiede gli interventi necessari a risolvere una questione di lunga data a cuore degli abitanti di via Mincio;


si interroga il Sindaco e l’Assessore competente


per conoscere l'orientamento politico della Giunta, sulla volontà e la tempistica di sistemazione delle condotte fognarie di Via Mincio e del manto stradale onde tutelare l’incolumità di chi, pedoni e conduttori di veicoli, si trovano a percorrere tale strada.


Terni, 16 novembre 2009

Talamonti Giocondo

Luzzi Luzio

Nannini Mauro

Fonte: Corriere dell’Umbria del 15/11/2009 pag.43

Articolo di Eleonora Stentella

Palazzo Bazzani ha dato parere favorevole
Archeologia Industriale. Si lavora al progetto Icsim-istituto allievi Pertini


Terni – Riflettori puntati sul museo di archeologia Industriale. Per il momento resta un progetto a cui l’ICSIM e la direzione dell’istituto Allievi-Pertini guardano con interesse per portare a compimento quel protocollo firmato il 10 ottobre scorso con la società delle Fucine della ThyssenKrupp che punta alla valorizzazione del patrimonio tecnologico industriale ternano presente all’interno dell’ampia struttura riservata alle officine e i reparti di lavorazione dell’ITIS. Tuttavia, visto l’interessamento delle istituzioni e delle associazioni di categoria, non è detto che presto le aspirazioni si trasformino in realtà. Gli spunti ci sono, la Provincia ha espresso parere favorevole e anche gli esemplari archeologici, indispensabili per la realizzazione del progetto, non mancano. Si parte dall’antica fonderia dell’ITIS, dove hanno lavorato generazioni di ingegneri di rilievo fino ad arrivare ai pezzi storici delle industrie locali e delle ferrovie dello stato, all’archivio delle ex officine Bosco, che sarà oggetto di una mostra permanente, alla meridiana realizzata dal professor Mancinelli, noto insegnante dell’ITIS:


“La memoria storica – ha spiegato il dirigente dell’Allievi-Pertini, Giocondo Talamonti – costituisce un patrimonio che non deve essere mai cancellato se si vuole affrontare il nuovo con determinazione e coraggio. Con il progetto del museo archeologico e della mostra permanente ad esso collegata ci prefiggiamo l’obiettivo di rendere fruibile a tutti il patrimonio storico industriale della nostra città. Grazie al grande lavoro svolto dall’ICSIM in questi anni – Ha aggiunto – si stà sempre più radicando l’idea di un museo permanente in tutta la città che faccia della nostra storia il nostro vanto”.


“Con questo progetto – ha commentato Alberto Pileri, responsabile della comunicazione per ICSIM – vogliamo creare un focus sulla nostra realtà. L’idea che ci anima è quella di creare all’ITIS una vera e propria biblioteca della città munita di elementi importanti quali, ad esempio, l’archivio storico delle ex officine Bosco che è stato recuperato dal giudice fallimentare e riconsegnato agli enti locali”.


Naturalmente questo progetto del museo archeologico industriale non è che un tassello di partenza per portare a compimento il ben più ampio progetto del cosiddetto “Museo Territoriale”. Un museo permanente che, secondo le aspirazioni dell’ ICSIM, dovrebbe inglobare tutto il comparto storico che va dalle ex officine Bosco alla Siri fino ad arrivare alle aree di maggiore sviluppo idroelettrico 8Papigno, acciaierie, Cascata delle Marmore e la Valnerina).

Il giorno della libertà…


La riprova che la caduta di quel muro non significasse solo un passaggio libero da una parte all’altra di Berlino ma fosse il lasciapassare per far transitare un unico spirito di comunanza nelle coscienze, prima che nella Storia, sta tutto nello spettacolo di partecipazione svoltosi sotto gli occhi del mondo. Centinaia di migliaia di persone, fra cui tanti giovani, hanno voluto testimoniare l’invincibile speranza di poter vivere un’esistenza in funzione di quelle degli altri, di accettare una guerra solo in funzione della pace che ne deriva, di sapere come praticare e trasmettere i valori universali che uniscono gli uomini indipendentemente dalla loro cultura, ceto, razza e religione.


Abbiamo assistito al concreto esempio di come sia possibile superare le differenze fra simili, di come sia bello tenersi per mano, invocare l’uguaglianza e cantare in coro alla vita, come strategia per consolidare la pace.


Purtroppo i muri da abbattere non si esauriscono mai; per uno che cade dieci altri sorgono per mano dell’egoismo, dell’arroganza e della pretesa superiorità.


La caduta del muro di Berlino merita di essere festeggiata e conservata nella memoria di tutti, quale monito a non cadere di nuovo nell’ottusità, nella preclusione ad aprirsi per comprendere i dilemmi del mondo, curvi a contemplare e giustificare personali egoismi.


E che ci sia bisogno di un atteggiamento responsabile nei confronti dei mille problemi che affliggono l’umanità è dimostrato dalla meschinità di dare valore politico ad una manifestazione spontanea che inneggia allo spirito di libertà collettivo.


La “libertà” non ha né nomi né connotati definiti, non ha colori e non parla un’unica lingua, non crede in un dio solo e non distingue secondo il sesso. Eppure c’è sempre chi riesce a darle forma, misura e odore per giustificare la propria grettezza.


La legge che ha dichiarato il 9 novembre giorno dedicato alla “libertà” non rende onore nemmeno al suo concetto, solo perché la limita a uno spazio temporale entro cui la “Libertà” non può, non vuole e non deve essere rinchiusa.


Il luogo che le compete è la coscienza di tutti; lì può muoversi, crescere, alimentarsi di stimoli e di obiettivi, di desideri e di speranze, fino a divenire una proprietà collettiva e un valore comune.


Il resto è ignoranza.


Talamonti Giocondo


Chi ci capisce qualcosa, è bravo. Sfido chiunque a districarsi nel casino che riguarda la vaccinazione contro l’influenza A.


Le varie reti televisive ci riempiono di immagini di braccia scoperte e di siringhe manovrate da solerti medici. Il martellamento è continuo, al punto che pensi siano passati all’onore delle telecamere e ai benefici del vaccino tutti gli italiani tranne te. Poi, vieni a sapere che i vaccinati sono solo 41.000 e ti chiedi da dove abbiano tirato fuori tutte quelle riprese di bambini, adolescenti adulti e vecchi che si alternano nelle sfilate quotidiane.


Al cittadino non è dato sapere se e quando siano disponibili i vaccini per i restanti 60 milioni di aventi diritto, né si fa cenno sulla provenienza di laboratorio di quelli prossimi alla consegna. Per diminuire la pressione si fa circolare la notizia che l’80% degli infermieri e la metà dei medici non intendono sottoporsi all’iniezione, avvalorando l’ipotesi che il vaccino faccia più danni che benefici.


Tuttavia la spesa del Ministero della Salute, perché non sia vanificata dalla diffidenza degli italiani, conta su medici che s’alternano in TV a raccomandare le categorie di soggetti a rischio e scopri che tutti sono a rischio, quindi anche te.


Nel doloroso elenco delle vittime giornaliere ti viene fatto sapere che muoiono solo quelli che stavano già male, mentre si sorvola sulle dichiarazioni di congiunti di vittime, secondo i quali il parente aveva sempre goduto di ottima salute. Il sospetto che si tratti di qualche voce fuori dal coro che tenti di far chiarezza nell’oceano di baggianate divulgate a reti unificate è avanzato dal commentatore di turno senza troppi sottintesi.


Ripensi alle dichiarazioni uscite dai telegiornali prima che l’influenza si diffondesse in territorio italiano e ripensi anche alla solidarietà che ti ha preso per tutto il genere umano prossimo alla decimazione, provando vergogna per l’incolpevole privilegio di essere tu, italiano, escluso dalla pandemia.


Lì per lì non ti riesci a spiegare perché mai la nostra penisola sia esclusa da una simile tragedia; poi, ti viene in mente che anche dagli effetti deleteri della crisi economica mondiale l’Italia è esente e provi a giustificare l’intangibilità con la benevolenza divina e con la febbrile attività vaticana per tener fuori il popolo devoto; poi ti ricordi che noi la crisi l’avevamo superata già prima che si fosse presentata. Qualche allarme, tuttavia, sfugge ai pur accorti giornalisti e ai portavoce ufficiali quando dicono che “il peggio è alle spalle”, perché ti aspetti di essere attaccato da un inquietante cetriolo, visto che nel Paese di Bengodi tutto fila liscio come l’olio, che la gente è serena, sana, deve spendere senza timore, divertirsi e gozzovigliare perché così si combatte la crisi e l’influenza.


Non so se me la beccherò e non so quanti danni mi lascerà, perché a tutt’oggi non so se mi sottoporrò a vaccinazione; però mi romperebbe se, nell’ipotesi dannata di ingrossare il numero degli sfigati, mi restasse il dubbio di essere stato vittima delle scempiaggini diffuse.


Giocondo Talamonti


Al Sindaco del Comune di Terni

Visto lo stato pietoso in cui versano le barriere del marciapiede antistante l’ingresso dell’Istituto Scolastico di Viale B. Brin, 32, impiantate per costituire una sicurezza per gli alunni nei momenti d’ingresso e di uscita dalle lezioni.

Considerata la disponibilità della scuola a collaborare nella loro sistemazione.

Preso atto che la questione più volte segnalata agli uffici comunali non ha avuto alcun riscontro.

Si chiede al Sindaco

- Se intende, in tempi brevi, ripristinarne la funzionalità, per il decoro della città e per lanciare messaggi educativi ai giovani

- Se non ritiene opportuno avviare intese con le scuole tecniche e professionali per cogliere le potenzialità operative delle stesse nell’effettuare piccole manutenzioni, in modo da dare risposte alla città in tempi ragionevolmente brevi.

Il Consigliere Gruppo RC/CI
Giocondo Talamonti


Il ventennale del muro di Berlino in consiglio comunale10.11.2009 - ore 12:46 - Sull’atto d’indirizzo manca l’unanimità.
Il sindaco: “Rimane viva la tensione verso una società più libera, aperta e tollerante”

Direzione Comunicazione/Uff. stampa) - Nel ventennale della caduta del muro di Berlino il consiglio comunale ha votato a maggioranza, con otto astensioni, un atto d’indirizzo per ricordare l’evento e per chiedere alla Giunta di organizzare “specifiche iniziative per sensibilizzare, in special modo le giovani generazioni, di concerto con le autorità scolastiche, sulla celebrazione della caduta del muro e più in generale sul significato dei valori di libertà, dei diritti umani inviolabili e del rispetto della persona e sui pericoli dei totalitarismi”. Sull’atto di partenza che era stato predisposto dalla conferenza dei presidenti la maggioranza ha chiesto però un’ulteriore aggiustamento sul “superamento di tutti i muri materiali e immateriali e dei totalitarismi passati, presenti e futuri”. Questa modifica non ha trovato l’accordo del centro-destra che si è astenuto.
“Quel 9 novembre del 1989 – ha detto il sindaco Leopoldo Di Girolamo cadeva anche l’idea di un’Europa divisa e subalterna e ricominciava il sogno di un’Europa all’avanguardia nella ricerca della libertà, nella costruzione di ponti di civiltà e d’integrazione. A vent’anni di distanza solo una parte di quel sogno si è avverata . Rimane vivo quello spirito, quella tensione morale verso una società sempre più libera, aperta, verso l’accrescimento delle opportunità e dei diritti civili”. “Come città di Terni abbiamo tutti i titoli per sentirci parte di questo immenso patrimonio civile e dobbiamo continuare ad assumerci l’impegno di rendere la nostra città sempre più europea, moderna, aperta e solidale”.
Sull’astensione Lista Baldassarre e PDL, hanno inviato questa dichiarazione: “Dopo che la conferenza dei presidenti aveva approvato un testo, elaborato dal presidente Giorgio Finocchio, mediato dai contributi dei vari capi gruppo, la maggioranza ha voluto inserire, in un testo dedicato alla celebrazione del crollo del muro di Berlino e del totalitarismo comunista, il riferimento a problemi e fatti estranei ; tali problemi , sintetizzati dall’espressione proposta dall’esponente di Rifondazione comunista Talamonti, di condanna a “tutti i muri materiali ed immateriali” che, nelle dichiarazioni della stessa maggioranza, si riferivano a problematiche diverse, quali la politica sugli immigrati, la liberazione della Palestina e quant’altro. Denunciando l’ennesima strumentalizzazione di un fatto storico di libertà e la chiusura preconcetta verso ogni contributo dell’opposizione siamo stati, quindi, costretti ad astenerci dal voto, per non approvare inutili strumentalizzazioni , non abbandonando l’aula per puro senso di responsabilità. L’accaduto riprova l’ipocrisia della sinistra che dice di condividere i valori di democrazia e libertà per , poi, piegarsi a chi ha dichiarato di non riconoscersi in questa data”.

“C’è poco da festeggiare, caduto un muro ne sono stati costruiti infiniti altri, ancora più impenetrabili e odiosi, ha detto invece Giocondo Talamonti (Rifondazione Comunisti Italiani) premettendo di non essere un “nostalgico del muro”. “Se per reggersi un sistema politico ha la necessità di costruire muri di difesa è evidente che si tratta di un sistema estremamente fragile perché non si regge sul consenso dei sudditi”. “Non sono d’accordo però nel celebrare l'evento al fine di sensibilizzare le giovani generazioni sul significato del muro di Berlino quale simbolo di intolleranza e di oppressione”. “Mi sembra un goffo tentativo per non ammettere che la libertà già si festeggia nel nostro Paese il 25 aprile”.

Mauro Nannini (Rif. Comunisti Italiani) ha detto che occorre oggi impegnarsi per abbattere altri muri, come quello della povertà, quello tra il Nord e il Sud del mondo.

Anche Claudio Campili (Idv) ha detto che “tra centomila problemi che ha l’Italia non si capisce perché si debba parlare del muro di Berlino”.

Per Riccardo Giubilei (Pd) “stiamo parlando di valori che vanno ben oltre gli steccati politici”. Quanto è successo – ha aggiunto – deve servire di lezione anche per l’oggi, soprattutto in riferimento ai rapporti con il Sud del mondo: “il fiume non si argina con le mani”.

Per Paolo Maggiolini (Lista Baldassarre) la caduta del muro è una ricorrenza che celebra la libertà e non può che trovare tutti d’accordo.

Per David Tallarico (Città Aperta) occorre intendere il valore della libertà in ogni parte del mondo, mentre Giuseppe Boccolini (SL) ha ricordato che bisogna tenere a mente la lezione delle dittature, ma ha anche sottolineato il ruolo di movimenti popolari come Solidarnosc nella storia dell’Europa dell’Est.

Per Dario Guardalben (Pdl) la celebrazione della caduta del muro “è un’occasione che non possiamo perdere per chiedere un’attenzione maggiore ad ogni livello per la libertà e per i diritti dell’uomo che nel ‘900 hanno subito l’oltraggio dei totalitarismi”.
Guardalben ha fatto però anche riferimento ad alcune sacche di intolleranza che a suo parere si riscontrano anche a Terni. In particolare ha fatto riferimento al “trattamento subito di recente dalla pubblicazione di carattere storico dell’avvocato Marcellini” sulla Resistenza.

Giampiero Amici (Pd) condividendo l’impostazione generale dell’atto ha sottolineato come la sinistra italiana già a suo tempo prese le distanze dal socialismo reale ed è per merito di quelle riflessioni e per quelle prese di distanza di allora e per la sua capacità di elaborazione e di rinnovamento che ancora oggi conserva un ruolo così importante nella politica del nostro Paese.

Carlo Orsini (Pdl) ha detto di sperare che “finalmente anche nella nostra città si possa percorrere la strada di una lettura della storia condivisa, premessa per lavorare con gli stessi metodi, anche da posizioni diverse, su temi d’interesse pratico”.


Fonte: Corriere dell’Umbria del 08/11/2009

Articolo di Eleonora Stella


La manifestazione indetta dalla Flc-Cgil ieri pomeriggio a piazza della Repubblica:“In piazza per difendere la scuola pubblica”
(Insieme studenti, docenti e sindacalisti contro tagli e accorpamenti)


Terni – Il Ministero taglia i fondi, la Regione attiva una commissione per riflettere sul futuro assetto degli istituti tecnici e professionali senza includere i due dirigenti di riferimento per il Comune di Terni e le scuole? Cosa fanno? Scendono in piazza per parlare di se attraverso l’iniziativa “100 piazze per la conoscenza”. Una manifestazione a valenza nazionaleche la Flc-Cgil ha proposto anche nella Conca allestendo degli appositi stand in piazza della Repubblica. Un incontro en plein air per far conoscere la realtà degli istituti che si trovano nel territorio e, tra le altre cose, raccogliere firme per la campagna “Conoscere per sapere”, per una legge d’iniziativa popolare sull’apprendimento permanente.


“Questa manifestazione – spiega il segretario provinciale Flc-Cgil, Tommaso Dionisi – vuole essere una risposta a quanti sostengono che la scuola pubblica sia un inutile spreco e procedono con i tagli che la stanno mettendo in ginocchio.”


“Noi operatori della scuola – aggiunge il dirigente del Pertini-Allievi, Giocondo Talamonti – siamo convinti che lo sviluppo del territorio passi attraverso la formazione pubblica, pertanto, continueremo a scendere in piazza fin quando la classe politica non rivedrà le scelte miopi compiute nel tempo”.


Ed infatti, ieri pomeriggio all’apertura dello stand c’erano tutti. Studenti dell’indirizzo alberghiero del Casagrande, dell’istituto d’arte, del Pertini-Allievi, docenti, sindacalisti, genitori. Tutti insieme per parlare di scuola. Per mettere in mostra gli elaborati, i vestiti realizzati a mano, i filmati registrati in classe, i modelli in scala di pannelli fotovoltaici, i robottini progettati nel corso delle ore didattiche.


“Questa manifestazione è importante perché si pone come obiettivo quello di creare un legame tra mondo scolastico e territorio”, commenta Clarissa del Metalli.


“I giovani e gli adulti di questa città – aggiungono in coro Cristina, Alessandra e Marianna del 5L indirizzo alberghiero – hanno bisogno di conoscere le scuole, soprattutto gli istituti professionali, perché siamo stanchi di essere bollaticome studenti nullafacenti o quantaltro. Le scuole – aggiungono – riflettono il territorio. Diplomano soggetti che poi entrano nel mondo del lavoro perciò non si può continuare sulla falsa riga del disfattismo generalizzato”.


Dello stesso parere anche il segretario provinciale dell’ NIdiL-Cgil Maura Mauri, indaffarata nel raccogliere firme per la petizione popolare contro l’applicazione dei nuovi coefficienti di calcolo sulle pensioni dei lavoratori precari e discontinui.

“Occorre dare fiducia ai giovani – dichiara il segretario. Garantire loro compensi idonei al carico di lavoro richiesto e non criticare sempre in base ad inutili luoghi comuni”.



Al Sindaco del Comune di Terni
Al Presidente del Consiglio Comunale
All’Assessore alle partecipate


Premesso il ruolo sociale e strategico che svolgono le aziende partecipate (ASM, AsFM, USI, SII, ATC) , la cui gestione attuale determina un appesantimento dei conti pubblici anziché la produzione di un servizio di pubblica utilità, in grado

Visto che il CdA (Consigli di Amministrazione) delle partecipate sono scaduti o in via di scadenza, e che occorre rinnovarli per consentire scelte strategiche di risanamento e di sviluppo nel rispetto degli interessi della collettività.

Tenuto conto di quanto affermato nel programma condiviso dall’intera coalizione, che impegna l’amministrazione a condividere la necessità di praticare la strada della qualità, per le nuove governance auspichiamo un metodo di scelta delle risorse umane capace di garantire stabilmente una politica di risanamento e la funzione pubblica delle partecipate stesse. Si definiscono le seguenti linee d’indirizzo per le singole partecipate:

Consideriamo che per quanto concerne l’ASM è strategica la valorizzazione dei seguenti assetti industriali:

1. incremento dell’intervento nel settore dell’energia;
2. la collaborazione con altre grandi imprese del settore dei servizi (socio operatore della SII SCPA - società consortile per azioni-; Umbria Distribuzione Gas SpA-- società costituita dall’Italgas SpA al 45%, da ASM Terni SpA al 40% e da ACEA SpA al 15%) al fine di una maggiore efficienza aziendale;
3. la creazione della multiutility provinciale, a maggioranza pubblica, deve garantire risparmi di scala mediante l’ottimizzazione dei servizi, nonché produrre un abbattimento dei costi per l’utente finale e una trasparente gestione delle risorse;
4. incrementare la raccolta differenziata sia porta a porta che estendere e potenziare il sistema di raccolta al fine di passare dall’attuale 25% ad almeno il 65% di differenziata così da abbattere i costi dovuti al trasferimento nella discarica di Orvieto e ridurre gli impatti ambientali;
5. l’avvio tempestivo di una politica industriale attiva in grado di incentivare la realizzazione di una vera, e propria filiera industriale del riciclaggio e del riuso, valorizzando al meglio le quote raggiunte nella raccolta differenziata e trasformando quello che abbiamo conosciuto come il polo dell’incenerimento a Maratta in polo del riciclo. Perché questo presupposto sia più facilmente percorribile è necessaria la chiusura del ciclo dei rifiuti mediante una presenza pubblica nella gestione degli impianti.

Preso atto dell’attuale condizione dell’AsFM che impone un rinnovo immediato della governance, l’obiettivo da perseguire è quello di costituire una SpA pubblica sul modello già in essere in altre amministrazioni. Si auspica una struttura societaria a maggioranza pubblica e con un’azionariato diffuso, che coinvolga in particolare il personale dell’ente sia nel capitale che nella gestione.
Va promossa una gestione dell’AsFM SpA in grado di predisporre un piano industriale di rilancio volto a conferire competitività ed efficienza all’azienda, che mantenga la funzione sociale avuta in questi anni e che sia in grado di definire nuovi servizi in funzione dei nuovi bisogni.

Visto che per quanto riguarda CMM, si è completato il processo di trasformazione in USI (Umbria Servizi Informativi), la radicale ristrutturazione che nella, pratica ha determinato una problematica riduzione del personale rischia di ridimensionare le sue potenzialità.

Prevediamo per il CMM la definizione di due core business:

1.uno centrato sull’attuale attività dell’USI, che va potenziata;
2. l’altro, visti anche gli ingenti investimenti fatti dal Comune, centrato sulla produzione culturale affinché diventi uno dei filtri fondamentali, dello sviluppo economico del territorio fondato sui distretto culturale, attraverso la messa in rete con gli altri contenitori e soggetti attivi nell’ambito della produzione culturale e della formazione.

Visto che nel SII aumentano le tariffe e diminuisce la qualità dei servizi, occorre revisionare il Piano di Ambito e rivedere la convenzione con il privato, che oggi opera in condizioni di indubbio vantaggio (pubblicizzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti).

Utilizzando come valore di contrattazione la rinegoziazione delle garanzie prodotte dall’amministrazione comunale per garantire il. debito contratto dalla gestione privata, si devono creare le condizioni per attivare le procedure di passaggio della governance privata alla gestione pubblica.

Tenuto conto della risorsa importante per il territorio rappresentata dall’ATC, che sta ulteriormente qualificando il suo parco mezzi, che gestisce in modo efficiente ed economico il sistema dei parcheggi e del trasporto pubblico locale, che sta compiendo un ulteriore salto di qualità con il potenziamento dei sevizi dell’Aviosuperficie, occorre sostenerla nell’opera di diversificazione di mercato e in fase dì costituzione della Holding regionale dei trasporti, affinché il patrimonio aziendale dell’ATC, sia in termini di mezzi che di risorse umane, sia tutelato pienamente nel nuovo assetto aziendale regionale.

La nuova Holding, pur perseguendo la razionalizzazione della gestione e l‘abbattimento dei costi, deve garantire il mantenimento dei servizi che hanno funzione di interazione sociale per i territori penalizzati dalla posizione geografica.

Alla luce di quanto sopra si impegna il sindaco a:

o dare seguito al rinnovo dei CdA delle partecipate tenendo conto che per PATC si dovrà dare mandato all’attuale CdA fino alla. costituzione della Holding regionale

o dare seguito alla costituzione all’ASM di una multiutility pubblica, potenziare la raccolta differenziata e sviluppare il progetto del polo del riciclaggio e del riuso;

o tutelare e consolidare il ruolo di servizio pubblico, riappropriandosi delle competenze all’interno del SII, oggi sbilanciato verso il privato;

o avvalersi, per il risanamento, di governance in grado di portare avanti un piano aziendale e di produrre utili alle casse comunali nel rispetto della funzione sociale dei servizi prodotti dalle partecipate;

o monitorare periodicamente lo stato di salute economica-finanziaria delle aziende partecipate e la qualità dei servizi erogati tramite la costituzione di apposita commissione consiliare con specifiche competenze riconosciutegli dal consiglio comunale.

Terni, 3 novembre 2009


Rifondazione Comunista/Comunisti Italiani
Talamonti Giocondo
Nannini Mauro
Luzzi Luzio

Progetto Terni Città Aperta:
Giorgio Aquilini Ugolini,
David Tallarico

La scomparsa di Giuseppe Capiato lascia un profondo vuoto nell’animo dei ternani che si uniscono al dolore della famiglia.

Il ricordo che Giuseppe ha lasciato nella storia e nella tradizione di Terni è legato ad un degli aspetti più cari allo spirito cittadino:
la Festa del cantamaggio.

Giuseppe ha svolto la sua funzione con apprezzabile competenza nell’interesse di tutti i ternani non trascurando principi di equità anche fra i concorrenti alla manifestazione maggiaiola.

Chi lo ha conosciuto seguiterà a ricevere esempi di correttezza comportamentale e di profonda serietà nell’affrontare un compito che solo apparentemente può apparire frivolo.

Tutti gli dobbiamo stima, ringraziandolo per essersi dedicato a vantaggio dell’intera comunità.

Riconoscenza gli viene tribuita dall’Istituto Pertini che ha potuto giovarsi dei suoi preziosi consigli nel corso degli ultimi anni di partecipazione al concorso folkloristico. Grazie Giuseppe per quanto ci hai dato e quanto ci hai insegnato.


Giocondo Talamonti

(intervento di Giocondo Talamonti per ricordare la figura di Giuseppe Capiato in Consiglio Comunale)

Professionalità e merito
La sostituzione della dott.ssa Grechi alla Direzione Generale del Comune di Terni s’infittisce di polemiche. Al suo posto subentra l’Arch. Tarquini, nonostante l’opposizione di alcuni sindacati.

E’ curioso come si cerchi in tutti i modi di farsi del male e ci si chiede dove si voglia arrivare contrastando la scelta che cade su un ternano, su un professionista competente, su un cittadino di specchiata onestà. Il motivo più insistente di rifiuto, polemicamente accampato, è nella remunerazione, messa in relazione con le difficoltà finanziarie e alla crisi imperante.

Sarà il caso di ricordare ai detrattori occasionali che il costo economico di un funzionario accorto, in un settore-chiave dell’amministrazione di un ente, come ci si attende che sia l’Arch. Tarquini, può essere ammortizzato in un tempo brevissimo.


I fattori che dovrebbero orientare la scelta sono altri ed esattamente quelli che hanno concorso nell’identificazione della figura: conoscenza della realtà ternana, provata competenza professionale, impegno a dedicarsi ai mille problemi della città, garanzie di equità, capacità di valutare in senso tecnico ed estetico la crescita e lo sviluppo urbano.
La condivisione della candidatura dell’Arch. Tarquini alla copertura della Direzione Generale accomuna quanti si sono trovati a collaborare con lui anche per brevi periodi, a quanti hanno ricevuto prove di correttezza etica e pratica, frutto di una seria interpretazione del ruolo che è chiamato a svolgere ogni pubblico amministratore.

C’è da augurarsi che per una volta si abbandonino strategie particolari e si premi la cittadinanza mettendo a capo di un compito tanto delicato una persona di assoluta moralità e abilità professionale.


Terni, 3 novembre 2009

Giocondo Talamonti


Di fronte agli sviluppi poco edificanti che una parte del mondo sportivo ha recentemente offerto all’attenzione nazionale ed internazionale, ribadiamo il nostro orgoglio di appartenere ad un settore che ha saputo mantenersi alla larga da facili ammiccamenti legati da un errato concetto di “competitività”.

Vivere a margine dei grandi giochi di potere, al riparo della valanga di interessi che investe certe discipline, rafforza negli iscritti alle associazioni amatoriali i valori insiti nello sport, nelle sue finalità e nei suoi progetti.

Siamo andati persino oltre i principi decubertiani della pratica sportiva, in quanto riferibili alla partecipazione in un contesto competitivo: noi concepiamo l’attività motoria come autoregolatrice del comportamento, come misura autonoma delle capacità individuali in grado di rapportarci con l’ambiente umano e fisico in cui opera.

La nostra filosofia di sport guarda alla salute del partecipante, al miglioramento dei suoi livelli di vita ed alla correttezza dei rapporti sociali; puntando all’integrazione ed alla solidarietà, giudicandoli strumenti di base per la diffusione e la crescita di valori intesi come patrimonio universale.

L’assenza di competitività annulla il ricorso al doping, scorciatoia morale e piaga sociale di tante, troppe discipline; priva di interessi economici la prestazione e l’atleta, impegnato con se stesso, seppure in relazione con quanto lo circondi.Ma non abbiamo avversione o preconcetti nei confronti dello sport competitivo: il nostro obiettivo è di contribuire a migliorarlo con l’esempio e con l’impegno, ricondurlo nei canoni di correttezza e valorizzarne le prestazioni quando ottenute con il sacrificio, l’affinamento della tecnica, il coraggio.

Un recente sondaggio, condotto presso gli alunni delle Scuole medie, ha messo in evidenza che oltre la metà dei ragazzi sarebbe disposto ad assumere sostanze dopanti pur di raggiungere notorietà e ricchezza.Il dato dimostra che al pericoloso riferimento a certi modelli non fa riscontro un’adeguata educazione morale ed evidenzia la profonda crisi che la famiglia e la scuola vivono nella formazione delle giovani generazioni.
Crescere nell’ottica dell’agiatezza, raggiunta con ogni scorciatoia percorribile, è ormai l’aspirazione di ogni giovane, alimentata dall’avidità degli adulti e sostenuta da media incuranti dei danni sociali che provocano i loro messaggi.
Ricondurre errati modelli sociali in un ambito di maggior rispetto per la dignità della persona, diventa imperativo includibile se si vuole recuperare il patrimonio di valori che connota una società civile.

La Scuola deve sobbarcarsi forse il ruolo più impegnativo per formare una coscienza nuova nelle giovani generazioni; riproponendo ideali collettivi ed individuali che superino il richiamo ingannevole di sport, così come presentato dai media.
Dalla scuola deve prendere avvio un preciso programma di “ricupero”; da essa, più che dalla società in crisi di valori, deve scaturire la spinta e lo stimolo a concepire l’attività motoria, non più come mezzo per raggiungere benessere economico, ma per arricchire muscoli e spirito.

Giocondo Talamonti