"C’è poco da festeggiare, caduto un muro ne sono stati costruiti infiniti altri, ancora più impenetrabili e odiosi"



Il ventennale del muro di Berlino in consiglio comunale10.11.2009 - ore 12:46 - Sull’atto d’indirizzo manca l’unanimità.
Il sindaco: “Rimane viva la tensione verso una società più libera, aperta e tollerante”

Direzione Comunicazione/Uff. stampa) - Nel ventennale della caduta del muro di Berlino il consiglio comunale ha votato a maggioranza, con otto astensioni, un atto d’indirizzo per ricordare l’evento e per chiedere alla Giunta di organizzare “specifiche iniziative per sensibilizzare, in special modo le giovani generazioni, di concerto con le autorità scolastiche, sulla celebrazione della caduta del muro e più in generale sul significato dei valori di libertà, dei diritti umani inviolabili e del rispetto della persona e sui pericoli dei totalitarismi”. Sull’atto di partenza che era stato predisposto dalla conferenza dei presidenti la maggioranza ha chiesto però un’ulteriore aggiustamento sul “superamento di tutti i muri materiali e immateriali e dei totalitarismi passati, presenti e futuri”. Questa modifica non ha trovato l’accordo del centro-destra che si è astenuto.
“Quel 9 novembre del 1989 – ha detto il sindaco Leopoldo Di Girolamo cadeva anche l’idea di un’Europa divisa e subalterna e ricominciava il sogno di un’Europa all’avanguardia nella ricerca della libertà, nella costruzione di ponti di civiltà e d’integrazione. A vent’anni di distanza solo una parte di quel sogno si è avverata . Rimane vivo quello spirito, quella tensione morale verso una società sempre più libera, aperta, verso l’accrescimento delle opportunità e dei diritti civili”. “Come città di Terni abbiamo tutti i titoli per sentirci parte di questo immenso patrimonio civile e dobbiamo continuare ad assumerci l’impegno di rendere la nostra città sempre più europea, moderna, aperta e solidale”.
Sull’astensione Lista Baldassarre e PDL, hanno inviato questa dichiarazione: “Dopo che la conferenza dei presidenti aveva approvato un testo, elaborato dal presidente Giorgio Finocchio, mediato dai contributi dei vari capi gruppo, la maggioranza ha voluto inserire, in un testo dedicato alla celebrazione del crollo del muro di Berlino e del totalitarismo comunista, il riferimento a problemi e fatti estranei ; tali problemi , sintetizzati dall’espressione proposta dall’esponente di Rifondazione comunista Talamonti, di condanna a “tutti i muri materiali ed immateriali” che, nelle dichiarazioni della stessa maggioranza, si riferivano a problematiche diverse, quali la politica sugli immigrati, la liberazione della Palestina e quant’altro. Denunciando l’ennesima strumentalizzazione di un fatto storico di libertà e la chiusura preconcetta verso ogni contributo dell’opposizione siamo stati, quindi, costretti ad astenerci dal voto, per non approvare inutili strumentalizzazioni , non abbandonando l’aula per puro senso di responsabilità. L’accaduto riprova l’ipocrisia della sinistra che dice di condividere i valori di democrazia e libertà per , poi, piegarsi a chi ha dichiarato di non riconoscersi in questa data”.

“C’è poco da festeggiare, caduto un muro ne sono stati costruiti infiniti altri, ancora più impenetrabili e odiosi, ha detto invece Giocondo Talamonti (Rifondazione Comunisti Italiani) premettendo di non essere un “nostalgico del muro”. “Se per reggersi un sistema politico ha la necessità di costruire muri di difesa è evidente che si tratta di un sistema estremamente fragile perché non si regge sul consenso dei sudditi”. “Non sono d’accordo però nel celebrare l'evento al fine di sensibilizzare le giovani generazioni sul significato del muro di Berlino quale simbolo di intolleranza e di oppressione”. “Mi sembra un goffo tentativo per non ammettere che la libertà già si festeggia nel nostro Paese il 25 aprile”.

Mauro Nannini (Rif. Comunisti Italiani) ha detto che occorre oggi impegnarsi per abbattere altri muri, come quello della povertà, quello tra il Nord e il Sud del mondo.

Anche Claudio Campili (Idv) ha detto che “tra centomila problemi che ha l’Italia non si capisce perché si debba parlare del muro di Berlino”.

Per Riccardo Giubilei (Pd) “stiamo parlando di valori che vanno ben oltre gli steccati politici”. Quanto è successo – ha aggiunto – deve servire di lezione anche per l’oggi, soprattutto in riferimento ai rapporti con il Sud del mondo: “il fiume non si argina con le mani”.

Per Paolo Maggiolini (Lista Baldassarre) la caduta del muro è una ricorrenza che celebra la libertà e non può che trovare tutti d’accordo.

Per David Tallarico (Città Aperta) occorre intendere il valore della libertà in ogni parte del mondo, mentre Giuseppe Boccolini (SL) ha ricordato che bisogna tenere a mente la lezione delle dittature, ma ha anche sottolineato il ruolo di movimenti popolari come Solidarnosc nella storia dell’Europa dell’Est.

Per Dario Guardalben (Pdl) la celebrazione della caduta del muro “è un’occasione che non possiamo perdere per chiedere un’attenzione maggiore ad ogni livello per la libertà e per i diritti dell’uomo che nel ‘900 hanno subito l’oltraggio dei totalitarismi”.
Guardalben ha fatto però anche riferimento ad alcune sacche di intolleranza che a suo parere si riscontrano anche a Terni. In particolare ha fatto riferimento al “trattamento subito di recente dalla pubblicazione di carattere storico dell’avvocato Marcellini” sulla Resistenza.

Giampiero Amici (Pd) condividendo l’impostazione generale dell’atto ha sottolineato come la sinistra italiana già a suo tempo prese le distanze dal socialismo reale ed è per merito di quelle riflessioni e per quelle prese di distanza di allora e per la sua capacità di elaborazione e di rinnovamento che ancora oggi conserva un ruolo così importante nella politica del nostro Paese.

Carlo Orsini (Pdl) ha detto di sperare che “finalmente anche nella nostra città si possa percorrere la strada di una lettura della storia condivisa, premessa per lavorare con gli stessi metodi, anche da posizioni diverse, su temi d’interesse pratico”.