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 Le sfide per assicurare ai cittadini la salute si caratterizzano per loro complessità, universalità e continuità. La sostenibilità dei più elevati livelli di salute non può essere relazionata solo agli incrementi della spesa sanitaria ma passa necessariamente attraverso politiche di prevenzione e di promozione del benessere. La sostenibilità sanitaria ha due facce: quella del servizio sanitario e quella della salute sociale. In altri termini: “un sistema sanitario pubblico, universalistico, è sostenibile nella misura in cui i cittadini lo vogliono e intendono sostenerlo”. “Chi, invece, vuole demolire” il pubblico lo farebbe indebolendo progressivamente l’esistente. Ed è esattamente ciò che sta succedendo. Il più delle volte ci si rivolge al privato perché il pubblico non funziona o non è posto in condizioni di funzionare. Basta vedere le liste di attesa che rappresentano un esempio di debolezza del servizio sanitario, ma che denotano anche disaffezione e sfiducia della popolazione nei confronti del sistema sanitario pubblico. Tutto ciò obbliga gli utenti a rivolgersi al privato, e ciò avviene anche per altri temi dell’organizzazione sociale, quando, ad esempio, si ricerca efficienza e professionalità. I fondamenti del sistema di welfare: istruzione, sanità, previdenza sociale sono prioritari per lo sviluppo di una società che guarda lontano. L’Associazione Politico Culturale “Enrico Berlinguer” è attenta alla salute sia nella prevenzione che nella terapia ed è impegnata perché si affermi sempre più la sanità pubblica ed un nuovo Ospedale di eccellenza. Secondo quanto si apprende, il nuovo ospedale di Terni – sul piano progettuale – conterà 15 sale operatorie (contro le 10 attuali), due diversi pronto soccorso, un’area elisoccorso sul tetto dell’edificio, un parcheggio multipiano, dotazioni tecnologiche. La struttura potrà contare su 540 posti letto, come l’attuale ‘Santa Maria’. Quello che manca, secondo l’Associazione “Berlinguer” è un confronto fra le forze vive della città, le Istituzioni (Comune, Regione) e i dirigenti della sanità pubblica ospedaliera che assuma posizioni in merito al sito del nuovo Ospedale, dare impulso ad una fase di potenziamento della rete sanitaria regionale avviando tutte le procedure necessarie ad espletare le assunzioni, recuperando le prestazioni accumulate nel periodo della pandemia. Non insistere sugli indicatori di performance tesi a ridurre la degenza media dei ricoveri a non più di sette giorni, in media Si tratterebbe di un progetto che finirebbe per aumentare la “produzione” e di conseguenza i costi. Secondo l’Associazione “Berlinguer” è un modo di trattare le persone come pacchi. Occorre invece vedere come migliorare il rapporto ospedale-università, quale ruolo far assumere all’Università, quali investimenti fare in campo tecnologico, dal digitale alla robotica, partendo dalla considerazione che il futuro della medicina è segnato   dall’intelligenza artificiale. La quale resta uno strumento che necessita di essere integrata con figure di specifica esperienza sanitaria, capaci di governare le nuove tecnologie e, cosa più importante, di metterle al servizio della persona, secondo una visione etica ed “umana”. Su questa interpretazione si gioca il ruolo della ricerca e dell’Università, lo sviluppo di nuovi farmaci e vaccini, la telemedicina, la chirurgia robotica. Tutto questo si può realizzare se pensiamo ad un modo diverso del lavoro in una azienda sanitaria, che con il contributo di tutti vogliamo potenziare e rendere operativa nell’intero arco delle 24 ore. Ed è chiaro che la soluzione dei problemi passa esclusivamente dalla volontà di ciascuno di noi.

Terni, 27 novembre 2022

 

Giocondo Talamonti




Francesco e Virgilio Alterocca

 







 Oggi è una giornata importante. Voglio iniziare ringraziando tutti i presenti ed il particolare l’Assessore alla scuola Cinzia Fabrizi, il vicario generale Salvatore Ferdinandi della Diocesi di Terni, Narni, Amelia per aver risposto all’invito con entusiasmo. La Dirigente Prof.ssa Barbara Margheriti per la disponibilità ad essere qui oggi.

 

 Settant’anni fa un gruppetto di ragazzi iniziava, inconsapevolmente un percorso di vita con beata innocenza, ora si ritrovano nella stessa scuola che aveva ospitato speranze e aspettative, sogni e incertezze. La guerra, finita da poco, lasciava gli strascichi dell’indigenza compensata largamente dalla solidarietà.

 Era l’epoca felice in cui bastava un niente per sentirsi ricchi nello spirito e nel cuore.

 La scuola era vista come fucina del sapere, viva era la convinzione che saper leggere e scrivere fosse un vantaggio per uscire dalla miseria e dalle privazioni.

Era vista meno come luogo di educazione comportamentale, perché chi vi entrava conosceva già le regole civili del rispetto, impartite dalla famiglia, attenta ad inculcare i valori sociali e morali praticati da chi aveva sofferto gli orrori della guerra.

Un messaggio ai giovani che lo studio è fondamentale per crescere bene.

A 70 anni dagli stessi banchi della scuola “Oberdan” vogliamo dire ai giovani che studiare, leggere e continuare a farlo nell’arco della vita consente di essere liberi e di guardare ad un futuro di uguaglianza sociale.

Agli inizi del ‘900 l’analfabetismo raggiungeva l’80%, la maggior parte della gente firmava con una croce, per questo la parola data aveva un valore di contratto e gli accordi commerciali fra privati erano sugellati da una stretta di mano.

Quella generazione ha vissuto i licenziamenti negli anni ’50, la riconversione dell’Acciaieria dal bellico al civile e la grave crisi che portò prima a 700 e poi a 2000 licenziamenti, mettendo sul lastrico migliaia di famiglie.

Dal movimento di lotta prodotto dal legame sempre più stretto tra fabbrica e città, si è conformata “la classe operaia" che ha avuto la capacità intellettuale di “vedere” sempre con chiarezza i contorni delle varie crisi, e tracciare la via per governare i processi di risanamento industriale che si sono succeduti fino ai giorni nostri.

Ma torniamo sui banchi di scuola.

Ho iniziato la prima elementare nel 1952. In classe eravamo 25 (Armagno Antonio, Biancolatte Eugenio, Buzi Arnaldo, De Benedictis Alessandro, Evangelisti Sergio, Falchi Roberto, Falsini Pietro, Ferranti Adriano, Fausti Mario, Fiocchi Renzo, Giovannetti Mario, Guerra Sileno, Inches Nando, Lisci Vincenzo, Moresi Attilio, Nafissi Fabio, Ricci Romualdo, Ricciutelli Ernesto, Rossi Franco, Severini Daniele, Talamonti Giocondo, Tedeschi Renato, Tedeschi Silvano, Trionfetti Paolo, Todini Danilo) e la maestra era la Signora Maria Spagnoli ved. Moretti.

 Era un periodo in cui gli spostamenti frequenti delle famiglie da un quartiere ad un altro, comportavano cambiamenti di Istituto e di classe. Tre nuovi iscritti alla seconda classe (Mazzitelli Mauro, Mattioli Giampiero e Proietti Sandro), altri due sono stati inseriti in terza elementare (De Rosa Pino e Righi Dario), altri inserimenti si sono aggiunti in quarta (Chiavetti Piero, Duzi Carlo e Ricciutelli Rossano) e in quinta (Guarino Tommaso, Lucidi Luciano, Moroni Massimo e Pietrolati Sergio), altri sono usciti dal gruppo iniziale Armagno Antonio, Falsini Pietro, Giovannetti Mario, Inches Nando.

 

Ricordo che la scuola aveva una bella palestra, ma che ci fu tolta per un periodo abbastanza lungo, adattata a chiesa in attesa di edificare Santa Maria della Misericordia a Borgo Bovio, a due passi dalla scuola elementare.

I giovani del palazzo di via Romagna, n.93 che frequentavano la mia stessa classe erano due, Lisci Vincenzo e Armagno Tonino. Quest'ultimo emigrò negli Stati Uniti perché il padre che era un piazzista di stoffe aveva perso lavoro.

Abbiam già festeggiato nel 2002 cinquant'anni insieme ed in quella occasione la Preside ci ha messo a disposizione i giudizi di allora, trancianti per tutti, salvo qualcuno. Riproporli oggi significa l'allontanamento della maestra per incapacità pedagogica.

Nonostante l’abisso fra i metodi del tempo e quelli odierni, siamo cresciuti con sani valori.

Tutto era più facile a scuola in tema di educazione perché la famiglia collaborava allo sforzo dell’insegnante. La scuola era un punto di riferimento per tutti, al contrario di oggi, sottoposta a critiche ingiuste  da famiglie spesso disunite, da genitori separati che si fanno “perdonare” la colpa  con regali, “paghette” settimanali, sostituti ordinari dell’affetto cui ogni figlio ha diritto. Anche la figura del docente ha perso prestigio e autorità; gli esempi di reazioni scomposte di genitori insofferenti agli interventi dei docenti sono all’ordine del giorno. Ho ricordato le sensazioni vissute sapendo che non sono tanto diverse dalle vostre, ma il messaggio forte da trasmettere ai nipoti è di considerare lo studio e l’educazione fattori prioritari della crescita di ognuno.

Noi giovani del ’46, e qualcuno del ’45 siamo una testimonianza di bravi ragazzi, abbiamo imparato senza accorgercene il senso dell’amicizia disinteressata, il senso dell’appartenenza ad una comunità capace di unire e affratellare. Allora, dire “io so de Borgo Bovio” non era solo un monito che faceva riflettere chi avevi difronte, era un orgoglioso senso di appartenenza, di unità, di partecipazione alla vita del quartiere, significava impegnarsi per diventare protagonisti della crescita personale e di gruppo. 









Una camminata a Castelluccio di Norcia

 L’Amatori Podistica Terni, il 30 giugno 2022, ha partecipato a Castelluccio di Norcia ad una splendida camminata di gruppo tra i sentieri dell’altopiano di Castelluccio per ammirare la Fioritura che ha offerto un incantevole spettacolo. Le specie floreali che tingono il Pian Grande e il Pian Perduto, sono innumerevoli: genzianelle, narcisi, violette, papaveri, ranuncoli, asfodeli, viola eugeniae, trifogli, acetoselle e tant’altro. L’iniziativa era aperta a tutti, camminatori (9 Km circa) e per i meno allenati 3Km. L’uscita del gruppo a Castelluccio era finalizzata a migliorare il livello di attività fisica, favorire la socializzazione e promuovere stili di vita sempre più corretti. Dopo la camminata il gruppo si è rinfrescato ed ha recuperato lo sforzo fisico con prodotti tipici locali presso l’Osteria del Vettore. Vi hanno partecipato: Camilli Carlo, Cicconi Alessia, D'Antona Luigi , De Rosa Maria Grazia, Di Giovenale Rita, Dominici Pasquina, Ferroni Laura, Gaggiotti Gianni, Giammari Patrizia, Giobbi Anna, Giobbi Paola, Grimani Ulisiana, Latini Siro, Lombardo Liana, Lombardo Peppino, Mariani Paolo, Mascellini Gabriele, Maurizi Mirco, Mosca Martina, Pacifici Rossana, Palmieri Donatella, Papa Pasquale, Pecorari Antonella, Pierbattisti Daniela, Podda M. Antonietta, Proietti Pancrazio, Santilli Paola, Santopaolo Luana, Sardonini Edgardo, Schiavo Augusto, Schiavo Bruna, Schiavo Lorenzo, Talamonti Giocondo, Tartamelli Lina,Tolomei Simonetta. Al termine tutti soddisfatti e prima di lasciarsi si sono dati appuntamento per domenica 3 luglio in Valserra.

 

Per partecipare a queste uscite è fondamentale iscriversi. Prima uscita di prova gratuita.
Per le successive è fondamentale il tesseramento annuale all’Amatori Podistica Terni Via Medici n.40.

Giocondo Talamonti









Potere d’acquisto dei salari

 Nubi minacciose si addensano in Italia, in Europa e nel mondo. È l’effetto concomitante di spinte inflazionistiche dettate da fattori, ideati, voluti e realizzati dall’uomo. In primis la guerra, con i suoi morti, distruzioni, penalizzazioni economiche, sanzioni e veti. Tutto questo s’è portata dietro la crisi del grano, ancora in attesa di soluzioni. Il grano marcisce nei depositi portuali ucraini, incurante dei tempi necessari a ricomporre le controversie internazionali. S’aggiunga al quadro già tragico l’azione speculatrice delle parti in causa. L’Ucraina produce 26 milioni di tonnellate di grano all’anno, cioè meno del 4% del totale mondiale che è pari a 750 milioni di tonnellate. Cina, India e Russia sono, invece, paesi leader nella produzione e rappresentano insieme circa il 42% della produzione mondiale di grano. Eppure, dalle informazioni che riceviamo sembra che l’Ucraina sia l’unico esportatore di grano. Fa la sua parte deleteria la crisi energetica, per certi versi incomprensibile in tutti i suoi aspetti, ma che impone a Paesi e Unioni di prendere contromisure per evitare simili situazioni nel prossimo futuro. Il quadro alimentare già compromesso dalla guerra s’aggrava sulla spinta dei cambiamenti climatici e della siccità: le temperature globali medie sono aumentate considerevolmente rispetto ad un secolo fa. Tutto quanto sopra esposto si traduce nell’impoverimento dei salari e pensioni, situazione particolarmente accentuata in Italia, ancorata a parametri non più accettabili, considerato che la capacità di acquisto dei salari è ferma a quella di trent’anni fa. Attualmente, in Italia, l’inflazione è salita all’8%, rendendo insostenibile la capacità delle famiglie di mantenere livelli di vita già di per sé penalizzati e penalizzanti. Lo Stato è obbligato a indirizzare le risorse di cui dispone al contenimento di specifici settori energetici, come luce e gas e lo fa sottraendole ai settori produttivi dell’economia, per cui, se da un lato le bollette dell’elettricità e del gas godono di sconti alla fonte, dall’altro sottrae risorse vitali per la salute economica del Paese. Il meccanismo che sta alla base dei rincari è doppiamente gravoso perché tiene conto del “timore” della perdita del potere d’acquisto, prima ancora che dell’entità inflazionistica reale. È un po’ il cane che si morde la coda. Gli analisti sono convinti che la crisi attuale si manifesterà in tutta la sua drammaticità nel prossimo futuro. E allora il problema sarà non più il costo del lavoro, ma il lavoro stesso. La politica deve aver presenti obiettivi e temi che la realtà attuale le sottopone. Non può soffermarsi alla soluzione di aspetti che con economia, lavoro, produttività e ordine sociale sono in sottordine.

Giocondo Talamonti




 di GIOCONDO TALAMONTI*

Nubi minacciose si addensano in Italia, in Europa e nel mondo. È l’effetto concomitante di spinte inflazionistiche dettate da fattori, ideati, voluti e realizzati dall’uomo. In primis la guerra, con i suoi morti, distruzioni, penalizzazioni economiche, sanzioni e veti. Tutto questo s’è portata dietro la crisi del grano, ancora in attesa di soluzioni. Il grano marcisce nei depositi portuali ucraini, incurante dei tempi necessari a ricomporre le controversie internazionali. S’aggiunga al quadro già tragico l’azione speculatrice delle parti in causa. L’Ucraina produce 26 milioni di tonnellate di grano all’anno, cioè meno del 4% del totale mondiale che è pari a 750 milioni di tonnellate. Cina, India e Russia sono, invece, paesi leader nella produzione e rappresentano insieme circa il 42% della produzione mondiale di grano. Eppure, dalle informazioni che riceviamo sembra che l’Ucraina sia l’unico esportatore di grano.

Fa la sua parte deleteria la crisi energetica, per certi versi incomprensibile in tutti i suoi
aspetti, ma che impone a Paesi e Unioni di prendere contromisure per evitare simili situazioni nel prossimo futuro. Il quadro alimentare già compromesso dalla guerra s’aggrava sulla spinta dei cambiamenti climatici e della siccità: le temperature globali medie sono aumentate
considerevolmente rispetto ad un secolo fa. Tutto quanto sopra esposto si traduce nell’impoverimento dei salari e pensioni, situazione particolarmente accentuata in Italia, ancorata a parametri non più accettabili, considerato che la capacità di acquisto dei salari è ferma a quella di trent’anni fa. Attualmente, in Italia, l’inflazione è salita all’8%, rendendo insostenibile la capacità delle famiglie di mantenere livelli di vita già di per sé penalizzati e penalizzanti. Lo Stato è obbligato a indirizzare le risorse di cui dispone al contenimento di specifici settori energetici, come luce e gas e lo fa sottraendole ai settori produttivi dell’economia, per cui, se da un lato le bollette dell’elettricità e del gas godono di sconti alla fonte, dall’altro sottrae risorse vitali per la salute economica del Paese. Il meccanismo che sta alla base dei rincari è doppiamente gravoso perché tiene conto del “timore” della perdita del potere d’acquisto, prima ancora che dell’entità inflazionistica reale.

È un po’ il cane che si morde la coda. Gli analisti sono convinti che la crisi attuale si manifesterà in tutta la sua drammaticità nel prossimo futuro. E allora il problema sarà non più il costo del lavoro, ma il lavoro stesso. La politica deve aver presenti obiettivi e temi che la realtà attuale le sottopone. Non può soffermarsi alla soluzione di aspetti che con economia, lavoro, produttività e ordine sociale sono in sottordine.

*Presidente Ass. Berlinguer.Terni




Riprendiamoci la Sanità…

 La sanità in Umbria ha progetti precisi: condizionare la funzionalità dell’ospedale di Terni per rendere la struttura sempre più un ospedale di comunità, piuttosto che di eccellenza.

Le finalità perseguite dall’Associazione Berlinguer in tema sanitario mirano a creare una struttura di eccellenza a Terni che, attraverso la mobilità attiva, diventi sempre più un polo di attrazione per le altre regioni. Ma la Regione ha un altro programma che si scontra con questo: non si vogliono avere 2 aziende di eccellenza, pertanto si sta operando a indebolirne una, quella di Terni (i primari non vengono sostituiti). Il quadro della situazione è distratto dal problema sorto con la proposta di realizzazione di una clinica privata con 200 posti letto di cui 100 convenzionati funzionale alla realizzazione e al finanziamento del nuovo Stadio cittadino. Una visione slegata da valutazioni di bisogno e volutamente fuorviante. Ma veniamo alla costruzione del nuovo Ospedale.

Latitano interventi mirati a dare risposte alle esigenze dei cittadini. Le liste d’attesa si allungano, il personale manca, perfino chi ha urgenza di intervento è chiamato ad aspettare, fosse anche un malato oncologico.  Si assiste a pazienti trattenuti per ore ed ore in corsia prima di vedersi assegnato un letto; il problema viene sistematicamente eluso. Anzi, presentato ai cittadini con posizioni di falsa propaganda: “Abbattimento liste attesa, riorganizzazione e riequilibrio economico: se non si raggiungono gli obiettivi indennità giù del 20% Sanità, penali per i direttori” (Corriere dell’Umbria del 12 agosto 2022). Se ci fosse la volontà di risolvere il problema delle liste di attesa si procederebbe ad assumere dottori e personale infermieristico e organizzare il servizio ampliandolo sull’intero arco della giornata, mettendo al centro la formazione del personale addestrandolo ad operare con l'ausilio di un robot e l’utilizzo della 5G, la quinta generazione delle reti mobili. L'obiettivo è svolgere da remoto persino operazioni delicate e critiche.

 

Il nuovo Ospedale di Terni è oggetto di una proposta avanzata da privati con la formula del Project Financing, “L'iter per il nuovo ospedale va avanti e a fornire  aggiornamenti sullo stato di avanzamento della procedura è proprio l'azienda ospedaliera…, sono state trasmesse ai soggetti proponenti il quadro esigenziale e la richiesta di adeguamento del progetto alle effettive necessità dell’ospedale da esso scaturite, con particolare riferimento ad alcune specifiche tecniche progettuali e conseguenti aspetti economici e di sostenibilità (economico-finanziaria e ambientale)…” Corriere dell’Umbria 11 agosto 2022.  Un modo fumoso per nascondere i problemi, che adotta la politica della “pezza” al posto del vestito nuovo. Ecco, allora, il nuovo Ospedale da realizzarsi sul sito dell’attuale Santa Maria, del quale più volte si sono evidenziati i limiti: complessità/onerosità della formula (tanto che è stata abbandonata in quasi tutte le regioni italiane, da ultimo l’Abruzzo), tipologia infrastrutturale, discutibilità e non sufficiente approfondimento sull’idoneità del sito proposto, coordinamento funzionale con il progetto dell’Ospedale di Narni-Amelia e la rete della sanità territoriale tutta ancora da programmare. È assurdo continuare a sprecare danaro pubblico investendo sulla vecchia struttura. Un invito ai ternani ad uscire dal torpore in cui stanno. Riprendiamoci la sanità in Umbria e il nostro Ospedale…

Terni, 16 agosto 2022

Giocondo Talamonti




La Sanità

 L’Associazione Berlinguer è fortemente preoccupata per come si sta affrontando il tema della sanità nel territorio. Del nuovo ospedale di Terni se ne parla ma non si trova mai una soluzione concreta; intanto la cittadinanza assiste alla lenta agonia della struttura: da ospedale di eccellenza ad ospedale di comunità. Tutti siamo d’accordo sul fatto che la sanità debba essere prevalentemente pubblica, che l’ospedale recuperi efficienza con l’uso delle nuove tecnologie e che migliori la qualità dei servizi prestati, ma pian piano si vede avanzare la sanità privata favorita dallo scientifico progetto di ostacolare la pubblica. Non è solo il caso delle liste di attesa, ma delle liste dei malati di cancro obbligati ad attendere mesi prima di essere operati. All’Ospedale di Terni in poco tempo sono andati in pensione i Proff. Pardini, Fatati, Parisi, Quartini, Liberati, Ferilli, etc. che hanno dato lustro al “Santa Maria” per le loro capacità e che hanno costituito motivo di fiducia da parte di pazienti provenienti da fuori regione. Oggi, si sta procedendo con i sostituti. È vero, bisogna puntare sull’organizzazione, sulla programmazione e sull’eliminazione delle liste di attesa attraverso una organizzazione di sistema ove il cambiamento di un primario non debba minimamente incidere sull’operatività della struttura. Ma si avverte, studiata, una convergenza di intenti. Ci sono interessi di parte (cooperative), Sindacati, politici che indicano obiettivi (costruire dove si trova il vecchio), altri politici orientati a costruire in tutt’altra parte, purché si raccordi bene con la viabilità (stradale e aerea) Un ospedale è per vocazione indirizzato a rispondere ai bisogni della gente; quando si parla di organizzazione occorre tener conto di una serie di problemi strutturali e culturali di fondo, di difficile soluzione, problemi che non possono essere eterni. Pertanto, se gli interventi infrastrutturali (nuove tecnologie, informatizzazione dei servizi) non riescono a incidere in modo determinante sul miglioramento dei risultati per una generica resistenza al cambiamento, s’impone di puntare sull’ integrazione tra servizi, di comunicazione, di motivazione e senso di appartenenza degli operatori perché ci sia, innanzi tutto coerenza tra l’organizzazione (la struttura) e le strategie; ogni intervento sull’organizzazione deve creare le condizioni per un miglior perseguimento e raggiungimento degli obiettivi aziendali e, secondariamente, visto che l’organizzazione non è né una macchina, né un insieme di regole formali, né uno strumento neutro e manipolabile, bensì un sistema sociale in continua evoluzione e trasformazione, incidere a favore di un modello universale di regolazione e funzionamento.

È importante non perdere tempo, ma impegnarsi per ottenere risultati positivi per il raggiungimento degli obiettivi aziendali, senza trascurare l’attenzione a ridurre i vincoli e le criticità organizzative. Si è ancora in tempo?

 

Terni, 17.07.2022

Giocondo Talamonti







 

I pur incoraggianti dati che la regione Umbria ha fatto registrare in materia di gestione del servizio sanitario non consentono di vivere sugli allori, dal momento che l’ottimizzazione è ancora lontana, se l’intendiamo come capace di rispondere appieno alle esigenze dei cittadini.

Parlare di “servizio” può essere fuorviante rispetto alle finalità che persegue il comparto dell’assistenza sanitaria. Meglio sarebbe se vedessimo, tutti, le prestazioni offerte nella prospettiva imprenditoriale. In questa ottica, appare più facile individuare soluzioni alle liste di attesa sempre più lunghe, visite e operazioni chirurgiche rimandate, quasi sempre connesse a problemi di disponibilità operative e quasi mai a carenze di strumenti e macchinari. Una logica utilitaristica pretenderebbe di lavorare su due o tre turni giornalieri in presenza di richieste prestazionali; cosa troppo spesso trascurata nella gestione ospedaliera. La piena utilizzazione dei macchinari, in specie i più costosi, oltre che a questi principi d’ordine economico, si impone per la rapidità con cui essi diventano obsoleti, a volte molto prima che il costo sia stato ammortizzato, traducendo il “servizio” in uno sperpero di danaro pubblico e preclusione di maggiore occupazione all’interno della struttura.

Non ha senso aspettare tempi biblici per una risonanza o un ecodoppler solo perché le attrezzature vengono utilizzate nei tempi e periodi sindacalmente rispondenti al contratto collettivo di lavoro, mentre si darebbe una risposta concreta al cittadino e alla società se si potesse evadere le richieste in modo rapido ed esaustivo.

Capita che i cittadini di una regione, e noi siamo fra questi, debbano ricorrere ad altre strutture extraregionali o provinciali per ottenere analisi o assistenza in tempi che diventano basilari per il superamento di una malattia, innestando fenomeni di “mobilità passiva” che sono, oltre che un costo per l’amministrazione locale, la rinuncia a rendere anche il “servizio”. La mobilità, i cui effetti meritano un approfondito studio, può essere un’opportunità economica, specie in considerazione del fenomeno che vede una immigrazione dall’alto Lazio di un numero crescente di pazienti. Ci deve essere la volontà di non considerare il comparto come un’attività inevitabilmente in perdita e, quindi, immeritevole di attenzioni che ne limitino o annullino il peso finanziario gestionale. A questi obiettivi di base può collegarsi la riorganizzazione territoriale che vede il nuovo ospedale di Terni, il nuovo ospedale Narni Amelia e clinica privata legata alla realizzazione del nuovo stadio cittadino, l’ASL e l’Università partecipare, come filiera, al più vasto programma che include, scuola, ricerca, innovazione e imprese. Ma il presupposto è quello teorizzato sopra: un “servizio” non necessariamente passivo, ma aggiornato e connesso alle esigenze dei cittadini tramite il ricorso a principi di “economicità produttiva” in grado di esaltare qualità professionali e avanzamento tecnologico.Terni,


09.04.2022

Giocondo Talamonti





 


 L’Associazione politico culturale Enrico Berlinguer non si è sottratta allora 2017 a dire la sua su un fatto che ha interessato l’opinione pubblica ternana denominato “Operazione Spada”. Prima si è avuta l’assoluzione del Sindaco Di Girolamo, dell’Assessore Bucari e dei dirigenti coinvolti con “Il fatto non sussiste” ed ora arriva anche l’assoluzione per l’ex-assessore al Bilancio del Comune di Terni, Vittorio Piacenti D’Ubaldi. Notizie positive e importanti. Lo sono perché ribadiscono la correttezza dell’operato degli amministratori e dell’amministrazione.

L’Associazione ‘Enrico Berlinguer’, convinta” che Di Girolamo e Bucari sapranno dimostrare la loro innocenza, auspicano che il peso psicologico che grava su di loro sia limitato al più breve tempo possibile, fiduciosa nella giustizia e nella rapidità delle indagini che i giudici intraprenderanno”. (Umbria 24 del 4 maggio 2017).

 

 (Umbrialeft 2017 dal titolo “Le perplessità dell’Associazione “Berlinguer” sull’ ‘Operazione Spada’

 “…Non ci piace la spettacolarizzazione della giustizia, i processi avviati nei talk show televisivi, l’uscita sui giornali con frasi ad effetto e che coprono l’intera prima pagina che anticipano nomi e reati per poi sparire in un piccolissimo articolo, in pagina interna, quando c’è l’assoluzione, senza contare l’web che si riversa sulle persone come un fiume inarrestabile. Il buttare il nome delle persone tutti i giorni sui quotidiani e quelli on-line metterlo alla gogna è una specie di tortura per chi soffre, a volte ingiustamente, del reato che gli è stato contestato…”

 

L’Associazione politico culturale “E. Berlinguer” esprime grande soddisfazione per l’assoluzione di tutti gli imputati coinvolti nell’operazione Spada, i fatti addebitati non sussistevano e ciò costituisce l'ennesima conferma che gli amministratori di centro sinistra hanno agito con la massima correttezza. Profonda vicinanza alle famiglie delle persone coinvolte che sicuramente avranno sofferto moltissimo in questi anni nel leggere “…I ternani devono capire che non sono stati perseguiti gli interessi della città, ma solo dei privati…”  e anche “Non finisce qui, di carte sugli appalti da portare a chi di dovere ne abbiamo ancora tante”, ed ancora “Abbiamo dei dubbi su alcune gare. Così non si può più andare avanti. Alzeremo ancora di più il tiro”.

 In politica bisogna operare sempre mettendo in campo le idee, confrontando le proprie opinioni e trovare sempre una sintesi frutto di una discussione approfondita fra le parti e non rivolgendosi alla magistratura per abbattere un avversario politico.




Il “caso” scoppiò nel 2017 e riguardava l’operato della Giunta di centro sinistra al Comune di Terni. Sembrava che si fosse consumato il furto del secolo, una sottrazione da ridicolizzare la banda del buco. Sindaco, Assessori, amministratori di centro sinistra pronti a riempirsi le tasche e l’opposizione di destra che s’affacciava al palcoscenico politico nazionale e locale a condannarli. All’epoca la Giunta locale aveva le sue gatte da pelare, più per faccende interne che per problemi di etica gestionale. La cosiddetta “Operazione Spada” si prese la scena: giornali, dibattiti, manifesti manovrati dall’opposizione emisero la condanna senza processo. L’Associazione politico culturale Enrico Berlinguer non si è sottratta allora, nel 2017, a formulare proteste per il modus operandi vigliacco e subdolo ed altrettanto fa oggi che la giustizia si esprime sul comportamento degli accusati. Tutti assolti perché “il fatto non sussiste”. Cioè accuse inesistenti, false, inventate con l’aggravante di consegnare la dignità degli interessati al pubblico ludibrio, privandoli di avanzare motivazioni, perché minati nella credibilità. È nella natura di una destra che non smette mai di colpire alle spalle, allora come oggi, con le stesse tecniche, con gli stessi mezzi. L’“Operazione Spada” è, dunque, una bufala, nata da menti deviate e ispirate dal male ideologico. Troppo tempo è durata l’ignominia che gli amministratori di centro sinistra hanno dovuto subire, ma questi sono anche i tempi della magistratura per emettere una sentenza. Prima si è avuta l’assoluzione del Sindaco Di Girolamo, dell’Assessore Bucari e dei dirigenti coinvolti ed ora arriva quella dell’ex-assessore al Bilancio del Comune di Terni, Vittorio Piacenti D’Ubaldi. Giustizia, dunque, è fatta e ogni volta che questo avviene, dobbiamo rallegrarci perché salva, con la dignità degli accusati, i principi di libertà e democrazia che appartengono a tutti. Per rivivere il clima accusatorio dell’epoca e confrontare gli effetti con il disposto del giudice oggi, abbiamo cercato un articolo, apparso su Umbrialeft, fra tanti altri, che parlava delle “Perplessità dell’Associazione “Berlinguer” sull’ ‘Operazione Spada’: “Non ci piace la spettacolarizzazione della giustizia, i processi avviati nei talk show televisivi, l’uscita sui giornali con frasi ad effetto e che coprono l’intera prima pagina che anticipano nomi e reati per poi sparire in un piccolissimo articolo, in pagina interna, quando c’è l’assoluzione, senza contare il web che si riversa sulle persone come un fiume inarrestabile. Il buttare fango addosso alle persone tutti i giorni sui quotidiani, esporle alla gogna è una tortura inumana, mancanza di rispetto per chi soffre, a volte ingiustamente, del reato che gli viene contestato…”

E’ per questo che l’Associazione politico culturale “E. Berlinguer” esprime grande soddisfazione per l’esito del dibattimento che ha riguardato gli imputati dell’operazione Spada; i fatti addebitati non sussistevano e ciò costituisce la sacrosanta conferma che gli amministratori di centro sinistra hanno agito con la massima correttezza. In politica bisogna operare sempre mettendo in campo le idee, confrontando le opinioni e cercare sempre una sintesi delle posizioni. Ricorrere a mezzucci come false denunce alla magistratura getta fango non solo sulle vittime ma soprattutto sulla credibilità della politica di cui maggioranza e opposizione sono comunque protagoniste.



Terni, si ritrovano 40 anni dopo il diploma

 Ritrovarsi a 40 anni dal diploma, l’emozione della classe.

Rivedersi dopo 40 anni dal diploma, nel 1982, non è cosa sicuramente comune. Una piacevole rimpatriata dei compagni di classe della quinta D dell’Istituto Tecnico Industriale “L. Allievi” di Terni, è avvenuta sabato 7 maggio presso il ristorante “La Casina” di Furapane ad Acquasparta, dopo la visita ai laboratori dell’ITT accompagnati dalla Dirigente Scolastica Cinzia Fabrizi.

Grande è stata l’emozione di ritrovarsi insieme a far riemergere i bei ricordi di allora, parlando degli episodi e dei momenti passati insieme. È stata anche l’occasione di raccontare della vita vissuta, del lavoro svolto, e delle rispettive famiglie. Al termine ci si è salutati ricordando che “…la vita è bella come un sogno”.





 


Renato Magni, Medaglia della Resistenza

“Un popolo intero aveva preso in carico il destino della propria terra…” con queste
parole il Presidente della sezione Anpi “13 giugno”, (data della Liberazione di Terni),
Nicola Zingarelli, ha concluso il proprio intervento. Alle ore 18 del 9 giugno in Via
Ippocrate, all’altezza del ponte ferroviario di Valenza, l’Anpi di Terni ha voluto
ricordare le gesta di un gruppo di partigiani del battaglione Manni che ne evitarono con il
loro intervento la distruzione.

L’iniziativa è stata promossa dalla sezione “13 giugno” dell’Anpi di Terni. Una corona alla lapide che ricorda la sventata minaccia di far saltare il ponte ferroviario di Valenza da parte delle truppe nazifasciste in ritirata.


Giorni nei quali la scelta era “qui ed ora” a costo della vita.

La storia è piena di fatti eroici, come questo, compiuti per liberare l’Italia dal giogo nazifascista e costruire la
nuova democrazia repubblicana e popolare. Renato Magni, insignito della “Medaglia
della Liberazione” concessa dal Ministro della Difesa nel 2016, ha portato la propria
testimonianza. Alla celebrazione hanno partecipato i dirigenti dell’Anpi: il Presidente
provinciale Rossano Capputi, Luciano Zara, Enrico Piersanti, Sandro Piccinini.

Giocondo Talamonti

 




Alberto Piccioni

La seconda Assemblea dell’Anppia (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti) che si è svolta a Terni, presso la sala consiliare della Provincia, va in archivio con un bilancio più che positivo. Hanno portato il proprio saluto il Sindaco di Terni, Leonardo Latini, l’Anpi provinciale e Rifondazione comunista. La relazione nazionale è stata votata all’unanimità con un emendamento di non condivisione della Giornata della Memoria e del Sacrificio degli Alpini, al fine di conservare il ricordo della battaglia di Nikolajewka. Votazione che si è effettuata alla presenza del Presidente nazionale dell’Anppia Spartaco Geppetti e della Segretaria Generale, Serena Colonna.

L’Anppia si occupa di difendere la memoria e i valori dell’antifascismo e della Costituzione Repubblicana. Promuove iniziative e attività di ricerca storica. 
Ha aperto i lavori il Presidente uscente dell’Anppia di Terni, Alberto Piccioni che ha illustrato ai presenti quel che si è fatto nel quadriennio del mandato, a partire dal 2018. Tante le attività destinate al pieno rilancio dell’Anppia dopo due anni difficilissimi, caratterizzati dalla pandemia.

Nel corso dell’Assemblea sono state ricordate tre figure di antifascisti che ci hanno recentemente lasciati: Renata Ersilia Stefanini Salvati, prima donna assessore comunale; Valentino Pascucci e l’On. Mario Andrea Bartolini.
Il Congresso nazionale si svolgerà a Milano il 17, 18 e 19 giugno. I delegati indicati dall’assemblea per il Congresso nazionale di Milano: Luciano Binnella, Moreno Castellucci; Fausto Domenici; Giocondo Talamonti-

Il nuovo Consiglio provinciale eletto è composto da: Moreno Castellucci; Alfredo Mosca; Alberto Piccioni; Emilio Quadrani, Sergio Sbarzella, Giocondo Talamonti. Il Consiglio appena eletto ha nominato, all’unanimità, Presidente della Federazione di Terni Alberto Piccioni, Segretario Giocondo Talamonti e Tesoriere Sergio Sbarzella.

R.U.

L’A.N.P.P.I.A. nacque nel 1946 per volontà di coloro che si opposero al regime fascista, dalla sua instaurazione
fino alla caduta, sopportando la sorveglianza speciale, l’esilio, il confino, il carcere e la tortura. Sin dalla
sua fondazione è un’associazione unitaria, aperta a tutti gli Antifascisti di diverso orientamento politico e
culturale. Primo Presidente fu Umberto Terracini, Presidente dell’Assemblea Costituente.
Tra i suoi dirigenti Sandro Pertini, Mario Venanzi, Paolo Bufalini, Giulio Spallone, Fausto Nitti, Claudio
Cianca, Adriano Dal Pont, Pietro Amendola..



“Ciano Ricci Feliziani, Adolfo Puxeddu e Giocondo Talamonti hanno voluto donarci l’affresco di una parte davvero importante della Storia cittadina. Un’opera che racchiude anni di passione, di attaccamento al ruolo non solo accademico ma anche di educatori, con un contributo culturale che a Terni ancora mancava e che adesso è disponibile. Per tutto questo, agli Autori va rivolto il più
forte ringraziamento”. Così si conclude la prefazione di Marina Sereni al libro “L’Associazione Culturale per Terni Città Universitaria. I primi tre lustri delle sue attività (2003- 2020”. (Morphema Editrice. Terni, 2021, pp. 1-312; Euro 15.00).



Un compendio delle attività, dei sogni, degli impegni sostenuti e a volte non del tutto corrisposti dagli interlocutori per lo sviluppo pieno del polo universitario ternano di cui gli autori sono stati sostenitori e protagonisti. Si parte da lontano, dalla Terni distrutta dalla guerra, alla ricostruzione all’istituzione della Regione

In questo contesto avvenne il primo insediamento a Terni dell’Università degli Studi di Perugia, con la stipula il 21 dicembre 1974 della Convenzione tra il Magnifico Rettore Giuseppe Ermini
e Guido Guidi, Presidente dell’Ente Ospedaliero di Terni, per l’insediamento di un raddoppio del triennio clinico del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia Perugino nel nuovo Ospedale “Santa Maria”. La Città di Terni, fino ad allora nota come “Città dell’Acciaio”, diventava “Città Universitaria”, con un mutamento epocale nella sua millenaria storia, l’inizio di una auspicabile rivoluzione culturale.
Successivamente vi fu l’insediamento di Corsi di Laurea delle Facoltà di Ingegneria, di Economia, di Scienze Politiche e di Lettere: era il 2002 quando il Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi di Perugia istituiva il ‘Polo Universitario Scientifico-didattico di Terni, con il compito di coordinare le sue
attività scientifiche e didattiche.

Ciano Ricci Feliziani, forte della sua consolidata esperienza di Past Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera “Santa Maria” di Terni e di Presidente in carica del “Consorzio per il completamento del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, Sede di Terni”, volendo promuovere
un movimento di opinione a favore dell’insediamento universitario cittadino, si fece promotore di
numerosi incontri con personalità cittadine delle istituzioni, della cultura, delle professioni,
dell’industria, del commercio, a cui fece seguito il 30 ottobre 2003 l’Atto costitutivo della “Associazione Culturale per Terni Città Universitaria”. Il Primo Presidente è stato l’Avv. Nicola Molè, a cui hanno fatto seguito il Dott. Ing. Vincenzo Montalbano Caracci (2008-2010), il Prof. Em. Adolfo Puxeddu (2010-2014), il Dott. Ing. Attilio Luccioli (2014-2016), e dal novembre 2016 ad oggi è in carica Ciano Ricci Feliziani.

Nel corso dei tre lustri (2003-2020) l’Associazione ha organizzato una numerosa serie di eventi
culturali su temi di stringente attualità, che hanno coinvolto come relatori personalità di rilevo nazionale, con la vasta partecipazione della cittadinanza Ternana.

Le riflessioni sui tre lustri trascorsi dell’Associazione sono del suo primo Presidente Nicola Molè. La Postfazione è a cura del Sen. Franco Giustinelli, che così conclude: “… si avverte l’esigenza di
ricomporre un mosaico – non solo quello della fontana di Piazza Tacito – per rimettere in moto un disegno di sviluppo, definendone scelte e priorità. L’augurio che mi sento di rivolgere alla nostra
Associazione, che si appresta a raggiungere la maggiore età, è che queste condizioni si possano creare, come sempre fatto fin qui, con il lavoro serio e propositivo”.