L’Associazione Berlinguer è fortemente preoccupata per come si sta affrontando il tema della sanità nel territorio. Del nuovo ospedale di Terni se ne parla ma non si trova mai una soluzione concreta; intanto la cittadinanza assiste alla lenta agonia della struttura: da ospedale di eccellenza ad ospedale di comunità. Tutti siamo d’accordo sul fatto che la sanità debba essere prevalentemente pubblica, che l’ospedale recuperi efficienza con l’uso delle nuove tecnologie e che migliori la qualità dei servizi prestati, ma pian piano si vede avanzare la sanità privata favorita dallo scientifico progetto di ostacolare la pubblica. Non è solo il caso delle liste di attesa, ma delle liste dei malati di cancro obbligati ad attendere mesi prima di essere operati. All’Ospedale di Terni in poco tempo sono andati in pensione i Proff. Pardini, Fatati, Parisi, Quartini, Liberati, Ferilli, etc. che hanno dato lustro al “Santa Maria” per le loro capacità e che hanno costituito motivo di fiducia da parte di pazienti provenienti da fuori regione. Oggi, si sta procedendo con i sostituti. È vero, bisogna puntare sull’organizzazione, sulla programmazione e sull’eliminazione delle liste di attesa attraverso una organizzazione di sistema ove il cambiamento di un primario non debba minimamente incidere sull’operatività della struttura. Ma si avverte, studiata, una convergenza di intenti. Ci sono interessi di parte (cooperative), Sindacati, politici che indicano obiettivi (costruire dove si trova il vecchio), altri politici orientati a costruire in tutt’altra parte, purché si raccordi bene con la viabilità (stradale e aerea) Un ospedale è per vocazione indirizzato a rispondere ai bisogni della gente; quando si parla di organizzazione occorre tener conto di una serie di problemi strutturali e culturali di fondo, di difficile soluzione, problemi che non possono essere eterni. Pertanto, se gli interventi infrastrutturali (nuove tecnologie, informatizzazione dei servizi) non riescono a incidere in modo determinante sul miglioramento dei risultati per una generica resistenza al cambiamento, s’impone di puntare sull’ integrazione tra servizi, di comunicazione, di motivazione e senso di appartenenza degli operatori perché ci sia, innanzi tutto coerenza tra l’organizzazione (la struttura) e le strategie; ogni intervento sull’organizzazione deve creare le condizioni per un miglior perseguimento e raggiungimento degli obiettivi aziendali e, secondariamente, visto che l’organizzazione non è né una macchina, né un insieme di regole formali, né uno strumento neutro e manipolabile, bensì un sistema sociale in continua evoluzione e trasformazione, incidere a favore di un modello universale di regolazione e funzionamento.
È importante non
perdere tempo, ma impegnarsi per ottenere risultati positivi per il
raggiungimento degli obiettivi aziendali, senza trascurare l’attenzione a
ridurre i vincoli e le criticità organizzative. Si è ancora in tempo?
Terni, 17.07.2022
Giocondo Talamonti