La situazione che si va maturando, non ci piace

La logica del rinvio non piace e non risolve le attese della popolazione. I rappresentanti in Regione, in Italia e in Europa devono far sentire la voce del territorio ternano, sapendo che la partita è difficile, ma non impossibile.

L’evoluzione della vicenda che si sta maturando per Terni e per l'AST è complicata e preoccupante, in considerazione del piano della TK-AST, decisa a intervenire con il taglio di 550 unità. Ma non bisogna perdere la testa. Il dialogo, a tutti i livelli, in primis quello con il management aziendale, deve essere mantenuto, cercato e reso pressante nell’interesse di tutti.

Pesa, nell’orgoglio di chi è cresciuto nella storia dell’acciaio, l’atteggiamento “mortificante” che la città è costretta a subire per logiche che esulano dal prestigio tecnologico, dalla tradizione e dalla cultura siderurgica.

Le scelte definitive dell’AST devono coinvolgere tutti, a cominciare dalla Commissione Antitrust europea, colpevole, occorre dirlo a chiare lettere, dei ritardi e per aver scelto di favorire la vendita da Outokumpu alla TK, avvenuta in funzione di una pura operazione finanziaria. 

Non si dimentichi che l’AST continua ad essere un’eccellenza in seno alla produzione di acciai speciali. Prima che un riferimento occupazionale per la città e la regione, essa rappresenta un patrimonio di alta tecnologia messo a rischio da norme che l’Europa s’è data in temi di accentramento e presunti monopoli di attività produttive. I conti fatti solo con i numeri non possono servire a conservare valori ed eccellenze e, quel che è peggio seguono logiche che ignorano gli aspetti sociali connessi. Il premier Renzi deve attivarsi in prima persona in Europa per affrontare il tema "Terni" e, più in generale, difendere con determinazione la politica industriale del nostro Paese. Rinviare anche in questa occasione le misure da adottare significa indebolire ulteriormente la nostra acciaieria, la nostra Regione e l'Italia.

L’Associazione Politico-Culturale “E. Berlinguer” respinge con forza il ridimensionamento. E’ dell'opinione che ogni risorsa istituzionale del territorio non debba rassegnarsi allo statu quo e "lottare" per salvaguardare la compattezza del sito, il mantenimento dei volumi produttivi e l'occupazione. La preoccupazione per un eventuale indebolimento del sito porterebbe nel giro di pochi anni alla chiusura di un settore dopo l’altro. L'unità, la compattezza delle scelte adottate collegialmente per lo studio di un progetto alternativo a quello proposto dalla TK, sono oggi le uniche premesse per un futuro meno fosco e la sola speranza per i lavoratori, in specie i più giovani che nella “Terni” continuano a credere.



Giocondo Talamonti
Associazione Politico – Culturale “E. Berlinguer"





Va in commissione regionale il piano dell’offerta formativa, della programmazione della rete scolastica in Umbria e dell’organizzazione di centri di educazione continua (Lifelong Learning). Un’occasione da non perdere per riaffermare l’urgenza di fornire Terni di un serio progetto formativo che doti la città di una sede per assicurare l’istruzione permanente degli adulti (CPIA), ora “dipendente” da Perugia. Terni ha maturato esperienze nel settore da oltre un decennio, incentrando sull’IPSIA “Sandro Pertini” una serie di corsi che ha richiamato migliaia di iscritti ogni anno.

il Comune di Terni ha approvato all'unanimità un atto di indirizzo volto a consolidare in tale sede l'istituzione di un Centro (Atto d'indirizzo n. 17 del 3.02.2014) e costituire così un polo autonomo per l'istruzione professionale e per l'educazione degli adulti.

I consiglieri comunali Sandro Piccinini (pd), Valdimiro Orsini (pd) e Giuseppe Mascio (Progetto Terni) hanno presentato all'attuale assessore alla scuola un'interrogazione urgente in cui si chiede di intervenire per non escludere Terni da un’apposita sede.

Una spinta alla crescita economica della città non può prescindere dalla formazione e dall’istruzione tecnico-professionale, né può essere disgiunta dall’aggiornamento continuo dei saperi, oggi sottoposti ai ritmi incalzanti imposti dall’evoluzione delle conoscenze. Il futuro di ogni società è legato alla capacità di arricchire il proprio bagaglio di abilità con vista alla vocazione economica di cui gode, sempre in grado di garantire livelli formativi capacidi assicurare concorrenzialità rispetto alle realtà sociali con cui ci si confronta.

Un aspetto che preoccupa è dato dalle ‘dismissioni’ che investono la Provincia e dalla quale è sempre dipesa la responsabilità dell’istruzione di secondo grado nel territorio. Il rischio che l’impegno a trovare soluzioni soddisfacenti per le prospettive cittadine ricada in un ‘limbo’ di responsabilità, non può e non deve essere corso. Il tema dev’essere oggetto di accurata analisi perché si determinino le condizioni necessarie ad affrontare l’argomento ed essere preparati a risolverlo a favore.

Terni, 7 luglio 2014



Giocondo Talamonti


















































Tanto tuonò che piovve...

Tanto tuonò che piovve. Il tanto atteso piano industriale di TK è stato, infine, presentato. I contorni sono deprimenti: tagli, riduzioni, licenziamentie ridimensionamenti, fino a ridurre,fra qualche anno, l’AST a una grossa officina. Un quadro irricevibile. Per la città, per la storia di un’industria che ha segnato una cultura dell’acciaio, per le strategie nazionali in tema di siderurgia, per il patrimonio tecnologico cresciuto attraverso decine e decine di generazioni e che ha costituito il vanto locale e nazionale. 


Paure aleggiavano; ma c’era ancora spazio per una soluzione che rispettasse i centoventicinque anni di storia della “Terni” e della città che le è nata intorno. Non sono più i tempi in cui misure di strategia industriale possono essere decise a livello locale o nazionale. Oggi, rispondono a logiche di respiro europeo e mondiale. Con colpevole ingenuità s’è dato finto credito a prospettive di cessioni; con impotenza si è assistito ad acquisti e vendite da destra a sinistra e viceversa, come fosse un tragico ping-pong, aspettando riassetti mai venuti, attese speranzose, investimenti mancati, promesse deluse. 

Lo sapevamo, certo. Ma il quadro è così complesso che poco o nulla può fare l’impegno delle istituzioni locali o regionali. Il problema sovrasta semplicemente ogni proposito locale. I giochi non si fanno qui.

Ma un responsabile c’è. La Commissione Europea per l’Antitrust, chiamata a vigilare sulla congruità della cessione da TK a Outokumpu e da questa a TK, ha tenuto presenti parametri che esulano dal coinvolgimento delle risorse umane, limitandosi ad evitare il mero accentramento industriale-commerciale ed escludere squilibri di mercato o regimi monopolistici. In virtù di una strategia così intesa, a pagare sono i lavoratori, perché sulla loro pelle si decidono dimensionamenti, tagli,scorpori e spacchettamenti. I termini della compravendita salvano solo gli interessi materiali delle due società. Per quanto possa apparire una guerra persa, non si può rinunciare all’idea che ogni azienda abbia gli uomini al centro di un progetto produttivo. Se questo principio è destinato a delineare il futuro e la dignità del lavoro in una società fredda e calcolatrice, come quella che viviamo, l’opportunità di riaffermare il ruolo operaio nel contesto produttivo moderno è imperdibile. Ben vengano sensibilizzazioni a tutti i livelli, ben vengano proteste e manifestazioni di intolleranza, ma è in Europa che la voce di irricevibilità deve farsi sentire. Un’occasione c’è ancora. Forse l’ultima. Il semestre europeo dell’Italia può offrire a Renzi autorità e ascolto. Il nostro Capo del Governo deve sposare la causa della maggiore attività regionale, dell’unica industria siderurgica di tecnologia avanzata nazionale, dei quasi tremila dipendenti in attesa di risposte concrete. Occorre imporsi o i problemi non saranno solo d’ordine occupazionale, ma tragicamente sociali.

Terni, 17 luglio 2014

Giocondo Talamonti
(Associazione E. Berlinguer)










A Castelluccio...e poi "da Pietro"

Il Prof. Sferrella Antonio dell'Ipsia di Pescara, al termine dell'anno scolastico 2013/2014, lascerà l'insegnamento per raggiunti limiti di età.

Un pilastro della scuola a cui voglio esprimere un forte apprezzamento per il lavoro svolto in qualità di responsabile del progetto T-Tep e per i rapporti umani instaurati con i docenti e dirigenti delle altre scuole Toyota.

Anche la moglie, Prof.ssa Sandra, lascerà quest'anno la scuola.

Ad entrambi auguro un nuovo inizio e un futuro sereno.

I festeggiamenti si sono svolti presso il Ristorante "da Pietro" in località Serravalle di Norcia, dopo aver visitato, in mattinata, Castelluccio di Norcia.

29 giugno 2014



Giocondo Talamonti