Due milioni e mezzo stanziati... quale futuro per Terni?

I 2,5 mln di euro stanziati dalla Provincia, quale generoso, estremo atto d’amore per finanziare un nuovo laboratorio di cucina al ‘Casagrande’, destinato ad addestrare cuochi anziché saldatori, commis de cuisine anziché tecnici meccanici, testimonia che la soppressione dell’Ente non sia stata una decisione affrettata. Appartiene a una logica sorpassata e immobilistica, difatti, la giustificazione secondo cui la somma fosse stata da tempo richiesta e solo oggi assegnata. Se un Ente non è in grado di aggiornare alle esigenze reali, e in tempi rapidi, la destinazione dei fondi che s’appresta a stanziare, vuol dire che è fuori dal tempo e dalle cose e che qualsiasi sforzo per investimenti mirati è destinato al fallimento.

Ma il problema è un altro. E travalica i confini del malfunzionamento istituzionale. Quale futuro per Terni? Quale fisionomia vogliamo dare alla città? Quale orientamento necessita per costruire il quadro economico del domani? Perché è dalla Scuola che si parte; è dalla cultura e vocazione del territorio che si partoriscono propositi. L’orientamento presuppone formazione, analisi macroeconomica, strategie di programmi, studi settoriali, condivisione e unità di scelte. Qualcosa di più complesso di una béchamel o di una sauce verte.

Non esiste alcun progetto di programmazione, nessun orientamento, nessuna indicazione per obbiettivi prossimi o lontani. La navigazione è a vista e, quel che è peggio, senza timone. Siamo alla deriva. Gli attuali capitani delle navi-scuola, una volta condotte da capitani coraggiosi, sono in confusione. Non sanno perché le industrie, con cui erano state costruite sinergie prestigiose, fuggono, abbandonano il campo (leggi Toyota, Texa), come fanno i topi in prossimità del naufragio. L’indebolimento organico dei riferimenti formativi e storici della città, come l’IPSIA o l’ITIS, può degenerare in anemia e portarsi via con la cultura popolare, progetti e speranze di una città che è riuscita a scrivere sulla metallurgia e la chimica pagine di storia.

Abbandonare l’immagine di una fonderia, come tratto distintivo di Terni e passare d’emblée dalla brace alla padella, non appartiene ai ternani, né serve ad alimentare prospettive di sviluppo.

Ridiamo forma e dimensione ai progetti, reagiamo ai miti falsi o passeggeri, nati sulla spinta di messaggi televisivi dozzinali e torniamo a disegnare per Terni prospettive di speranza economica. Altrimenti, visto che siamo già impanati, finiremo presto tutti fritti.

Terni, 12 giugno 2014



Giocondo Talamonti