Una testimonianza che ha
coinvolto la mia famiglia.
“…Io non ero nato, però le cose le ho sapute dai miei genitori.
Quando
gli alleati (americani e inglesi) bombardarono Terni, i miei si chiusero in un
rifugio nella zona del Duomo dove avevano casa. Mia madre, quando caddero le
bombe e sentiva vibrare tutto, preferì uscire, dicendo che avrebbe preferito
morire all’aperto. Papà con i miei fratelli di 4 anni e 1 anno la seguirono. Un
rumore assordante dei cacciabombardieri che scaricavano bombe su Terni.
Rimasero
l’uno sopra all’altro fino alla fine del raid aereo. Sopravvissero, ma
dovettero lasciare la casa di Via XI febbraio. Caricarono mobili ed oggetti su
un carretto a mano. Quando arrivarono nella zona della Polymer, il carretto si
ribaltò. Ma lì c’era una bambina, che vide i miei, lì aiutò e chiese alla sua
mamma di ospitarli.”
Momenti di storia,
momenti che parlano di tante persone che furono eroiche. Tanti soccorrevano i
feriti ed aiutavano le persone. Eroi che la memoria storica contribuisce a
ricordare. Uno degli aerei ha effettuato anche azioni di
mitragliamento, a bassa quota, nei pressi della stazione. Gli effetti prodotti
dalle bombe sono stati imponenti.
A 76 anni, su invito del
Sindaco di Terni, si sono dati appuntamento le Istituzioni locali, le
associazioni (ANPI, ANPPIA, UNLA, ANCI, ANB, ANVCG, ANMIG etc.) e i
rappresentanti delle Forze dell’Ordine e tanti cittadini per ricordare quel
tragico evento, per ricordare quell’11 agosto del 1943.
Alle 10.13 suonarono le sirene d’allarme aereo e alle 10,29, i Boeing B-17 iniziarono
le incursioni sulla città e il suo
territorio, sganciando 500 bombe, con l’obiettivo di colpire la Fabbrica delle
Armi, la Stazione e l’Acciaieria, fino alle 10.33.
Molti furono
colpiti lungo le strade, in casa, nei posti di lavoro. I ternani sfollarono,
trovarono rifugio nei paesi limitrofi.