“Gli Italiani ci dicono…”, “Gli Italiani ci hanno chiesto di
fare…”, “Gli Italiani vogliono le elezioni subito…”, così i politici quando sono in TV. È una tecnica antica, già largamente
sperimentata da Berlusconi, ogni volta che bisognava far digerire agli elettori
il rospo di turno: “È l’Europa che ce lo
chiede…”, “È la legge di Maastricht che ce lo impone…” Poco importa se poi
venivano regolarmente ignorate le indicazioni comunitarie e si dava precedenza
a quelle ad personam. Non è cambiato
niente. Sul palcoscenico della politica italiana, le luci e le ombre (più le
seconde che le prime) s’alternano per creare realtà virtuali, false urgenze,
notizie alla Pinocchio, allarmi sociali ipotetici, paure collettive, nemici
figurati, odi diffusi…
Nella mente diabolicamente orientata dei nostri leader, l’imperativo è di prestare attenzione a non esporsi in
prima persona: dev’essere sempre “la gente” quella che impone le scelte, è il
popolo, la massa acclamante. Nessun politico dirà mai, per esempio, “da un
attento studio, nell’interesse generale, ci troviamo costretti ad attuare una
misura gravosa per i cittadini…”. No. Mai. È sempre la gente a chiedere quello
che fa comodo ai partiti.
Dove staranno tutti questi fantomatici italiani che chiedono per bocca dei partiti, non si sa. A detta di Salvini sono
sempre 60 milioni in un Paese che ne conta 55, la metà dei quali si astiene dal
voto e, fra gli aventi diritto, solo un’ulteriore metà entra nei seggi. Se da
questi risulta che in partito ha preso il 17%, come nel caso della Lega,
significa che solo tre milioni di italiani fanno da megafono alle panzane
salviniane. Di questa realtà si fa scempio e la falsità, sistematicamente
ripetuta, ossessivamente ribadita, ecco diventare verità, assumere i contorni
di un assioma, data in pasto alla dabbenaggine degli ignoranti.
Tutto è regolato da consensi presunti, da proiezioni di condivisioni, da “like” e “mi
piace”, più o meno abilmente manipolati per creare la percezione di unità. Così
sta avvenendo per l’autonomia differenziata e per la Tav “Si va avanti, questo gli italiani
ci chiedono…”
I populismi e i sovranismi possono
mettere a rischio le stesse Istituzioni
democratiche, figli dei processi di globalizzazione, di innovazione
tecnologica, di mediatizzazione, di frantumazione delle identità collettive che
si sono affermati, impetuosamente, in questi ultimi decenni. Vi sono, in Italia, motivazioni plurali per spiegare l’evolvere
pericolosissimo dell’attuale situazione politica.
Per l’italiano medio, la responsabilità degli accadimenti nefasti è sempre da attribuire a terzi.
Così come lo sbarco di disperati. Se si prova a dire che l’Italia è al
18.mo posto fra i 27 Paesi della UE per numero di immigrati in percentuale sul
proprio territorio, si rischia di passare per pazzi fautori della distruzione
della razza, nemici dell’economia interna, pericolosi attentatori alla
sicurezza nazionale.
Il
clima di odio, creato con scientifica determinazione, addolcendo lo
sterminio di disperati in mare con l’ostensione di rosari, crocefissi e
santini, finisce per far presa sulle menti più deboli, sugli incapaci ad
elaborare personali opinioni, sui fanatici malati, sui calcolatori di turno.
La crescita vertiginosa delle
disuguaglianze e delle ingiustizie è diventata la prima e più grave
minaccia alla pace. Tutte le categorie di lavoratori, pensionati,
professionisti sono chiamati a dare il loro contributo di idee, a scambiarsi
opinioni e prospettare ipotesi di lavoro.
Si dovrebbe tornare ad essere
un’unità di voleri e di propositi, di vicinanza
e partecipazione ad un medesimo progetto collettivo, sentirsi promotori di una
reazione che non può più attendere.
Le conseguenze di una condotta scellerata sono sotto gli
occhi di quanti hanno rifiutato di farseli coprire da fette di prosciutto: Borsa
in calo, spread in rialzo, prossimo aumento Iva, stagnazione economica, calo
produzione industriale, aumento della cassa integrazione, meno ore lavorate e
finto aumento dell'occupazione fatta di precarietà e non di qualità.
Tutti i nodi di scelte autolesioniste stanno venendo al pettine: il
Governo scappa dalla manovra di Bilancio e lascia l'Italia in braghe di tela.
Negli ultimi
anni s’è verificata una regolarità sconcertante tra le promesse elettorali e il
consenso raccolto con l’effetto di far crescere il debito pubblico e la
dipendenza dell’Italia da forze esterne. Prima c’è stato Berlusconi con le pensioni
e il tutto per tutti, poi Renzi con i bonus a fondo perduto. Poi Salvini con la
flat tax e i 5Stelle con il reddito di cittadinanza. Oggi sta
prevalendo l’interesse personale, la latitanza dal pensiero critico, il
disimpegno sistematico e compiaciuto rispetto al bene comune e… la Sinistra?
Giocondo Talamonti
Presidente
dell’Associazione Politico Culturale “Enrico Berlinguer”