E’ recente la notizia secondo cui gli atleti dilettanti del ciclismo, body building, pugilato, si dopano tre volte di più rispetto ai professionisti.
Qualcuno ha messo in relazione i dati con la maggiore possibilità di cui dispongono i professionisti per nascondere le contraffazioni. Resta il fatto che la diffusione del pericoloso ricorso al doping si sta allargando anche nelle categorie degli amatori.
Ciò significa che il messaggio che passa a livello di informazione pubblica, non è tanto quello secondo cui si mina alla base la salute dell’atleta, ma che rappresenta una semplice scorciatoia per arrivare prima dell’avversario alla meta. Pochi si spaventano di fronte ad esempi sconvolgenti di ex-atleti colpiti da SLA o altre malattie neurologiche, ciò significa che l’informazione che giunge agli sportivi è falsata e che si è sempre pronti a giustificare chi ha fatto ricorso a pratiche illecite solo perché è un “eroe” dello sport, o perché con il suo comportamento è riuscito a far ottenere alla sua squadra i risultati che i fan si attendevano.
Al momento, la rincorsa fra chi si dopa e le strutture adibite a rivelare la presenza di sostanze proibite nei liquidi organici, è senza fine. Si ha quasi il sospetto che si voglia chiudere un occhio su certe forme di “aiuto”, sia per garantire la spettacolarità della competizione, sia per accontentare le esigenze d’immagine degli sponsor.
Ma il doping non si ferma solo all’assunzione di sostanze vietate; dilaga quello amministrativo (in particolare quello che sta sconvolgendo il calcio inglese), quello verbale che si è riversato nel campionato italiano, grazie ad allenatori stranieri, alle manifestazioni di insofferenza negli stadi, spesso frettolosamente tacciati di razzismo…
Si potrebbe concludere che ogni settore, così come lo sport raggiunge uno stato di maturità oltre il quale si attiva un processo degenerativo che deve preludere ad un nuovo impegno di ristrutturazione e riorganizzazione. Molto probabilmente, i tempi sono maturi e lottare contro questa condizione si può. Il compito più gravoso, ma anche più immediato spetta alla scuola; all’impegno dei docenti sollecitato dai Dirigenti Scolastici, al contributo delle famiglie e all’insegnamento di atteggiamenti positivi nei confronti delle manifestazioni sportive.
Si deve recuperare il piacere di misurarsi su un piano di assoluto rispetto per l’avversario, evitando che la presenza o l’entità degli sponsor condizioni il comportamento degli atleti.
Ing. Giocondo Talamonti