Il quadro economico della Comunità e quello italiano in particolare, continua a destare serie preoccupazioni nelle famiglie. Terni non si sottrae alla rappresentazione a tinte fosche del futuro che attende giovani e lavoratori adulti. Le preoccupazioni espresse attraverso una mozione diretta ad impegnare la Giunta cittadina e il Sindaco perché sollecitino le forze politiche locali e nazionali in vista di soluzioni occupazionali, non smettono di esistere, confermando i forti disagi che la popolazione attraversa. Il ritorno della ‘Terni’ alla ThyssenKrupp non ha ancora allontanato le riserve circa gli impegni in tema di produzione, volumi e mantenimento dei livelli di occupazione. Il Piano europeo a sostegno della siderurgia, approvato recentemente a Strasburgo lascia intravedere potenzialità finora solo auspicate per il riconoscimento della qualità degli acciai ternani, investimenti consistenti nel comparto per centoquaranta miliardi di euro, fondi strutturali per la formazione delle maestranze e misure antidumping a protezione dei prodotti. Va sottolineato che il controllo operato dalla Commissione europea in tema di antitrust costituisce una garanzia dalla quale non deve essere disgiunto l’impegno a creare le condizioni opportune a favorire costi energetici in linea con la concorrenza.
Il 12 di Febbraio, data fissata per la formalizzazione del passaggio del sito ternano dai finlandesi ai tedeschi, deve segnare l’inizio di una nuova stagione industriale per il nostro polo metallurgico, la regolazione dei livelli produttivi secondo i programmi comunitari e l’attuazione di un piano programmatico che investa il governo nazionale nel contenimento dei costi di energia. Il peso dell'Acciaieria ternana nell’economia regionale raggiunge il 21% del pil e rilevante è la posizione del comparto nell’ambito delle strategie industriali nazionali. E’ auspicabile che le iniziative sollecitate attraverso la specifica mozione avanzata dall’Associazione E.Berlinguer in sede comunale, trovino accoglimento per evitare che le difficoltà occupazionali non assumano dimensioni tragiche e imbocchino strade senza ritorno. Se è corretto lasciare spazio alla speranza di una soluzione definitiva per le sorti della siderurgia ternana, con altrettanta obbiettività bisogna riconoscere che la mancata presenza delle forze sindacali al tavolo nazionale con la Presidenza del Consiglio desta sospetti per nulla vaghi. Cosa si nasconde dietro la scelta? Volontà di ridurre quote produttive o livelli occupazionali? Volontà di far senza le rappresentanze dei lavoratori per avere le mani libere e adottare soluzioni che soddisfino solo unilateralmente la proprietà ? Non è il momento di fare un processo alle intenzioni, ma nessuno si illuda che ci siano disattenzioni. Occorre vigilare, insieme al management dell'AST, alle maestranze e alle organizzazioni sindacali, perché il Piano Industriale della ThyssenKrupp preveda risorse per:
· la competitività dell’AST (volumi produttivi, ottimizzazione degli impianti, rinnovamento dei processi di lavorazione e delle strutture tecnologiche);
· la ricerca;
· l’unitarietà e la sostenibilità ambientale del sito;
· l'apertura a future verticalizzazioni di prodotto;
· l'educazione permanente essenziale per la continuità delle produzioni e i diritti del lavoro;
tali da consentire la piena occupazione.
Terni, 5 febbraio 2014
Giocondo Talamonti
(Associazione "Enrico Berlinguer")