“La mano destra non sappia quello che fa la sinistra” , diceva l’evangelista Matteo a proposito dell’elemosina. Ma la stessa massima s’adatta perfettamente all’assenza di intesa, coordinazione e scelte politiche fra Comune e Provincia. Disattenzione? Provocazione? Incomprensione? Di qualsiasi cosa si tratti, è un intollerabile modo di gestire i pubblici interessi.
Il Consiglio comunale aveva affrontato l’argomento degli accorpamenti, stabilendo un principio ispiratore per le annessioni e per l’attivazione di nuovi indirizzi degli istituti secondari di secondo grado. La Provincia, ente competente a proporre alla Regione il piano per la riorganizzazione della rete scolastica e per l’offerta formativa, non ha affatto tenuto conto di quanto indicato, dopo approfondita analisi, dal Comune di Terni.
L’occasione era un invito alla collaborazione rivolto all’Amministrazione provinciale per stabilire le migliori procedure e criteri in tema di abbinamenti delle secondarie superiori: istituti tecnici con istituti tecnici, umanistici con umanistici, professionali con professionali evitando “aggregazioni” non garanti del futuro in ordine alla stabilità della scuola ternana; per le restanti scuole il criterio indicava la formazione di Istituti Comprensivi di scuola materna, elementare e media, il tutto da fare con gradualità e senza la fretta che ha contraddistinto le precedenti proposte. Il suggerimento, in armonia con le indicazioni ministeriali, mirava a facilitare, nell’uniformità degli indirizzi, l’azione dei dirigenti scolastici e dei consigli d’istituto.
Aver ignorato tutto questo ha prodotto un imprudente segnale per gli interessi della città. Oltre ad offrire ai cittadini una pessima immagine gestionale, la risposta in termini di efficienza formativa si rivela estremamente compromessa.
Il momento complesso che il paese e i ternani stanno vivendo impongono attenzioni che passano necessariamente attraverso la scuola e l’offerta formativa. Complicarne l’iter non giova a nessuno.
Anche l’abbinamento del Liceo dello Sport ad un istituto scientifico narnese è di difficile comprensione, tenuto conto del fatto che il bacino di utenza ternano potrebbe assicurare una più larga partecipazione a questo indirizzo.
Il piano, inviato dalla Provincia in Regione non rappresenta una soluzione logica, perché vede l’unione degli Istituti Casagrande-Cesi-Geometri (1600 studenti circa fra professionale e tecnici) e l’isolamento dell’ITIS “L. Allievi” esponendolo probabilmente all’accorpamento nel prossimo anno.
Altra anomalia è rappresentata dall’assegnazione a ben tre istituti del medesimo indirizzo linguistico.
Se la Provincia ha chiuso gli orecchi alla voce del Comune, si auspica che non lo faccia la Regione. Il problema si autodefinisce e domande chiarificatrici qualcuno dovrà porsele. La città aspetta, ma la pazienza non è infinita.
Terni, 26 novembre 2012
Giocondo Talamonti