LE SFIDE FUTURE...


Occupare il 29° posto della lista dei sindaci italiani che raccolgono il consenso dei propri amministrati, nell’ipotesi di una riconferma alla guida della città valutabile in una percentuale di circa il 56%, è il segnale palese che la comunità percepisce, in modo favorevole, la gestione della cosa pubblica, elemento non affatto trascurabile per le prospettive della nostra città.


Il riconoscimento avviene in una fase di estrema difficoltà per l’economia nazionale e locale e sottolinea l’impegno che il Comune di Terni ha speso a vantaggio del sociale e a tutela dell’occupazione.


Ebbene tutto questo non sembra rasserenante; lo sa bene Leopoldo Di Girolamo, impegnato a gestire i mille problemi della città in un clima di precario equilibrio della coalizione di governo, che di tutto avrebbe bisogno tranne che aggiungersi al disfattismo vacuo dell’opposizione.


Le differenze espresse all’interno di una maggioranza rientrano nella logica della politica e, spesso, se si escludono posizioni preconcette, sono segnali di una crescita democratica, ma quando il confronto assume i toni e le posizioni che travalicano l’interesse della comunità, entra in una volontà autolesionista che non approda da nessuna parte.


Tutti dovrebbero riflettere sul fatto che Terni, così come l’intero Paese, sta vivendo situazioni sociali drammatiche: la debolezza dei mercati, l’instabilità politica, il dramma occupazionale, l’assenza di prospettive per i giovani e, sulla circostanza, che tali contesti non sono i migliori ingredienti con cui amalgamare ulteriori elementi di tensione.


Sarebbe, invece, il momento di stringersi in un patto di aperta collaborazione, capace di superare le peculiarità ideologiche delle parti e guardare con spirito di solidarietà ai problemi dei cittadini, rimandando ad occasioni più opportune la soluzione di confronti interni.


Il contrasto alle linee di programmazione del governo cittadino, fatto dall’opposizione è di ben altra natura e molto meno influente; rientra in sostanza, nel proprio ruolo, anche se la sua azione, avrebbe più senso se fosse autenticamente propositiva.


Poiché, dunque, le minacce maggiori alla stabilità della giunta ternana, si registrano all’interno della maggioranza, è auspicabile richiedere, ad essa, un coraggioso atto di responsabilità a vantaggio della situazione complessa che sta vivendo la città, seriamente minacciata nella sue principali fonti produttive della chimica e della siderurgia.


Giocondo Talamonti