Le insistenti lamentele che hanno seguito il canta maggio 2012, sia con riferimento alle canzoni che alla graduatoria dei migliori carri, stanno diventando un atteggiamento pericoloso per il buon esito delle future manifestazioni.
Partecipare ad un concorso significa anche mettere in cantiere la possibilità di non poter vincere.
Pretendere, al contrario di essere premiati solo per il fatto che si ritiene la propria realizzazione superiore alle altre, è un atto pretenzioso e provocatorio.
Insistere su questa posizione può condurre al rischio di compromettere la serenità di giudizio delle commissioni che vengono via via nominate, e quella dei concorrenti.
L’accettazione del parere della commissione non deve avere carattere incondizionato; tutto è perfettibile, ma giungere a creare i presupposti dell’obiettività deve essere compito condiviso e convinto di quanti sono chiamati a dare risonanza alla sfilata e alle canzoni maggiaiole.
L’impegno quindi deve essere preso e sostenuto da tutte le forze che intervengono nell’organizzazione della festa.
All’interno delle decisioni che man mano vengono prese ci deve essere la convinzione di collaborare nell’interesse comune, senza sentirsi vessati, limitati o penalizzati.
Sono molte le cose che possono essere migliorate, modificate, aggiornate, a cominciare dai criteri di premiazione, anche in ragione dei tempi intercorrenti fra la sfilata e la stesura della graduatoria. Ma da qui a considerare le immancabili carenze come volontà di ledere gli interessi di questo o quel quartiere, è conclusione affrettata che non giova alla città e ai ternani.
Se le prossime competizioni vengono affrontate con il giusto spirito partecipativo, non sarà difficile prevedere i migliori esiti per la tradizione culturale ternana, altrimenti ciascuno si assuma le responsabilità per la degenerazione della manifestazione.
Terni, 9 maggio 2012
Giocondo Talamonti