La Storia continua....XIII edizione Circuito dell'Acciaio 9.10.1988


Preludio, alla manifestazione numero tredici, il convegno sullo sport l'ambiente e il tempo libero. Sono presenti diversi personaggi dello sport nazionale fra questi l'arbitro internazionale Paolo Bergamo e il Giornalista  Italo Cucci.

Emozioni…
Emozioni che non riesci a trattenere quando sfogli l'album delle foto e ti appaiono davanti i momenti, le gioie, i piaceri che lo sport ti ha dato e continua a darti, se lo fai con lo spirito adeguato alle tue possibilità e se lo affronti con l'allenamento giusto.
Lo sport è bello se si è coscienti che con il crescere dell’età va messo in sintonia con le potenzialità fisiche del momento; non bisogna strafare: corri o cammina, ma tieni un ritmo adeguato al tuo grado di preparazione. Sentiti sempre piacevolmente stanco…

I personaggi della storia...
Maurizio Cristiani, Capitano della Fabbrica d’Armi, era il mio abituale compagno nelle corse, condividevo con lui lo stesso ritmo e la stessa voglia di partecipare. Ci si allenava spesso insieme e il suo  passo costante, a volte, non ti lasciava respirare.

Francesco Cervelli il suo programma di corsa, invece, era del tutto personale; lo vedevo al via, impostava il suo ritmo e ci incontravamo di nuovo all’arrivo. Ricordo che alla “100 chilometri del Passatore” percorremmo insieme  i primi tre quarti dei 106,5 Km del percorso ma,  stanco di seguire il mio passo,  mi disse“…io allungo, voglio raggiungere Falsini, tanto siamo quasi arrivati” mancavano alla meta quasi trentadue chilometri. Il giorno successivo, pur stanco e con dolori ai piedi mi sono recato al lavoro, lui invece  ha preferito smaltire la fatica a letto. Si dice per una settimana. 


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Staffetta del 2 Agosto 1980

Il gruppo aggiunse una voce importante e qualificante ai suoi annuali programmi quando organizzò la Staffetta Terni- Bologna, nell’intento di celebrare quel triste evento della stazione di Bologna del  “2 Agosto 1980, una data da non dimenticare”. Quella scelta segnò un obiettivo non solo sportivo. Il gruppo era composto da gente che, oltre a correre, usava anche la testa per riflettere e per stimolare attenzione e interesse su temi di scottante attualità sociale; furono partecipazioni sofferte, scelte condivise dopo notti insonni, felicemente stanchi e coscienti di aver dato, a modo nostro, un contributo alla condanna popolare di politiche stragiste. In una delle tante marce ho ricevuto da mio figlio Claudio, una lezione di vita. Ci trovavamo nei pressi di Bologna e la manifestazione comprendeva la visita al monumento eretto  in memoria dei partigiani caduti sul monte Sabbiuno.  Lì, c’è uno strapiombo dove i partigiani uccisi venivano gettati e fatti rotolare, come rifiuti, nella scarpata. Mi dimenticai di svegliare Claudio. La mancata visita provocò una sua reazione al risveglio che mi dette la misura del mio errore. Con un tono deciso mi disse: “…che ci sono venuto a fare?”. Faceva solo le elementari, ma mi insegnò che la volontà di omaggiare le vittime di quella pagina triste della storia, valeva per lui molto più di una partecipazione alla corsa. Una scelta fatta fin dall’inizio, è stata quella di legare le manifestazioni ad un problema sociale e ambientale, perché attraverso lo sport si facesse una riflessione sui temi collegati alla salute, al tempo libero, alla salubrità dell’aria etc.



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(a cura di Giocondo Talamonti)