IL RICORDO DI BRUNO TRENTIN


« Quando parla uno come Trentin non ha senso chiedersi se appartenga alla destra o alla sinistra del partito comunista, perché quando parla uno come lui si capisce che il duro ripensamento critico e la ricerca creativa appartengono a tutti coloro che vogliono uscire dai luoghi comuni, dalle pigrizie. » 
(Giorgio Bocca - il Giorno - 1975)



IL RICORDO DI BRUNO TRENTIN 
di Giocondo Talamonti 30 agosto 2007



La scomparsa di Bruno Trentin lascia un vuoto incolmabile nel panorama del sindacalismo italiano.

E’ forse stato l’ultimo interprete di un ruolo svolto in funzione degli interessi dei lavoratori, se il compito di un loro rappresentante viene inteso come esclusiva tutela della dignità del lavoro non mediabile con altre realtà sociali.

Io lo ricordo partecipe alle iniziative scolastiche dell’IPSIA sui temi dell’occupazione, osservatore attento dei mutamenti della società, umile analista dei segnali che avrebbero delineato, da lì a poco, il quadro politico-economico di un’Italia in affanno.

Lo stile colto e i modi raffinati con cui sempre esprimeva le sue teorie, coinvolgendo ogni platea, si univa ad una lettura lucida degli eventi storici per proiettare gli scenari futuri.

Chi ha avuto modo di conoscerlo ne ha apprezzato la semplicità dell’espressione e la profondità delle idee.

Con lui si è forse chiusa una fase del sindacalismo Italiano in cui il binomio lavoratore-sindacato è stato vissuto nell’identificazione dei progetti, senza rinunciare al senso di responsabilità sociale che le parti giocavano nel tracciare il panorama pubblico del nostro Paese.

Considero un privilegio aver scambiato con lui opinioni che hanno spaziato dall’occupazione alla scuola, dalla formazione all’orientamento dei giovani.

A distanza di tempo, i miei studenti ricordano ancora il suo intervento nella “Sala Secci” dell’IPSIA in occasione della presentazione del libro “Il successo Formativo”, dove, attraverso un’analisi acuta dei problemi della Scuola, emerse la visione limpida di un società che fosse libera da preconcetti politici e orientata ad utilizzare le risorse del territorio come elemento di crescita economica e culturale.

I video del suo intervento fanno parte del patrimonio didattico inserito nell’archivio storico dell’IPSIA e testimoniano la sensibilità dell’Uomo verso i problemi dei giovani e del mondo del lavoro.

Bruno Trentin ha rappresentato la coscienza critica della sinistra e in particolare del comunismo italiano, perché ha saputo scindere l’ideologia dal pragmatismo del suo tempo, marcando un netto divario fra la realtà storica che investiva il mondo operaio e la derivazione politica che ne animava le scelte.

Suo grande merito è di aver tracciato percorsi netti e ben visibili sui quali i suoi migliori allievi, da Cofferati a Epifani, si sono impegnati con alterne fortune; ma che, comunque, restano un esempio di come intraprendere una via resa più complessa dall’evoluzione della società di oggi.



Ing. Giocondo Talamonti

Discutiamo di scuola, formazione e Università

L'evoluzione delle conoscenze e dei saperi, che si matura ormai in un ambito di concorrenzialità globale, impone regole nuove e, soprattutto, un'attenzione continua ai cambiamenti imposti dai mercati. Il processo formativo ha inizio nella scuola, dove convergono gli input provenienti dall'esterno, e alla quale si chiede oltre alla crescita educativa e sociale di saper creare le abilità tecniche necessarie a competere. Continua nell'Università, supportando con la ricerca e le sperimentazioni i settori di applicazione e confrontando l'impegno in itinere con le imprese del territorio. La filiera istruzione-università-impresa deve trovare motivi aggreganti nelle istituzioni, cui spetta l'onere del coordinamento degli sforzi che Scuola, Università e Impresa perseguono convinte. La politica, in questo ambito, svolge un ruolo primario nell'indirizzare le scelte e affrontare problemi reali, a partire dal riconoscimento sociale di chi lavora nella scuola, fino ad assicurare le risorse adeguate alla professionalità degli operatori, evitando di soffermarsi su falsi temi, tipo “Preside sceriffo", utilizzazioni, e così via. L’obbiettivo da perseguire non consente distrazioni: formare e istruire i giovani. Essi rappresentano il solo ed unico scopo che una scuola deve perseguire. A fianco, vanno creati supporti validi a realizzare il target: insegnanti motivati intellettualmente, progettualmente, ma anche economicamente. L’idea che la funzione docente sia una missione è un’immagine romantica, tranquillizzante per i governi e giustificativa di soprusi contrattuali mai risolti. Anzi, complicatisi nel tempo e nelle trattative sindacali fino a farne una piaga. La “buona scuola” non si fa solo con l’immissione in ruolo e neppure accontentando i precari. La professione docente necessita di qualificazione e la qualificazione si ottiene dalla competizione, dalla concorrenza, rendendo cioè appetibile il “mestiere” sulla base di livelli retributivi interessanti. La prevalenza di operatori scolastici femminili ha troppo a lungo dominato la scena occupazionale del settore, costituendo nella maggioranza dei casi un secondo stipendio in famiglia, da aggiungere a quello del marito e, quindi, non meritevole di recriminazioni contrattuali. La responsabilità del docente non si limita ad adempiere ai percorsi di istruzione ministeriali. Gli uomini e le donne del domani si forgiano da mani sapienti, esperte, capaci e in grado di aggiornarsi continuamente ai cambiamenti sociali del tempo. Ne consegue una responsabilità enorme, incalcolabile per le conseguenze che derivano alla società del domani. Se pensiamo che questo compito meriti di essere retribuito con un piatto di minestra, allora vuol dire che la strada da percorrere è ancora lunga. 

A Susanna Camusso, segretario nazionale CGIL, e all'Amministratore Delegato dell'Ast che si incontreranno a breve in un faccia a faccia, così come ad ogni altro confronto che veda contrapposte iniziative politiche e sindacali, chiediamo che le condizioni per il lavoro e l'occupazione non siano solo tema di discussione ma di soluzione. Il mondo del lavoro sta evolvendo verso forme sempre più complesse, dove la formazione, l’aggiornamento delle abilità, la competitività giocano ruoli distintivi. La preparazione dei lavoratori del domani sarà sempre più esigente e settoriale, perché è dallo studio analitico di differenti ambiti operativi che può derivare la qualità della prestazione professionale.

In questo senso va improntata la formazione dei giovani studenti e accentuata la collaborazione con industrie locali e di dimensioni internazionali. 

I contatti scuola-mondo operativo, con la presenza di dirigenti d'imprese a scuola consente di mettere a confronto differenti esperienze lavorative ma anche di trasmettere una cultura d'impresa. Attraverso l'alternanza Scuola-Lavoro e grazie a corsi mirati è possibile definire e delineare una coscienza improntata alla cultura del lavoro. 

Tale atteggiamento permette di non fare distinzioni in merito all'importanza del compito svolto all'interno di un’azienda, ma dota i lavoratori di uno spirito comune che trova applicazione in qualsiasi ambito e che s’ispira ai principi di redditività, concorrenza e sana competizione, guardando alla misurabilità dei risultati, alla sicurezza e alla compatibilità ambientale.





Giocondo Talamonti





Cimitero di Terni . Una tomba abbandonata

Lo stato di abbandono della tomba dei garibaldini ha generato degli stati d’animo e l’indignazione di cittadini ternani che amano conservare la memoria..., la lapide interna ricorda "...che sempre ed ovunque combatterono per la libertà pel diritto per la Repubblica" MCMVIII... 

...c'è bisogno di un impegno concreto.












Dopo l'arresto di Mussolini del 25 luglio 1943, il re Vittorio Emanuele III firma l'armistizio con gli eserciti alleati l'8 settembre 1943.

L'esercito italiano, fino al giorno prima alleato con i tedeschi si ritrova nella più completa confusione. Gli ordini non sono chiari, tutto è lasciato al caso.

I tedeschi occupano l'Italia, i militari sbandati vengono immediatamente disarmati e arrestati, numerosi di essi riescono a sfuggire e a prendere la via dei monti unendosi alla popolazione civile e ai numerosi antifascisti che già erano in montagna e inizia la guerra partigiana che in quei mesi si va strutturando. Fuori d'Italia molti militari italiani vennero sorpresi dall'annuncio e cercarono di resistere, ma spesso furono sopraffatti e passati per le armi (Divisione Acqui Cefalonia).

Il 90% dei militari italiani internati nei campi di concentramento nazisti, rifiutano di unirsi ai tedeschi e ai fascisti...




























Ieri, 1 settembre 2015, si sono inaugurati, alla presenza del Presidente del Coni e delle autorità cittadine, i mondiali di tiro con l'arco, giunti alla settima edizione.
L'iniziativa, rispetto alle altre sei edizioni, è la più grande per numero di partecipanti, sia di atleti che di nazionali.

Riportiamo qui di seguito alcune foto relative alla sfilata degli arcieri in costumi storici che ha preceduto la presentazione ufficiale dei mondiali, in Piazza della Repubblica.