Pagare le tasse è un dovere…


 Il Sindaco di Terni rivolge un invito accorato ai cittadini ternani perché paghino tasse e tributi. Lo fa appellandosi al senso civico, dimenticando per un attimo che vari consiglieri comunali, dell’attuale legislatura, si erano “dimenticati” di farlo. Qualcuno, riposto il dovere nel dimenticatoio aveva accumulato oltre diecimila euro di buffi, (situazioni di ‘pendenza’ nei confronti del Comune). C’è voluto lo spauracchio della magistratura perché mettessero mano al portafoglio. In politica conta l’esempio, l’onestà e la coerenza. La propaganda, come le bugie, ha le gambe corte. Serve a nascondere l’incapacità amministrativa, magari prendendosela tout-court con “quelli di prima”, senza offrire una visione di futuro né un progetto di città che dia ai giovani un minimo di speranza per affrontare le sfide future. (I ternani pagano anche la giunta e il sindaco più costosi degli ultimi dieci anni).
Garantire i servizi e l’efficienza della macchina amministrativa è un dovere morale di ogni istituzione anche se gli esempi dell’attuale governo nazionale, come la “pace fiscale” (leggasi condono) tendono a tollerare l’evasione a dispetto dei mezzi tecnologici che consentono in tempo reale di individuare chi ha fatto il proprio dovere e chi no.
 Ognuno deve fare la propria parte, ciascuno deve contribuire a creare i presupposti per una comunità più equa. Educare alla legalità è un compito precipuo della società, a cominciare dalla famiglia, proseguendo con la scuola, ma deve essere anche un preciso obbiettivo di ogni programmazione. Il vero problema morale delle tasse è quello della giustizia e dell'equità. In particolare, le tasse devono essere proporzionate alla reale capacità contributiva dei singoli sulla base del reddito.
Le istituzioni hanno il dovere di accertare lo stato di povertà in cui si possono trovare i cittadini, visto quanti ricorrono alle associazioni, alle parrocchie per far fronte alle difficoltà economiche nel quotidiano. Ma questo è solo un aspetto del problema. Per tutti gli altri occorre procedere celermente al recupero delle somme dovute con aggiunta, come prevede la legge, di more, interessi e sanzioni. Sapere dal Sindaco che vi sono da recuperare, oltre 23 milioni di euro di Tari crea indignazione fra gli onesti che le tasse le pagano. Non servono inviti a pagare, quasi fosse una elargizione, ma un impegno a fare, ad applicare la legge con autorevolezza. Ma la lotta all’evasione non paga elettoralmente. Né a livello locale, né nazionale. Il Sindaco, al pari di chi ci governa in Italia, non faranno mai una seria campagna di lotta all’evasione, benché tutti sappiano che sta lì la soluzione di tutti i problemi.


Giocondo Talamonti
(Presidente dell’Associazione Politico-Culturale “Enrico Berlinguer”)



A quando una visione e un Progetto di città?


Secondo un costume populista rivolto solo all’immagine, la comunicazione web, interpretata dal salvinismo come unica forma di informazione per le masse, anche gli aspetti più ovvi della vita amministrativa e operativa della città, assurgono a opere d’arte, soluzioni prodigiose, azioni meritevoli del plauso infinito dei supporter. La gente non vede l’ora di apporre un like per ogni scemenza o obbligo degli amministratori, quasi fosse una gentile concessione alle attese dei cittadini. Basta, quindi, fare manutenzione alle strade, mettere sul web l’operazione e attendere il consenso incondizionato del popolino.

Se poi vai a chiedere in Comune se esiste un progetto di città, se si intende valorizzare il patrimonio esistente, migliorare attraverso precise strategie l’attuale condizione urbana, se sono allo studio analisi e prospettive per disegnare un futuro più consono ai tempi e alle attese dei ternani, nessuno saprà risponderti. Ci sono problemi che riguardano il lavoro, l’istruzione, l’Università, l’economia verde, il turismo con S. Valentino, il potenziamento delle infrastrutture, la difesa dell’ambiente, la sanità, l'apporto del volontariato, i temi delle imprese sociali e dell'associazionismo all'economia, alla vita sociale, ci si chiede come evolveranno gli stili di vita, l’organizzazione e la vivibilità del territorio con la formidabile concentrazione di strutture di ricerca e un immenso giacimento di intelligenza etc. Vuoto assoluto. Troppo complicato per la gente e troppo difficile da realizzare. Meglio ignorare temi scabrosi, impegnativi. Per i nostri amministratori è alla pancia dei ternani che bisogna parlare, chiedere i mi piace, così, tanto per sentirsi partecipi di una comunicazione sul nulla. A quando una visione e un Progetto di città?

Giocondo Talamonti



Rispondere al contratto o al modello di Paese?


Dato corpo a quota 100 e al reddito di cittadinanza (il primo doveva superare la legge Fornero, ma dura solo tre anni, al termine dei quali la 'Fornero' tornerà in piena salute; il secondo anch’esso limitato nel tempo), il contratto fra gli alleati di governo prevede, al momento, come punti di caratterizzazione la flat tax e l’autonomia differenziata.
Flat tax. Chi ha avuto a che fare con questi temi sa benissimo che presenta un rischio sotto due profili: uno è quello degli introiti e l’altro è quello dell’equità.
 La promessa iniziale doveva essere una aliquota unica, com’è una “tassa piatta”, ma poi ci si è accorti che costava 70 miliardi di euro. La nuova formula sembra prevedere che sopra i 50.000 euro di reddito “familiare”, le vecchie aliquote restano quelle di prima.
 Un fisco messo male, molta evasione e poco si fa per sconfiggerla facendo leva sulla prevenzione, sull’educazione e sul rispetto degli altri. Si ricorre spesso ai condoni anziché prevedere il carcere per chi evade e per chi porta all’estero la ricchezza italiana.
L’autonomia differenziata è in discussione, ma va ostacolata, soprattutto in materia di istruzione perché l’ordinamento è e dovrebbe rimanere nazionale e perché i diritti e i doveri non sono regionalizzabili.
È questo il modello di Paese che il contratto e le diverse visioni politiche dei contraenti ci propongono?
 Non sarebbe più facile lavorare ad un modello Paese dove a prevalere siano tematiche come il superamento delle disuguaglianze, l’occupazione da incentivare con politiche ad hoc, investimenti da fare con sgravi fiscali alle imprese e ai lavoratori, potenziare la scuola e l’istruzione universitaria?
Abbiamo la metà dei laureati dei principali paesi europei. L’ Italia è penultima in Europa chiude la Romania. Si va avanti per spot, in una campagna permanente, con una comunicazione spesso ingannevole.
È cambiato anche il modo formale di procedere: una volta si ascoltava il Parlamento, ora le decisioni più importanti si prendono e si apprendono nei dibattiti televisivi, in conferenza stampa o mediante messaggi via twitter. Le cose si faranno pure, ma sembrano avulse da ciò che effettivamente occorre e senza pensare al dopo. È necessario, invece, dare vita a un modello che consente di occuparsi dello sviluppo e del futuro della nazione, in un contesto sempre più europeo. 





Il verde pubblico consente la tutela generale del paesaggio e della qualità della vita.
L’abbattimento di un albero e la sostituzione con un altro, necessita di controllo per verificare che ciò sia tecnicamente possibile e con elevate possibilità di attecchimento…









È la cultura l’arma vincente...

Dopo la Fiat anche Mediaset trasferisce la sede legale in Olanda, Paese che utilizza l’euro e che rispetto al nostro vanta:
1)   stabilità politica,
2)   certezza giudiziaria,
3)  assenza di burocrazia costosa e asfissiante.

È noto, inoltre, che molti pensionati italiani, per permettersi una vita dignitosa, si trasferiscono in altri Paesi europei, come ad esempio in Portogallo che non presenta l'oppressione fiscale cui sono sottoposti in patria. L’attuale classe dirigente del nostro Paese sta cercando di finanziare la crescita con la stampa di moneta fittizia (mini-bot, moneta illegale che non risolverebbe i problemi del Paese), e con la proposta di tassare il denaro fermo nelle cassette di sicurezza.

 Anziché proporre ogni settimana strategie, pressoché impossibili, occorre impegnarsi in politiche concretamente orientate alla formazione (Scuola, Università, ricerca, Centri di eccellenza etc.), all’innovazione, agli investimenti e ai provvedimenti per:
a)        ridurre il cuneo fiscale,
b)       riformare il fisco
c)        riformare la giustizia,
d)       dare uno stop ai condoni (oggi chiamati pace fiscale),
e)       incentivare gli investimenti tesi allo sviluppo economico e alla crescita dei posti di lavoro etc.

In mancanza di ciò, gli italiani (sempre di meno al voto) dovrebbero svegliarsi e sconfessare chi racconta cose irrealizzabili o non corrispondenti al vero. Per arginare la deriva pericolosa del populismo è necessario ricorrere alle tante intelligenze del popolo italiano affidandosi alla sola arma vincente possibile: la Cultura.


Il Presidente
Giocondo Talamonti


Il Verde Pubblico


Il verde pubblico contempla aspetti che possono sfuggire ad un frettoloso esame. In città svolge una funzione di abbellimento degli spazi comuni, esattamente come fa ciascuno di noi per migliorare il proprio contesto abitativo. Una pianta vive e questa sua proprietà si contrappone alla rigidità delle costruzioni, alla freddezza del cemento. Ma aggiunge caratteristiche vitali per l’azione benefica di cui è portatrice nei confronti dello smog ambientale e del traffico cittadino.
Quanto detto richiede una costante attenzione, da parte delle amministrazioni, nella gestione e cura della loro vita. È un compito severo, impegnativo che va oltre quello materiale della loro manutenzione per abbracciare aspetti salutistici ed estetici. Ciò premesso, in ragione della crescita biologica di cui s’è detto, può accadere che circostanze avverse suggeriscano di dover abbattere un albero per salvaguardare la salute di altre piante, dei cittadini, della sicurezza di uomini e cose.
È una decisione estrema che impone competenza nella valutazione dei casi, considerato che una pianta, perché svolga la funzione che è chiamata a sostenere, necessita di decine di anni per raggiungere medie dimensioni. Esistono una serie di misure che possono ritardare la decisione di abbattere un albero, esaurite le quali, nel caso persistano i motivi che suggeriscono il taglio, è obbligatorio procedere all’estrema scelta.

Questa può derivare da motivi di sicurezza della viabilità, rischi di cedimenti, presenza di batteri pericolosi per le persone o altre piante. L’abbattimento di 150 pini secolari, indipendentemente dalle ragioni che l’hanno consigliato, è una perdita reale del patrimonio verde di una città come Terni, con gravi ripercussioni, salutistiche ed estetiche. È lecito chiedersi come tutto ciò sia diventato inevitabile sull’intero territorio cittadino e se esiste un monitoraggio costante del patrimonio arboreo (piante singole e/o in filare) per la verifica del loro stato di salute.

Una misura così drastica merita, quanto meno, una verifica delle condizioni che l’hanno determinata. Risulta altrettanto difficile comprendere come l’ampiezza dell’intervento si sia rivelato indispensabile in un medesimo tempo, quasi a riparare una gravità inavvertita fino a quel momento.
Sarebbe interessante conoscere le relazioni tecniche sulla scorta delle quali è avvenuto il taglio, considerato che la messa a dimora di nuove piante non potrà soddisfare, per vari decenni, le condizioni e il ruolo svolto da quelli abbattuti. 

Terni, 15.07.2019
Giocondo Talamonti




Seminar odio e divisioni…

Il decreto sicurezza fondato su logiche di paura e repressione, anziché basarsi sulla prevenzione, quasi sicuramente, finirà per indebolire il tessuto della convivenza civile. Occorrerebbe puntare sull’istruzione, sulla formazione dei giovani, sulla conoscenza della nostra lingua e abitudini, su percorsi di inserimento lavorativo, sulle attività di inclusione sociale e su politiche che favoriscono l’integrazione.
 L’Europa, con i suoi 500 milioni di abitanti, potrebbe dare ospitalità e rispondere, anche, all’accorato appello di Papa Francesco:La situazione drammatica dei profughi, segnata da paura disagi e incertezze è una triste realtà. I profughi ogni giorno fuggono dalla fame e dalla guerra, alla ricerca di una vita dignitosa per sé e per le proprie famiglie…”  
Ma torniamo alle conseguenze delle disposizioni contenute nel decreto sicurezza perché produrranno schiere di persone (divenute) irregolari che andranno ad aumentare lo sfruttamento e i senza fissa dimora a discapito della tanto sbandierata sicurezza.
 Tutte le azioni di lotta e di resistenza compresa l’occupazione delle fabbriche e/o i blocchi stradali e ferroviari da parte del movimento operaio per la tutela del lavoro, con il decreto sicurezza vengono represse con forme che contemplano perfino la reclusione.
 Pertanto da un lato si consegna manodopera al lavoro nero e sottopagato, incrementando lo sfruttamento, dall’altro si sparge ulteriormente disgregazione colpendo con la repressione ogni tipo di lotta che rivendica diritti.
 La strada da perseguire è quella dell’integrazione con politiche, da concordare con l’Europa, che potranno regolare i flussi migratori. Staremo a vedere

Il Presidente Associazione “E. Berlinguer”
Sez. On. Mario Andrea Bartolini
Giocondo Talamonti




Il bagno delle Grazie resta chiuso…

L’igiene pubblica, la scurezza e il decoro urbano non viene preso in considerazione né da parte del responsabile preposto, né da parte dell’Informazione, né da parte di chi è addetto ai controlli. Ci sono alcuni aspetti di sicurezza igienico-sanitaria a tutela della salute del cittadino che dovrebbero essere verificati e approfonditi. Il bagno del parco Le Grazie è chiuso con un lucchetto da tempo e non può essere utilizzato dalle persone che lo frequentano (giovani, anziani, donne e persone diversamente abili…), nonostante siano stati fatti recentemente lavori di miglioramento alla struttura (ove è ubicato il bagno), la manutenzione del WC non è stata fatta o se lo fosse stata il bagno resta chiuso. Chi può si arrangia all’aperto (!). Tra l’altro il bagno si trova nelle vicinanze del distributore di acqua potabile trattata dove il cittadino può rifornirsi direttamente, utilizzando contenitori propri. Anche qui, alcune riflessioni: 
Essendo l’acqua potabile processata attraverso un trattamento (assimilabile ad un impianto di tipo alimentare), ci si chiede se tale tipologia di impianto sia stato approvato dal Ministero della Salute come previsto dal Regolamento n. 443/1990, se sia   stata sottoposta ad un piano di verifiche e manutenzione periodico e se tale piano venga effettivamente posto in essere con verifica delle autorità competenti. Se sia stato predisposto un regolamento igienico, un piano di gestione HACCP, un piano di controllo analitico interno alla “casetta” e se tale esercizio di erogazione sia stato denunciato all’ ASL competente per poter effettuare i controlli ufficiali a tutela della cittadinanza. Ci si chiede, infine, se l’anidride carbonica, utilizzata per l’erogazione dell’acqua frizzante, abbia i requisiti di additivo alimentare come previsto dalla legge.
E allora!!!…



Il 6 luglio” Resistenza in Valnerina”


Appuntamento alle 8.30 a Polino per portarsi in località Fonte dello Stubbio a circa 1000 metri di altezza, in un bosco in cui una lapide ricorda il sacrificio di Di Giuli Giovanni, giovane ventiduenne, ucciso barbaramente durante un rastrellamento delle forze nazi-fasciste nel 1944. Tante le presenze fra cui il Sindaco di Polino, Venanzi Olimpio e la memoria storica Alvaro Valsenti. Un ricordo che nessuno riuscirà a cancellarlo. C’è stata la deposizione di fiori sul cippo in ricordo dell’uccisione del partigiano della Brigata garibaldina “A. Gramsci”, Di Giuli Giovanni.
La Resistenza, è stato ricordato dal portavoce dell’Anpi di Terni, Luciano Zara, fu lotta del popolo italiano contro il nazi-fascismo. Poi la cerimonia si è spostata al cimitero di Macenano in Valnerina e qui il Sindaco di Ferentillo, Riffelli Enrico, ha ricordato che nella lotta di liberazione sono prevalsi ideali di libertà e di democrazia, valori che hanno gettato le basi per la nostra Costituzione. Anche qui c’è stata la deposizione di una corona presso la lapide commemorativa dei patrioti, partigiani, antifascisti, civili e militari combattenti la guerra di liberazione nazionale, sepolti nel Cimitero di Macenano, frazione di Ferentillo.

 

Un invito alla scuola tutta, ai docenti di ogni ordine e grado ad insegnare la storia portando gli studenti sui luoghi ove tanti giovani hanno sacrificato la propria vita per gli ideali di pace e libertà.

 Significative le parole di Piero Calamandrei sulla Costituzione, pronunciate nel discorso del 26 gennaio 1955, dirette ai giovani.


“…Quindi, voi giovani alla costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come cosa vostra, metterci dentro il senso civico, la coscienza civica, rendersi conto- questa è una delle gioie della vita- rendersi conto che ognuno di noi nel mondo non è solo, che siamo in più, che siamo parte di un tutto, nei limiti dell’Italia e nel mondo. Ora vedete- io ho poco altro da dirvi-, in questa costituzione, di cui sentirete fare il commento nelle prossime conferenze, c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato. Tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie son tutti sfociati in questi articoli. E a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane. Quando io leggo nell’art. 2, ”l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”, o quando leggo, nell’art. 11, “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”, la patria italiana in mezzo alle alte patrie, dico: ma questo è Mazzini; o quando io leggo, nell’art. 8, “tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge”, ma questo è Cavour; quando io leggo, nell’art. 5, “la Repubblica una e indivisibile riconosce e promuove le autonomie locali”, ma questo è Cattaneo; o quando, nell’art. 52, io leggo, a proposito delle forze armate, ”l’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica” esercito di popolo, ma questo è Garibaldi; e quando leggo, all’art. 27, “non è ammessa la pena di morte”, ma questo, o studenti milanesi, è Beccaria. Grandi voci lontane, grandi nomi lontani. Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti. Quanto sangue e quanto dolore per arrivare a questa costituzione! ...”