Assistenza a vita o integrazione degli immigrati ?


Con l’approvazione della Consulta degli Immigrati, la città di Terni, e per essa i suoi rappresentanti nel Consiglio Comunale, ha dato forma a una delle misure più avanzate di integrazione in Italia.
Non a caso, i principi alla base della rappresentatività delle 79 etnie presenti nel nostro territorio sono stati accettati e sottoscritti da maggioranza e opposizione. I problemi connessi all’accoglienza e le potenzialità occupazionali, così come i sussidi per la soluzione di situazioni gravose e le opportunità per la migliore integrazione, hanno un comune denominatore: la dignità degli stranieri e la valorizzazione delle culture di cui ciascuno è portatore.

La Consulta, nel rispetto di principi costituzionali inderogabili, prevede la partecipazione di un rappresentante alla discussione consiliare di temi di diretta attinenza agli interessi degli immigrati, consentendo così di ascoltare, intervenire e valutare aspetti connessi alla migliore integrazione.
Nel riservare dignità agli stranieri, il Consiglio Comunale ha inteso riconoscere la validità del ruolo svolto da questi nell’economia cittadina e sottolineare il contributo culturale di cui la città può e deve giovarsi. La novità più avanzata, a livello nazionale, è l’incontro della Consulta con il Consiglio comunale due volte l’anno.
Contro questa visione osservante del diritto di uguaglianza fra tutti gli esseri umani, visione che riconosce il diritto di chiunque a vivere in qualsiasi angolo del mondo senza preclusioni o limitazioni, c’è un altro modo di confrontarsi con il problema: l’assistenza ad oltranza, l’elemosina istituzionale, il supporto a vita, l’annullamento della personalità dello straniero, con l’intento di ridurla a dipendenza sociale.
Questa linea progettuale consente di disporre della volontà del postulante, di fiaccarne gli stimoli, di pesare sulla società, di disporre di risorse finanziarie da distribuire secondo criteri di presunta equanimità.

Maggiore è il numero degli stranieri dipendenti dal giogo psicologico-sociale, maggiore è la forza di chi si è autonominato a rappresentarli.
A sostegno di questa ultima scelta è nata una Contro-Consulta che scalpita, sbraita e reclama diritti confondendoli con doveri e coinvolgendo nel disegno assistenziale organizzazioni che dovrebbero valutare con più razionalità il loro ruolo dando più credito alla funzione socio-umanitaria che svolgono.
Considerato che gli immigrati nella nostra città sono circa 14.000, vale a dire il 15% della popolazione residente, 20.000 nell’intera provincia e niente, più dei numeri, è utile per valutare l’entità di un fenomeno; con l’attivazione della Consulta così come deliberato dal Consiglio comunale e come riportato nell’atto di indirizzo allegato al Bilancio, si favoriscono i rapporti tra le varie etnie e si agevola il lavoro insieme su progetti condivisi.

Pertanto occorre procedere speditamente all’attivazione della Consulta, alla messa a disposizione di una “casa dell’amicizia” e all’organizzazione  di una conferenza cittadina sull’immigrazione nella consapevolezza che investire nell’integrazione costa molto meno che privilegiare forme di assistenza e di mantenimento passivo.

Terni, 13 luglio 2012


Ing. Giocondo Talamonti





Al Sindaco del Comune di Terni


Le Vittime della Shoah, il genocidio perpetrato dalla germania nazista e dai suoi alleati nei confronti degli ebrei d'Europa, provocò lo sterminio di un numero di uomini, donne, vecchi e bambini ebrei compreso tra i 5 e i 6 milioni. La distruzione di circa i due terzi degli ebrei d'Europa venne organizzata e portata a termine dalla Germania nazista mediante un complesso apparato amministrativo, economico e militare che coinvolse gran parte delle strutture di potere burocratiche del regime, con uno sviluppo progressivo che ebbe inizio nel 1933 con la segregazione degli ebrei tedeschi, proseguì, estendendosi a tutta l'Europa occupata dal Terzo Reich durante la seconda guerra mondiale, con il concentramento e la deportazione e quindi culminò dal 1941 con lo sterminio fisico per mezzo di eccidi di massa sul territorio da parte di reparti speciali e soprattutto in strutture di annientamento appositamente predisposte. Questo evento non trova nella storia altri esempi a cui possa essere paragonato per le sue dimensioni e per le caratteristiche organizzative e tecniche dispiegate dalla macchina di distruzione nazista.


Il Consiglio Comunale invita il Sindaco e la Giunta, ad intitolare una via o piazza di Terni alle vittime della Shoa.


Terni, 9 luglio


Sottoscritto da tutti i partiti politici




“ L’Assessore non sapeva”


La conservazione di beni culturali privati, affidata alla cura di strutture pubbliche, presuppone una condizione minima ed ovvia: la fruibilità gratuita per la cittadinanza del patrimonio storico ospitato. 
Se, al contrario, lo scopo che si intende perseguire è quello di utilizzare gratuitamente strutture pubbliche per interessi privati, allora sarà il caso che, quanto meno, si stabilisca il costo di un affitto. L’assessore Guerra queste cose le sa, così come gli è noto che questo tipo di accordi è generalmente preceduto da una donazione.
Nel caso dei beni ex Alterocca, di proprietà della Signora Boscarini, non dovrebbero esistere deroghe a principi tanto lapalissiani. Ciononostante, sono state poste ridottissime limitazioni al progetto di accoglimento di macchinari e materiale tipografico legati a una delle pagine più gloriose della storia economica della città di Terni: lo Stabilimento Alterocca.
Lo scrivente non ha pregiudizi, né pretese nei confronti di un progetto che possa anche in minima parte rappresentare uno stimolo culturale per i cittadini. Tutt’altro. Dire “Talamonti sapeva” è come dire “Talamonti s’è rimangiato la parola”.
E’ stato chiesto dal Consiglio d’Istituto dell’ITIS di realizzare prioritariamente una mostra delle cartoline e allestire una struttura dalle parvenze museali. Non si tratta di ripensamenti, e potrà suonare limitativa solo a chi ignora gli interessi della comunità.
Il problema sta nel rispetto dei valori e dei principi suesposti, contro i quali non può andare chi, come il sottoscritto, ha speso una vita nel perseguire progetti di cultura, formazione e istruzione da dipendente dello Stato e, soprattutto, da educatore. Sarebbe spiacevole, forzando le scelte, dover dedurre: “L’Assessore non sapeva”.


Giocondo Talamonti


Terni , 6 luglio 2012