La Sicurezza a Scuola

Dopo aver scavalcato una rete di protezione, uno studente salta su un lucernario per ricuperare il giubbotto che un collega gli aveva sottratto per fargli uno scherzo. La copertura ovviamente, non regge il peso e l’incauto precipita da dieci metri, morendo. Fatalità? Imprudenza? Mancata sorveglianza? Incapacità a valutare il rischio? 

Di tutto un po’. 

L'incidente in questione è sintomatico di uno stato di arretratezza manutentiva nelle scuole, ma anche di carenza informativa di situazioni di pericolo. Se la vittima avesse potuto disporre di una minima preparazione alla valutazione dei rischi cui ogni individuo è esposto, probabilmente non avrebbe mai osato saltare su una superficie così debole e insicura. La rete che delimitava il lucernario, elevata con la convinzione che fosse sufficiente a far desistere studenti all’imprudenza, è un’altra grave ipotesi valutativa. Chiunque abbia avuto a che fare con l’esuberanza dei ragazzi a scuola sa perfettamente che le misure preventive non sono mai abbastanza. La loro incolumità, dal momento che un giovane varca la porta d’ingresso, ricade nella responsabilità degli addetti ai lavori: personale ATA, docenti, dirigente scolastico. Come possa essere sfuggito all’attenzione dei responsabili lo scherzo subito dalla vittima e la decisione del ragazzo di saltare incautamente su quella debole copertura, è materia che attiene al magistrato che s’incarica della vicenda, ma è anche evidente che esistano colpe oggettive.

Per sgombrare il campo da frettolose deduzione è bene dire che la presenza di personale e di insegnanti è il miglior deterrente per scoraggiare bravate e ‘imprese’ a scuola. E’ forse per questo che gli incidenti sono statisticamente contenuti. 

Disposizioni ministeriali in materia di ‘risparmio’ impongono un numero minimo obbligatorio di studenti per classe (27/30), principale rischio per la sicurezza e la salute dei giovani. In specie, perché l’obbligo è tassativo, tanto che prescinde da condizioni ambientali o logistiche. In realtà, sono poche le aule che possono ospitare un assembramento del genere, cosicché aumentano a dismisura le potenzialità di pericolo, senza contare i danni all’apprendimento. 

La Costituzione parla chiaro: la salute e la sicurezza sono diritti fondamentali e inalienabili di ogni persona. La legislazione in materia (legge 626/’94 e 81 del 2008) esiste, ma viene disattesa per mancanza di fondi.

Quello che si ritiene di risparmiare, evitando di intervenire nella manutenzione scolastica, si paga in termini di vite umane o, nel migliore dei casi, di invalidità, ancora più pesanti quando trattasi di ragazzi. 

Se a questo si aggiunge che la mancata ristrutturazione o aggiornamento dei siti scolastici comporta costi energetici notevoli e forzosa rinuncia alla fruibilità di ambienti utili alla formazione dei giovani, allora non sarà difficile comprendere quanto sia miope la posizione del rinvio.



Giocondo Talamonti






INTERROGAZIONE: interventi sugli edifici scolastici


Al Sindaco del Comune di Terni




Premesso che, come sancito dalla Costituzione, la salute e la sicurezza sono diritti fondamentali e inalienabili di ogni persona;

preso atto delle direttive europee in materia, recepite nella legislazione italiana dalla 626/'94 e dalla legge 81/2008 e successive;

visto che la legge di stabilità in materia di fondi agli enti locali introduce la possibilità di presentare progetti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico, ed efficientamento energetico degli immobili adibiti all'istruzione scolastica;

considerata la difficoltà da parte delle famiglie nel sostare, seppure temporaneamente, nei pressi degli edifici e dei plessi scolastici in fase di accompagnamento o ritiro dei bambini dalla scuola;

visto che sono in sperimentazione, ove le condizioni lo consentono, iniziative tese a favorire il raggiungimento del plesso scolastico e il ritorno verso casa a piedi, esercizio fisico utile a promuovere la salute e il benessere psico-fisico dei bambini;


si chiede al Sindaco se:

1) intende attivarsi perché venga posta in essere la presentazione di progetti mirati alla sicurezza strutturale degli edifici scolastici;

2) esiste una pianificazione territoriale, in ordine alla ristrutturazione e al miglioramento dei siti scolastici cittadini anche sotto il profilo dell'efficientamento energetico, confort e fribilità degli ambienti;

3) intende favorire, nei pressi degli edifici e dei plessi scolastici, la possibilità di sosta temporanea e regolamentata per consentire ai genitori di poter accompagnare i figli a scuola e poterli riprendere al termine delle lezioni;

4) c'è l'impegno dell'amministrazione a favorire la promozione delle buone pratiche nell'utilizzo del mezzo pubblico e quelle iniziative che prevedono il raggiungimento e l’uscita dalla scuola a piedi.



Terni, 14 gennaio 2014




Giocondo Talamonti (G.M. "Associazione E. Berlinguer")

Boccolini Giuseppe PSI

Campili Claudio IdV






Al Sindaco del Comune di Terni
Al Presidente della II Commissione consiliare




Premesso che il piano regionale dell’offerta formativa e della programmazione della rete scolastica in Umbria -anno scolastico 2014-2015- recepisce la proposta avanzata dalla Provincia di Terni, in merito all’autonomia in deroga dell’Ipsia “S. Pertini” di Terni;

considerato che in detto piano, per quanto concerne l’istituzione dei CPIA provinciali di Perugia e Terni, è espresso parere favorevole per la costituzione di due Centri uno presso la sede del CTP (Centro Territoriale Permanente) sito nell’Istituto Comprensivo “A. Volumnio” di Perugia e l’altro presso una istituzione scolastica, da individuare, nella provincia di Terni;

preso atto che l’educazione permanente è fondamentale per intercettare le esigenze di sviluppo e innovazione dei territori in cambiamento ove la risorsa umana rappresenta il fulcro su cui far ruotare il futuro delle comunità e la competitività delle imprese;

visto che attualmente il CTP di Terni è ubicato presso l’IPSIA “S. Pertini” e svolge una intensa e riconosciuta attività per l’educazione e la formazione degli adulti e degli immigrati;

preso atto che l’Ipsia “S. Pertini” si distingue nella Regione per rispondere anche alle richieste professionali provenienti dalla Toyota e dalla Texa, industrie multinazionali interessate a formare le maestranze necessarie alle localizzazioni delle proprie attività;

riconosciuto che le competenze professionali, insieme a quelle tecniche esistenti nelle industrie ternane, provengono in massima parte da quel bacino di professionalità assicurato dalle istituzioni scolastiche locali (IPSIA ed ITIS);

tenuto conto che l’accorpamento fra l’Ipsia e il Cpia consentirebbe di rientrare nelle norme necessarie ad ottenere una effettiva autonomia superando così quella in deroga;


si chiede al Sindaco e alla Giunta di conoscere:

1) le motivazioni della mancata individuazione della sede del CPIA previsto per la Provincia di Terni;

2) le iniziative da intraprendere per riaffermare all’Ipsia “S. Pertini” il ruolo svolto fino ad oggi nell’istruzione per gli adulti, riconoscendogli, quindi, la veste di sede più idonea ad ospitare il CPIA provinciale;

3) i suggerimenti da mettere in campo per ridare slancio e prospettive all’istruzione professionale.



Terni, 14 gennaio 2014



Giocondo Talamonti
(G.M. "Associazione E. Berlinguer")

Boccolini Giuseppe PSI

Campili Claudio IdV

Amici Giampiero Pd

Nardini Alida Pd





Futuro dell'AST

La Thyssen-Krupp, con una operazione a sorpresa, si è ripresa le acciaierie di Terni senza che nessuno ne fosse al corrente, né i sindacati, né i soggetti politici ed istituzionali, locali che nazionali. 

A valutare le prime reazioni alla notizia, il riacquisto risponde a precisi interessi dei tedeschi e dei finlandesi, mentre assenti, o quasi, sono quelli italiani, a riprova della considerazione che in nostro paese gode in Europa.

La Commissione Eu antitrust nelle procedure di cessione del sito ha avuto un ruolo primario, a cominciare dal reiterato rinvio della data di vendita da parte di Outokumpu, per finire con l’assegnazione della proprietà a Thyssen-Krupp, in contraddizione con le scelte fatte dai tedeschi di abbandonare le produzioni di acciai speciali (inossidabile e titanio). Al momento, l’operazione, non fa altro che rimandare alle calende greche l’adempimento di vendita che sembrava doversi assolutamente concludere in tempi brevi, per rientrare nei parametri prefissati. La Commissione Europea antitrust, artefice dell'operazione di vendita, è oggi chiamata a dipanare prontamente la matassa, non solo per scongiurare un depauperamento del sito ternano, ma soprattutto per obbligare la TK al mantenimento della proprietà per il tempo necessario a garantire allo stabilimento la giusta competitività e mercato.

In questa attesa, si rende necessario che la TK presenti il suo piano industriale, che dichiari i volumi produttivi, gli investimenti, gli interventi per l'ottimizzazione dell'impianto, l'integrità del sito e, soprattutto, il mantenimento dell'occupazione.

Il futuro degli Acciai Speciali Terni sarà oggetto dei programmi del prossimo semestre durante il quale Enrico Letta, è chiamato a presiedere il Consiglio europeo e con esso a tutelare gli interessi produttivi dell’Europa fra cui è in evidenza la strategicità del sito ternano. 

In considerazione di quanto sopra è opportuno programmare un tavolo con la “Commissione AST comunale” e i Presidenti dei gruppi consiliari per approfondire lo stato della nuova condizione e assumere eventuali iniziative; successivamente bisogna dar vita ad un Consiglio straordinario per esaminare le dinamiche industriali che interessano la Thyssen-Krupp (investimenti, saturazione degli impianti e competitività del sito); quindi, intervenire presso la Presidenza del Consiglio affinché la Commissione europea antritrust, tenuto conto delle fallimentari procedure fin qui adottate, imposti la vendita futura del sito ternano facendo leva sull’eccellenza della produzione, sulla sua competitività e integrità, assicurando che il soggetto acquirente abbia un profilo industriale, evitando di consegnare il sito ternano a speculazioni di pura natura finanziaria. Questi sono i passi da seguire se si vuole tutelare il destino dell’AST, una volta verificata la possibilità di utilizzo del Fondo Strategico d’Investimento. La più grande acciaieria europea d’inossidabile, non può essere sottoposta a baratti o a rigide regole di pianificazione. Il Governo italiano, impegnato nella trattativa con risultati fin qui deludenti per le sorti dei lavoratori e del paese, non può, questa volta, continuare a ignorare che dalle Acciaierie dipende il futuro industriale della nazione.


Terni, 5 gennaio 2014

Giocondo Talamonti
(G.M. Associazione "E. Berlinguer")