Il Gruppo consiliare della FdS ha compiuto un approfondito esame della preoccupante situazione venutasi a creare in seno al Consiglio comunale di Terni.


Tale situazione non è più sostenibile e tollerabile perché impedisce il governo della città nel momento di gravità e di difficoltà che sta attraversando Terni circa le prospettive future delle industrie siderurgiche e chimiche locali (AST, Basell etc.).


Il gruppo della FdS ha sempre sostenuto con coerenza, la lealtà e la fedeltà al Sindaco, alla Giunta e all’intera coalizione di centro sinistra.


A proposito delle difficoltà esistenti nel Consiglio non è corretto parlare di responsabilità dell’intera maggioranza, ma è necessario essere chiari sulle possibili colpe, in grande parte, riconducibili ai contrasti interni al PD, ai giochi personali e di gruppo che caratterizzano la vita politica attuale di questa forza politica.


Di fronte a questa situazione il gruppo della FdS esprime piena solidarietà al Sindaco Senatore Leo di Girolamo, dichiara la propria contrarietà a soluzioni pasticciate e negative quali:



• Giunta tecnica,

• nuove alleanze,

• elezioni anticipate.


I cittadini ternani non hanno bisogno di elezioni anticipate o di altre soluzioni di bassa politica, sentono invece il bisogno di un governo locale forte e capace di gestire la città e di risolvere i gravi problemi del momento.


La strada maestra suggerisce di ripartire dalla maggioranza e dal suo programma; punti indiscutibili che hanno già riscosso la fiducia degli elettori ternani.


Da questi trarre le mosse per far fronte, in questa parte ultima del mandato, a tutte le non più rinviabili necessità in primis la risoluzione dei guai del PD e il ritrovare l’unità dell’intera maggioranza.


Terni, 28.01.2012

Presidente del Gruppo FdS

Giocondo Talamonti

L’Ipsia a Torremaggiore c’era…


L’Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato, sabato 21 gennaio alle ore 9.30, ha partecipato alla cerimonia commemorativa del 68^ anniversario del sacrificio di Germinal Cimarelli, tenutasi a Torremaggiore.


L’Ipsia c’era... per documentare l’appuntamento e trasmetterlo ai giovani studenti.
Lassù, ancora una volta, tra i gonfaloni, della Provincia, del Comune di Terni, del Comune di Sangemini e del Comune di Narni, si sono ritrovati insieme, il Sindaco, On. Leopoldo Di Girolamo, le associazioni combattentistiche, l’ANPI, le rappresentanze dell’esercito, l’assessore Filippo Beco della Provincia. Poi, alle 10,30, la cerimonia nell’auditorium di Cesi ove si è ricordato il sacrificio di Germinal Cimarelli, medaglia d’oro e figura esemplare di impegno per la pace, la libertà, la democrazia e la giustizia. Per tali doti, ancor oggi, 68 anni dopo la sua uccisione, egli rappresenta un insostituibile modello di cittadinanza e di dignità per i giovani.


I luoghi dove si consumarono gli episodi più significativi della guerra li vorremmo vedere sempre più frequentati da ragazzi delle scuole per cogliere i valori di libertà e per riscoprire gli ideali di pace, e di fraternità fra i popoli.


E’, infatti, dalla conoscenza, dal ricordo, dalla memoria sempre viva, che si traggono le radici per costruire un più sicuro domani.


Il Dirigente Scolastico

Ing. Giocondo Talamonti

Occupare il 29° posto della lista dei sindaci italiani che raccolgono il consenso dei propri amministrati, nell’ipotesi di una riconferma alla guida della città valutabile in una percentuale di circa il 56%, è il segnale palese che la comunità percepisce, in modo favorevole, la gestione della cosa pubblica, elemento non affatto trascurabile per le prospettive della nostra città.


Il riconoscimento avviene in una fase di estrema difficoltà per l’economia nazionale e locale e sottolinea l’impegno che il Comune di Terni ha speso a vantaggio del sociale e a tutela dell’occupazione.


Ebbene tutto questo non sembra rasserenante; lo sa bene Leopoldo Di Girolamo, impegnato a gestire i mille problemi della città in un clima di precario equilibrio della coalizione di governo, che di tutto avrebbe bisogno tranne che aggiungersi al disfattismo vacuo dell’opposizione.


Le differenze espresse all’interno di una maggioranza rientrano nella logica della politica e, spesso, se si escludono posizioni preconcette, sono segnali di una crescita democratica, ma quando il confronto assume i toni e le posizioni che travalicano l’interesse della comunità, entra in una volontà autolesionista che non approda da nessuna parte.


Tutti dovrebbero riflettere sul fatto che Terni, così come l’intero Paese, sta vivendo situazioni sociali drammatiche: la debolezza dei mercati, l’instabilità politica, il dramma occupazionale, l’assenza di prospettive per i giovani e, sulla circostanza, che tali contesti non sono i migliori ingredienti con cui amalgamare ulteriori elementi di tensione.


Sarebbe, invece, il momento di stringersi in un patto di aperta collaborazione, capace di superare le peculiarità ideologiche delle parti e guardare con spirito di solidarietà ai problemi dei cittadini, rimandando ad occasioni più opportune la soluzione di confronti interni.


Il contrasto alle linee di programmazione del governo cittadino, fatto dall’opposizione è di ben altra natura e molto meno influente; rientra in sostanza, nel proprio ruolo, anche se la sua azione, avrebbe più senso se fosse autenticamente propositiva.


Poiché, dunque, le minacce maggiori alla stabilità della giunta ternana, si registrano all’interno della maggioranza, è auspicabile richiedere, ad essa, un coraggioso atto di responsabilità a vantaggio della situazione complessa che sta vivendo la città, seriamente minacciata nella sue principali fonti produttive della chimica e della siderurgia.


Giocondo Talamonti

Al Sindaco del Comune di Terni



Premesso che in un periodo di crisi la popolazione si aspetta un cambiamento di rotta ed una rimodulazione dei metodi e degli obiettivi finalizzati ad attenuare i problemi sociali e a dare risposta alle esigenze di un nuovo sviluppo su cui concorrono: vocazionalità del territorio, formazione dei giovani, potenziamento della formazione, dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.



Tenuto conto che, nella prospettiva di conversione delle produzioni non più in linea con l’odierna economia, ci sarà la progressiva necessità di formare nuove professionalità, di aggiornare le esistenti e di convertirle verso nuove abilità.



Preso atto che il Patto di territorio, siglato il 4 agosto 2005, già preannunciava:…per accrescere la possibilità di impiego futuro, e alla stessa AST la possibilità di reperire una parte importante dei propri collaboratori…” si conta sulla .. “collaborazione con gli istituti scolastici superior”i e sull’Università da attivare…”attraverso appositi protocolli di intesa …”


Visto che nel ridisegnare il nuovo sviluppo, e per dare ai giovani formazione, professionalità ed opportunità di lavoro, occorre tenere sotto controllo i piani formativi e le linee programmatiche.


Constatato che le proposte di razionalizzazione scolastica, “rigorosamente” fatte sui numeri degli studenti iscritti nei vari Istituti, pone alla comunità responsabilità in merito alle scelte da effettuare.


Appurato che la mancanza di un progetto e di un sistema di orientamento preoccupa le associazioni datoriali ( Confindustria, Confapi e Confartigianato etc.) per le quali è invece necessario fare riferimento a linee orientative in merito:


a) al territorio e al suo sviluppo economico;

b) alle capacità e alla vocazione dei giovani;

c) ad un’analisi del mercato del lavoro.



la FdS invita il Sindaco,


a tenere sotto controllo, nella sua funzione di promotore dello sviluppo sociale della comunità rappresentata, la filiera Scuola, Università, Centri di eccellenza, Ricerca, impresa, formazione permanente degli adulti attraverso:


1. la coordinazione di tutti i soggetti che operano sul territorio (Istituzioni, Scuola, Università, Ricerca, Impresa, Ordini Professionali, etc.) per formulare un progetto integrato sulle prospettive di sviluppo e di lavoro, in particolare per giovani e donne;

2. l’orientamento dei giovani che devono essere formati ed informati sull’attività e sul percorso che si accingono a fare;

3. il riassetto scolastico in modo da rispondere alle richieste di lavoro da parte delle imprese e alla potenzialità offerte dai nuovi metodi di fare impresa per nuovi posti di lavoro.

4. a monitorare lo stato sociale per disegnare e sostenere le misure attive di inserimento lavorativo e dei servizi, a non abbandonare il sistema del sussidio economico che, seppur modesto, consente nelle fasi di transizione, di rispondere alle necessità di chi è in difficoltà.

5. l’attuare, con l’introduzione di una efficace Cultura del Controllo, riscontri in forma sistematica perché le risorse pubbliche siano esclusivamente indirizzate verso chi ha bisogno;

6. la presentazione di un progetto in base al quale sia chiaramente indicato lo sviluppo economico del territorio e sulla cui concretizzazione battersi avvalendosi della presenza universitaria e di una scuola innovativa e altamente formativa.


Terni, 11 gennaio 2012

Talamonti Giocondo, Nannini Mauro, Luzzi Luzio

Al Sindaco del Comune di Terni



Premesso che nel periodo di crisi economica attualmente in essere, sta crescendo l’attenzione della popolazione e dei media sulle spese sostenuta dal nostro Paese e soprattutto su quelle militari, ritenute, da tanti, troppe, con tanti sprechi e molta inefficienza.


Visto che solo il costo per i cacciabombardieri F35, 15 miliardi di €, equivale a metà della manovra Monti.


Preso atto che nel 2012 è prevista, nel settore in questione, una spesa di oltre 23 miliardi in aggiunta ai 15 per i 131 cacciabombardieri F35.


Constatato che il tanto conclamato “rigore” non si applica sulle spese che non ci possiamo permettere, ma solo e sempre sui pensionati e sui lavoratori, mai sulle gerarchie militari;



la FdS invita il Sindaco


a farsi carico presso il Governo di rivedere la scelta di acquisto dei 131 aerei Lockheed-Martin F-35 dal costo complessivo di 15 miliardi di euro, cifra con cui, in alternativa, concorrere a:


1. mettere in sicurezza le scuole italiane (non in norma con la 626), avviare il riassetto idrogeologico del territorio ed in questo modo creare occasioni per le imprese e decine di migliaia di nuovi posti di lavoro.


2. finanziare gli ammortizzatori sociali per tutti quei lavoratori parasubordinati che oggi non hanno alcuna tutela in caso di perdita del posto di lavoro.


Terni, 11 gennaio 2012

Talamonti Giocondo, Nannini Mauro, Luzzi Luzio

Al Sindaco del Comune di Terni



Premesso che la presenza di persone di origine non italiana nel ternano è un fenomeno che ha subito nell’ultimo scorcio di anni una repentina accelerazione, tanto da raggiungere, al momento, circa 14mila unità a Terni e 20mila in provincia.


Constatato che la consistenza, rapidità ed eterogeneità dei flussi migratori fanno emergere problematiche nuove e pongono sfide impreviste alla comunità ternana.


Considerato che le buone pratiche, in proposito messe in atto, si riferiscono prevalentemente a: supporto linguistico, interventi di educazione interculturale, laboratori e sportelli di consulenza.


Valutato che l’insegnamento della lingua italiana per i nuovi arrivati è molto utile, sebbene la durata sia del tutto insufficiente a fornire una competenza linguistica tale da consentir loro di seguire le normali attività senza ulteriore supporto;


Tenuto conto che l’integrazione con elementi di altre culture avviene prevalentemente su iniziativa delle associazioni come la Caritas, le Acli etc. ed, in particolare per i più giovani, con il contributo determinante della scuola che propone la trattazione di uno o più temi intorno ai quali sviluppare il confronto tra diverse culture, ma anche attraverso: incontri, feste, manifestazioni, ecc.


visto che in alcune scuole sono state predisposte biblioteche multiculturali, dove gli alunni possono trovare, oltre ai materiali bibliografici nelle lingue di origine più frequenti (talvolta con traduzione italiana a fronte) anche altri testi che introducono alla conoscenza e valorizzazione delle diverse culture, inducendo così i lettori a riflettere su argomenti quali il pregiudizio razziale e l’etnocentrismo.


Considerato che quanto sopra rischia, però, di far scivolare i rapporti sull’assistenza (casa, lavoro, sussidi vari etc,) più che sull’integrazione. Gli stessi stranieri trovano importante essere assistiti, ma non a vita, intendono, invece integrarsi e avere una loro dignità nell’inserirsi nel tessuto produttivo e lavorativo della città.


La FdS chiede di conoscere se:



• vi sia un monitoraggio sistematico delle varie etnie per promuovere uguali opportunità da offrire loro;

• si è dato corso alla prevista consulta degli stranieri e alla loro presenza in consiglio comunale (con diritto di parola e non di voto) per esporre direttamente alla città le necessità più impellenti;

• vi siano risorse finanziarie che riguardano le reti associative, finalizzate alla cooperazione tra associazioni. Nel caso, siano attive, se tale cooperazione porta a oggettivi benefici in termini di qualità e quantità dei servizi offerti e quindi, in modo correlato, porta alla ottimizzazione delle risorse disponibili;

• sono previste risorse per l’educazione permanente;

• intende dare risposta alla nota inviata dagli immigrati e che, per opportuna rielettura, si allega .



Terni, 11 gennaio 2012

Talamonti Giocondo, Nannini Mauro, Luzzi Luzio

Lunedì 16 gennaio, dalle ore 9,30 alle 13,00 presso la sala “Tripepi” dell’ITIS “L. ALLIEVI” si svolgerà il Convegno “La sicurezza in Fabbrica” saranno presenti:


• L’On. Cesare Damiano

• L’On. Silvano Moffa

• Il segretario nazionale UIL Scuola Di Menna Massimo

• Cisl Chiappini Faliero

• Confindustria Sergio Rossi

che illustreranno, con riferimenti pratici, i principali argomenti caratterizzanti il tema della sicurezza in fabbrica.


Anche questa iniziativa, come le altre già messe in atto con la Prefettura e con l’Associazione degli Industriali vuole essere un ulteriore contributo alla cultura della sicurezza. L’intento è anche quello di far acquisire ai giovani studenti quelle competenze professionali che si ritengono necessarie per conferire loro un corretto approccio con il mondo del lavoro.


Il Dirigente Scolastico

Ing. Giocondo Talamonti

Niente di meglio dei numeri per valutare l’entità di un fenomeno.
Il riferimento è alla presenza degli extracomunitari nella nostra città: circa 14.000, vale a dire il 15% circa della popolazione residente (20.000 nell’intera provincia). E’ un piccolo esercito che la mobilità dei popoli, il richiamo economico, il clima, l’accoglienza hanno attratto, nonostante le restrizioni delle leggi in tema di immigrazione e a dispetto di posizioni antiesterofili sostenute da alcuni partiti nazionali. La storia personale di ognuno di essi è quasi sempre tinta di tristezza, di fatti di miseria e privazioni, improntati al dolore per l’abbandono della propria terra.


Il legame di un uomo con il luogo d’origine è un cordone ombelicale inseparabile ed è comune a tutte le culture del mondo. Quando ci si allontana dai confini natii, il distacco è sempre vissuto in modo traumatico e sempre legato all’intima speranza di un ritorno non troppo lontano.
Chi si trova a dare ospitalità, non può ignorare che la divisione del territorio in aree di appartenenza sia una convenzione egoistica e ridicola, se vista nel rapporto genere umano-pianeta.


Tuttavia, è anche lecito difenderne i limiti da aggressioni, violenze e sottrazioni nello stesso modo con cui si fa per proteggere la propria casa.
Nel caso del fenomeno in esame, la miglior difesa che si possa organizzare è l’integrazione: far acquisire, cioè, agli ospiti più o meno attesi, la familiarità necessaria alle norme comportamentali che regolano il vivere civile della loro nuova realtà, addestrarli nell’uso della nuova lingua, conformarli alle tradizioni e costumi del loro nuovo contesto ambientale.
Tale processo richiede vari anni di pratica, sforzi finanziari per chi accoglie, sforzi fisici e mentali per chi è accolto. A ben guardare, questo supporto economico può tradursi in un investimento a medio termine, potendo disporre di capitale umano formato a partecipare al progresso di una comunità e al suo sviluppo socio-economico.








Quando la Roma Imperiale portava a termine nuove conquiste territoriali, il primo obbligo per i vinti era l’apprendimento della lingua del vincitore, contemporaneamente alle sue leggi, privilegiando così la comprensione come strumento prioritario dell’iter integrativo.


Niente di diverso oggi. In assenza di conoscenza della lingua, non esiste dialogo. Anzi, le chiusure che derivano dalla conservazione dei riferimenti culturali originari, rischiano di divenire un ostacolo per la comprensione con la realtà che si vive, fino ad isolare l’individuo dalla vita sociale. Investire nell’integrazione costa molto meno che privilegiare forme di assistenza e di mantenimento passivo. Le dimensioni numeriche degli immigrati nella nostra città possono tradursi in una grande risorsa umana da inserire nei progetti di crescita economica del territorio, solo se sapremo aiutarli ad integrarsi, a far loro superare le difficoltà di comprendere le leggi e supportarli nello sforzo di accettare le norme del vivere civile.


L’alternativa è l’ingovernabilità del fenomeno e la necessità di dover ricorrere a sistemi di difesa permanente contro un pericolo creato principalmente da noi. Cominciamo a fare la Consulta degli stranieri e a dare la possibilità agli stessi di essere presenti in Consiglio Comunale (con diritto di parola e non di voto) per esporre direttamente alla città le necessità più impellenti. Di superare nei loro confronti il concetto di assistenza (casa, lavoro, sussidi vari etc,) con l’integrazione. Gli stessi stranieri trovano importante essere assistiti, ma non a vita, intendono, invece integrarsi e avere una loro dignità nell’inserirsi nel tessuto produttivo e lavorativo della città.
Ciascuno faccia la propria parte.



Giocondo Talamonti