Il Verde Pubblico


Il verde pubblico contempla aspetti che possono sfuggire ad un frettoloso esame. In città svolge una funzione di abbellimento degli spazi comuni, esattamente come fa ciascuno di noi per migliorare il proprio contesto abitativo. Una pianta vive e questa sua proprietà si contrappone alla rigidità delle costruzioni, alla freddezza del cemento. Ma aggiunge caratteristiche vitali per l’azione benefica di cui è portatrice nei confronti dello smog ambientale e del traffico cittadino.
Quanto detto richiede una costante attenzione, da parte delle amministrazioni, nella gestione e cura della loro vita. È un compito severo, impegnativo che va oltre quello materiale della loro manutenzione per abbracciare aspetti salutistici ed estetici. Ciò premesso, in ragione della crescita biologica di cui s’è detto, può accadere che circostanze avverse suggeriscano di dover abbattere un albero per salvaguardare la salute di altre piante, dei cittadini, della sicurezza di uomini e cose.
È una decisione estrema che impone competenza nella valutazione dei casi, considerato che una pianta, perché svolga la funzione che è chiamata a sostenere, necessita di decine di anni per raggiungere medie dimensioni. Esistono una serie di misure che possono ritardare la decisione di abbattere un albero, esaurite le quali, nel caso persistano i motivi che suggeriscono il taglio, è obbligatorio procedere all’estrema scelta.

Questa può derivare da motivi di sicurezza della viabilità, rischi di cedimenti, presenza di batteri pericolosi per le persone o altre piante. L’abbattimento di 150 pini secolari, indipendentemente dalle ragioni che l’hanno consigliato, è una perdita reale del patrimonio verde di una città come Terni, con gravi ripercussioni, salutistiche ed estetiche. È lecito chiedersi come tutto ciò sia diventato inevitabile sull’intero territorio cittadino e se esiste un monitoraggio costante del patrimonio arboreo (piante singole e/o in filare) per la verifica del loro stato di salute.

Una misura così drastica merita, quanto meno, una verifica delle condizioni che l’hanno determinata. Risulta altrettanto difficile comprendere come l’ampiezza dell’intervento si sia rivelato indispensabile in un medesimo tempo, quasi a riparare una gravità inavvertita fino a quel momento.
Sarebbe interessante conoscere le relazioni tecniche sulla scorta delle quali è avvenuto il taglio, considerato che la messa a dimora di nuove piante non potrà soddisfare, per vari decenni, le condizioni e il ruolo svolto da quelli abbattuti. 

Terni, 15.07.2019
Giocondo Talamonti