Appuntamento
alle 8.30 a Polino per portarsi in località Fonte
dello Stubbio a circa 1000 metri di altezza, in un bosco in cui una lapide
ricorda il sacrificio di Di Giuli Giovanni, giovane ventiduenne, ucciso barbaramente
durante un rastrellamento delle forze nazi-fasciste nel 1944. Tante le presenze
fra cui il Sindaco di Polino, Venanzi Olimpio e la memoria storica Alvaro
Valsenti. Un ricordo che nessuno riuscirà
a cancellarlo. C’è stata la deposizione di fiori sul cippo in ricordo
dell’uccisione del partigiano della Brigata garibaldina “A. Gramsci”, Di Giuli
Giovanni.
La Resistenza, è stato
ricordato dal portavoce dell’Anpi di Terni, Luciano Zara, fu lotta del popolo italiano contro il nazi-fascismo. Poi la
cerimonia si è spostata al cimitero di Macenano in Valnerina e qui il Sindaco
di Ferentillo, Riffelli Enrico, ha ricordato che nella lotta di liberazione sono prevalsi ideali di libertà e di
democrazia, valori che hanno gettato le basi per la nostra Costituzione. Anche
qui c’è stata la deposizione di una corona presso la lapide commemorativa dei
patrioti, partigiani, antifascisti, civili e militari combattenti la guerra di
liberazione nazionale, sepolti nel Cimitero di Macenano, frazione di Ferentillo.
Un invito alla scuola tutta,
ai docenti di ogni ordine e grado ad insegnare
la storia portando gli studenti sui luoghi ove tanti giovani hanno sacrificato
la propria vita per gli ideali di pace e libertà.
Significative le parole di Piero Calamandrei
sulla Costituzione, pronunciate nel discorso del 26 gennaio 1955, dirette ai
giovani.
“…Quindi, voi giovani alla costituzione dovete dare il
vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come cosa vostra,
metterci dentro il senso civico, la coscienza civica, rendersi conto- questa è
una delle gioie della vita- rendersi conto che ognuno di noi nel mondo non è
solo, che siamo in più, che siamo parte di un tutto, nei limiti dell’Italia e
nel mondo. Ora vedete- io ho poco altro da dirvi-, in questa costituzione, di
cui sentirete fare il commento nelle prossime conferenze, c’è dentro tutta la
nostra storia, tutto il nostro passato. Tutti i nostri dolori, le nostre
sciagure, le nostre glorie son tutti sfociati in questi articoli. E a sapere
intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane. Quando io
leggo nell’art. 2, ”l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà
politica, economica e sociale”, o quando leggo, nell’art. 11, “l’Italia ripudia
la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”, la patria
italiana in mezzo alle alte patrie, dico: ma questo è Mazzini; o quando io
leggo, nell’art. 8, “tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere
davanti alla legge”, ma questo è Cavour; quando io leggo, nell’art. 5, “la
Repubblica una e indivisibile riconosce e promuove le autonomie locali”, ma
questo è Cattaneo; o quando, nell’art. 52, io leggo, a proposito delle forze
armate, ”l’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico
della Repubblica” esercito di popolo, ma questo è Garibaldi; e quando leggo,
all’art. 27, “non è ammessa la pena di morte”, ma questo, o studenti milanesi,
è Beccaria. Grandi voci lontane, grandi nomi lontani. Ma ci sono anche umili
nomi, voci recenti. Quanto sangue e quanto dolore per arrivare a questa costituzione! ...”