La storia continua... 10^ edizione del Circuito dell'Acciaio, 13 ottobre 1985

La X edizione ( 13 ottobre 1985) è caratterizzata dal tema "la violenza nello sport". Lo sport può rendere meno violenta la società.
La partecipazione di tutti i cittadini alle attività sportive favorisce un'etica ed una cultura che respingono ogni tipo di violenza. Se la violenza nello sport è il riflesso di quella che si esprime nella società, un atteggiamento diverso dei cittadini verso lo sport può contribuire a rendere migliore anche la società. E' con tale spirito che l'Amatori Podistica Terni organizza la manifestazione...per incontrare gli altri... conoscersi, stare insieme, fare insieme, divertirsi, giocare, fare festa... non è così se l'incontro diventa violenza. (nei link sottostanti alcune foto della manifestazione)


"Trovo di grande significato civile e morale che un gruppo sportivo, come l'Amatori Podistica, intenda aprire una riflessione profonda su un tema spinoso e amaro quale la violenza nello sport e negli stadi di calcio in particolare.
In generale, infatti, negli ambienti sportivi circola l'opinione autoconsolatoria secondo la quale le manifestazioni violente, che si moltiplicano ne- gli stadi, dipendono da un insieme di fattori totalmente esterni allo sport.
In particolare si tende a giustificare risse, aggressioni, atti di teppismo negli stadi con la crisi sociale ed economica delle città dove questi fatti avvengono.
Non v'è dubbio che una correlazione fra propensione al vandalismo e alla violenza, da parte dei gruppi di giovani tifosi, e la condizione di vita quotidiana di quegli stessi giovani, in quanto cittadini, vi sia. Per larga parte la violenza negli stadi può essere l'interfaccia della violenza oggettivamente presente - disoccupazione, emarginazione, nuove povertà - nei rapporti sociali; l'esplosione di rabbia distruttrice non sarebbe, sotto questo profilo, altro che una manifestazione illusoria di potenza da parte di masse diseredate.
Ritengo però che queste spiegazioni sociologiche spieghino molto ma non spieghino tutto.
Anche nello sport in quanto tale, infatti, risiedono alcune "radici" della violenza.
Sarebbe, in particolare, interessante spiegare perché raramente negli sport individuali, quali l'atletica, il tennis, il ciclismo, il nuoto, si verificano incidenti fra il pubblico e perché, invece, gli incidenti sono frequenti e violenti nel caso di sport di squadra e di contatto e, fra questi, nel caso del calcio in particolare.
Questo sport, peraltro avvincente, man mano che si è andato diffondendo come sport mondiale si è caricato di valenze e funzioni improprie, quali quelle di rappresentare l'identità collettiva di una comunità e di misurarne il valore sulla scala internazionale, nazionale e locale.
Troppi significati simbolici e rituali si affollano, oggi, sul calcio, troppi interessi economici e politici lo soffocano e lo condizionano.
L'informazione che circola in questo ambiente non ha una finalità educativa, ma spesso si propone di esaltare tutti i fattori eccessivi e patologi- ci che lo caratterizzano.
Le Società di calcio invece di controllare e orientare su un terreno di tolleranza i gruppi più violenti della tifoseria - "gli ultras" - sostengono e alimentano le loro forme di tifo esagitato e collocato sul filo della legalità.
Queste forme di ambiguità vanno decisamente superate. 
È dall'interno del mondo del calcio e dello sport in genere che deve sorgere una risposta civile e culturale alla violenza. Anche la scuola ha un grande compito educativo da svolgere. 
L'Amatori Podistica, coerente con una linea che la caratterizza nella nostra città, ricorda a tutti, con questo dibattito e con le sue attività, che lo sport deve essere anzitutto praticato, a tutte le età, perché possa svolgere sino in fondo il suo ruolo educativo e sociale." 

Giacomo Porrazzini*

* Sindaco di Terni

(dal libro "La violenza nello Sport" 1986, frutto del convegno svoltosi presso la sala XX settembre, a Terni, il 12 ottobre 1985).