Risposta ad articolo sul Messaggero dal titolo "Più grinta per difendere l'autonomia delle scuole" del 7 novembre 2013

Chi pensava che il tribolatissimo problema degli accorpamenti avesse trovato definitiva soluzione, dovrà ricredersi. Evidentemente si tratta di materia indigesta o, nel migliore dei casi, digeribile con abbondante bicarbonato. E questo fin quando, pare di capire, qualcuno non vedrà soddisfatte personali aspettative. Dunque, anche l’attuale statu quo non sembra essere la panacea per tutti i mali. Disposizioni ministeriali attente solo ai tagli, hanno visto la scuola obbiettivo privilegiato degli strali governativi, fino a snaturare progetti e prospettive. Sulle ceneri fumanti di una lotta senza esclusione di colpi, si è inserita una battaglia interna che ha finito per ridurre al lumicino le residue speranze di una ripresa. Accorpamenti fantasiosi e casuali, improntati alla logica del numero di studenti e all’obbligo del contenimento del personale scolastico, hanno avuto la meglio sulla qualità dell’offerta, sulla sicurezza, sul sostegno ai più deboli, sulla gestione. A ridere sono stati solo i bilanci. Il Comune di Terni in varie sedute, si è visto costretto a deliberare disposizioni volte a frenare il continuo rimescolamento degli accorpamenti, sottolineando le peculiarità che ogni Istituto scolastico riveste nella storia cittadina e il supporto che le scuole tecniche sono tenute a prestare all’industria locale.

Nel caso dell’IPSIA, in ragione delle caratteristiche formative assunte negli anni, l’autonomia gestionale è una condizione non trattabile, come non può essere messa in discussione la funzione che svolge in seno all’istruzione e formazione professionale, fornendo risposte puntuali alle esigenze dell’economia locale. La sua tradizione di formazione, gli obbiettivi, immutati in oltre cento anni di vita, impongono non una reggenza, che sa tanto di tappabuco, ma una dirigenza impegnata esclusivamente nella gestione.


Terni, 9 novembre 2013



Giocondo Talamonti