Non facciamoci prendere dalla disperazione e dalla confusione...occorre stare nel regno del possibile

L’Italia vive in un mondo sempre più grande, caratterizzato dall’arrivo sulla scena di nuove potenze emergenti che stanno modificando gli equilibri mondiali. Di fronte a giganti come Cina, India e Brasile, i singoli Stati europei non possono che sviluppare una politica comune per raggiungere la massa critica necessaria ad interagire con questi nuovi attori e influire sui processi globali. 
L'Europa non può continuare a chiederci solo rigore, ma dovrebbe impegnarsi affinché ogni Stato membro, grazie alle proprie attività economiche e alle proprie produzioni, possa tornare a crescere e a contribuire al benessere europeo. 
La questione AST si inserisce  in  un'Europa che deve guardare agli interessi collettivi della comunità e deve andare oltre agli interessi dei singoli stati. 


Prima di tutto occorre dare risposta ad alcuni dubbi:

1. Perché la Thyssen-Krupp ha lasciato il sito di Terni? ( investimenti in altri siti o forse c'è di mezzo (anche) la sentenza di Torino);
2. Perché l'interesse di tanti colossi industriali non si è concretizzato in un'offerta? ( Forse sono stati spaventati da un mercato europeo chiuso);
3. Quale proprietario potrà richiedere in questa fase i finanziamenti europei  (Fondi UE, Fondi degli stati membri, Banca europea per gli investimenti)  per assicurare ricerca, innovazione e adeguamento continuo degli impianti tali da conferire competitività, mercato e occupazione? 
4. quali sono le modalità (e da parte di chi) per attivare l'intervento dello Stato? 
5. il Governo ha vigilato per impedire la riduzione delle produzioni e la vendita dell’AST separatamente dal tubificio?
6. nel contesto nazionale della mancanza di  lavoro, la vendita di un sito eccellente, delle sue produzioni, delle sue quantità di acciaio prodotte può diventare un dramma se non si interviene immediatamente?

…e si potrebbe continuare. 


La strada da intraprendere deve essere chiara, condivisa e partecipata da tutti i soggetti  compreso il management dell'AST, altrimenti si rischia di  prendere una brutta piega. La confusione speriamo che non prevalga, L’incontro di Strasburgo e la grande adesione allo sciopero  generale indetto dalle organizzazioni sindacali deve indurci a marciare uniti senza tentennamenti e avere in mente la certezza del  percorso da seguire:

Il Presidente del Consiglio deve essere investito in prima persona nella salvaguardia del sito ternano  anche alla luce delle dichiarazioni effettuate sul ruolo dell'industria all'atto del suo insediamento.
 Il Presidente faccia valere in sede europea la vicenda AST perché siano avviate azioni concrete e risolutive con la Commissione Europea con il Governo finlandese e  con il Governo tedesco. 

la commissione antitrust europea ha creato il groviglio e spetta ad essa scioglierlo nella considerazione che il sito di Terni va valorizzato nelle sue produzioni, nell'impiantistica e di conseguenza nel mantenimento dei volumi produttivi e dei posti di lavoro e non depresso; la Commissione deve pretendere, nella vendita, tutte le garanzie di tutela dell'integrità del sito e di sviluppo con le tecnologie atte a conferire competitività, mercato e occupazione; 

assicurare che non ci siano  assenze apicali nei vari incontri che riguardano il futuro dell'AST  e sfruttare ogni opportunità che si presenta; la recente lettera inviata ad Almunia, senza la firma del Governo (assenza registrata anche a Strasburgo) mirante a riconsiderare il rientro di AST in Outokumpu ha suscitato la necessità di confrontarsi con il Ministro.
in una democrazia il Governo non può permettere che le persone soffrano un danno prodotto dalla logica del mercato, lo Stato in questo caso deve attivare un intervento diretto per una azienda strategica per il Paese

fare presto  perché il  piano e il profilo industriale del nuovo proprietario sia tale da operare sui mercati internazionali e  con l'obiettivo di ottimizzare gli impianti e i volumi produttivi (1,4milioni di tonnellate/anno di acciaio fuso e 600mila tonnellate/anno di acciaio finito);

l'unica offerta attualmente presente (cordata Aperam Arvedi e Marcegaglia) ritenuta indecente da Outokumpu e tale da non poter mettere in competizione i diversi soggetti interessati e potenziali acquirenti, deve però garantire occupazione nel tempo, in caso contrario bisogna procedere con l'intervento pubblico diretto

Ed allora tutti insieme dobbiamo concorrere a salvaguardare, l’acciaieria simbolo del lavoro della nostra città. Nessuno remi contro e nessuno si faccia illusioni sull’unicità degli intenti perché anche in questa vicenda ci sono alcuni che ridono delle disgrazie degli altri ( un esempio: nel terremoto dell'Aquila qualcuno pensava al profitto che avrebbe ricevuto dalla ricostruzione, mentre le persone si trovavano sotto le macerie ancora vive).


Ing. Giocondo Talamonti
(G.M. Associazione "E. Berlinguer")