“non c’è chiarezza… non si tocca un bullone”
La storia del polo siderurgico ternano e la qualità della produzione ternana di acciaio inossidabile meriterebbero maggior rispetto. La TK-AST ha mostrato disinteresse per il sito integrato di Terni, perché?
La Outokumpu dimostra disinteresse per il sito, dopo la lotta dei lavoratori, dei sindacati, delle istituzioni locali, regionali e del governo nazionale e si dichiara disponibile a vendere il sito senza spacchettamenti.
E’ bene dire che la disponibilità non significa vendita certa, ma significa anche opportunità per prendere tempo.
Se l’Outokumpu vende, dopo aver acquistato, ( cosa che ancora non ha fatto) deve essere chiara la posizione di chi subentra: cordata italiana, multinazionale o mista? Si auspica che il nuovo proprietario sia un colosso della siderurgia internazionale con capacità industriale.
Un interrogativo spontaneo: a quali condizioni subentra il nuovo ipotetico acquirente? E un altro: l’organico, la continuità produttiva e gli investimenti tecnologici saranno garantiti?
La realtà presenta un quadro irto di difficoltà; è iniziato un percorso verso un futuro incerto, e per questo motivo tutti i soggetti interessati (Governo nazionale, istituzioni regionali, provinciali, comunali, sindacati, associazioni datoriali, parlamentari, comunità territoriale etc.) devono operare in sinergia, con fiducia, sapendo che l’intera città è con la sua fabbrica, così come l’intera Umbria.
Il contesto in cui si dovrà confrontare il problema è anche complicato dalla crisi della siderurgia mondiale e dall’ormai agguerrita concorrenza di tanti altri siti sparsi per il mondo.
Per non cadere nelle trappole che il futuro ci riserva è importante essere vigili, pressanti ed uniti come ha dimostrato la strategia messa in atto nella presente circostanza (convocazione degli stati generali, consiglio comunale aperto, dimostrazione attraverso il corteo dalla fabbrica alla Prefettura, presenza degli operai, dei sindacati e delle istituzioni a Roma durante l’incontro fra Governo e proprietà della fabbrica, scioperi articolati degli operai, volantinaggi etc.).
La consapevolezza della situazione deve essere presente in ogni individuo, sia esso appartenente al territorio urbano, sia a quello regionale e nazionale in considerazione della strategicità del sito siderurgico integrato della città di Terni, gioiello della siderurgia europea.
Qualsiasi modifica della fabbrica non dovrà mai contemplare lo spacchettamento o la perdita della capacità produttiva, ma per il successo economico occorre investire e stare al passo con i più moderni processi tecnologici.
Il sito di Terni, in fase di nuova organizzazione, se in passato poteva contare sugli ammortizzatori sociali da applicare sulla forza lavoro giunta quasi al termine della vita lavorativa, attualmente tale piano non potrà più essere utilizzato essendovi impiegati quasi tutti giovani.
Pertanto, ogni ridimensionamento produrrebbe pesanti ripercussioni sui gruppi famigliari e sulla vita sociale della città.
Resta inteso che una volta usciti da tale esperienza, che speriamo essere positiva per il territorio e per l’Italia, occorrerà ripensare al futuro della nostra comunità.
Bisogna che tutti facciano squadra per la difesa del sito di Terni, sapendo che la partita deve essere giocata sul tavolo europeo con il coinvolgimento di Germania e Finlandia; un tavolo strategico per la siderurgia, che veda impegnato in prima persona il Presidente del Consiglio Mario Monti, forte di un appeal in Europa. La situazione della vicenda Terni è totalmente diversa dalle vertenze aperte di Taranto e Piombino.
Per il sito integrato di Terni si tratta di un passaggio di proprietà da un’azienda sana, competitiva e di eccellenza a un acquirente internazionale con capacità industriale e con un piano strategico fatto di ricerca, innovazione ed investimenti. La soluzione del problema Terni non può essere ricercata in una manovra finanziaria che allungherebbe solo l’agonia economica del territorio. Al contrario, quella di Piombino e Taranto deve confrontarsi con una crisi industriale e con vertenze di natura ambientale.
La salvaguardia del sito integrato di Terni, il tema sociale ed economico dell’occupazione, così come le garanzie che il futuro acquirente sarà in grado di offrire, in riferimento alle quote di mercato e al peso della sua presenza in campo internazionale, è essenziale per Terni, per l’Umbria e per l’intera Nazione. La politica industriale italiana non può permettersi di dipendere da altre realtà estere, seppure comunitarie. Il patrimonio tecnologico acquisito dal sito di Terni in 130 anni di attività garantisce una base essenziale, suscettibile di miglioramento, di infrastrutture, ricerca, energia.
A fianco di quanto sopra, si dovrà contare sull’apporto formativo delle maestranze da parte dell’Università e dell’istruzione.
L’eventuale acquirente dovrà assumersi l’impegno sostanziale di mantenere l’integrazione dei processi, l’occupazione e presentare un piano industriale credibile con rispetto al futuro e non lanciare annunci allarmanti sul proprio sito, minaccianti lo spacchettamento dell’azienda.
Preoccupa l’atteggiamento strano assunto dalla Outokumpu, non ancora proprietaria, che pensa a vendere il sito ternano, e che a distanza di qualche mese cambia completamente il piano industriale improntato sull’incremento delle attuali produzioni. Se non c’è chiarezza per l’Outokumpu, ce ne è per Terni, unita e temprata dalle vicende della sua storia, pronta a sostenere lotte antiche e moderne sotto lo slogan “Non si tocca un bullone”, cosciente che “chi lotta può perdere, ma chi non lotta ha già perso”.
Terni, 20 ottobre 2012
Ing. Giocondo Talamonti
(Consigliere Comunale- Associazione Berlinguer)