L’idea che una fabbrica chiuda perché incapace di fare utili è una realtà triste, ma accettabile in una logica di economia di mercato. Smettere di produrre in presenza di bilanci attivi, è inconcepibile e offensivo.
Stiamo parlando, com’è evidente, della Basell, la cui proprietà può avere anche il diritto di auto castrarsi e rinunciare a ricchi utili, ma altrettanto legittima è la rabbia degli operai che hanno dato il loro contributo di professionalità per renderla competitiva. La decisione presa dalla Basell di chiudere i battenti pone interrogativi nuovi, mai affrontati in precedenza, sia di natura politica che sindacale.
Salta innanzitutto un binomio ritenuto inscindibile fra l’impegno delle maestranze e la redditività aziendale.
Ciò significa che qualcosa di sbagliato nei rapporti fra multinazionali e territorio c’è e che bisogna correre ai ripari per evitare che un’incongruenza macroscopica, come quella che coinvolge 130 dipendenti da una parte e la proprietà della Basell dall’altra, possa in futuro ripetersi.
Il polo chimico di Terni rappresenta una sicurezza per gli investitori del settore, grazie all’alto livello di specializzazione di tecnici e operai e alla maturità della classe operaia, consapevole dei doveri che la riguardano, prima dei diritti.
Dover prendere atto che tali attenzioni non servano, impone analisi che si rivolgano alla politica, al sindacato, alle capacità relazionali fra enti locali e multinazionali.
Queste non possono godere di benefici incondizionati, né, tantomeno, della libertà di decidere di abbandonare attività e territorio con la facilità di un commerciante ambulante, che se ne va dopo aver incassato i suoi utili. A terra restano 130 famiglie, private di fonte di reddito, incolpevoli ma punite per aver fatto guadagnare milioni alla Basell in ogni anno della sua presenza nella città.
Il Gruppo consiliare RC e CI del Comune di Terni non si limiterà a esprimere una solidarietà di circostanza, ma pur restando a fianco dei lavoratori in occasione delle forme di protesta che verranno adottate per sensibilizzare l’Azienda, si attiverà per promuovere incontri con le forze sociali, con gli enti locali e con la regione e il governo nazionale con l’obiettivo di adottare misure utili a evitare che si possano ripetere simili soprusi nel futuro.
Il capogruppo RC/CI
Giocondo Talamonti