La cultura della Sicurezza si acquisisce
sui banchi di scuola a partire dall’asilo e via via con la frequentazione della
scuola primaria, media inferiore e superiore e per chi continua all’università.
L’acquisizione dei comportamenti, il modo di muoversi in laboratorio, in
officina, la conoscenza e l’applicazione quotidiana delle piantine ove sono
disegnati i percorsi in caso di pericolo devono continuare ad essere applicati
anche quando lo studente è fuori dal proprio plesso scolastico e deve pian
piano entrare a far parte della propria cultura e del proprio modo di stare in
mezzo agli altri. L’esperienza insegna che spesso i comportamenti sicuri sono
determinati da influenze da parte della leadership cioè dall’atteggiamento
assunto dai Dirigenti scolastici, docenti e personale Ata a scuola e Datori di
lavoro, Dirigenti, Preposti etc. nel mondo del lavoro e dall’ importanza che si
dà alla sicurezza e alla salute sui luoghi di lavoro da parte dei coordinatori
per la sicurezza e per l’esecuzione dei lavori. La piantina ove sono riportate
le vie di fuga o il quadretto che spiega le norme sono un requisito stabilito
per legge, quello che conta è invece è l’acquisizione della normativa che si
esplica con atteggiamenti corretti. Non basta rispettare le leggi, regolamenti
e norme, ma l’importante è l’acquisizione di quella cultura che guarda alla
salute, al benessere, alla tranquillità e alla serenità di ciascuno.
La formazione di base che viene fatta sulla sicurezza spesso non è sufficiente, occorre fornire una formazione rivolta ad un’acquisizione di stili di comando più efficaci, per far comprendere che si fa “sicurezza” anche quando ci si occupa di tutte le altre attività del proprio ruolo.
Per
la sicurezza nel lavoro quotidiano occorre conoscere il processo, le macchine e
l’impianto nonché l’iter di funzionamento e per questo occorre essere formati
prima e durante il proprio lavoro attraverso la cosiddetta “Formazione permanente” che dovrebbe accompagnarci
lungo tutto il percorso lavorativo.
La sicurezza va progettata e in fase di
costruzione di una macchina va programmata e rispondente a tutti i requisiti
stabiliti dalle norme. Se nel corso dell’esercizio della macchina le norme
dovessero variare e si pensa di mettere mano con altri accorgimenti sulla
macchina che non li aveva previsti, secondo me, la sicurezza non aumenta, ma
viene meno perché la progettazione iniziale era stata fatta per rispondere a
certi requisiti e non altri.
Come quello di mettere nei nuovi meccanismi
tanti sistemi di sicurezza doppi, ciò non aumenta la sicurezza, ma a volte,
sbagliando, si trovano accorgimenti da parte degli operatori, per attivare
subito la macchina e risparmiare tempo.
A volte la sicurezza è accompagnata
dalla punizione e dalla multa (in Italia siamo fatti così…) e poco ci
impegniamo per prevenire attraverso l’ascolto, la formazione e il rispetto
delle regole. Nelle prove di evacuazione a scuola si vedono atteggiamenti
estranei all’evento da parte dei docenti in primis e poi da parte anche degli
studenti e del personale Ata (quest’ultimo arrabbiato perché stava completando
una lettera urgente…). C’è molto da fare per avere un popolo formato al problema
e colto nell’affrontare le tematiche che la quotidianità ci presenta,
specialmente se il ruolo dei dirigenti lascia a desiderare.
Giocondo Talamonti