10,29 dell’11 agosto 1943. Un’ora ed una data da non dimenticare.


L’11 agosto 2018, 75.mo anniversario del primo disastroso bombardamento sulla città di Terni, erano le 10.29 quando formazioni di quadrimotori americani bombardarono la città. Al primo bombardamento ne seguirono oltre 100 da parte degli alleati che uccisero oltre mille persone innocenti, giovani e anziani, un’intera città venne sconvolta e distrutta. L'incursione aerea, svoltasi l'11 agosto 1943, ha causato, con lo sganciamento di bombe dirompenti, morte e distruzione. Uno degli aerei ha effettuato anche azioni di mitragliamento, a bassa quota, nei pressi della stazione.

Una volta, da un racconto di mia madre, un cacciabombardiere venne colpito dalla contraerea tedesca e il pilota dell’aereo, una donna, si era salvata gettandosi con il paracadute. Era una donna un po’ spavalda che parlando al capannello di persone che le si erano raccolte intorno, nei pressi di Piazza Valnerina, disse: “mi dispiace di non aver compiuto il mio dovere”.

Bombardare significava, nella logica degli alleati, anche incoraggiare la ribellione della popolazione ternana contro il nemico tedesco. Durante la guerra vigeva l’oscuramento: dalla sera, erano vietati fuochi all'aperto. Era impedito accendere la luce interna delle abitazioni, degli uffici e dei negozi. I generi alimentari erano razionati e ottenuti tramite tessera.

Ma veniamo ad una testimonianza di Alvaro Valsenti dell’Anpi. “…La guerra non riguardava solo l’esercito, ma coinvolgeva anche i civili, nelle città, a causa dei bombardamenti, venivano distrutte case, ospedali, scuole, chiese e tante vite umane. Le famiglie fuggivano dalla città devastata, non c’era lavoro perché anche molte attività produttive erano state bombardate o chiuse…la guerra non è e non sarà mai strumento di soluzione di controversie, come recita l’art.11 della nostra Costituzione…”

Alla cerimonia di oggi hanno partecipato il Sindaco Avv. Leonardo Latini, il vice prefetto Andrea Gambassi, l’Assessore regionale Giuseppe Chianella, il senatore Leonardo Grimani, i rappresentanti delle forze dell’ordine (Polizia di Stato, Carabinieri, Finanza, Vigili del Fuoco, Forestali e Polizia Locale), l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), l’ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti), l'ANPC (Associazione Nazionale Partigiani Cristiani), l’ANB (Associazione Nazionale Bersaglieri), l’ ANAI (Associazione Nazionale Autieri d'Italia), l’ANVCG (Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra),  l'ANCI (Associazione Nazionale Carristi d'Italia), l’UNLA (Unione Nazionale Lotta all’Analfabetismo), la CGIL (Confederazione Generale Italiana del Lavoro), qualche Assessore e alcuni Consiglieri comunali di Terni. 

C’erano anche cittadini che con la loro presenza hanno testimoniato che recuperare le radici storiche è importante; per costruire un futuro migliore improntato sul lavoro, sulla pace, sulla democrazia e sulla libertà.

Terni, 11 agosto 2018


Giocondo Talamonti