L’Ipsia S. Pertini è la scuola che fa della cultura strumento imprescindibile per l’affermazione della dignità dell’uomo, non solo nella sua genericità ma anche nella specificità e unicità della dinamica evolutiva che interessa il vissuto di ognuno. Come modello di riferimento per ogni generazione, la scuola non manca mai di riunire i suoi studenti per celebrare il “Giorno della Memoria” e riflettere sullo Shoah, uno spartiacque tra barbarie e civiltà , guerra e pace, assolutismo e democrazia.
Se ci fosse consapevolezza della Shoah l’ “altro”, il “diverso”, non sarebbe definito
tale, ma persona con la quale coesistere pacificamente su una terra e un universo che è di tutti e di ciascuno. E’ con questo principio che nel Convegno del 25 u.s. Giovanni Polgar, Luciana Romoli e Giampaolo Baglioni hanno raccontato episodi e portato testimonianze di esperienza vissuta trasmettendo ai giovani la loro storia fatta di privazioni, di violenza, di intolleranza e di razzismo e lo hanno fatto con parole semplici, ma toccanti non certo per fomentare odio, ma per far si che tali fatti non ritornino mai più.
Giampaolo Baglioni ha raccontato la propria esperienza di “figlio di madre ebrea e padre italiano” ed ha richiamato l’attenzione degli studenti su quanto sia importante testimoniare e ricordare ciò che è accaduto.
Il ricordo ha assunto l’aspetto di viva sofferenza nella testimonianza di Luciana Romoli, che ha raccontato un episodio di brutale violenza razzista nei confronti di una compagna ebrea cui ha assistito quando era in terza elementare. Molto commossa, piena di rabbia e indignazione, ha coinvolto nel suo doloroso ricordo tutti i presenti. L’attenta partecipazione, sottolineata dai calorosi applausi, nei confronti dei vari interventi ha confermato quanto la giornata della memoria rappresenti un appuntamento non rituale.
La Giornata della Memoria deve costantemente insegnarci che la Shoah subita dalla popolazione ebraica fatta di persone (giovani, anziani, donne, uomini, bambini, ragazze, popolo) è stata un oltraggio all’intera umanità e che il ricordo e assimilazione devono rappresentarne l’antidoto necessario ad evitare che se ne possa verificare qualche altra a danno di qualcun altro.
L’ interiorizzazione del valore della Shoah corregge la spinta individualistica ed egoistica che è in ciascuno di noi e ci proietta nella dimensione del rispetto della persona e della solidarietà , dandoci la capacità della gradualizzazione dei bisogni.
Nel chiudere la giornata di studio il Dirigente Scolastico ha dichiarato che occorre riflettere sugli effetti deleteri della discriminazione e sul significato dell’accettazione del diverso, e che , come è stato più volte ripetuto La Giornata della Memoria, è la giornata dell’affermazione della persona e dei suoi valori nel quadro della propria storia, della propria cultura, della propria esistenza e discendenza.
Giocondo Talamonti