La salute e la sicurezza sul lavoro sono i capisaldi delle condizioni minime per dare dignità all’essere umano nell’esercizio di ogni attività. Il profitto non deve essere l’unico obiettivo importante per la vita e la competitività di un’impresa, ma prevalente deve essere il rispetto di chi, in carne ed ossa, vi opera con la propria professionalità. Egli, nel sistema “occupazione” va posto al centro, garantendogli il rispetto alla salute e alle norme che regolano il rapporto di lavoro in materia di diritti e doveri .
Le misure per la sicurezza e la salute del lavoratore non sono statiche ma devono seguire l’evolversi delle nuove tecnologie produttive, in modo di migliorarsi in funzione dei lavori che cambiano.
Sotto questo punto di vista la formazione continua è fondamentale e deve essere percepita dal lavoratore come qualcosa di cui non si può fare a meno. Analoga cosa per il datore di lavoro che senza aggiornamenti può mettere a repentaglio la vita di un lavoratore risparmiando sui sistemi di sicurezza e sui processi che non salvaguardano la salute di chi lavora. Fattori chiave in tale processo sono l’ istruzione e la formazione.
Con la legge n.81 (testo unico) qualcosa si è fatto, ma non basta, occorre puntare sull’educazione perché così facendo si tutela in modo preventivo la sicurezza del singolo e della collettività. Parallelamente occorre muoversi sul versante della repressione armonizzando i controlli, quale funzione deterrente.
I seguenti dati infortunistici per lavoro, registrati dall'inizio dell'anno ad ora: Dall'inizio dell'anno ad ora, per lavoro, ci sono:500 morti, 500.520 infortuni, 12.513 invalidi (sito articolo 21), destano grande preoccupazione.Una vera emergenza sociale anche in considerazione che si riferiscono ad numero alquanto ridotto di ore lavorate a causa del crescente fenomeno della cassa integrazione, della mobilità e della minore occupazione.
Finché ci saranno ancora decessi sui luoghi di lavoro saranno sempre troppi.
23 giugno 2010
Giocondo Talamonti