Riflessioni sulla Shoa - 23 Gennaio 2010


Anche quest’anno la scuola celebra la “Giornata della Memoria” con riflessioni sulla Shoah e osservando alle ore 11.59, un minuto di silenzio, in ricordo di quel 27 gennaio 1945 in cui il campo di Auschwitz aprì i battenti per liberare i sopravissuti e per chiuderli per sempre.
L’iniziativa ha lo scopo di richiamare l’attenzione dei giovani sugli effetti deleteri della discriminazione e sul signi-ficato dell’accettazione del diverso, senza mai rinunciare alla memoria”.

Il 23 gennaio 2010 si è svolto l’incontro degli studenti del Professionale “S. Pertini” con il Presidente Nazionale dell’ANPPIA, Guido Albertelli, il Presidente dell’ANED di Roma, Vera Michelin Salomon, della Presidente della Circoscrizione Nord, Francesca Malafoglia, e di Lidia Secci.

Qui di seguito si riporta una sintesi della giornata particolarmente toccante per le testimonianze e per i filmati sulla Shoah.

L'Italia ha una memoria viva che si basa non solo sulla storia, ma anche sulla passione civile di chi si richiama, per operare, al passato.
La commemorazione della Shoah è utile a rinverdire presso i giovani l’impegno perché ciò che è successo non ritorni mai più.

La mostra presso l’atrio della scuola nonché Il filmato che viene di continuo proiettato evidenziano nella loro crudezza, gli eventi drammatici di quanto realmente è successo.
Il compito della Scuola è fondamentale per trasferire certi valori culturali che formano ed educano il cittadino di domani.

Riflettere, ricordare, non dimenticare, è l’impegno civico che deve caratterizzare ognuno di noi nell’omaggio ai deportati, ai perseguitati politici, a quanti sono stati nei lager, a tutti quelli che sono stati e sono oggi discriminati.

Ricordare la Shoah non è solo un omaggio fatto a chi ha pagato con la vita l’istinto dell’uomo a discriminare.
Ancora oggi, in più parti del mondo, si ripetono gli stessi atti divisori con maggiore o minore violenza, ma che comunque suonano come offesa alla dignità dei nostri simili. E’ sufficiente non allontanarsi troppo per costatare come sia diffusa, nonostante la storia sia la migliore maestra, la volontà di differenziare e differenziarsi, distinguere e distinguersi. Ce lo insegna Rosarno, l’Armenia, l’Uganda, il Chapas e ogni altro angolo della terra dove l’uomo si scontra con l’uomo per affermare una presunta superiorità.

Il programma della giornata:
• apertura della mostra sulla Shoah;
• proiezione di un filmato realizzato a scuola;
convegno “Il dovere di ricordare”

Tutte le iniziative sono patrocinate dalla Regione, dalla Provincia, dal Comune e dall’UNLA-UCSA

Quest’anno ricorre il trentennale della morte di Sergio Secci, deceduto a seguito della bomba esplosa, alla stazione di Bologna, il 2 agosto 1980. La scuola intende ricordare Sergio con un incontro con il Presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna e con altri personaggi perché quel periodo delle stragi non venga mai dimenticato.

Questo percorso che deve essere interiorizzato nelle coscienze di ciascuno ha il compito difficilissimo di indirizzare l’attitudine mentale di tutti gli uomini al rispetto degli altri. E’ il primo passo per considerare che nessuno può ritenersi migliore dei suoi simili, specie se la differenziazione si basa sul colore della pelle, sulla religione, sul ceto ed il sesso.

Un invito a leggere la storia in modo diverso dalla solita successione di eventi, di date, di personaggi, cogliendo gli insegnamenti di vita che attraverso le vicende politiche conducono all’aggregazione di popoli ed idee.

Il terrorismo,le guerre, i continui contrasti anche all’interno di una stessa nazione hanno un denominatore comune: l’ignoranza, intesa come incapacità a capire i problemi degli altri, unita all’egoismo individuale e di gruppo e all’assenza di rispetto per gli appartenenti alla medesima specie.

Le conseguenze sono giornalmente sotto gli occhi di tutti. Prevaricare è il contrario di comprendere, sopraffare è l’inverso di amare; allora, sfruttare, disprezzare, allontanare, odiare sono i semi da cui nascono conflitti, lotte e vendette destinate a segnare il genere umano se non impareremo ad affrontare i rapporti interpersonali con lo spirito della solidarietà.

Particolari toccanti sono state le parole di chi ha vissuto i momenti drammatici della Shoah:

Salamon che ha sottolineato la crudeltà della sua esperienza con la frase “tu racconterai, ma nessuno ti crederà”;

Albertelli, ricordando la figura di Sandro Pertini, ha posto l’accento sul significato di parlare oggi della Shoah e sul monito che ne deriva “ricordo triste, ma sereno…” perché convinto che ciò che è stato non avverrà più.

Malafoglia ha sottolineato la responsabilità che ha la scuola nel diffondere ed approfondire gli avvenimenti di grande significato che hanno segnato la storia dell’uomo.