Meno Infortuni, ma anche meno lavoro nel 2009



790mila infortuni e 1050 morti sul lavoro nel 2009, sono i dati ufficiali forniti dall’INAIL, essi evidenziano un leggero contenimento del fenomeno rispetto al 2008 in calo rispettivamente del 9,7% e del 6,3% . C’è da rilevare come il calo degli infortuni sia da correlare in parte anche agli effetti della grave crisi che ha colpito il Paese nel 2009, con pesanti riflessi sul piano produttivo e occupazionale (complessivamente si stima intorno al 3%).


Il calo infortunistico registrato per il 2009 dall’Inail è, secondo il gruppo RC/CI, troppo esiguo per dormire sonni tranquilli. Ogni statistica comporta l’interpretazione della rilevazione e, nel nostro caso, la preoccupazione è lecita per un duplice motivo: innanzitutto, il trend non si orienta significativamente al ribasso; in secondo luogo fa sorgere seri interrogativi circa l’aumento occupazionale degli extracomunitari e il numero dei casi rilevati. La considerazione porta a pensare che esista una connessione fra lavoro nero e denuncia di infortuni di ridotta entità.

Si teme che esista una tendenza a non ricorrere alle strutture territoriali per interventi di pronto soccorso, evitando così di dichiarare il luogo e le circostanze in cui le lesioni si sono verificate con l’illusorio e pericoloso vantaggio del datore di lavoro di ridurre i coefficienti d’incidenza e risparmiare sulla copertura assicurativa dei dipendenti. La sensazione che gli “infortuni bianchi” siano in crescita è largamente avvertito. Ricondurli nell’ambito dell’accertamento statistico non è solo un obbligo della struttura di vigilanza, ma condizione indispensabile al monitoraggio degli eventi perché consenta di adottare le opportune misure di riduzione dei rischi, con benefici per l’intera categoria dei lavoratori.


L’Amministrazione comunale più volte è intervenuta sulla materia con Atti di Indirizzo impegnando il Sindaco e la Giunta a concordare con i soggetti interessati le misure opportune per contenere il fenomeno. Nello specifico, a coordinare e rafforzare gli interventi di prevenzione, controllo e repressione con ASL, INAIL, INPS, Vigili del Fuoco, Prefettura e Ispettorato del Lavoro; a stabilire regole di appalto non più ispirate al metodo del massimo ribasso, ma all’offerta economicamente più vantaggiosa dopo accertamento del rispetto dei requisiti di sicurezza; a coinvolgere le scuole in una campagna sulla prevenzione sui rischi negli ambienti di lavoro, in sinergia con Università, Aziende, Parti sociali e Associazioni di categoria.


Contro gli infortuni e le morti sul lavoro, dunque, serve un’azione capace di mettere in campo una forte e incisiva politica di contrasto e di controllo preventivo: servono più ispettori, maggiori finanziamenti, intervenendo radicalmente sulla precarietà e sui contratti atipici, tutelando i diritti e la sicurezza del lavoratore, facendo emergere le sacche di lavoro nero e intensificando energicamente la lotta al lavoro minorile. Puntare sulla cultura e sulla formazione coinvolgendo la scuola. Convinciamoci che il percorso va intrapreso e riflettiamo sui dati (fonte articolo 21): dall'inizio dell'anno ad oggi, per lavoro, ci sono stati: 670 morti, 670.326 infortuni 16.758 invalidi.


Il Capogruppo RC/CI

Ing. Giocondo Talamonti