I pur incoraggianti dati che la regione Umbria ha fatto registrare in materia di gestione del servizio sanitario non consentono di vivere sugli allori, dal momento che l’ottimizzazione è ancora lontana, se l’intendiamo come capace di rispondere appieno alle esigenze dei cittadini.
Parlare di “servizio” può essere fuorviante rispetto alle finalità che persegue il comparto dell’assistenza sanitaria. Meglio sarebbe se vedessimo, tutti, le prestazioni offerte nella prospettiva imprenditoriale. In questa ottica, appare più facile individuare soluzioni alle liste di attesa sempre più lunghe, visite e operazioni chirurgiche rimandate, quasi sempre connesse a problemi di disponibilità operative e quasi mai a carenze di strumenti e macchinari. Una logica utilitaristica pretenderebbe di lavorare su due o tre turni giornalieri in presenza di richieste prestazionali; cosa troppo spesso trascurata nella gestione ospedaliera. La piena utilizzazione dei macchinari, in specie i più costosi, oltre che a questi principi d’ordine economico, si impone per la rapidità con cui essi diventano obsoleti, a volte molto prima che il costo sia stato ammortizzato, traducendo il “servizio” in uno sperpero di danaro pubblico e preclusione di maggiore occupazione all’interno della struttura.
Non ha senso aspettare tempi biblici per una risonanza o un ecodoppler solo perché le attrezzature vengono utilizzate nei tempi e periodi sindacalmente rispondenti al contratto collettivo di lavoro, mentre si darebbe una risposta concreta al cittadino e alla società se si potesse evadere le richieste in modo rapido ed esaustivo.
Capita che i cittadini di una regione, e noi siamo fra questi, debbano ricorrere ad altre strutture extraregionali o provinciali per ottenere analisi o assistenza in tempi che diventano basilari per il superamento di una malattia, innestando fenomeni di “mobilità passiva” che sono, oltre che un costo per l’amministrazione locale, la rinuncia a rendere anche il “servizio”. La mobilità, i cui effetti meritano un approfondito studio, può essere un’opportunità economica, specie in considerazione del fenomeno che vede una immigrazione dall’alto Lazio di un numero crescente di pazienti. Ci deve essere la volontà di non considerare il comparto come un’attività inevitabilmente in perdita e, quindi, immeritevole di attenzioni che ne limitino o annullino il peso finanziario gestionale. A questi obiettivi di base può collegarsi la riorganizzazione territoriale che vede il nuovo ospedale di Terni, il nuovo ospedale Narni Amelia e clinica privata legata alla realizzazione del nuovo stadio cittadino, l’ASL e l’Università partecipare, come filiera, al più vasto programma che include, scuola, ricerca, innovazione e imprese. Ma il presupposto è quello teorizzato sopra: un “servizio” non necessariamente passivo, ma aggiornato e connesso alle esigenze dei cittadini tramite il ricorso a principi di “economicità produttiva” in grado di esaltare qualità professionali e avanzamento tecnologico.Terni,
09.04.2022
Giocondo Talamonti
L’Associazione politico culturale Enrico Berlinguer non si è sottratta allora 2017 a dire la sua su un fatto che ha interessato l’opinione pubblica ternana denominato “Operazione Spada”. Prima si è avuta l’assoluzione del Sindaco Di Girolamo, dell’Assessore Bucari e dei dirigenti coinvolti con “Il fatto non sussiste” ed ora arriva anche l’assoluzione per l’ex-assessore al Bilancio del Comune di Terni, Vittorio Piacenti D’Ubaldi. Notizie positive e importanti. Lo sono perché ribadiscono la correttezza dell’operato degli amministratori e dell’amministrazione.
L’Associazione ‘Enrico Berlinguer’,
convinta” che Di Girolamo e Bucari sapranno dimostrare la loro innocenza,
auspicano che il peso psicologico che grava su di loro sia limitato al più
breve tempo possibile, fiduciosa nella giustizia e nella rapidità delle
indagini che i giudici intraprenderanno”. (Umbria 24 del 4 maggio 2017).
(Umbrialeft 2017 dal titolo “Le perplessità dell’Associazione
“Berlinguer” sull’ ‘Operazione Spada’
“…Non
ci piace la spettacolarizzazione della giustizia, i processi avviati nei talk
show televisivi, l’uscita sui giornali con frasi ad effetto e che coprono
l’intera prima pagina che anticipano nomi e reati per poi sparire in un
piccolissimo articolo, in pagina interna, quando c’è l’assoluzione, senza
contare l’web che si riversa sulle persone come un fiume inarrestabile. Il
buttare il nome delle persone tutti i giorni sui quotidiani e quelli on-line
metterlo alla gogna è una specie di tortura per chi soffre, a volte
ingiustamente, del reato che gli è stato contestato…”
L’Associazione politico
culturale “E. Berlinguer” esprime grande soddisfazione per l’assoluzione di tutti gli imputati coinvolti
nell’operazione Spada, i
fatti addebitati non sussistevano e ciò
costituisce l'ennesima
conferma che gli amministratori di centro sinistra hanno agito con la massima correttezza.
Profonda vicinanza alle famiglie delle persone coinvolte che sicuramente avranno
sofferto moltissimo in questi anni nel leggere “…I ternani devono capire che non sono stati perseguiti gli interessi
della città, ma solo dei privati…” e
anche “Non finisce qui, di carte sugli
appalti da portare a chi di dovere ne abbiamo ancora tante”, ed ancora “Abbiamo dei dubbi su alcune gare. Così non
si può più andare avanti. Alzeremo ancora di più il tiro”.
In politica bisogna
operare sempre mettendo in campo le idee, confrontando le proprie opinioni e
trovare sempre una sintesi frutto di una discussione approfondita fra le parti
e non rivolgendosi alla magistratura per abbattere un avversario politico.
E’ per questo che l’Associazione politico culturale “E. Berlinguer” esprime grande soddisfazione per l’esito del dibattimento che ha riguardato gli imputati dell’operazione Spada; i fatti addebitati non sussistevano e ciò costituisce la sacrosanta conferma che gli amministratori di centro sinistra hanno agito con la massima correttezza. In politica bisogna operare sempre mettendo in campo le idee, confrontando le opinioni e cercare sempre una sintesi delle posizioni. Ricorrere a mezzucci come false denunce alla magistratura getta fango non solo sulle vittime ma soprattutto sulla credibilità della politica di cui maggioranza e opposizione sono comunque protagoniste.
Ritrovarsi a 40 anni dal diploma, l’emozione della classe.
Rivedersi dopo 40 anni dal
diploma, nel 1982, non è cosa sicuramente comune. Una piacevole rimpatriata dei
compagni di classe della quinta D dell’Istituto Tecnico Industriale “L.
Allievi” di Terni, è avvenuta sabato 7 maggio presso il ristorante “La Casina”
di Furapane ad Acquasparta, dopo la visita ai laboratori dell’ITT accompagnati
dalla Dirigente Scolastica Cinzia Fabrizi.
“Un popolo intero aveva preso in carico il destino
della propria terra…” con queste
parole il Presidente della sezione Anpi “13 giugno”, (data della Liberazione di
Terni),
Nicola Zingarelli, ha concluso il proprio intervento. Alle ore 18 del 9 giugno
in Via
Ippocrate, all’altezza del ponte ferroviario di Valenza, l’Anpi di Terni ha
voluto
ricordare le gesta di un gruppo di partigiani del battaglione Manni che ne
evitarono con il
loro intervento la distruzione.
L’iniziativa è stata promossa dalla sezione “13
giugno” dell’Anpi di Terni. Una corona alla lapide che ricorda la sventata
minaccia di far saltare il ponte ferroviario di Valenza da parte delle truppe
nazifasciste in ritirata.
Giorni nei quali la scelta era “qui ed ora” a costo della vita.
La storia è piena di fatti eroici, come questo,
compiuti per liberare l’Italia dal giogo nazifascista e costruire la
nuova democrazia repubblicana e popolare. Renato Magni, insignito della
“Medaglia
della Liberazione” concessa dal Ministro della Difesa nel 2016, ha portato la
propria
testimonianza. Alla celebrazione hanno partecipato i dirigenti dell’Anpi: il
Presidente
provinciale Rossano Capputi, Luciano Zara, Enrico Piersanti, Sandro Piccinini.
Giocondo
Talamonti
Alberto
Piccioni
La seconda
Assemblea dell’Anppia (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani
Antifascisti) che si è svolta a Terni, presso la sala consiliare della
Provincia, va in archivio con un bilancio più che positivo. Hanno portato il
proprio saluto il Sindaco di Terni, Leonardo Latini, l’Anpi provinciale e
Rifondazione comunista. La relazione nazionale è stata votata all’unanimità con
un emendamento di non condivisione della Giornata della Memoria e del
Sacrificio degli Alpini, al fine di conservare il ricordo della battaglia di
Nikolajewka. Votazione che si è effettuata alla presenza del Presidente
nazionale dell’Anppia Spartaco Geppetti e della Segretaria Generale, Serena
Colonna.
L’Anppia si
occupa di difendere la memoria e i valori dell’antifascismo e della
Costituzione Repubblicana. Promuove iniziative e attività di ricerca
storica.
Ha aperto i lavori il Presidente uscente dell’Anppia di Terni, Alberto Piccioni
che ha illustrato ai presenti quel che si è fatto nel quadriennio del mandato,
a partire dal 2018. Tante le attività destinate al pieno rilancio dell’Anppia
dopo due anni difficilissimi, caratterizzati dalla pandemia.
Nel corso
dell’Assemblea sono state ricordate tre figure di antifascisti che ci hanno
recentemente lasciati: Renata Ersilia Stefanini Salvati, prima donna assessore
comunale; Valentino Pascucci e l’On. Mario Andrea Bartolini.
Il Congresso nazionale si svolgerà a Milano il 17, 18 e 19 giugno. I delegati
indicati dall’assemblea per il Congresso nazionale di Milano: Luciano Binnella,
Moreno Castellucci; Fausto Domenici; Giocondo Talamonti-
Il nuovo
Consiglio provinciale eletto è composto da: Moreno Castellucci; Alfredo Mosca;
Alberto Piccioni; Emilio Quadrani, Sergio Sbarzella, Giocondo Talamonti. Il
Consiglio appena eletto ha nominato, all’unanimità, Presidente della
Federazione di Terni Alberto Piccioni, Segretario Giocondo Talamonti e
Tesoriere Sergio Sbarzella.
R.U.
L’A.N.P.P.I.A.
nacque nel 1946 per volontà di coloro che si opposero al regime fascista, dalla
sua instaurazione
fino alla caduta, sopportando la sorveglianza speciale, l’esilio, il confino,
il carcere e la tortura. Sin dalla
sua fondazione è un’associazione unitaria, aperta a tutti gli Antifascisti di
diverso orientamento politico e
culturale. Primo Presidente fu Umberto Terracini, Presidente dell’Assemblea
Costituente.
Tra i suoi dirigenti Sandro Pertini, Mario Venanzi, Paolo Bufalini, Giulio
Spallone, Fausto Nitti, Claudio
Cianca, Adriano Dal Pont, Pietro Amendola..
“Ciano Ricci Feliziani, Adolfo Puxeddu e Giocondo Talamonti
hanno voluto donarci l’affresco di una parte davvero importante della Storia
cittadina. Un’opera che racchiude anni di passione, di attaccamento al ruolo
non solo accademico ma anche di educatori, con un contributo culturale che a
Terni ancora mancava e che adesso è disponibile. Per tutto questo, agli Autori
va rivolto il più
forte ringraziamento”. Così si conclude la prefazione di Marina Sereni al libro
“L’Associazione Culturale per Terni Città Universitaria. I primi tre lustri
delle sue attività (2003- 2020”. (Morphema Editrice. Terni, 2021, pp. 1-312;
Euro 15.00).
Un compendio delle attività, dei sogni, degli impegni
sostenuti e a volte non del tutto corrisposti dagli interlocutori per lo
sviluppo pieno del polo universitario ternano di cui gli autori sono stati
sostenitori e protagonisti. Si parte da lontano, dalla Terni distrutta dalla
guerra, alla ricostruzione all’istituzione della Regione
In questo contesto avvenne il primo insediamento a Terni
dell’Università degli Studi di Perugia, con la stipula il 21 dicembre 1974
della Convenzione tra il Magnifico Rettore Giuseppe Ermini
e Guido Guidi, Presidente dell’Ente Ospedaliero di Terni, per l’insediamento di
un raddoppio del triennio clinico del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia
Perugino nel nuovo Ospedale “Santa Maria”. La Città di Terni, fino ad allora
nota come “Città dell’Acciaio”, diventava “Città Universitaria”, con un
mutamento epocale nella sua millenaria storia, l’inizio di una auspicabile
rivoluzione culturale.
Successivamente vi fu l’insediamento di Corsi di Laurea delle Facoltà di
Ingegneria, di Economia, di Scienze Politiche e di Lettere: era il 2002 quando
il Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi di Perugia
istituiva il ‘Polo Universitario Scientifico-didattico di Terni, con il compito
di coordinare le sue
attività scientifiche e didattiche.
Ciano Ricci Feliziani, forte della sua consolidata
esperienza di Past Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera “Santa Maria” di
Terni e di Presidente in carica del “Consorzio per il completamento del Corso
di Laurea in Medicina e Chirurgia, Sede di Terni”, volendo promuovere
un movimento di opinione a favore dell’insediamento universitario cittadino, si
fece promotore di
numerosi incontri con personalità cittadine delle istituzioni, della cultura,
delle professioni,
dell’industria, del commercio, a cui fece seguito il 30 ottobre 2003 l’Atto
costitutivo della “Associazione Culturale per Terni Città Universitaria”. Il
Primo Presidente è stato l’Avv. Nicola Molè, a cui hanno fatto seguito il Dott.
Ing. Vincenzo Montalbano Caracci (2008-2010), il Prof. Em. Adolfo Puxeddu
(2010-2014), il Dott. Ing. Attilio Luccioli (2014-2016), e dal novembre 2016 ad
oggi è in carica Ciano Ricci Feliziani.
Nel corso dei tre lustri (2003-2020) l’Associazione ha
organizzato una numerosa serie di eventi
culturali su temi di stringente attualità, che hanno coinvolto come relatori
personalità di rilevo nazionale, con la vasta partecipazione della cittadinanza
Ternana.
ricomporre un mosaico – non solo quello della fontana di Piazza Tacito – per rimettere in moto un disegno di sviluppo, definendone scelte e priorità. L’augurio che mi sento di rivolgere alla nostra
Associazione, che si appresta a raggiungere la maggiore età, è che queste condizioni si possano creare, come sempre fatto fin qui, con il lavoro serio e propositivo”.
Sanità e liste d’attesa: agire
secondo schemi imprenditoriali
di GIOCONDO
TALAMONTI*
I pur
incoraggianti dati che la regione Umbria ha fatto registrare in materia di
gestione del servizio sanitario non consentono di vivere sugli allori, dal
momento che l’ottimizzazione è ancora lontana, se l’intendiamo come capace di
rispondere appieno alle esigenze dei cittadini. Parlare di “servizio” può
essere fuorviante rispetto alle finalità che persegue il comparto
dell’assistenza sanitaria. Meglio sarebbe se vedessimo, tutti, le prestazioni
offerte nella prospettiva imprenditoriale. In questa ottica, appare più facile
individuare soluzioni alle liste di attesa sempre più lunghe, visite e
operazioni chirurgiche rimandate, quasi sempre connesse a problemi di
disponibilità operative e quasi mai a carenze di strumenti e macchinari.
Una logica
utilitaristica pretenderebbe di lavorare su due o tre turni giornalieri in
presenza di richieste prestazionali; cosa troppo spesso trascurata nella
gestione ospedaliera. La piena utilizzazione dei macchinari, in specie i più
costosi, oltre che a questi principi d’ordine economico, si impone per la
rapidità con cui essi diventano obsoleti, a volte molto prima che il costo sia
stato ammortizzato, traducendo il “servizio” in uno sperpero di danaro pubblico
e preclusione di maggiore occupazione all’interno della struttura.
Non ha senso
aspettare tempi biblici per una risonanza o un ecodoppler solo perché le
attrezzature vengono utilizzate nei tempi e periodi sindacalmente rispondenti
al contratto collettivo di lavoro, mentre si darebbe una risposta concreta al
cittadino e alla società se si potesse evadere le richieste in modo rapido ed
esaustivo.
Capita che i cittadini di una regione, e noi siamo fra questi, debbano
ricorrere ad altre strutture extraregionali o provinciali per ottenere analisi
o assistenza in tempi che diventano basilari per il superamento di una
malattia, innestando fenomeni di “mobilità passiva” che sono, oltre che un
costo per l’amministrazione locale, la rinuncia a rendere anche il “servizio”.
La mobilità, i cui effetti meritano un approfondito studio, può essere
un’opportunità economica, specie in considerazione del fenomeno che vede una
immigrazione dall’alto Lazio di un numero crescente di pazienti. Ci deve essere
la volontà di non considerare il comparto come un’attività inevitabilmente in
perdita e, quindi, immeritevole di attenzioni che ne limitino o annullino il
peso finanziario
gestionale.
A questi
obiettivi di base può collegarsi la riorganizzazione territoriale che vede il
nuovo ospedale di Terni, il nuovo ospedale Narni Amelia e clinica privata legata
alla realizzazione del nuovo stadio cittadino, l’ASL e l’Università
partecipare, come filiera, al più vasto programma che include, scuola, ricerca,
innovazione e imprese. Ma il presupposto è quello teorizzato sopra: un
“servizio” non necessariamente passivo, ma
aggiornato e connesso alle esigenze dei cittadini tramite il ricorso a principi
di “economicità produttiva” in grado di esaltare qualità professionali e
avanzamento tecnologico.
Presidente
Ass. Berlinguer, Terni