Le elezioni in Umbria ci dicono che la Sinistra perde, la destra vince …


I risultati ufficiali delle elezioni regionali in Umbria ci dicono che la vittoria della candidata del centrodestra Donatella Tesei è stata netta con il 57,55% dei voti, mentre Vincenzo Bianconi sostenuto da M5S e centrosinistra non va oltre il 37,49%.
In Umbria avanza il centrodestra e le città di Perugia e Terni hanno già da tempo cambiato volto. Una vittoria storica: dal 1970 infatti in Umbria a governare è stato in maniera ininterrotta il PCI prima e il centrosinistra poi, mentre ora in Regione sventolerà la bandiera della Lega e dei suoi alleati. Pur essendo consapevoli che si sarebbe perso (seppure non in queste proporzioni), quanti di noi si sentono a posto con la propria coscienza nell’aver fatto il possibile per evitare la disfatta? Tutti hanno remato nella stessa direzione perché ciò non avvenisse? Ciascuno risponda con sincerità. In ogni caso, preso atto di quanto accaduto, si deve guardare con fiducia alla possibilità di un riscatto futuro. Nella circostanza, la consultazione ha sorriso alla Lega e ai suoi alleati.

Un’analisi della crisi della sinistra e delle sue alleanze è indispensabile per tentare un recupero e deve iniziare riconoscendo gli errori che sistematicamente, anche in questa circostanza sono stati fatti, sia nella scelta dei candidati, sia dei programmi, ignorando la partecipazione dei circoli. La discussione e il confronto delle idee al loro interno è fondamentale per valutare opportunità e richieste, così come è fondamentale che trovino accoglienza presso i vertici del partito. Non bisogna dimenticare che la crisi maggiore in seno al partito si è prodotta a seguito di indicazioni che escludevano la partecipazione della base, in quanto più vicina alle esigenze del popolo e interprete più immediata degli umori. Al contrario, i circoli sono stati coinvolti quando ogni decisione era stata già presa. Servirà la lezione a cambiare sistema? Bisogna fare un esame degli errori commessi e soppesare quanto ricordava Enrico Berlinguer: “Casa per casa, strada per strada…” Paradossalmente, tutto ciò l’abbiamo lasciato a Salvini, limitandoci a tenere supponenti riunioni al chiuso con rappresentanti autorevoli della sinistra…

Sono passati trent'anni dalla scomparsa di Enrico Berlinguer, eppure il suo esempio, gli ideali e la morale restano. Non ignoriamola. In un mondo completamente diverso la sua figura e le sue idee continuano ad essere di un’attualità impressionante: la questione morale, l'austerità, il compromesso storico, lo strappo con Mosca, la questione giovanile a quella femminile. In una nazione che sta progressivamente perdendo punti di riferimento e in cui la politica si è fatta barbara e senza respiro, le idee di Enrico Berlinguer mostrano ancora l'anima e la forza di un progetto di società diversa.

Il processo di ricostruzione della sinistra, quando si viene investiti da scandali come concorsopoli (vedi Sanità) complica maledettamente ogni sforzo di credibilità, aggiungendo, se possibile, ulteriori difficoltà.
Dobbiamo liberarci dallo spettro di una sinistra litigiosa, fatta di continue scissioni  dovute a personalismi, nemici giurati del bene comune.
Occorre, tuttavia, non scoraggiarsi e non cedere alle delusioni, ma rivitalizzare quella forza e passione che ci sono proprie. Sono dell’opinione che occorra un Partito democratico che comprenda tutti gli altri partiti di sinistra la cui somma, nel caso delle recenti elezioni, è stata poco più dell’1,2%. Povera cosa.

Il Centrosinistra deve ripartire dalle cose da fare, nel nome dei  valori che l’hanno sempre contraddistinta, riprendere concreti contatti con il popolo, evitando sterili accuse.

L’obiettivo deve essere quello di riproporre come progetto un modello di sviluppo economico sostenibile basato sul riciclo ottimizzato dei rifiuti e sull’efficientamento energetico con uso delle fonti rinnovabili.

Ad esso sono fortemente legati i temi della crescita, delle risorse, della sostenibilità, di crescente attualità ed interesse nelle agende dei governi mondiali.
Le fonti rinnovabili, i cambiamenti climatici, i trasporti, le abitazioni del futuro, i nuovi orientamenti in materia di infrastrutture, costituiscono la sfida su cui puntare per una rinnovata cultura dello sviluppo e della cura dell'ambiente.
Bisogna far convivere buon senso, tradizione, civiltà e innovazioni tecnologiche in una nuova prospettiva in cui l’istruzione, la formazione, l’Università siano elementi portanti di quella filiera che guarda al lavoro, ai processi produttivi e all’occupazione.
Dobbiamo stringerci in un rinnovato impegno per riconquistare il terreno perduto a Terni e a Perugia attraverso un lavoro serio e una nuova classe dirigente.

Per essere certi che la lezione sia stata assimilata, dobbiamo trovarci uniti attorno ad un obiettivo condiviso; solo allora ognuno di noi potrà sentirsi con la coscienza a posto e guardare con fiducia ad un possibile riscatto, senza perdersi nella ricerca di inseguire e contrastare la maggioranza di governo, mantenendo una visione unitaria progettuale e culturale ben precisa.

Terni, 30.10.2019


Il Presidente
Giocondo Talamonti