L’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), nell'assegnazione delle case popolari

Gli stranieri in Italia sono il 7% della popolazione, ma  per contro godono dell'80% delle assegnazioni delle case popolari. Nella nostra città, invece è il 63,3% degli stranieri che usufruisce della casa popolare.  Tale dato si può evidenziare scorrendo la graduatoria "assegnazione case popolari" relativamente ai primi 60 posti ove i ternani sono solo  10, mentre 38 (pari al 63,3%) sono richiedenti di nazionalità straniera.
Emerge, inoltre, dalla graduatoria che il 50% circa dei nuclei famigliari presentano un ISEE pari a zero il che denota una povertà assoluta.
Se è vero che l’assenza totale di un qualsiasi reddito, è il presupposto rilevante per avanzare in graduatoria, è pur vero che sia difficilmente credibile che ventinove richiedenti su 60, pari al 48,33%, si trovino in quella tragica situazione.
 Da qui, nasce la necessità di verificare, prima di ogni assegnazione, la veridicità delle dichiarazioni anche nella tutela di chi ha dichiarato redditi miseri, ma pur sempre superiori allo zero.
L’accertamento da attivare in forma  congiunta degli uffici comunali e  dagli organi statali preposti ai controlli, non avrebbe solo finalità di pertinenza, ma servirebbe a verificare se i soggetti dichiaranti svolgono a nero eventuali attività.
Altro aspetto che inficia l’oggettiva necessità di aspirare all’assegnazione delle casa popolari è la ricorrente strategia utilizzata da stranieri, ma anche italiani, nel prendere in affitto un appartamento, pagarlo  per alcuni mesi e sospenderlo, poi, per costringere il proprietario a procedere con lo sfratto. I tempi della procedura sono lunghi con i seguenti effetti: per un anno e mezzo circa il padrone di casa non riceve più l'affitto, la nostra giustizia non garantisce il proprietario che continua a pagare le tasse senza ricevere quanto dovuto,  l’occupante l’appartamento si avvale dello sfratto per chiedere la casa popolare. A sfratto esecutivo, lo stesso soggetto, in attesa di assegnazione, va ad occupare un altro appartamento con la medesima strategia di pagamento.
E bene precisare che in altri paesi, per fatti del genere esistono leggi  per garantire chi è stato frodato e non si può espatriare fino a quando non si è pagato quanto dovuto. Ed ancora, altri paesi prevedono l'espulsione per i cittadini stranieri, anche comunitari, che non lavorano da 6 mesi. C'è discriminazione in Italia?  Direi di si, ma verso chi?


Terni, 26 novembre 2014

Giocondo Talamonti