Tutto fila liscio come l’olio…



Chi ci capisce qualcosa, è bravo. Sfido chiunque a districarsi nel casino che riguarda la vaccinazione contro l’influenza A.


Le varie reti televisive ci riempiono di immagini di braccia scoperte e di siringhe manovrate da solerti medici. Il martellamento è continuo, al punto che pensi siano passati all’onore delle telecamere e ai benefici del vaccino tutti gli italiani tranne te. Poi, vieni a sapere che i vaccinati sono solo 41.000 e ti chiedi da dove abbiano tirato fuori tutte quelle riprese di bambini, adolescenti adulti e vecchi che si alternano nelle sfilate quotidiane.


Al cittadino non è dato sapere se e quando siano disponibili i vaccini per i restanti 60 milioni di aventi diritto, né si fa cenno sulla provenienza di laboratorio di quelli prossimi alla consegna. Per diminuire la pressione si fa circolare la notizia che l’80% degli infermieri e la metà dei medici non intendono sottoporsi all’iniezione, avvalorando l’ipotesi che il vaccino faccia più danni che benefici.


Tuttavia la spesa del Ministero della Salute, perché non sia vanificata dalla diffidenza degli italiani, conta su medici che s’alternano in TV a raccomandare le categorie di soggetti a rischio e scopri che tutti sono a rischio, quindi anche te.


Nel doloroso elenco delle vittime giornaliere ti viene fatto sapere che muoiono solo quelli che stavano già male, mentre si sorvola sulle dichiarazioni di congiunti di vittime, secondo i quali il parente aveva sempre goduto di ottima salute. Il sospetto che si tratti di qualche voce fuori dal coro che tenti di far chiarezza nell’oceano di baggianate divulgate a reti unificate è avanzato dal commentatore di turno senza troppi sottintesi.


Ripensi alle dichiarazioni uscite dai telegiornali prima che l’influenza si diffondesse in territorio italiano e ripensi anche alla solidarietà che ti ha preso per tutto il genere umano prossimo alla decimazione, provando vergogna per l’incolpevole privilegio di essere tu, italiano, escluso dalla pandemia.


Lì per lì non ti riesci a spiegare perché mai la nostra penisola sia esclusa da una simile tragedia; poi, ti viene in mente che anche dagli effetti deleteri della crisi economica mondiale l’Italia è esente e provi a giustificare l’intangibilità con la benevolenza divina e con la febbrile attività vaticana per tener fuori il popolo devoto; poi ti ricordi che noi la crisi l’avevamo superata già prima che si fosse presentata. Qualche allarme, tuttavia, sfugge ai pur accorti giornalisti e ai portavoce ufficiali quando dicono che “il peggio è alle spalle”, perché ti aspetti di essere attaccato da un inquietante cetriolo, visto che nel Paese di Bengodi tutto fila liscio come l’olio, che la gente è serena, sana, deve spendere senza timore, divertirsi e gozzovigliare perché così si combatte la crisi e l’influenza.


Non so se me la beccherò e non so quanti danni mi lascerà, perché a tutt’oggi non so se mi sottoporrò a vaccinazione; però mi romperebbe se, nell’ipotesi dannata di ingrossare il numero degli sfigati, mi restasse il dubbio di essere stato vittima delle scempiaggini diffuse.


Giocondo Talamonti