Le donne stanno sempre più
diventando le protagoniste del movimento sportivo. Le loro competizioni appassionano un pubblico sempre più vasto. Oltre ai risultati e alle medaglie stanno
diventando testimonial che influenzano il pubblico a livello
globale e attraggono l’attenzione delle aziende, pronte a scommettere su di loro. Cosa impensabile
qualche decennio fa in cui esisteva solo lo sport al maschile e
scarsa era l’attenzione dei media per quello femminile. Oggi le raccontano e le
celebrano come succede per lo sport maschile. La crescita dello sport al femminile in termini di popolarità è un dato
certo e nel nostro Paese si è assistito a un’incredibile evoluzione in questo
senso. Oggi, in alcuni sport, si contendono i favori del pubblico con gli
atleti maschili, spesso superandoli. Le donne si sono guadagnate una
visibilità negli sport di squadra ed individuale mai raggiunta finora, tanto
che, gli appassionati non fanno più distinzioni. Lo dicono le ricerche di mercato.
Sono comunicatrici, capiscono qual è il linguaggio da usare sui social,
sono propositive. Manca loro, però, lo status di
professionista che
garantirebbe, fra l’altro, le tutele per chi esercita tale tipo di attività
(maternità, assicurazioni, assistenza sanitaria), ma anche la
possibilità di entrare a far parte degli organismi direttivi dove si decide la
politica sportiva del paese. Un filo spinato ideologico e culturale che al
momento vede le donne, al massimo, in un posto dietro qualche scrivania degli
uffici organizzativi e di comunicazione che contano.
Giocondo Talamonti