L’obiettivo che tutti insieme e contemporaneamente dobbiamo perseguire per difendere la nostra città, la nostra azienda è quello di puntare su chi ha una cultura d'impresa, su chi intende mantenere gli attuali volumi produttivi, su chi intende mantenere i livelli occupazionali, su chi ha un piano industriale, su chi dà prospettive in termini di investimenti sulle infrastrutture. In acciaieria lavorano giovani con una elevata professionalità la cui età media è di quaranta anni. E' per il loro futuro che dobbiamo affrontare con determinazione la grande sfida che ci attende. Nessuno si sfili o faccia finta che il problema non esiste, non esclusi coloro che ritengono l'acciaieria un mezzo per far profitti e raccogliere utili. Quello che ci aspettiamo è che si faccia presto. La cordata lussemburghese Aperam-Arvedi- Marcegaglia è per il momento l'unica opportunità visto che altri, per motivi che non si conoscono e le cui entità tornano continuamente a galla ( Fondo One Equity, coreani Posco etc.) non hanno effettuato offerte nei limiti stabiliti dalla Commissione Europea Antitrust, forse perché non hanno mercato in Europa. Il sito di Terni è strategico per l'Italia e l'Europa e per questo oltre al Mise la partita deve essere seguita personalmente dal Presidente del Consiglio Enrico Letta. In questa situazione non si può prescindere dal ruolo strategico e rafforzativo che il Tubificio riveste nel sito siderurgico ternano e nemmeno pensare ad una razionalizzazione con lo snellimento dell'organico. Tutti dobbiamo essere vigili anche se dal sito on-line di Outokumpu si può leggere che “…is working intensively to complete the divestment and targets to sign a transaction during the second half of the year.”
• Il Presidente del Consiglio deve essere investito in prima persona nella salvaguardia del sito ternano anche alla luce delle dichiarazioni effettuate sul ruolo dell'industria all'atto del suo insediamento.
• Il Presidente faccia valere in sede europea la vicenda AST perché siano avviate azioni concrete e risolutive con la Commissione Europea con il Governo finlandese e con il Governo tedesco.
• la commissione antitrust europea ha creato il groviglio e spetta ad essa scioglierlo nella considerazione che il sito di Terni va valorizzato nelle sue produzioni, nell'impiantistica e di conseguenza nel mantenimento dei volumi produttivi e dei posti di lavoro e non depresso; la Commissione deve pretendere, nella vendita, tutte le garanzie di tutela dell'integrità del sito e di sviluppo con le tecnologie atte a conferire competitività, mercato e occupazione;
• in una democrazia il Governo non può permettere che le persone soffrano un danno prodotto dalla logica del mercato, lo Stato in questo caso deve attivare un intervento diretto per una azienda strategica per il Paese;
• fare presto perché il piano e il profilo industriale del nuovo proprietario sia tale da operare sui mercati internazionali e con l'obiettivo di ottimizzare gli impianti e i volumi produttivi (1,4milioni di tonnellate/anno di acciaio fuso e 600mila tonnellate/anno di acciaio finito);
Terni 24 luglio 2013
Giocondo Talamonti
(G.M. "Associazione E. Berlinguer")