La splendida cornice naturale marchigiana che racchiude Montelupone è ancora più ricca per il senso di accoglienza della gente. L’immediata impressione che il visitatore prova nel girare il paese è di aver già visto quei luoghi. Non c’è niente di scontato; l’effetto è di sentirsi a casa propria. Anzi, nel paese natio, dove tutto ciò che è nuovo non crea curiosità o timori e dove tutto quello che vedi ti infonde sicurezza e appagamento. Qui la gente è abituata, per disposizione innata, all’ospitalità. Spesso non serve chiedere per ottenere quello di cui si ha bisogno. Il più delle volte, i desiderata sono anticipati dai locali.
Partecipare alla manifestazione podistica “Vai come vuoi…” è un’occasione da non perdere. In migliaia lo sanno e si presentano compatti ad animare il percorso, sapendo che sarà palcoscenico di incontri di amici e associati da tutt’Italia.
Così, anche quest’anno, non ho potuto rinunciare alla camminata nel cuore delle Marche e non ho potuto sottrarmi all’invito dell’amico Ferramondo. Con lui s’è stabilito un legame che va oltre l’amicizia, diventando una gara a testimoniare stima e ospitalità.
Questa manifestazione è diventata una classica del calendario Fiasp; un appuntamento irrinunciabile per chi condivide le finalità della Federazione. I gruppi, sempre più numerosi, lo sanno bene; così come singoli e famiglie conoscono perfettamente il livello di eccellenza organizzativa.
Ferramondo ha lasciato un’impronta indelebile su questa corsa amatoriale, ne ha curato le prime edizioni con affetto paterno, consapevole perfettamente degli esiti che nel tempo avrebbe avuto e degli effetti benefici che avrebbe apportato al turismo di zona. Nulla è lasciato al caso, ma studiato con attenzione maniacale. Tutto si svolge con apparente nonchalance, per renderti conto, alla fine, che ogni particolare è stato soppesato per fare più piacevole l’accoglienza e far destare nei partecipanti il desiderio di ritornare l’anno successivo.
La fortuna della Marcia “Vai come vuoi…” è legata ad una serie di coinvolgimenti che, partendo dall’entusiasmo dell’ideatore, ha successivamente preso tutti, non escluse le Autorità cittadine alle quali non è mai mancata perspicacia e intuizione, sostenendo l’organizzazione nella preparazione dell’evento turistico-sportivo.
E’ stata un po’ come una creatura, nata dall’amore dei genitori, confortati subito da nonni, zii, cugini e parenti; tutti preoccupati di farla crescere sana e serena.
E, a proposito di nonni, ho avuto il piacere di partecipare al cinquantenario di matrimonio dell’amico Ferramondo e Signora, cerimonia svoltasi nel clima di consueta sobrietà degli sposi, circondati dall’affetto dei congiunti e dei conoscenti.
C’era anche Mario Ferracuti, meglio noto come il Mangiachilometri delle Marche, uno sportivo di riguardo, non solo per l’età, ma per lo spirito inesauribile che lo anima.
Salutandolo, gli ho chiesto. “Come va?”.
“A tre cilindri…”, m’ha risposto.
Nessuna preoccupazione. Non è che un cilindro non gli funzioni. Lui è un motore di moderna progettazione a tre cilindri. Alta resa e bassi consumi!.
La novità piacevole è stata la presenza di Bruno Marcelli con il quale ho un conto aperto: quello di misurarmi con lui sulla distanza di 100 metri. Ne abbiamo discusso a pranzo in presenza di testimoni che hanno assistito e preso nota delle dichiarazioni che ognuno di noi ha fatto. Lo spirito è alto…le forze non lo so, ma ognuno di noi è convinto di potercela fare…ti aspetto, gli ho detto quando ci siamo lasciati, al “Circuito dell’Acciaio” “fusse che fusse la vorda bbona” diceva un noto attore italiano.
Terni, 5 agosto 2012
Giocondo Talamonti