Il 6 luglio” Resistenza in Valnerina”


Appuntamento alle 8.30 a Polino per portarsi in località Fonte dello Stubbio a circa 1000 metri di altezza, in un bosco in cui una lapide ricorda il sacrificio di Di Giuli Giovanni, giovane ventiduenne, ucciso barbaramente durante un rastrellamento delle forze nazi-fasciste nel 1944. Tante le presenze fra cui il Sindaco di Polino, Venanzi Olimpio e la memoria storica Alvaro Valsenti. Un ricordo che nessuno riuscirà a cancellarlo. C’è stata la deposizione di fiori sul cippo in ricordo dell’uccisione del partigiano della Brigata garibaldina “A. Gramsci”, Di Giuli Giovanni.
La Resistenza, è stato ricordato dal portavoce dell’Anpi di Terni, Luciano Zara, fu lotta del popolo italiano contro il nazi-fascismo. Poi la cerimonia si è spostata al cimitero di Macenano in Valnerina e qui il Sindaco di Ferentillo, Riffelli Enrico, ha ricordato che nella lotta di liberazione sono prevalsi ideali di libertà e di democrazia, valori che hanno gettato le basi per la nostra Costituzione. Anche qui c’è stata la deposizione di una corona presso la lapide commemorativa dei patrioti, partigiani, antifascisti, civili e militari combattenti la guerra di liberazione nazionale, sepolti nel Cimitero di Macenano, frazione di Ferentillo.

 

Un invito alla scuola tutta, ai docenti di ogni ordine e grado ad insegnare la storia portando gli studenti sui luoghi ove tanti giovani hanno sacrificato la propria vita per gli ideali di pace e libertà.

 Significative le parole di Piero Calamandrei sulla Costituzione, pronunciate nel discorso del 26 gennaio 1955, dirette ai giovani.


“…Quindi, voi giovani alla costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come cosa vostra, metterci dentro il senso civico, la coscienza civica, rendersi conto- questa è una delle gioie della vita- rendersi conto che ognuno di noi nel mondo non è solo, che siamo in più, che siamo parte di un tutto, nei limiti dell’Italia e nel mondo. Ora vedete- io ho poco altro da dirvi-, in questa costituzione, di cui sentirete fare il commento nelle prossime conferenze, c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato. Tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie son tutti sfociati in questi articoli. E a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane. Quando io leggo nell’art. 2, ”l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”, o quando leggo, nell’art. 11, “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”, la patria italiana in mezzo alle alte patrie, dico: ma questo è Mazzini; o quando io leggo, nell’art. 8, “tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge”, ma questo è Cavour; quando io leggo, nell’art. 5, “la Repubblica una e indivisibile riconosce e promuove le autonomie locali”, ma questo è Cattaneo; o quando, nell’art. 52, io leggo, a proposito delle forze armate, ”l’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica” esercito di popolo, ma questo è Garibaldi; e quando leggo, all’art. 27, “non è ammessa la pena di morte”, ma questo, o studenti milanesi, è Beccaria. Grandi voci lontane, grandi nomi lontani. Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti. Quanto sangue e quanto dolore per arrivare a questa costituzione! ...”