COVID-19 (Coronavirus), uno tsunami sull’economia mondiale


Il Coronavirus ha fatto il suo esordio in Italia. Si tratta di due turisti orientali ricoverati allo Spallanzani di Roma.

Al di là del fatto che quanto sta accadendo in Cina ha avuto un eco mondiale è da sottolineare che ciò non giustifica la vasta informazione che crea, forse, ingiustificati allarmismi. Se è vero che non bisogna sottovalutare nulla è da condannare il dilagare della psicosi da coronavirus e la crescita del sentimento anti-cinese.
 Il nostro Governo, decretando lo stato d’emergenza, ha bloccato i voli in entrata ed in uscita dalla Cina.
Nonostante che non vi siano casi che riguardano gli italiani è martellante la voce dei telegiornali sul problema e la corsa di accaparrarsi le mascherine per proteggersi da chi potenzialmente (tutti) potrebbe esserne affetto.
La comune influenza annuale produce centinaia di decessi l’anno, ma nessuno se ne cura. Se questa psicosi dovesse servire a far crescere la cultura della prevenzione, mettendo in evidenza l’importanza dell’igiene, ben venga. In tale prospettiva si cominci a porre l’attenzione sulla situazione locale come ad esempio quella di tenere ben puliti i bagni pubblici e a riaprire quelli chiusi in spazi pubblici come lo è quello del parco di viale Trieste, a Terni.
Nel mentre delle multinazionali impegnate alla ricerca del vaccino, l’industria delle mascherine fa buoni affari.
 Dall’ evento negativo si possono trarre anche benefici compreso quello di far comprendere l’importanza del vaccinarci.
Unico modo per prendere quelle precauzioni che non consentano ai virus di diffondersi e di creare una pandemia che crea ondate di panico globali e che tutti vogliono scongiurare.
Al di là degli aspetti sanitari il caso del coronavirus produce, per di più, pesanti effetti sull’andamento delle borse valori di tutto il mondo. Esiste infatti un nesso tra le percentuali del contagio ed il calo del Pil cinese che, a cascata, si ripercuote a livello mondiale.
 Se la “locomotiva produttiva” della Cina rallenta, tutto il sistema globalizzato dell’economia commerciale e finanziaria si ammala. La decrescita della produzione si infrange come uno tsunami sulle più fragili economie, specie quelle sull’orlo della recessione.
  Non dobbiamo perdere di vista questo aspetto che mostra una nuova faccia del morbo conferendogli l’entità di “vero virus” per la pericolosità in termini di disumanizzazione, di disoccupazione, di povertà, di odio e disprezzo per l’altro.