Linguaggi volgari…


La sensazione dominante di chi mostra un minimo di attenzione al panorama attuale della nostra società, è che i legami e i rapporti che la costituiscono si stanno gradualmente dissolvendo. Lo possiamo vedere nella spasmodica lotta per il consenso che si determina in quasi tutte le occasioni di confronto fra qualsivoglia soggetti, siano essi politici o portatori di opinioni diverse. I dibattiti non vengono legittimamente sostenuti da argomentazioni a sostegno dell’una o dell’altra posizione, ma sfociano quasi sempre in una demonizzazione dell’avversario di turno, concepito, spesso, come nemico da abbattere, fino a farlo oggetto di invettive e degli insulti più volgari possibile. Mentre un soggetto espone le sue convinzioni il cameramen non manca mai di inquadrare, come da copione, quella componente di fazione opposta, invitata direttamente per il contraddittorio o facente parte del pubblico, che oscilla la testa qua e là in segno di disapprovazione. Un messaggio diseducativo che va rimosso con l’acquisizione di una cultura collettiva che ponga al primo posto il rispetto dell’altro. Che ci si deve aspettare, d’altronde, dalle manifestazioni di opinioni personali da contrapporre a quella degli altri se giornalmente in televisione si assiste al turpiloquio, all’offesa continua, alla bestemmia, alla volgarità becera di sopraffare l’interlocutore alzando la voce? Nessun comportamento sociale è avulso dal tempo che lo vive. Tant’è; ne basta il richiamo alla moderazione di una voce che si perde nel deserto. O siamo tutti a reagire oppure teniamoci, come ogni popolo, il re che si merita.