La piaga diffusa di comunicare le proprie passioni con
scritte: politiche, poetiche, per far conoscere alla ragazza/o le proprie sensazioni,
per manifestare il proprio attaccamento alla squadra di calcio e alla propria
città, ma, anche di dissenso, è altamente condannabile. Premesso che fra comunicare ed imbrattare una qualunque
superficie esiste una differenza abissale, tali scritte, costituite spesso da
migliaia di scarabocchi su ogni spazio libero, quasi a testimoniare il
marcamento di un territorio, come fa il cane quando alza la gamba, esasperano
la condizione di degrado da sub-periferia cittadina.
La brutta abitudine di imbrattare i muri con le bombolette
di vernice non è arte, ma semplice sfregio nei confronti della pulizia, del
decoro e dell’ordine cittadino. Per comunicare ci sono ben altri mezzi:
cartoline, come ci ha insegnato Alterocca, oggi sms, i libri, i giornali (oggi
anche on-line), la frequentazione di cinema, di teatri, di mostre e di convegni.
Tutte modalità per accrescere la personale creatività.
Per favorire lo sviluppo di una mentalità giovanile orientata
al rispetto dell’ambiente e dei concittadini, occorre guardare con più
attenzione ai progetti formativi ed educativi oggi in uso, ed in questo la
scuola è chiamata a fare la propria parte. Non a caso, proprio nelle scuole,
troviamo il più prolifico modo di comunicare sporcando le pareti degli edifici,
delle aule, dei corridoi e dei bagni con messaggi, che seppure, a volte
romantici, divertenti, particolari, costituiscono un oltraggio al decoro.
Nelle tifoserie
sportive è solito scrivere frasi del tutto censurabili. Sarebbe bene comunicare,
non attraverso l’imbrattamento, ma vivendo lo sport nella sua grande forza
socializzante, di fondamentale importanza nelle società moderne in cui la
disgregazione sociale è un elemento preoccupante che va combattuto attraverso
una comunicazione più rispettosa dei singoli e dell’ambiente.
I rimedi:
1. Porre in atto un severo controllo territoriale, affidandolo
ai vigili urbani, al ricorso a videocamere dislocate opportunamente in città;
2. coinvolgere i giovani e le associazioni del tempo
libero con progetti finalizzati al recupero della qualità e decoro della città,
ma anche e soprattutto con proposte educative nella scuola;
3. ripulire i muri da scritte che deturpano il
patrimonio pubblico e adottare sistemi per obbligare i trasgressori a ripristinare
le superfici imbrattate;
4. inserire nel regolamento edilizio le norme da
adottare in caso di imbrattamento degli edifici;
5. fare fronte comune con i comitati dei gruppi che
tutelano il rispetto dell’ambiente naturale e culturale e che condividono la
stessa passione e gli stessi obiettivi per il decoro urbano.
Ing. Giocondo Talamonti