Il
caso del Liceo Artistico “Metelli” continua a raccogliere incomprensioni e
prese di posizione drastiche, sostenute, queste ultime, da improbabili richiami
storici spesi per giustificare la salvaguardia della sede. Dire che essa costituisce
una realtà storica, appunto, non ha senso. L’attuale ubicazione ha preso il
posto di una vecchia palestra di epoca fascista, la GIL, voluta per
l’addestramento sportivo della gioventù locale; dire che i laboratori sono
rispondenti alle esigenza di chi li frequenta è, quanto meno, inesatto, dal
momento che la struttura espone gli studenti e i docenti a gravi rischi per la
salute. Il freddo d’inverno e il caldo insopportabile che opprime i capannoni
nei mesi caldi impediscono che si realizzino le condizioni ideali per un
proficuo apprendimento.
La
sicurezza non è un optional nella scuola. Non si può fare a meno di
sottolineare che le carenze di utilizzo della struttura possono rappresentare
una fondata preoccupazione per studenti, famiglie e cittadini.
L’Amministrazione è giustamente impegnata a risolvere il problema e se ciò
comporta un temporaneo spostamento delle attività scolastiche in altra sede non
può, obbiettivamente, costituire oggetto di disputa. L’invito a esternare in
Consiglio comunale le opinioni delle parti deve essere interpretato nella sua
accezione più evidente: confronto aperto sul tema, offrire sicurezza ai
ragazzi, affrontando spese già di per sé gravose per le casse locali. In tale
contesto, suonano poco concilianti i toni della protesta di alcuni genitori che
affiancano l’azione degli studenti, minacciando di farli ritirare dai corsi.
La
tempesta sembra sia scoppiata in un bicchiere d’acqua. A qualsiasi persona
animata da serenità di giudizio appare eccessiva la reazione. Anzi, per dirla
tutta, strumentale. A volte, bisogna avere il coraggio di chiamare le cose con
il loro nome. E questa appare una strumentalizzazione. I partiti a sostegno di
tesi traballanti pensano al consenso politico; molte famiglie accondiscendono
all’iniziativa scioperante, come mezzo taumaturgico di ogni pretesa; gli
studenti non disdegnano supplementi di vacanze; i docenti si adeguano
all’inattesa sospensione lamentando la difficoltà a completare i programmi, ma
senza strapparsi i capelli.
Se
l’idea della conservazione del posto di lavoro, quella per capirci che ha recentemente
animato la ferrea protesta dei lavoratori TK-AST, ha suggerito azioni
pienamente giustificative per ottenere i risultati, il timore di una impropria e
inopportuna emulazione sembra, invece, sottostare alla
volontà di rifiutare un inevitabile intervento manutentivo a favore della
sicurezza fisica di chi frequenta la ex-GIL.
Come
possa essere considerata assurda, intollerabile, inaccettabile la decisione di
spostare per un periodo di tempo le attività scolastiche del Metelli presso i
Geometri, solo con il fine di ripristinare, nei tempi occorrenti, la sicurezza
agli studenti, qualcuno lo spieghi ai cittadini di Terni.
Terni,
9 gennaio 2015
Giocondo Talamonti