Senza Provincia non c’è Regione




Abolire alcune province e mantenerne altre non è una risposta che risolve il problema del risparmio occorre dirigere la rotta verso tutti quegli enti inutili le cui funzioni possono essere svolte dalle province stesse. Se si vuole perseguire l’obiettivo del risparmio o dell’efficienza del servizio ai cittadini, altre sono le scelte da fare.


 La prima è quella della ridistribuzione territoriale fra le province d’una medesima regione. Non si comprende perché la provincia di Perugia inizi a 20 km da Terni (Spoleto e, poco di più la Valnerina) e quella di Terni s’estenda ad oltre 100 km (Fabro). Certo occorre che vi sia un emendamento alla manovra finanziaria che consenta ai territori di condividere il nuovo assetto che si va prefigurando.Terni ha bisogno di Perugia e viceversa per affrontare i problemi strategici dell’Umbria e della nazione considerando che Terni rappresenta una risorsa economica per l’intera Regione. E allora non è questione di campanilismi, ma di condividere un unico progetto alla base dello sviluppo dell’intera Regione, perché se ritenuta valida l’ottica del risparmio, anche la regione Umbria sarà presto considerata uno sperpero di denaro pubblico.


 La seconda proposta è quella di tentare di ripristinare l’antica configurazione territoriale che andava sotto il nome di Circoscrizione umbro-sabina con capoluogo Perugia, anche in considerazione che Rieti, da sempre, ha difficoltà ad adattarsi alla centralità di Roma, ha problemi di dimensioni necessariamente difformi, per entità e qualità, da quelli capitolini, strutturata com’è su una realtà territoriale più vicina alla sensibilità umbra, dalla quale proviene storicamente per essersene staccata solo meno di un secolo fa.


Giocondo Talamonti