Comune di Terni - Ordine del Giorno:Afghanistan - Quanto sangue ancora?
Al Sindaco del Comune di Terni
Premesso che continuano ad aversi feriti gravi tra i militari italiani in Afghanistan e che, pur cambiando le strategie militari e la sostituzione al vertice di nuovi comandanti, la situazione non accenna a migliorare perché si registrano ancora attentati, violenze, disordini in tutto il paese.
Visto che nell’ ormai lungo decennio di occupazione in Afghanistan, si contano quasi 10.000 militari morti e 30.000 afghani uccisi dalla guerra.
Ritenute non più sostenibili le ragioni per cui il nostro Paese debba continuare a stare in Afghanistan, a spendere centinaia di milioni di euro, a mettere a rischio la vita dei nostri giovani soldati.
Tenuto conto che anche in questo caso, il perdurare nel conflitto significa tradire clamorosamente i principi enunciati nell'articolo 11 della Costituzione che testualmente recita ”L’Italia ripudia la Guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”).
Riaffermata la posizione della Federazione della Sinistra nel dire “No alla guerra” in Afghanistan, ma anche un No a tutti i dittatori del mondo che mettono in discussione i diritti umani, un No alle spese militari perché la guerra è una scelta disumana, criminosa ed assurda, che esalta la violenza, la diffonde e la amplifica.
In attesa che, con estrema franchezza, si riconosca che senza decennali occupazioni militari l’occidente perderebbe istantaneamente il controllo di quei territori, per cui anche il silenzio calato sulla più recente guerra in Libia prelude all’applicazione dello schema dell’invasione permanente.
Considerata ormai indifferibile l’esigenza di uscire da uno stato di ipocrisia permanente
La Fds impegna il Sindaco
a farsi interprete della propensione cittadina ad utilizzare tutte le forme pacifiche che la politica contempla per affrontare i contrasti fra le nazioni e, specificatamente, a lanciare, a livello nazionale, il messaggio di repulsione all’impiego della forza militare, come strumento di soluzione dei conflitti, che anima i comunisti ternani, ancora memori dei 105 bombardamenti subiti dalla città durante l’ultima guerra. Per le tante vittime che si contano tra la popolazione civile, siano esse donne, uomini e bambini, non c’è altra soluzione se non quella del ritiro dei nostri militari dall’Afghanistan. Per quanto tempo ancora dovremo ripeterlo? Quanti morti ancora ci dovranno essere? C’è almeno qualcuno che ha il coraggio di spiegare le vere ragioni della nostra permanenza in quel teatro di guerra? O vogliamo continuare a raccontare agli italiani la frottola dell’esportazione della democrazia e della lotta al terrorismo internazionale?
Terni 14.06.2011
Talamonti Giocondo (Capogruppo FdS)
Luzzi Luzio
Nannini Mauro