Sanità e liste d’attesa: agire secondo schemi imprenditoriali



di GIOCONDO TALAMONTI*

I pur incoraggianti dati che la regione Umbria ha fatto registrare in materia di gestione del servizio sanitario non consentono di vivere sugli allori, dal momento che l’ottimizzazione è ancora lontana, se l’intendiamo come capace di rispondere appieno alle esigenze dei cittadini. Parlare di “servizio” può essere fuorviante rispetto alle finalità che persegue il comparto dell’assistenza sanitaria. Meglio sarebbe se vedessimo, tutti, le prestazioni offerte nella prospettiva imprenditoriale. In questa ottica, appare più facile individuare soluzioni alle liste di attesa sempre più lunghe, visite e operazioni chirurgiche rimandate, quasi sempre connesse a problemi di disponibilità operative e quasi mai a carenze di strumenti e macchinari.

Una logica utilitaristica pretenderebbe di lavorare su due o tre turni giornalieri in presenza di richieste prestazionali; cosa troppo spesso trascurata nella gestione ospedaliera. La piena utilizzazione dei macchinari, in specie i più costosi, oltre che a questi principi d’ordine economico, si impone per la rapidità con cui essi diventano obsoleti, a volte molto prima che il costo sia stato ammortizzato, traducendo il “servizio” in uno sperpero di danaro pubblico e preclusione di maggiore occupazione all’interno della struttura.

Non ha senso aspettare tempi biblici per una risonanza o un ecodoppler solo perché le attrezzature vengono utilizzate nei tempi e periodi sindacalmente rispondenti al contratto collettivo di lavoro, mentre si darebbe una risposta concreta al cittadino e alla società se si potesse evadere le richieste in modo rapido ed esaustivo.
Capita che i cittadini di una regione, e noi siamo fra questi, debbano ricorrere ad altre strutture extraregionali o provinciali per ottenere analisi o assistenza in tempi che diventano basilari per il superamento di una malattia, innestando fenomeni di “mobilità passiva” che sono, oltre che un costo per l’amministrazione locale, la rinuncia a rendere anche il “servizio”. La mobilità, i cui effetti meritano un approfondito studio, può essere un’opportunità economica, specie in considerazione del fenomeno che vede una immigrazione dall’alto Lazio di un numero crescente di pazienti. Ci deve essere la volontà di non considerare il comparto come un’attività inevitabilmente in perdita e, quindi, immeritevole di attenzioni che ne limitino o annullino il peso finanziario
gestionale.

A questi obiettivi di base può collegarsi la riorganizzazione territoriale che vede il nuovo ospedale di Terni, il nuovo ospedale Narni Amelia e clinica privata legata alla realizzazione del nuovo stadio cittadino, l’ASL e l’Università partecipare, come filiera, al più vasto programma che include, scuola, ricerca, innovazione e imprese. Ma il presupposto è quello teorizzato sopra: un “servizio” non necessariamente passivo, ma
aggiornato e connesso alle esigenze dei cittadini tramite il ricorso a principi di “economicità produttiva” in grado di esaltare qualità professionali e avanzamento tecnologico.

Presidente Ass. Berlinguer, Terni

Ospedale di Terni, le preoccupazioni e la qualità

 

Ospedale di Terni, le preoccupazioni e la qualità (Giocondo Talamonti)

10/02/2022 - 16:52



La notizia, apparsa su Il Messaggero del 6 febbraio u.s. dal titolo “L’appello di Alessandro Pardini: Fermare subito il declino”, stimola l’Associazione Culturale per Terni Città Universitaria a precisare alcuni aspetti inerenti alla sanità locale.

Innanzi tutto, fa piacere la delibera della giunta regionale in merito alla volontà di finanziare un Ospedale di eccellenza nuovo a Colle Obito o in altro sito, un’apertura auspicata la cui scelta dovrà maturare dal coinvolgimento attivo di tutta la popolazione... “…I dati di oggi -  dice Pardini - parlano di un calo vertiginoso di capacità attrattiva del Santa Maria, e certo un ruolo l’ha sicuramente giocato la partenza di molti noti professionisti e la mancata sostituzione con figure altrettanto prestigiose, tuttavia ritengo - continua Pardini - sia anche frutto di un diverso atteggiamento della amministrazione, in particolare della Regione. Sul Santa Maria non vi è uno straccio di programma di rilancio, lo si sta lasciando vivacchiare forse nella speranza che si ridimensioni naturalmente ad ospedale di comunità ...?” È questo il punto. Non si dice chiaramente di privare l’Ospedale di Terni dell’etichetta di eccellenza, ma si tenta di indebolirlo pian piano fino a farlo diventare di Comunità e ciò è un’operazione subdola, penalizzante ed inaccettabile. L’Ospedale di Terni è, e deve restare, un punto di eccellenza, un ospedale di alta specialità e la comunità ternana si deve battere unita a difesa del proprio nosocomio.

C’è poi da valutare la convenzione sottoscritta fra Università e Regione per rispondere agli obiettivi stabiliti dalla programmazione sanitaria regionale, in vista di favorire lo sviluppo delle attività di didattica e di ricerca e fornire un’attività assistenziale di qualità.  Alla base di quanto detto, in data 22 gennaio 2020, veniva siglato un “memorandum d'intesa per la salute” fra Regione Umbria e Università degli Studi di Perugia; la Presidente Tesei, in proposito, così si espresse “…La collaborazione tra le istituzioni, Regione e Università in particolare, è elemento fondamentale e imprescindibile per disegnare l'Umbria del futuro”.

L’importanza della Convenzione tra Regione ed Università si ispira alla volontà di considerare la presenza dell’Università a Terni prioritaria per lo sviluppo socio-economico e culturale del territorio. L’Associazione Culturale per Terni Città Universitaria è disponibile ad un confronto con tutte le forze politiche, economiche e sociali che intendono operare in favore dell’Università nella nostra città e a contrastare ogni ventilata ipotesi di regressione. L’invito alle Istituzioni è quello di far valere gli interessi della città di Terni. Che aspettiamo?

La sanità del Futuro si decide ora

 

La sanità del Futuro si decide ora (La nota di Giocondo Talamonti)

30/03/2022 - 23:13

La mission dell’Associazione per Terni Città Universitaria è quella di “sostenere, promuovere ed incrementare la presenza dell’Università nella città di Terni e l’attività accademica in genere…far sviluppare alla cittadinanza ternana la coscienza della cultura universitaria necessaria ad accogliere e ad accrescere l’insediamento dell’Università a Terni…” obiettivi che consideriamo sempre più importanti per favorire lo sviluppo delle attività di didattica e di ricerca dell’Università a Terni sia nel campo scientifico che sanitario. La salute è un bene primario per ogni persona. È fonte di stabilità sociale e lavorativa e va adeguatamente tutelata e promossa con strutture ospedaliere in grado di fornire un’attività assistenziale di qualità così come prevede la programmazione sanitaria regionale. L’ospedale di Terni è, e deve restare, un punto di eccellenza, un ospedale di alta specialità e la comunità ternana si deve battere unita a difesa dell’eccellenza del proprio nosocomio. La collaborazione tra le Istituzioni Regione e Università è elemento fondamentale e imprescindibile per disegnare l’area vasta del domani. La presenza dell’Università a Terni è prioritaria per lo sviluppo socio economico e culturale del territorio e il nuovo Ospedale deve necessariamente prevedere il rafforzamento della Facoltà di Medicina e il consolidamento della sua azione e della sua presenza per gli obiettivi di salute e il funzionamento dei servizi per soddisfare le esigenze specifiche della popolazione, eliminare le liste di attesa con il potenziamento dei servizi dell’ospedale. Un nuovo ospedale che risponda all’eccellenza e all’emergenza che faccia leva su una moderna domotica, sulle tecnologie digitali e su spazi dedicati allo scambio professionale e alla formazione continua. La presenza universitaria dovrà necessariamente supportare l’alta complessità ospedaliera e dare slancio alla ricerca medico-scientifica e arricchire un’offerta formativa di alto livello con nuovi corsi di laurea afferenti all'ambito delle Professioni Sanitarie. Ciò farà certamente accrescere l’insediamento dell’Università a Terni, a credere e a investire sul futuro e a sviluppare sempre più l’attrattività. L’ospedale dovrà essere una realtà importante, sia in termini di qualità della formazione che dei risultati scientifici della ricerca clinica e di base. 

Giocondo Talamonti

Ospedale di Terni, le preoccupazioni e la qualità

 

Ospedale di Terni, le preoccupazioni e la qualità (Giocondo Talamonti)

10/02/2022 - 16:52

La notizia, apparsa su Il Messaggero del 6 febbraio u.s. dal titolo “L’appello di Alessandro Pardini: Fermare subito il declino”, stimola l’Associazione Culturale per Terni Città Universitaria a precisare alcuni aspetti inerenti alla sanità locale.

Innanzi tutto, fa piacere la delibera della giunta regionale in merito alla volontà di finanziare un Ospedale di eccellenza nuovo a Colle Obito o in altro sito, un’apertura auspicata la cui scelta dovrà maturare dal coinvolgimento attivo di tutta la popolazione... “…I dati di oggi -  dice Pardini - parlano di un calo vertiginoso di capacità attrattiva del Santa Maria, e certo un ruolo l’ha sicuramente giocato la partenza di molti noti professionisti e la mancata sostituzione con figure altrettanto prestigiose, tuttavia ritengo - continua Pardini - sia anche frutto di un diverso atteggiamento della amministrazione, in particolare della Regione. Sul Santa Maria non vi è uno straccio di programma di rilancio, lo si sta lasciando vivacchiare forse nella speranza che si ridimensioni naturalmente ad ospedale di comunità ...?” È questo il punto. Non si dice chiaramente di privare l’Ospedale di Terni dell’etichetta di eccellenza, ma si tenta di indebolirlo pian piano fino a farlo diventare di Comunità e ciò è un’operazione subdola, penalizzante ed inaccettabile. L’Ospedale di Terni è, e deve restare, un punto di eccellenza, un ospedale di alta specialità e la comunità ternana si deve battere unita a difesa del proprio nosocomio.

C’è poi da valutare la convenzione sottoscritta fra Università e Regione per rispondere agli obiettivi stabiliti dalla programmazione sanitaria regionale, in vista di favorire lo sviluppo delle attività di didattica e di ricerca e fornire un’attività assistenziale di qualità.  Alla base di quanto detto, in data 22 gennaio 2020, veniva siglato un “memorandum d'intesa per la salute” fra Regione Umbria e Università degli Studi di Perugia; la Presidente Tesei, in proposito, così si espresse “…La collaborazione tra le istituzioni, Regione e Università in particolare, è elemento fondamentale e imprescindibile per disegnare l'Umbria del futuro”.

L’importanza della Convenzione tra Regione ed Università si ispira alla volontà di considerare la presenza dell’Università a Terni prioritaria per lo sviluppo socio-economico e culturale del territorio. L’Associazione Culturale per Terni Città Universitaria è disponibile ad un confronto con tutte le forze politiche, economiche e sociali che intendono operare in favore dell’Università nella nostra città e a contrastare ogni ventilata ipotesi di regressione. L’invito alle Istituzioni è quello di far valere gli interessi della città di Terni. Che aspettiamo?

La presenza Universitaria è prioritaria…

Quanto apparso sul Messaggero il 6 febbraio dal titolo “L’appello di Alessandro Pardini: Fermare subito il declino “ stimola l’Associazione Culturale per Terni Città Universitaria ad intervenire sul tema.

Quello che più ci fa piacere è la delibera della giunta regionale in cui si evince la volontà di fare un Ospedale di eccellenza nuovo a Colle Obito o in altro sito, un’apertura auspicata la cui scelta deve maturare dal coinvolgimento attivo di tutta la popolazione... “…I dati di oggi, dice Pardini, parlano di un calo vertiginoso di capacità attrattiva, e certo un ruolo l’ha sicuramente giocato la partenza di molti noti professionisti, e la loro mancata sostituzione con figure altrettanto prestigiose, tuttavia ritengo, continua Pardini, sia anche il frutto di un diverso atteggiamento della amministrazione, in particolare della Regione. Sul Santa Maria non vi è uno straccio di programma di rilancio, lo si sta lasciando vivacchiare forse nella speranza che si ridimensioni naturalmente ad ospedale di comunità? ...” È questo il punto. Non si dice chiaramente di considerare l’Ospedale di Terni non più di eccellenza, ma indebolirlo pian piano per farlo diventare di Comunità e ciò è un’operazione subdola, penalizzante ed inaccettabile. L’Ospedale di Terni è un punto di eccellenza, un ospedale di alta specialità e la comunità ternana si deve battere unita a difesa del proprio nosocomio.

C’è poi da valutare la convenzione dell’Università con la Regione per rispondere agli obiettivi stabiliti dalla programmazione sanitaria regionale, in vista di favorire lo sviluppo delle attività di didattica e di ricerca e fornire un’attività assistenziale di qualità. In data 22 gennaio 2020 veniva siglato un “memorandum d'intesa per la salute” fra la Regione Umbria e l’Università degli Studi di Perugia; la Presidente Tesei così si espresse “…La collaborazione tra le istituzioni, Regione e Università in particolare, è elemento fondamentale e imprescindibile per disegnare l'Umbria del futuro”.

L’importanza della Convenzione tra Regione ed Università rappresenta la volontà di considerare la presenza dell’Università a Terni prioritaria per lo sviluppo socio-economico e culturale del territorio. L’Associazione Culturale per Terni Città Universitaria è disponibile ad un confronto con tutte le forze politiche, economiche e sociali che intendono operare in favore dell’Università nella nostra città e a contrastare ogni ventilata ipotesi di regressione. L’invito alle Istituzioni è quello di far valere gli interessi della città di Terni. Che aspettiamo?





L’ospedale di Terni deve restare punto di eccellenza



La sala ibrida dell’ospedale di TerniIl Documento

La mission dell’Associazione per Terni Città Universitaria consiste nel “sostenere,
promuovere ed incrementare la presenza dell’Università nella città di Terni e
l’attività accademica in genere…far sviluppare alla cittadinanza ternana la
coscienza della cultura universitaria necessaria ad accogliere e ad accrescere
l’insediamento dell’Università a Terni…” obiettivi che si considerano basilari ai fini
dello sviluppo delle attività di didattica e di ricerca accademiche sia nel campo
scientifico che sanitario. La salute è un bene primario. È fonte di stabilità sociale e
operativa e va adeguatamente tutelata e promossa con strutture in grado di fornire
un’attività assistenziale di qualità così come prevede la programmazione sanitaria
regionale.

L’ospedale di Terni è, e deve restare, un punto di eccellenza; un ospedale di alta specialità affidato alla comunità ternana che deve sentirsi investita del compito di difendere il proprio nosocomio. La collaborazione tra le Istituzioni Regione e Università è di fondamentale rilievo se si crede e si punta alla crescita qualitativa del servizio. La presenza dell’Università a Terni è irrinunciabile ai fini dello sviluppo socio economico e culturale del territorio e il nuovo Ospedale deve puntare sul rafforzamento della Facoltà di Medicina e il consolidamento dei servizi onde evitare ostacoli alla fruizione da parte degli utenti a cominciare dall’eliminazione delle liste d’attesa. Aspiriamo a creare un nuovo ospedale che risponda all’eccellenza e all’emergenza, che faccia leva su una moderna domotica, ricorrendo a tecnologie digitali e a spazi dedicati allo scambio professionale e alla formazione continua.

Compito della presenza universitaria sarà di supportare l’alta complessità ospedaliera
e dare slancio alla ricerca medico-scientifica oltre ad arricchire un’offerta formativa
di alto livello con nuovi corsi di laurea afferenti le Professioni Sanitarie. L’ospedale
dovrà essere un punto focale, sia per la qualità della formazione che per i risultati
scientifici della ricerca clinica e di base.

Associazione Culturale per Terni Città Universitaria

Per il Comitato Direttivo
Il Presidente Dr. Ciano Ricci Feliziani
Il Responsabile Scientifico Prof. Adolfo Puxeddu
Il Segretario Generale Prof. Giocondo Talamonti

 

Terni e l’Università, una realtà quanto mai importante e fragile

università pentima ingegneria


di NICOLA MOLE’

Chiedo la cortesia di concedermi un po’ di spazio per richiamare l’attenzione delle lettrici e dei lettori, e così della cittadinanza, su una realtà quanto mai importante per Terni quale è l’Università cominciata nel 1974 con la facoltà di medicina e chirurgia e consolidata con la nascita del “Polo Universitario” nel 2004 costituito con altre 5 facoltà: Economia, Ingegneria, Lettere e Filosofia, Scienza della formazione e Scienze politiche.

L’università è una realtà importantissima e contemporaneamente fragile e perciò ha necessità di una forte attenzione non solo delle istituzioni preposte ma, oso dirlo, di tutta la cittadinanza. Per questo nel 2003 è sorta “l’Associazione per Terni città universitaria”; al termine di tre lustri della sua attività è stato pubblicato un libro, presentato nel giugno di quest’anno. Ma più che un libro sulle attività della associazione è un libro “sulla storia dell’Università a Terni” e merita di essere segnalato ancora una volta: è una “storia” vera ed intera sull’ università più che sull’ associazione.

In questi ultimi tempi si è tornato a parlare dell’Università a Terni: è stato siglato un accordo fra il dipartimento di ingegneria dell’Università di Perugia ed il colosso dell’acciaio Evraz Metals di proprietà dell’imprenditore russo Roman Abramovich per un progetto di ricerca in ambito metallurgico che verrà completamente realizzato nelle strutture del corso di laurea di ingegneria industriale nella sede di Terni. La notizia è stata data dal Rettore dell’Università prof. Maurizio Oliviero: è una notizia bellissima di grande soddisfazione, Terni universitaria ritorna a dare notizia di sé, tutti dobbiamo prenderne atto e tutti dobbiamo seguirla passo dopo passo. Il Rettore Oliviero così dimostra il suo interesse per l’Università a Terni e noi dobbiamo prestare la massima attenzione. Si può essere utili solo se si conosce bene la materia di cui si vuol parlare. In questo senso è utile, direi necessario, leggere il libro “l’associazione culturale per Terni città universitaria” edito da “Morphema” in cui ripeto c’è più la storia dell’Università a Terni che dell’associazione. Dopo averlo letto si capisce meglio cosa è una Università, quali sono le problematiche speciali per Terni e quali le azioni da compiere per sostenere l’università a Terni e per consolidarla per il “bene” dell’Università e della Città. È un invito a leggere il libro; io ho fatto questa esperienza e vorrei comunicarla.


Il libro è stato curato da Adolfo Puxeddu, da Ciano Ricci Feliziani e Giocondo Talamonti.


 

L’ex Milizia cambia destinazione?

La sanità, l’ospedale e l’università sono i punti dell’agenda politica del 2022. In particolare fa discutere la proposta di trasformare il centro di ricerca e cura attrezzato come l’ex Milizia, in una struttura per i parenti dei ricoverati. I familiari dei ricoverati all’Ospedale S. Maria della Misericordia, che abitano fuori Terni, ma devono rimanere in città per diversi giorni per assistere i parenti ammalati, possono trovare accoglienza all’ex Milizia in strutture riconvertite del centro di ricerca, messe a disposizione per agevolare la loro permanenza. Quindi oggi qualcuno si vanta che da un problema cristallizzato si passa con i soldi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), proposta della giunta regionale da 5 milioni di euro di fondi europei, alla trasformazione della struttura considerandola una grande risorsa dall’alto valore sociale, funzionale e simbolico integrando quella struttura con quello che sarà il nuovo Ospedale di Terni. Quello che doveva essere il centro di ricerca delle cellule staminali dovrebbe praticamente diventare una struttura dormitorio per i famigliari dei ricoverati all’Ospedale di Terni. Ci chiediamo se ciò trattasi di uno spreco di denaro pubblico. L’Associazione “E. Berlinguer” invita a discutere non in maniera parcellizzata, ma affrontare la discussione del problema della salute e delle strutture che oggi occorrono a Terni. In tutto il territorio umbro sono stati costruiti nuovi ospedali quasi contemporaneamente con risorse regionali ed imponenti investimenti pubblici: Silvestrini, Branca, Pantalla, Castello, Foligno. Terni non ha ancora un nuovo Ospedale. La città e le sue forze vive devono considerare la salute di tutti come una delle priorità del nostro comprensorio e non accettare supinamente nessuna imposizione che non derivi da un ragionamento collettivo, per esempio quale sito per il nuovo Ospedale di Terni? Devono essere affrontati e valutati i temi della salute, in una discussione generale, con iniziative varie, (manifestazioni, convegni, tavole rotonde, dibattiti, incontri tematici e se occorre sit in, petizioni online etc.) e con tutti i portatori di interessi, mettendo sul tavolo i pro e i contro, senza condizioni o vincoli e trovare la migliore soluzione per tutti, sapendo che la sanità pubblica, di fronte alle nuove esigenze emerse con la pandemia, è un obiettivo non rimandabile dove l'emergenza sanitaria è un tema da affrontare con razionalità non privando i cittadini dal diritto alla cura e alla salute. Lo scarso dibattito pubblico si concentra, invece, su tematiche specifiche e non affronta i nodi cruciali relativi alla tutela della salute collettiva (rilancio dell’assistenza territoriale- case della salute o ospedali di comunità- e della prevenzione, della ricerca epidemiologica sul territorio, nuovo ospedale di alta specializzazione, va ridefinita la mission del Centro di ricerca biologica dell’ex Milizia, accordo di programma Università Ospedale, la formazione continua etc.). Noi dell’Associazione Berlinguer siamo disponibili a dare il nostro contributo per soddisfare meglio i bisogni di salute dei cittadini di Terni e non solo.



I periodi di crisi economica, quando si uniscono a quelli politici, sono sempre causa di decadenza di valori. È successo così per la fine di grandi civiltà, con conseguenze relazionali disastrose e avviate all’autodistruzione.

All’atteggiamento sprezzante dell’etica sociale, così come oggi lo viviamo, il richiamo a costumi improntati al rispetto reciproco sembra appartenere alla preistoria. Basta muoversi nelle realtà quotidiane per verificare quanto sia raro assistere a comportamenti di correttezza sociale, fino a qualche decennio fa rientrante nella normalità più assoluta. Un esempio è quanto successo a Greta Beccaglia, la giornalista di Toscana Tv molestata nel dopo partita di Empoli-Fiorentina mentre era collegata in diretta dall’esterno dello stadio Castellani. A pensare che proprio i calciatori erano scesi in campo mostrando il simbolo della Giornata contro la violenza sulle donne.

Nella famiglia, nella scuola, negli ambienti di lavoro, conformarsi alle regole del rispetto è tema in via d’estinzione. Gli insegnanti devono con crescente frequenza misurarsi con la maleducazione dei ragazzi affidati loro, senza poter far conto sulla collaborazione delle famiglie. La famiglia resta sempre insostituibile sede formativa dei giovani. La famiglia, oggi, soffre però di una costante inferiorità psicologica nei confronti dei figli, perché è cosciente di non poter svolgere il compito educativo, necessario ai ragazzi per affrontare la vita con serenità. Le separazioni dei genitori, il permissivismo eccessivo, dettato a compensazione di carenze affettive o la consapevolezza di non poter dare riferimenti certi ai giovani, sono alla base di un buonismo colpevole e pericoloso. L’abitudine ad ottenere tutto e subito nasce dalla cedevolezza dei genitori. Il
passo verso la pretesa di ottenere quel che si vuole è scontato e non ammette attese. Se la società si oppone all’obiettivo verso cui tende il giovane maleducato, la strada per perseguire le finalità si cosparge di forzature e spesso, di violenze.

È lo spettacolo desolante al quale assistiamo con preoccupante frequenza oggi a scuola, negli stadi, nello sport in genere, nella giustificazione puerile del ricorso a droghe. Perché vincere è un dovere per chi non ha mai assaporato la sconfitta o non sa adattarsi alla negazione di un preteso diritto.

I sempre più rari esempi di solidarietà sociale, le sempre più scarse notizie di lealtà nella vita e nello sport, confermano una discesa verso il disconoscimento di valori comuni.

Possiamo metterci riparo? Ahimè, le speranze sono poche, ma dobbiamo sempre tentare, attraverso l’impegno individuale e collettivo nel perseguire il bene e l’armonia dell’ambiente e della società. Cominciando nel condannare le inaccettabili molestie, in diretta tv, subite dalla giornalista televisiva. È un primo passo…


Giocondo Talamonti




I periodi di crisi economica, quando si uniscono a quelli politici, sono sempre causa di decadenza di valori. È successo così per la fine di grandi civiltà, con conseguenze relazionali disastrose e avviate all’autodistruzione.

All’atteggiamento sprezzante dell’etica sociale, così come oggi lo viviamo, il richiamo a costumi improntati al rispetto reciproco sembra appartenere alla preistoria. Basta muoversi nelle realtà quotidiane per verificare quanto sia raro assistere a comportamenti di correttezza sociale, fino a qualche decennio fa rientrante nella normalità più assoluta. Un esempio è quanto successo a Greta Beccaglia, la giornalista di Toscana Tv molestata nel dopo partita di Empoli-Fiorentina mentre era collegata in diretta dall’esterno dello stadio Castellani. A pensare che proprio i calciatori erano scesi in campo mostrando il simbolo della Giornata contro la violenza sulle donne.

Nella famiglia, nella scuola, negli ambienti di lavoro, conformarsi alle regole del rispetto è tema in via d’estinzione.

Gli insegnanti devono con crescente frequenza misurarsi con la maleducazione dei ragazzi affidati loro, senza poter far conto sulla collaborazione delle famiglie. La famiglia resta sempre insostituibile sede formativa dei giovani.

 La famiglia, oggi, soffre però di una costante inferiorità psicologica nei confronti dei figli, perché è cosciente di non poter svolgere il compito educativo, necessario ai ragazzi per affrontare la vita con serenità. Le separazioni dei genitori, il permissivismo eccessivo, dettato a compensazione di carenze affettive o la consapevolezza di non poter dare riferimenti certi ai giovani, sono alla base di un buonismo colpevole e pericoloso.

L’abitudine ad ottenere tutto e subito nasce dalla cedevolezza dei genitori. Il passo verso la pretesa di ottenere quel che si vuole è scontato e non ammette attese. Se la società si oppone all’obiettivo verso cui tende il giovane maleducato, la strada per perseguire le finalità si cosparge di forzature e, spesso, di violenze.

È lo spettacolo desolante al quale assistiamo con preoccupante frequenza oggi: a scuola, negli stadi, nello sport in genere, nella giustificazione puerile del ricorso a droghe. Perché vincere è un dovere per chi non ha mai assaporato la sconfitta o non sa adattarsi alla negazione di un preteso diritto.

I sempre più rari esempi di solidarietà sociale, le sempre più scarse notizie di lealtà nella vita e nello sport, confermano una discesa verso il disconoscimento di valori comuni.

Possiamo metterci riparo? Ahimè, le speranze sono poche, ma dobbiamo sempre tentare, attraverso l’impegno individuale e collettivo nel perseguire il bene e l’armonia dell’ambiente e della società. Cominciando nel condannare le inaccettabili molestie, in diretta tv, subite dalla giornalista televisiva. È un primo passo…

Giocondo Talamonti




Il costo dell'energia

 

La crisi energetica sta colpendo l’intero mondo con effetti devastanti che non risparmieranno il nostro Paese. Il fenomeno, presentatosi con inattesa violenza causerà la chiusura di aziende medie e grandi, da 100 dipendenti in su, se non verranno presi provvedimenti adeguati. Molti saranno gli imprenditori costretti ad interrompere le attività a causa dei costi insostenibili dell’energia, in particolare gas ed elettricità. Il 70% dell’elettricità prodotta in Italia proviene infatti da fonti non rinnovabili con improbabili possibilità di fare ricorso ad altre. Purtroppo la gravità del problema sembra non sia avvertita nella sua drammaticità, ma il quadro è allarmante e quando si presenterà nella sua interezza dovremo assistere al collasso di molte aziende energivore. La nostra attenzione è alla “Terni”.    

 I prezzi dell'energia elettrica sul mercato, hanno ripercussione sia sui consumi famigliari che sui settori produttivi strategici. Il governo italiano è chiamato ad adottare misure per cercare di contenere l'impatto e sollecitare l’Europa perché si uniformino gli interventi correttivi del fenomeno. Anzi, l’attenzione all’ambiente, al recupero e al riciclo deve avvenire nell’ambito di una governance mondiale con degli obiettivi realizzabili. Secondo l’Associazione Culturale “Enrico Berlinguer si è già in forte ritardo nell’adozione di misure in tal senso. Urge, quindi, un dibattito sulla ricerca di valide fonti energetiche che diventi al più presto centrale nell’agenda politica nazionale, considerato l’impatto che la crisi eserciterà a danno dell’industria, dell’economia e della società.

Una ipotesi di intervento è di favorire l'acquisto collettivo di gas, utilizzato per la produzione di energia, soprattutto alla luce di una situazione che non sarà affatto passeggera. Sembra non sia ancora avvertito nella sua incidenza che dal costo dell’energia dipende l’intera economia del paese. Le recenti impennate dei costi del gas e dell’energia elettrica potrebbero frenare, se non compromettere, il trend positivo dell’economia italiana ed europea. Anche per l’acciaieria di Terni il costo dell’energia inciderà sui volumi produttivi, sull’occupazione e sulla sicurezza. Occorre l’impegno di tutte le forze politiche e istituzionali (Comune in primis e Regione), così come quelle sindacali che tanto hanno dato alla crescita e alla cultura del territorio.

Il settore dell’acciaio, nel 2015, contemplava in Italia 44 siti produttivi, di cui 39 forni elettrici (Aosta, Bergamo, Bolzano; Brescia, Catania, Cremona, Cuneo, Padova, Potenza, Reggio Emilia, Torino, Terni, Trento, Udine, Varese, Verona, Vicenza), 2 convertitori all’ossigeno (Piombino e Taranto) e 3 altiforni (Piombino, Taranto, Trieste), quasi esclusivamente localizzati nella parte settentrionale del Paese. Siti che dovranno seguire un’unica linea coordinata dall’UE per quanto riguarda l’energia e il suo costo. Ci si augura che gli forzi di contenimento non arrivino troppo tardi…

Giocondo Talamonti




 

Ho un’idea, insieme possiamo…

 

Terni, è una città nata e cresciuta sul lavoro. Lavoro duro, come duro è il legame fra i ternani e la loro principale fabbrica, fatto non solo di vincoli storici, ma di tradizioni, cultura e identità.

La crescita economica della città dipende da questo senso di appartenenza, che ha visto generazioni attratte dall’istintivo richiamo. Oggi, sono molte le opportunità di studio che si offrono ai giovani e diverse le aspettative del mercato del lavoro. Ma bisogna essere competenti, concorrenziali sul piano delle abilità e delle conoscenze.
Ho un’idea di struttura dei saperi che parta dall'orientamento da elevare a strumento di lettura fra la domanda e l’offerta occupazionale. Ho un’idea di amministrazione comunale basata su un ‘Progetto di Città’ dove l’economia del territorio si armonizzi con le esigenze del mercato del lavoro, l’istruzione, la formazione e l’alta formazione. In un simile contesto l’educazione permanente deve assicurare ai cittadini di ogni età l’accesso a un percorso di arricchimento, completamento e aggiornamento dei saperi ed accrescere così la “spendibilità” delle competenze individuali in un mercato del lavoro in continuo cambiamento. A un ruolo di riferimento è chiamata l’Università con i suoi centri di ricerca e con la creazione di spin-off e lo sviluppo di start-up in collegamento con il tessuto imprenditoriale locale e le istituzioni del territorio.
Di questo i ternani hanno bisogno e di questo Terni deve vivere. Ho un’idea di città rispettosa dei vincoli sociali e della salute dei suoi abitanti, capace di dare risposte alle esigenze sanitarie e alla dignità dei malati, dove i disagi della degenza siano contenuti al massimo, dove la prevenzione rappresenti un diritto, dove al dolore di chi soffre non s’aggiungano le umiliazioni di liste d’attesa interminabili e dove le competenze degli addetti alla sanità si coniughino con i sentimenti di umanità e solidarietà. Ho un’idea di città che difenda lo stato sociale e tuteli le categorie più deboli, che guardi alle nuove generazioni, che salvaguardi l'ambiente come diritto alla salute e al benessere collettivo. Se anche la tua idea di città si avvicina alla mia e a quella dell’Associazione Politico Culturale “Enrico Berlinguer”, aiutaci a realizzarla. Insieme possiamo.





Non dimenticare è un dovere, ed il primo passo è quello di insegnare ai giovani che un Paese civile e democratico non può temere nulla del proprio passato.

Essere lassù a Torre Maggiore di Cesi ove perse la vita Germinal Cimarelli, medaglia d’oro, che ha sacrificato la propria vita per proteggere la ritirata dei compagni partigiani è come ripercorrere gli entusiasmi civili e coraggiosi di uomini e donne che davvero hanno fatto l’Italia libera e democratica. Le testimonianze dei luoghi sono un patrimonio unico per tutti e acquista valore e importanza se sapremo coinvolgere e sensibilizzare sempre più i giovani e la scuola. Ricordare che la Costituzione è stata scritta con il sacrificio di tanti e tanti italiani deve essere l’impegno precipuo di ciascuno specialmente di chi ha il compito di educare. È dalla conoscenza, dal ricordo, dalla memoria sempre viva che si costruisce il futuro.

A commemorare Germinal Cimarelli, oggi 20 gennaio 2022, c’era solo il gonfalone del Comune di Terni con l’Assessore Stefano Fatale e c’erano i rappresentanti dell’Anpi, dell’Anppia e dell’Unla…